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Dei fenomeni questi russi, sul serio. "Arsenale" vanta un montaggio da far impallidire il miglior montatore della nostra era cinematografica. Come tutti i film sovietici, anche questo è nato come propaganda rivoluzionaria, la considerazione che spesso mi viene da fare, è, essendo destinati ad un pubblico non di certo particolarmente colto, se in realtà il messaggio venisse recepito, dato che molte di queste pellicole si basavano su simbolismi e poetiche del linguaggio proprio in fase di montaggio. Girato "per" l' Ucraina, è la storia di un contadino reduce dalla guerra che ritorna a casa su un treno che deraglierà. Il contadino trova un posto di lavoro all' arsenale, ci sarà uno sciopero a causa di attriti tra borghesia e nazionalisti, quando gli operai dell'arsenale dichiarano lo sciopero, scoppiano incidenti nelle strade; gli scioperanti, assediati, attendono invano gli aiuti dei rivoluzionari; vengono massacrati brutalmente. "Arsenale" vanta anche una nuova ricerca formale nel taglio delle inquadrature, nell' utilizzo del fermo immagine, nel non accettare assolutamente le convenzioni di una corretta inclinazione della macchina da presa. Impossibile non citare l' allungamento e l' accartocciamento della fisarmonica come metafora del deragliamento del treno. Una tappa fondamentale per l' avanguardia russa.