bastardi senza gloria regia di Quentin Tarantino USA 2009
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bastardi senza gloria (2009)

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locandina del film BASTARDI SENZA GLORIA

Titolo Originale: INGLOURIOUS BASTERDS

RegiaQuentin Tarantino

InterpretiBrad Pitt, Mélanie Laurent, Christoph Waltz, Eli Roth, Michael Fassbender, Diane Kruger, Daniel Brühl, Til Schweiger, Gedeon Burkhard, Jacky Ido, B.J. Novak, Omar Doom, August Diehl, Denis Ménochet, Sylvester Groth, Martin Wuttke, Mike Myers, Julie Dreyfus, Léa Seydoux, Richard Sammel, Alexander Fehling, Rod Taylor, Samm Levine, Paul Rust, Michael Bacall, Arndt Schwering-Sohnrey, Petra Hartung, Volker Michalowski, Ken Duken, Christian Berkel, Tina Rodriguez, Lena Friedrich, Ludger Pistor

Durata: h 2.28
NazionalitàUSA 2009
Genereguerra
Al cinema nell'Ottobre 2009

•  Altri film di Quentin Tarantino

Trama del film Bastardi senza gloria

Ambientato durante la seconda guerra mondiale, la storia riguarda un gruppo di soldati ebrei prossimi all'esecuzione comandati dal tenente Aldo Raine (Brad Pitt), quando ottengono invece una chance per salvarsi: riportare con sè cento scalpi nazisti. Il gruppo sarà impegnato anche nell’operazione Kino, durante la quale dovranno attaccare il nemico mentre viene presentato, a Parigi, un film di propaganda, alla presenza di Joseph Goebbels, uno dei principali gerarchi nazisti.

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Voto Visitatori:   8,22 / 10 (726 voti)8,22Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior attore non protagonista (Christoph Waltz)
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior attore non protagonista (Christoph Waltz)
Miglior film straniero
VINCITORE DI 1 PREMIO DAVID DI DONATELLO:
Miglior film straniero
Miglior attore non protagonista (Christoph Waltz)
VINCITORE DI 1 PREMIO GOLDEN GLOBE:
Miglior attore non protagonista (Christoph Waltz)
Miglior attore (Christoph Waltz)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior attore (Christoph Waltz)
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Voti e commenti su Bastardi senza gloria, 726 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento pompiere  @  07/10/2009 16:12:37
   8 / 10
“Inglorious basterds”, ovvero quando il contesto storico diventa un pretesto per alimentare la voglia e l’interesse esclusivo per il pulp, il pop, i “rimasticamenti”. Quentin Tarantino non è incuriosito dai fatti così come sono avvenuti per davvero, anche se mette riferimenti temporali e di luogo, piuttosto a giocare con il cinema e le sue enormi potenzialità.
Se potevamo aspettarci i rimandi ad autori come Ford e Clouzot, e ad attori quali Marlene Dietrich e Danielle Darrieux, inattesi ci giungono i riferimenti alle inquadrature e ai colori tipici di certo cinema di Fassbinder.
Contaminati dai film di guerra, dalle commedie, dai gangster-movie e dallo spionaggio, i “basterds” sembrano muoversi come un perfetto gruppo di guasconi che appare e scompare alla maniera di un film di intelligence e servizi segreti. Professionisti fai-da-te, come una sporca dozzina improvvisata e decisamente più cattiva, sono sadici e spietati.

Suddivisa in capitoli, la sceneggiatura è, come consuetudine, tesa ad allungare i tempi narrativi e gioca ad anticipare quello che sta per accadere. Tarantino, così facendo, crea suspense e ci mette al corrente delle carte che ha in mano prima ancora di calarle in tavola. Un vezzo accattivante che è diventata quasi una firma della sua autorialità.
Lo sbriciolìo dei capitoli, già visto nell’ultimo “Kill Bill”, nuoce un po’ al film perché lo rende parziale ed eccessivamente ponderato. E’ come se, nel tentativo di allungare i singoli episodi, si approdasse a una prevaricazione narrativa.
Se consideriamo che l’autore ha sofferto dieci anni nella preparazione del soggetto e nella scrittura, non mi spiego come il contenuto delle “storielle” (intese come novelle inferiori alla Storia vera) non sia poi così interessante; fiumi di parole che danno spesso l’idea di un avanzo di idea, ogni tanto sporcati da un’espressività oltremodo teatrale.
Come Tarantino stesso c’insegna, non ci si può togliere l’uniforme una volta indossata. Rimane incancellabile, come un marchio scolpito sulla fronte. Mi domando quand’è che gli verrà l’ambizione di oltrepassare la sua stessa arte.

La regia, il punto di vista della macchina da presa è splendido, sia nell’uso delle panoramiche che nella profondità di campo (che cosa non fa lo scostamento di un lenzuolo messo ad asciugare). La messa in scena è invidiabile, mai banale e pregna di significati, riesce a raccontarci sempre qualcosa.

Questa genialità visiva autorizza il regista statunitense a mescolare “Per Elisa” di Beethoven con un lento incedere musicale ripreso dai film western. Più volte si è detto che Tarantino sarebbe l’unico in grado, se lo volesse, di ereditare lo stile di ripresa cinematografico di Sergio Leone; ecco, quindi, l’uso di primi piani in avvicinamento e di ralenty. E (perché no?) la citazione in un momento altamente drammatico, attraverso la ripresa di un esterno assolato da un interno buio, di “Sentieri selvaggi”.
Quentin è come un bambino che gioca con i Lego: smonta il Cinema così come fa’ l’addetta parigina che toglie dal cartellone le lettere del titolo del film tedesco con Leni Riefenstahl. E per di più, si permette di dargli fuoco, usandolo come perfetto strumento di vendetta.

I tedeschi sono così cretini nella loro rappresentazione macchiettistica che non possono che soccombere, l’umorismo è così potente da stendere più delle (e come le) armi. L’unico teutonico serio sembra essere Christoph Waltz (meritatamente vincitore della Palma d’Oro all’ultimo Cannes come Miglior Attore) nei panni dell’odioso colonnello nazista Landa, inesorabile predatore di ebrei ai quali “fare le scarpe”.
Mentre Brad Pitt, grossa cicatrice all’altezza del collo, sembra essersi divertito molto a interpretare il ruolo di Capo Bastardo e incisore perfezionabile di svastiche sulle capoccie dei nazisti. Nessuna morale, nessun basamento politico ispiratore, solo poetica tarantiniana.
Questa è la forza che può sconfiggere anche i tiranni. Adieu, Hitler!

2 risposte al commento
Ultima risposta 08/10/2009 16.01.08
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