cold skin - la creatura di atlantide (2017)

Fantasy con risvolti horror, derivativo e imbevuto di suggestioni letterarie e cinematografiche, ma comunque intrigante.
Bella la location, splendidamente fotografata,computer grafica che personalmente non mi fa gridare al miracolo ( ma certamente non orribile) e regia abbastanza curata.
Cast in parte.
Certo ogni tanto si accumulano un po' troppe tematiche rischiando di perdere il filo del racconto ma possiamo dire che il risultato per quanto imperfetto è gradevole,niente male,una visione la merita.

Un bel fantasy con leggere venature horror ambientato in una piccola isola sperduta nell'Oceano Atlantico, suggestivo ed avvincente con echi lovecraftiani. Bravi i due protagonisti Ray Stevenson, scomparso da poco, e David Oakes che rappresentano due aspetti differenti della personalità umana. Il primo "Gruner" sprezzante e violento nei confronti delle creature che vivono nelle acque gelide intorno all'isola, l'altro "Friend" più mite che cerca di vedere aldilà dell'aspetto mostruoso della razza anfibia. Aura Garrido riesce a dare sensibilità e dolcezza ad "Aneris" solamente con le espressioni del viso. Finale che dopo tante battaglie per difendere il faro dimostra che quella è la vera pace cercata dai protagonisti del film. Una bella sorpresa questo film di Xavier Gens.

Ho capito di aver già visto questo film sin dai primi fotogrammi, dallo sbarco sull'isola con il faro in lontananza per essere precisi. Il fatto che io l'abbia ricordato praticamente tutto dopo circa 6 anni ha un significato. Si, perché l'ho rivisto e mi è piaciuto come la prima volta. L'ambientazione è superba, la regia fa il suo dovere e la sceneggiatura non ha sbavature significative e anzi pone l'accento su uno dei difetti esistenziali dell'essere umano.

Al di là dello spunto ci ho visto molto poco in comune con "La forma dell'acqua". Questa mi è sembrata più una storia di stampo lovercraftiano, per i personaggi, le atmosfere, le ambientazioni

SPOILER
Ma anche la struttura narrativa, che ha inizIo, sviluppo e fine da racconto horror.
Gli effetti speciali son ben dosati ed al servizio della storia, alcune scene hanno un impatto visivo notevole

SPOILER
Anche se, da un certo punto in poi, il finale diventa intuibile, son ben gestite le dinamiche tra i protagonisti.

SPOILER
Dalle tinte molto cupe e forti, forse non per tutti, ma da vedere per gli appassionati del genere.

da vedere giusto una volta e nulla più.
bella l'ambientazione e le prove attoriali, ma la trama a parte pochi elementi è telefonata e banale.

Stupenda ambintazione per questo horror fantascientifico, la trama tiene incollati dall' inizio alla fine e la regia è molto valida.

Mi ha tenuto incollato allo schermo. Ottima ambientazione.

Una pellicola origina...diversa. Una storia profonda che unisce horror, avventura, dramma e pathos ma senza mai esagerare e calcare la mano in uno di questi generi piuttosto che in un altro e soprattutto senza scadere in moralismi o sentimentalismi da quattro soldi di quelli che ci propinano le solite produzioni hollywoodiane. L'ambientazione è quanto di più suggestivo e Xavier Gens è bravo a sfruttarla al meglio mostrandoci un mare che può essere tanto meraviglioso quanto selvaggio, una natura incontaminata dove gli alieni siamo noi, ma anche no. Se poi ci mettiamo una sceneggiatura che non fa una piega e una buona prova degli interpreti ed effetti speciali quanto basta, ecco l'ennesima dimostrazione che oggi se cerchiamo bei film dobbiamo lasciar perdere le produzioni americane.

Bella ambientazione, trama particolare e/o forse scabroso. Merita una visione.
Buono.

Ispirandosi ad un romanzo spagnolo contemporaneo e con un incipit che cita Nietzsche , il regista francese Xavier Gens realizza questa pellicola horror fantasy moraleggiante , che prima incuriosisce lo spettatore ma poi lo lascia parzialmente insoddisfatto per qualche manchevolezza di troppo . Su questo sperdutissimo isolotto antartico , in cui , chissà perchè , la Marina inglese mantiene un faro ed una stazione meteo ( !! ) , si susseguono suggestioni che paiono ispirate apertamente a " Il faro " ed al " Gordon Pym " di Poe e pure ai racconti di Innsmouth di Lovecraft . E questa è la parte che incuriosisce ed attrae lo spettatore amante del genere , come il sottoscritto . Dopo , sotto la fioca luce del faro , iniziano le interminabili cariche notturne , dapprima avvincenti ma poi eccessivamente ripetitive e stucchevoli . E ho fatto fatica a comprendere appieno i rapporti che si instaurano tra i due protagonisti umani , che paiono sempre più avvolti in una spirale di crescente follia . Non so il libro , ma il film non spiega i motivi che hanno originato l' implacabile lotta con gli uomini pesce . Probabilmente la causa non è fondamentale : in fin dei conti l' uomo ha sempre cercato di sottomettere o di eliminare quello che teme o è semplicemente " diverso " . La Storia ci offre una miriade di esempi al riguardo ! Così , mentre Gruner appare sempre dominato dalla folle volontà di sopraffazione , nel finale almeno Friend inizia a comprendere che ci può essere un rapporto di pacifica convivenza tra le due razze . I due protagonisti , Ray Stevenson e David Oakes , offrono una buona prova , Aura Garrido cela la sua bellezza dietro ad un riuscito make up e le selvagge scogliere di Lanzarote fanno da magnifico sfondo ad una vicenda che però convince solo sino ad un certo punto ... Nel dubbio , concedo un 6 politico ...

...surreale, ma piacevole e ben fatto

Non mi ha fatto impazzire come vedo è successo ad altri utenti...
La fattura l'ho trovata relativamente "povera" e pure il doppiaggio italiano l'ho sentito di seconda scelta.
La storia invece non male, specie se vi piace il genere dark fantastico-fantascientifico però non aggiunge molto a storie già viste e alla fine dei conti è prevedibile.
Se devo confrontarlo con "La forma dell'acqua", con cui ha vari punti in comune, vince a mani basse...

Un fantasy vecchio stile che offre un buon mix di avventura, azione e un pizzico di horror (le creature ricordano gli ibridi uomini-anfibi dell'universo di Lovecraft), lasciando anche spazio ad una non troppo profonda riflessione sullo scontro tra civiltà.
Il furbesco tentativo finale di creare un colpo di scena è un completo buco nell'acqua, ma a parte questo "Cold Skin" è certamente un film meritevole di visione e ingiustamente passato sottotraccia dato il livello medio di cinema spazzatura che ci viene propinato oggigiorno.

Quello che non ti aspetti.Fuorviato dal solito titolo italiano ebete,La creatura di Atlantide,per poco non mi sono perso questo piccolo gioiello,una storia ottimamente raccontata e ancor meglio diretta e recitata.combinazioni ormai sempre più rare.I veri mostri,quelli che in apparenza sono più evoluti,sono gli umani.E i meno evoluti alla fine mostrano come proprio la civiltà sia un discrimine in negativo invece che qualcosa di positivo.Non era affatto facile raccontare una storia con tre attori presenti in scena per più di tre quarti di film e tante ombre,quelle delle misteriose creature che popolano un angolo sperduto della terra.Civiltà e primordi di essa si scontrano,fatalmente.E a perdere,com'è ovvio che sia,sono le creature,territoriali,violente è vero,ma espropriate della loro vita e delle loro radici come avvenne,per fare un parallelo,ai nativi americani.Un film da gustare,anche nelle sue parti violente,ma sopratutto nel triangolo impossibile che si sviluppa e muore tra i tre protagonisti della storia.Bello,davvero.

Davvero un peccato che gioiellini come questo passino inosservati mentre boiate Marvel come Venom te le pubblicizzino anche al tg. Da vedere assolutamente per gli appassionati di avventure/fantasy/horror.

Davvero suggestivo, rievoca un po' quei films fantastici di una volta che si gustavano con il sacchetto dei popcorn in mano e la sala piena di fumo....
E' cinema di chi sa fare cinema

E' pieno di suggestioni letterarie questo Cold Skin di Gens, a cominciare dalla citazione iniziale di Nietzsche che dà il senso a tutto il film: la bestialità dell'uomo e l'umanità del mostro. Allo spirito d'avventura, lo stupore e la meraviglia di un luogo isolato al di fuori del mondo pressochè incontaminato, il giovane metereologo incontrerà il lato più oscuro di quel luogo fatto di battagli notturne contro mostri anfibi che sembrano venuti dalla penna di Lovecraft, senza che questo Cold skin sconfini nell'horror puro. E' lo scontro fra due atteggiamenti diversi. Abbiamo un Gruner, che in qualche modo ricalca l'essenza del colonialismo occidentale, fatto di sopraffazione e violenza, mentre quello di Friend ha una visione più romantica, di compromesso fra due civiltà diverse.
Potrebbe sfociare in un guazzabuglio di tante tematiche questo Cold Skin, ma Gens riesce a mantenere sempre un buon equilibrio d'insieme. Ha un discreto busget a disposizione ma non si può dire che sia alto, anzi. Nonostante questo riesce sempre a tenere un buon ritmo alla storia, con buoni momenti action ed un ottimo lavoro di trucco sulla creatura Aneris, al quale la Garrido offre un'ottima interpretazione fisica, molto espressiva, malgrado il mutismo del suo personaggio. Gens non è fra i miei registi preferiti, tuttaltro, però questo è secondo me un buon lavoro.

Qualche dettaglio in più sarebbe stato gradito ma la storia, così come viene presentata da Gens, non è affatto male, visto il grado di coinvolgimento che riesce a trasmettere.
Buona la prova dei due protagonisti, ritmo fluido, momenti di tensione nelle scene action, storia gradevole e finale, seppure abbastanza prevedibile, congegnato bene per offrire una visione più che degna.
Un'occhiata se la merita tutta.

Passato un giorno, a freddo, valuto questo film quasi discreto. Un gran Ray Stevenson regge la baracca alla grande, e il mistero di queste creature mi ha incuriosito per tutta la durata. Il finale o non l'ho capito io o è una soluzione un pò raffazzonata.