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Ideale film collettivo, ma solo nella forma, data l'intermittenza dei temi, alle volte politici, alle volte umanistici e alle volte ancora sociali, AMORE E RABBIA è un'opera tanto comune quanto interessante che apre con l'ispezione dell'alienazione metropolitana, spaziando poi tra una pura rappresentazione onirica-sensoriale, una favola concisa e intellettuale e una storia bilingue dalla narrazione post-moderna che abbatte la quarta parete, per poi chiudere il sipario con un discorso sociale interessante ed esauriente reso più simile ad una recita che ad un corto filmico. Nondimeno tutti gli episodi soffrono di un qualche difetto, soprattutto "L'indifferenza" di Lizzani, così poco convinto da sembrare una sequenza di scene senza troppo senso, fin quasi a formare più di un racconto, e "Agonia" di Bertolucci il quale si basa su un unico concetto sperimentale che diventa sempre più stagnante col passare dei minuti, per quanto valido nella teoria. "L'amore" di Godard, che descrive in modo romantico il legame tra democrazia e rivoluzione, "La sequenza del fiore di carta" di Pasolini, dove l'autore riflette su come l'innocenza diventi crimine e sulla punizione terrena della stessa, e infine "Discutiamo, discutiamo" di Bertolucci, il quale erige una bellissima discussione attualista e politica, sono episodi che vogliono comunque essere rivisti.