blood ties - la legge del sangue regia di Guillaume Canet Francia 2013
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blood ties - la legge del sangue (2013)

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locandina del film BLOOD TIES - LA LEGGE DEL SANGUE

Titolo Originale: BLOOD TIES

RegiaGuillaume Canet

InterpretiClive Owen, Billy Crudup, Marion Cotillard, Mila Kunis, Zoe Saldana, Matthias Schoenaerts, James Caan

Durata: h 2.07
NazionalitàFrancia 2013
Generedrammatico
Al cinema nel Marzo 2014

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Trama del film Blood ties - la legge del sangue

New York, 1974. Chris, 50 anni, è appena uscito di prigione per buona condotta, dopo una lunga detenzione per un omicidio commesso in uno scontro tra gang. Ad attenderlo c’è suo fratello Frank, poliziotto dalla carriera in ascesa. Nonostante le diversità tra i due fratelli, Frank accoglie Chris a casa sua, gli trova un lavoro e lo aiuta a recuperare un rapporto con la sua ex moglie e i suoi figli. Ma, nonostante le speranze di suo fratello, le sirene della vita criminale torneranno a tentare Chris...

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Voto Visitatori:   6,56 / 10 (8 voti)6,56Grafico
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Voti e commenti su Blood ties - la legge del sangue, 8 opinioni inserite

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VincVega  @  04/10/2017 23:24:45
   7 / 10
"Blood Ties" è un dramma-poliziesco vecchio stile, forse fuori tempo, che narra una storia forse non molto originale, ma Guillaume Canet lo fa in modo adeguato, senza strafare. Probabilmente anche perchè il regista conosce a menadito il prodotto, essendo il remake di un film francese proprio da lui interpretato 5 anni prima. Una pellicola dal buon ritmo, che compie il proprio dovere anche grazie alle interpretazioni, alla ricostruzione scenica anni '70 e alla colonna sonora rockeggiante sempre di quel periodo.

fabio57  @  08/09/2016 09:05:18
   6½ / 10
Niente di nuovo sotto al sole. I due fratelli agli antipodi, uno poliziotto l'altro criminale non sono una vera e propria novità nel panorama cinematografico. Forse la scena conclusiva è la più interessante, a rammentare che il sangue non è acqua, come il titolo del film lascia intendere.

topsecret  @  18/07/2016 14:23:29
   6½ / 10
Quello che mi infastidisce un po' è che si perde tempo in lungaggini inutili per poi terminare con un finale insipido, quasi inconcludente, inadatto a quello che si è visto per più di due ore di film.
BLOOD TIES non è malaccio, ma i continui cambi di ritmo e alcune situazioni poco interessanti, e altre poco approfondite, rischiano di mandare in vacca quello che pare un prodotto vedibile.
Non tutto il cast è sfruttato a dovere, penso a Lili Taylor soprattutto, anche se le performance appaiono convincenti; la regia sembra affidabile ma la sceneggiatura, come già accennato, mette troppa carne al fuoco che non viene poi cotta adeguatamente.
Visione quasi discreta, peccato per la troppa enfasi in alcuni momenti, finale compreso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  07/05/2016 16:48:01
   6½ / 10
Dopo l'ottimo "Piccole bugie tra amici" il regista Guillaume Canet decide di navigare in acque un po piu' classiche mettendo in scena il classico film dove un ex delinquente tenta la difficile, e quasi impossibile, strada di redenzione una volta uscito dal carcere. Se ci mettiamo pure il fratello poliziotto entriamo in un territorio gia' marcato molte volte.
Le cose migliori del film, quindi, non sono da trovare nella sceneggiatura ma in altro loco. Come ad esempio nel buon lavoro del cast che riesce a coinvolgere lo spettatore o nella colonna sonora piena di ottima musica...perfino Gianni Morandi!
Buono ma non eccelso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  06/12/2015 12:36:58
   6 / 10
Thriller molto lineare che si rifà al consolidato schema detenzione,liberazione,possibile riscatto sociale ,ricaduta nel mondo del crimine.
Quindi si sa già a cosa si andrà incontro...
Il film è salvato dalla buona performance dei principali protagonisti,dalla bella fotografia e dalla cura dei costumi anni '70..

Trixter  @  26/11/2015 12:18:42
   6 / 10
Le sequenze migliori di questo film, a mio parere, sono quella iniziale (un'irruzione della madama nel covo dei malviventi bella pompata) e quella finale del riscatto e, chissà, del perdono. Per il resto, il film diretto da Canet fila liscio come l'olio, forse anche troppo.
La prima ora, infatti, l'ho trovata piuttosto statica, pesante, diretta in maniera scolastica, complice forse una trama che sa di già visto e che non lascia grande spazio a colpi di scena o a sorprese.
D'altro canto, però, Canet può contare su ottimi interpreti, da Caan a Crudup fino all'ottimo Schoenaerts. Ma la sensazione è che la prova recitativa non basti a sollevare, più di tanto, le sorti di una pellicola stanca, che non si discosta da uno sviluppo narrativo fin troppo ordinario e privo di mordente. Insomma, un pò più di coraggio monsieur Canet!

hghgg  @  19/10/2015 11:12:30
   7½ / 10
Un buon film, girato con mestiere e ben interpretato ma molto lontano da qualsiasi picco d'eccellenza. Nella valutazione filmscoopiana sarebbe da "7/7,5" mi butto sul generoso perché bene o male è un genere che mi "tira" sempre molto e ci sono un paio di scelte nel film che hanno fatto truffaldinamente alzare il mio gradimento; esempio principale la scelta delle canzoni nella soundtrack, estremamente "scorsesiana" (Mix di canzoni melodiche italiane, rock-blues, soul e r&b '60-'70, se ne discosta solo nell'apparizione di "Heroin" dei Velvet Underground ma anche lì il mio gradimento è ruffianamente schizzato alle stelle su quelle note). Addirittura se non sbaglio una delle prime canzoni è presente per l'appunto in "Goodfellas" del caro Marty.

Le similitudini con Scorsese comunque finiscono qui e con l'ambientazione nella N.Y. anni '70. Il ritmo e i tempi narrativi sono quelli lenti e dilatati dei polar e dei noir francesi così come l'atmosfera da perenne e ineluttabile dramma incombente; in pratica "Blood Ties" da bravo film franco-statunitense (produzione francese ambientazione americana) risulta come una sorta di ibrido tra il gangster movie americano e il poliziesco-crime europeo-francese. La stessa ambientazione, New York, non ha un briciolo del realismo e della vitalità dei film di Scorsese, funge solo da sfondo e non da protagonista ed è immersa in quella cappa "nebbiosa" di dramma inevitabile come tutti i personaggi del film. Non che sia ne un pregio ne un difetto ma volevo tentare nel sottolineare l'aspetto un po' "ibrido" del film.

Non c'è mai un momento di sdrammatizzazione, i personaggi sono sempre tristi, sempre cupi, sempre tirati o sempre incàzzati, il ritmo è pesante ma al netto di una sceneggiatura semplice-semplice anche abbastanza ben scritta ma di certo non eccezionale gli attori sono più o meno tutti bravi e la cosa aiuta non poco e Canet c'è da dire che alla regia è un mestierante che il suo lavoro lo sa fare bene ci sono due tre scene buone, qualche inquadratura molto riuscita e le rare accelerate sono convincenti, inoltre la sequenza finale riesce bene a costruire tensione e attesa nello spettatore, per quanto dall'esito molto scontato. Le interpretazioni sono generalmente misurate e molto sotto le righe, quasi che persino le liti e le sparatorie risultano di basso profilo.

Il cast è di lusso, talmente di lusso che si permettono di tenersi una Lili Taylor come personaggio "d'arredamento". Una che ha inanellato grandi interpretazioni in titoli come il mio amato "The Addiction" e ancora prima è stata una delle più convincenti in quel capolavoro corale incredibile che è "America Oggi" di Altman, uno dei film più belli di tutti i tempi, secondo il sottoscritto.

C'è il vecchio James Caan che è uno di quelli che ti fa sempre la sua parte col mestiere perfetto di un vecchio leone proprio del grande cinema americano degli anni '70. C'è un Clive Owen protagonista che a me non piace particolarmente ma che devo dire difficilmente interpreta davvero male un personaggio, ci sono dei momenti in cui è indubbiamente bravo ed è sicuramente in parte. Billy Crudup è convincente nell'interpretazione forse più misurata e sotto le righe di tutto il film, non strafà mai ma non sbaglia nulla, bravo nella bella (scontata ma ben diretta, ripeto) evoluzione finale.

Canet insomma va sul sicuro col cast, cosa confermata ulteriormente dalla seconda collaborazione, in un film diretto da lui, con la moglie Marion Cotillard e lui sa meglio di me che la consorte in una qualsiasi produzione francese e in simili personaggi drammatici-squallidi è una totale garanzia. E infatti la Cotillard è brava, come sempre. E recita col carnet raddoppiato, così aumenta la pagnotta portata a casa. Canet però mi deve spiegare una cosa... Ma come maledizione ti è venuto in mente di fare interpretare a tua moglie una italo-americana ? Dai... Dai... Dai, manco il celebre Heston messicano di "Touch of Evil". Tutto bene finché recita, semplicemente, in inglese ma verso il finale 'sta cosa della Cotillard italo-americana vogliono proprio sbattercela in faccia e lei se ne esce con due-tre dialoghi in italiano (assolutamente vederselo in lingua originale altrimenti non vale). Precisa eh, però NON SI SENTE PER NULLA che non è una italo-americana ma una francese che si è imparata (bene) tre battute in italiano. E ad un certo punto le esce fuori Willy, il giardiniere dei Simpson, quello della versione italiana. Stavo morendo. A parte questo dettaglio della Cotillard che parla italiano (comunque la ranocchietta è stata più brava dell'italoamericano Pacino che nei padrini per mettere insieme due parole d'italiano ha sudato otto camice, non di De Niro, italo-americano che si studiava e recitava i monologhi in siciliano) lei è stata certamente convincente. Oh per inciso, l'altra storica collaborazione tra la Cotillard e Canet è quella, entrambi come attori, in "Jeux d'enfance" nel 2003.

Convincente anche Zoe Saldana, nei limiti, mentre Mila Kunis recitando sempre molto misurata e sotto le righe evita di fare uscire i suoi limiti enormi d'attrice e alla fine non se la cava male anzi è certamente la sua prova più decente insieme a quella de "Il cigno nero".

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Molto convincente Matthias Schoenaerts invece, si vede poco ma caratterizza alla perfezione il suo personaggio, seconda buonissima interpretazione che gli vedo fare dopo quella, certo più consistente, al fianco della solita Cotillard ne "Un sapore di ruggine e ossa" gran bel film di Audiard.

In definitiva un valido film "di mestiere" con buoni attori, discreta sceneggiatura e sviluppo della trama, buona regia, stile ibrido, ritmo narcotico con accelerate brevi ma decisamente esplosive (su tutti la strage di Chris nel bar verso metà film), fotografia e scenografie perfettamente centrate per un film di questo tipo. Un lavoro non eccelso ma più che discreto, il mezzo puntello in più è per un paio di belle scene e le scelte "scorsy-style" nella colonna sonora.

TheLory  @  14/10/2015 20:15:38
   6½ / 10
La storia è sempre quella: gente che esce dal carcere e tenta la strada della redenzione mettendosi a fare un mestiere onesto per mezza giornata ma che fatica lavorare quasi quasi torno a rapinare le banche. Mi ha ricordato Out of the furnace o come si chiamava. Grandi interpretazioni e buone caratterizzazioni dei personaggi ti salvano dallo sbadiglio.

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