Gli agenti dell'intelligence britannica sono alla serrata ricerca di un traditore tra i loro ranghi. Mentre il mistero si svela, diventa chiaro che nessuno è al di sopra di ogni sospetto.
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Questo film non navigava nelle migliori premesse, considerando che Steven Soderbergh sono vent'anni che ha smesso di fare film interessanti e ha iniziato ad essere una fucina di mediocrità artistica, inseguendo un'idea di cinema imborghesito e imbellettato per i festival. Tra l'altro sta tornando di moda un'idea di spionaggio in chiave soap-drama capace di abbottonare, con british humor, la freddezza dei killer con le problematiche umane quotidiane, come la serie di Mr e Mrs Smith. E Michael Fassbender viene chiamato per fare il solito ennesimo ruolo del gelido, affascinante, psicopatico ossessivo. Insomma, c'erano tutti gli ingredienti per un film saporito come l'acqua del rubinetto. Però, dopo la prima parte dialogata, si sviluppa una trama di qualità che non ha solo l'esperienza di David Koepp alle spalle ma anche una configurazione degna di un romanzo ed ha un plot twist ben contorto. Nel frattempo vengono mostrati edifici high-tech e post-futuristici nonché tutta una serie di strumentazioni per le spie mai viste prima. Il lato "vita privata" dei protagonisti non è di troppo e, anzi, diverte come il resto del film, che ha dalla sua anche una bella fotografia.