alice in wonderland regia di Tim Burton USA 2010
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alice in wonderland (2010)

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locandina del film ALICE IN WONDERLAND

Titolo Originale: ALICE IN WONDERLAND

RegiaTim Burton

InterpretiMia Wasikowska, Johnny Depp, Michael Sheen, Anne Hathaway, Helena Bonham Carter, Stephen Fry, Alan Rickman, Crispin Glover, Matt Lucas, Christopher Lee, Noah Taylor, Timothy Spall, Marton Csokas, Eleanor Tomlinson

Durata: h 1.48
NazionalitàUSA 2010
Generefantasy
Al cinema nel Marzo 2010

•  Altri film di Tim Burton

•  Link al sito di ALICE IN WONDERLAND

Trama del film Alice in wonderland

Alice ha diciassette anni e scappa da un party altezzoso seguendo il Bianconiglio giù per il buco, che la riporta nuovamente al Paese delle Meraviglie. Il Bianconiglio è convinto di avere la ragazza giusta, quella che ha visitato il magico mondo dieci anni prima. Ma Alice non si ricorda la sua visita precedente nel Paese delle Meraviglie, le cui creature sono pronte per una rivolta e sperano e aspettano che Alice li aiuti. Ma lei vorrà farlo? Lo potrà fare?

Film collegati a ALICE IN WONDERLAND

 •  ALICE ATTRAVERSO LO SPECCHIO, 2016

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Voto Visitatori:   5,74 / 10 (420 voti)5,74Grafico
Voto Recensore:   4,00 / 10  4,00
Miglior scenografia (Robert Stromberg, Karen O'Hara)Migliori costumi (Colleen Atwood)
VINCITORE DI 2 PREMI OSCAR:
Miglior scenografia (Robert Stromberg, Karen O'Hara), Migliori costumi (Colleen Atwood)
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Voti e commenti su Alice in wonderland, 420 opinioni inserite

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Bonvi  @  05/03/2010 11:00:25
   8 / 10
ALICE IN WONDERLAND è un film "delicato".

Questo, forse, è l'aspetto che più disorienta, rispetto alle classiche produzioni di TIM BURTON, solitamente, invece, capaci di essere forti, robuste, dark e sicuramente efficaci. Qui, invece, siamo di fronte ad un TIM BURTON diverso ma assolutamente non inferiore.

Solo diverso.

Diverso perché, in primis, ha accettato di realizzare un film della DISNEY (e sappiamo il passato che lega questi due giganti del cinema) e diverso perchè, forse, per una volta si piega ad una storia più soffice, più cauta, meno invasiva ma, al contempo, più intrigante, sebbene meno contorta (e, quindi, più lineare).

ALICE IN WONDERLAND prende spunto dai 2 libri di LEWIS CARROLS ("Alice nel Paese delle Meraviglie" e "Attraverso lo specchio e quel che Alice vi trovò") per confezionare una storia, appunto, diversa.

A conti fatti, ALICE IN WONDERLAND si arricchisce di tutti quegli elementi tipici di BURTON proprio nel suo contesto iniziale e non, invece, nella sua evoluzione narrativa (tipica, invece, di questo regista).

Sì, perchè il sottomondo (il cosiddetto UNDERLAND e non WONDERLAND, come ricordava invece ALICE...) ha subito una serie di trasformazioni angoscianti e dark da renderlo, in pratico, tutto un altro contesto in cui ambientare dei personaggi che, a conti fatti, non possono che aver subito la stessa trasformazione.

Una trasformazione che, forse, è l'aspetto più indicativo che caratterizza l'intero film.

Da quando ALICE se n'è andata (al termine del film DISNEY del 1951) il mondo di sotto si è trasformato. Si è abbruttito. Ha perso colore. Ha perso tono. Ha perso quella voglia di vivere gioiosa che caratterizzava, nel bene e nel male, il film precedente del 1951 targato DISNEY.

Questo è il lavoro di TIM BURTON. Su questo si è concentro il suo lavoro per rendere più gotico e dark questo sottomondo.

Ed il risultato di questa trasformazione, lo si evince molto nei personaggi. Quei personaggi così buffamente ridicoli (ed al contempo calibrati) del film del 1951 subiscono la stessa trasformazione che li rende una sorta di macabra trasposizione deviata non tanto nell'aspetto (curatissimo, come sempre nei film di BURTON) quanto nel comportamento.

Primo fra tutti il CAPPELLAIO MATTO (interpretato da un eccellente JOHNNY DEPP) ed il CONIGLIO BISESTILE costretti, comunque, a sorseggiare il tè (assieme all'inseparabile TOPINO) in una sorta di macabro rituale orchestrato in un ambiente che ha dell'ostile e non, sicuramente, di accogliente come nel precedente film.

Il gioco è tutto qui. Il trucco è tutto qui. Il colpo di scena più intrigante è proprio questo e su questo si incentra tutto il racconto di TIM BURTON.

Di fronte ad un mondo così deviato e, quindi, pazzo "in modo differente" (il controllo al posto della libertà), anche il CAPPELLAIO MATTO è costretto, nella sua trasformazione, a diventare una sorta di paladino, di protagonista infelice, di ferma stella del nord della pazzia obsoleta, quella che tutti noi amiamo ricordare.

Perchè in un contesto simile la sua pazzia (quella del film del 1951) non ha più senso. Sarebbe stereotipata.

E man mano, ci accorgiamo che al CAPPELLAIO MATTO questa pazzia è stata rubata in modo bieco, esasperante, dalla regina rossa, con la sua arroganza e potenza.

Privato, dunque, della sua essenza, l'unica cosa che rimane del vecchio cappellaio matto è una domanda che non ha, evidentemente, risposta. E' il chiedersi "Perchè un corvo è come una scrivania?"

E' il cercare, a tutti i costi, di tornare a quella pazzia che è tanto cara quanto a noi quanto al cappellaio stesso (e questo ritorno sarà celebrato, evidentemente, con il ballo della Deliranza, allegoria di quanto di più sregolato e surreale possa essere esistere nel sottomondo).

Ed a ben notare, questo ALICE IN WONDERLAND inizia il proprio racconto esattamente dopo aver "abbandonato" il luogo dove il CAPPELLAIO MATTO e gli altri sorseggiano il tè, l'ultimo in ordine temporale degli elementi incontrati che ricordano il vecchio il film del 1951.

Da lì in poi, ogni cosa è diversa. Si perdono gli appigli della vecchia storia e ne inizia una totalmente nuova e spiazzante.

Ma la trasformazione dei personaggi di sottomondo rappresenta solo la metà dell'opera. L'altra è l'evoluzione (o involuzione) di ALICE.

Innanzitutto, in questo film, ALICE non è la protagonista, così come (con un parallelismo) accadeva anche al personaggi di MARTY McFLY in RITORNO AL FUTURO.

In entrambi questi film il personaggio cardine NON E' il protagonista ma l'assoluto osservatore, l'occhio alieno (perchè arriva o da un altro luogo, come ALICE, o da un altro tempo, come MARTY) sugli eventi che occorrono tutt'intorno.

MARTY e ALICE incarnano l'occhio critico che osserva e che comprende cosa capita e che solo alla fine riesce ad imporre la propria presenza, sistemando la situazione (vista come sottomondo o come timeline alterata).

ALICE, dunque, non è la protagonista perchè NON compie mai gesti che possano alterare la storia ma, anzi, segue (deviando solo a tratti) da un percorso già stabilito.

Stabilito come il destino. O, meglio, stabilito come un sogno.

ALICE è fondamentalmente una bambina cresciuta nel fisico ma con un atteggiamento ancora infantile, incapace di affrontare qualsiasi decisione se non ricorrendo alla fuga.

Per ben 2 volte si troverà a fronteggiare una scelta importante e per ben 2 volte risolve fuggendo.

Ma al proprio destino non si sfugge.

Ed è proprio questo concetto che porta ALICE a compiere le 2 scelte finali (che risolvono entrambe le situazioni summenzionate).

Il suo è una sorta di percorso già stabilito. Quasi ad insegnarle che è inutile cercare di sfuggire a quello che si è. Lo si deve accettare e si deve proseguire ed accettare quello che comporta.

In questo ALICE è scortata proprio dal CAPPELLAIO MATTO che funge da suo contraltare. Perchè lei è un eterna indecisa mentre lui ha ben chiara la sua situazione.

La delicatezza di questo film, infine, risiede proprio in questo, nello scambio quasi tenero fra ALICE ed il CAPPELLAIO MATTO. Sulla verità ultima del sogno che sogno è ed al contempo non è.

Qualcosa che, nel bene o nel male, comunque lega i due in modo assoluto. Ognuno di loro serve a definire l'altro. Senza uno non esiste l'altra. E viceversa.

Legato a questo, infine, lo scambio di battute fra ALICE ed il BRUCALIFFO è il climax della storia che, a ben vedere, dà un senso compiuto a tutto e, soprattutto, ad ALICE stessa.

E rimanda, ancora una volta, al concetto della TRASFORMAZIONE. Ricordandoci anche, come un corollario, che tutto deve cambiare per poter, alla fine, restare esattamente così com'è. In questo caso, così com'era (nel film DISNEY del 1951).

Dal punto di vista tecnico, tralasciando l'ormai ovvio 3D, la recitazione è decisamente buona e spiccano, fra tutti, proprio JOHNNY DEPP ed HELENA BONHAM CARTER (e la sua strepitosa Regina)!

Un merito altrettanto alto dev'essere dato alla rappresentazione grafica del sottomondo, trasformato in una sorta di ambiente ostile ed alla trasposizione di tutti i personaggi, ognuno dei quali è una sorta di grottesca rivisitazione (trasformazione) dei personaggi originali.

Un ottimo film. Genuino. Delicato con l'opera precedente della DISNEY. Smaccatamente DISNEY, certo.

Ma, a ben vedere e, considerato tutto questo, TIM BURTON ne esce ottimamente, per il lavoro svolto a priori, proprio sul contesto.

18 risposte al commento
Ultima risposta 06/03/2010 12.13.04
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