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Classico filmaccio della Asylum con tutti i difetti del caso, da guardare giusto per vedere che boiate si sono inventati in questo caso. Anche qui le chicche non mancano, come ad esempio il leone marino assassino o l'attacco delle stelle marine, ma in generale il livello di idiozia (e conseguentemente di risate involontarie) non è neanche così elevato se paragonato ad altri prodotti della famigerata casa di produzione. Come in altri casi anche qui la Asylum ha reclutato un nome famoso nel cast, una Vivica A. Fox che in quasi tutte le scene in cui compare (a parte l'ultima, quella in cui entra in scena a mo' di kamikaze) è semplicemente da sola che parla al telefono (o un walkie talkie, ora non ricordo) con gli altri protagonisti: tutta roba che se fosse stata girata a casa sua invece che su un set cinematografico sarebbe stata letteralmente uguale.
Basterebbero due parole per commentare in maniera esaustiva questo film. Due parole che hanno un significato profondo e ben radicato nel mondo del b-movie, due parole che, una volta lette, non lasciano dubbi di sorta sulle qualità dei prodotti presentati. Quelle parole sono tanto conosciute quanto temute, sono garanzia di squallore e sciatteria, di ostinata approssimazione e di compiaciuta ottusità. Inutile girarci intorno, sto parlando di quelle due parole che ci fanno incavolare e sorridere allo stesso tempo: THE ASYLUM...e ho detto troppo.