Voto Visitatori: | 6,55 / 10 (10 voti) | Grafico | |
Voto Recensore: | 8,50 / 10 | ||
Con quale coraggio il regista canadese Bruce McDonald si mette a dirigere un film che narra una vicenda spezzettata come un Puzzle??? Naturalmente, il film non è frutto di McDonald, ma è ispirato al romanzo di Maureen Medved, "The Tracey Fragments" (appunto). Etichettare come thriller questa pellicola è un po' riduttivo, non è neanche giusto paragonarlo ad un drammatico o ad un film d'autore sperimentale. Non esiste un nome preciso per definire il genere, ma (per comodità) potremmo definirlo un Dramma/Thriller sperimentale.
"The Tracey Fragments" narra le vicende della giovane quindicenne Tracey Berkowitz, adolescente ribelle e complessata, che ogni giorno deve combattere con dei genitori che la ignorano e dei compagni di scuola che la insultano e la definiscono come una "senza tette", (addirittura) "mostro" o "il coso". Come ogni storia che si rispetti, "Tracey fragments" inizia con la presentazione dei vari personaggi e l'introduzione della vicenda. L'episodio chiave dell'intera storia (che catapulta la pellicola nel genere thriller quasi di prepotenza) è la scomparsa del fratellino di Tracey, Sonny Berkowitz. A questo punto Tracey decide di cercare il fratello per dimostrare a tutti e a se stessa (per non sentirsi in colpa, visto che il povero Sonny è sparito a causa di un suo scherzo ai danni del fratellino) che anche lei può essere una persona capace di sbrogliare le situazioni più difficili. La ricerca di Tracey la porterà a vivere delle situazioni bizzarre e pericolose e a conoscere loschi figuri che possono addirittura metterla in situazioni di estrema difficoltà.
McDonald sotto l'aspetto registico sperimenta diverse inquadrature, riducendo in frammenti ogni istante di vita di Tracey. Le scene tra di loro sono scomposte e servono (più che altro) a dare allo spettatore la totale libertà di interpretazione di ogni singolo fotogramma.
Solitamente nelle pellicole cinematografiche si è spesso parlato di "finale aperto", in questo caso è ogni scena ad essere aperta e l'esperimento risulta riuscito.
"The Tracey Fragments" appassiona e coinvolge così come poche pellicole, la mossa di poter conoscere Tracey in base alla nostra percezione è una cosa fantastica che (forse) non ha alcun precedente. Al di là di registi come Lynch, McDonald riesce a rendere visivamente le idee, le visioni e i pensieri di Tracey in modo anche da confonderci. Quale sarà la realtà? Questo spetta a noi deciderlo ed è proprio questa l'innovazione della pellicola, siamo noi che dobbiamo comporre i pezzi "giusti" del puzzle per capire cosa è successo a Tracey e al suo fratellino Sonny.
Dialoghi e musiche sono superficiali in questo contesto ma, al di là di qualche "parolaccia", i monologhi di Tracey, man mano che prendono forma, sono degli indizi importanti che servono allo spettatore a mettere in sesto l'intera vicenda. Sotto questo aspetto l'attrice Ellen Page merita un ovazione da stadio, come si fa in una finale di Champions League, perchè per un'attrice diciannovenne è veramente difficile poter reggere l'intera pellicola con monologhi e dialoghi che sono delle vere e proprie linee guida per chi guarda il film. In più, per far capire il genio e il talento dell'attrice canadese, è doveroso dire che la Page è la protagonista di tutti i frammenti di "The Tracey Fragments".
Tra gli altri attori che imbastiscono il panorama di questa fantastica pellicola di McDonald c' è da segnalare la grande prova di Maxwell McCabe, attore già apprezzato nel bellissimo "Mouth to mouth". Infine, inutile e a tratti irritante l'interpretazione di Slim Twig, rockstar canadese, che interpreta la parte di Billy Zero il fidanzato (?) di Tracey.
Film che può piacere e no, c' è chi ha criticato duramente il film definendolo incomprensibile, invece, per chi concorda con il giudizio di questa recensione, potrà constatare come l'analisi sia in sintonia con chi ha apprezzato la pellicola. Del resto, McDonald ha voluto solo sperimentare e se la cosa può essere apprezzata è un bene per il cinema indipendente, altrimenti, come in tutte le situazioni, si volta pagina e ci si concentra su altri aspetti della nobile arte.
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Recensione a cura di HollywoodUndead - aggiornata al 03/04/2012 15.17.00
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