copia conforme regia di Abbas Kiarostami Italia, Iran, Francia 2010
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copia conforme (2010)

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locandina del film COPIA CONFORME

Titolo Originale: COPIE CONFORME

RegiaAbbas Kiarostami

InterpretiJuliette Binoche, William Shimell, Jean-Claude Carrière, Agathe Natanson, Gianna Giachetti, Adrian Moore, Angelo Barbagallo, Andrea Laurenzi, Filippo Trojano, Manuela Balsinelli

Durata: h 1.46
NazionalitàItalia, Iran, Francia 2010
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 2010

•  Altri film di Abbas Kiarostami

Trama del film Copia conforme

Uno scrittore inglese, James, in occasione dell'uscita in Italia del suo ultimo libro, tiene una conferenza sulla stretta relazione tra l'originale e la copia nell'arte. Conosce una giovane gallerista d'origine francese, con la quale passa qualche ora per le stradine di un piccolo paese del sud della Toscana. Quando la donna per divertimento lo spaccia per suo marito, un uomo spesso assente, lo scrittore si presta al gioco. Un gioco che però si rivela pericoloso e diventa difficile discernere il vero dal falso.

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Voto Visitatori:   5,76 / 10 (19 voti)5,76Grafico
Voto Recensore:   9,00 / 10  9,00
Miglior attrice (Juliette Binoche)
VINCITORE DI 1 PREMIO AL FESTIVAL DI CANNES:
Miglior attrice (Juliette Binoche)
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Voti e commenti su Copia conforme, 19 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

stratoZ  @  14/08/2024 16:45:41
   7½ / 10
ATTENZIONE POSSIBILI SPOILER

Film parecchio ambizioso di Kiarostami, che vuole a suo modo essere provocatorio nei confronti dell'arte, dell'artista e del critico, abbastanza atipico nel suo modo di narrare e anche pervaso di un'ironia pungente appena percepibile, l'autore sembra divertirsi a giocare con la figura di intellettuali un po' altezzosi e distaccati dalla realtà, eloquenti nella loro retorica ma poco empatici e per nulla pratici dei problemi della vita quotidiana, mi è sembrato questo il ritratto di tale James Miller, scrittore di questo libro "Copia conforme" che parla del rapporto tra un'opera originale e la sua copia nel mondo dell'arte, mostrando anche opinioni abbastanza controverse, seppur ben argomentate, tanto che lo spettatore potrebbe essere portato a dare ragione allo scrittore, complice anche una forte eloquenza, con le sue teorie Miller sembra andare contro la classica concezione che vige nell'arte dell'opera nella sua originalità, si distacca dalle sovrastrutture create dai critici e da all'opera il valore che vede senza fare dietrologia, facendo anche paragoni interessanti, come per esempio quello del bambino che si emozionerebbe comunque di fronte alla copia, tanto quanto all'originale perché non capace di discernere, come è successo per la copia del David di Michelangelo in Piazza della Signoria, nel corso della sua visita in questo paesino in Toscana continuerà a parlare del libro con Elle, un'ammiratrice che è venuta alla presentazione e lo ha invitato ad andare in giro per il paesino, durante le conversazioni con lei gli argomenti sfoceranno dall'arte alla vita vissuta e da lì si sviluppa il cuore del film con questo dualismo di una donna e i suoi problemi nel crescere il figlio, andare avanti da sola, i suoi dubbi su come stia facendo da madre e le peripezie per tirare avanti, in linea di massima, nei discorsi di Elle si riscontra un certo pragmatismo, mentre James si oppone con un fermo idealismo, entrando spesso in contrapposizione nei discorsi, è uno dei tipici film di Kiarostami in cui il dialogo domina, creando significati espressivi, sfociando nell'esistenzialismo, nell'amore, nelle macrotematiche, fino al fatidico punto dove una barista scambia James per il marito di Elle, da quel momento i due fingeranno di essere marito e moglie e questa finzione si mescolerà sempre di più con la realtà, fino a lasciare dei grossi dubbi su quale sia l'effettiva verità, un po' come la copia e l'opera d'arte originale, Kiarostami la metaforizza così, il rapporto tra i due sembra così realistico che se effettivamente non sei consapevole della storia pregressa è molto difficile discernere, allo stesso tempo, durante questo gioco di impersonificazioni si assiste come ad un ribaltamento delle situazioni, con James, fino a prima molto sicuro di se e delle sue teorie, che progressivamente avrà sempre più difficoltà ad entrare in empatia con Elle, a gestire il figlio che fino a quel momento aveva trattato con un'idealistica sufficienza, a gestire il rapporto con la moglie stessa che sembra visibilmente in crisi, al diventare suscettibile al minimo errore. Una scena che colpisce particolarmente è l'incontro con la coppia di anziani, davanti alla fontana, col più vecchio che dopo il confronto riguardante l'arte consiglia a James di rimediare a tutto con un abbraccio, o una pacca sulla spalla, vedendolo estremamente orgoglioso e gonfio di ego, incapace di affrontare i problemi relazionali pragmaticamente e probabilmente messo in difficoltà dal fatto che le sue prediche teoriche non riescono ad essere efficaci quando messe in pratica.

A mio parere Kiarostami dirige un altro bel film, non facilissimo da seguire e parecchio pretenzioso, che però riesce a far sorgere diverse riflessioni di natura filosofica e umanistica, ambientato nel cuore della Toscana in uno splendido borghetto, fatto principalmente di dialoghi, con una regia abbastanza essenziale e due protagonisti in palla e dalla buona intesa, niente male.

JOKER1926  @  11/09/2015 15:26:02
   5 / 10
Dalla mente di Abbas Kiarostami nel 2009 entra in ambito cinema un prodotto nuovo e all'apparenza importante, "Copia conforme".
La trama architettata dalla regia sembrerebbe (dobbiamo utilizzare giocoforza il condizionale) strizzare l'occhio ad un grosso piano psicologico ove le situazioni si mescolano su binari diversi, realtà e immaginazione. Ecco la premessa che spinge lo spettatore a visionare tale film, ma come dice un vecchio detto chi di spada colpisce di spada perisce.
Infatti le aspettative di vari (se non tutti) i critici e gli spettatori si infrangono in una manciata di minuti; quelli più attenti capiranno il tutto già dalla scena iniziale; Abbas Kiarostami vuole parlare e fare orazioni, lo farà per tutto il tempo.

"Copia conforme" è un dialogo no stop, un dualismo pseudo psicologico. Ritmi atroci e dialoghi che non hanno nulla da offrire, poca proiettività, spicciola filosofia.
Inoltre il film si sentirebbe "completo" proprio grazie al suo disegno di netto stampo "filosofico", il finale vorrebbe certificare, a detta del regista, che la finzione finisce ove ricompare la realtà con i suoi dogmi.
Il titolo della pellicola vorrebbe allestire un banchetto circa l'arte intesa come decorazione e forse come un qualcosa di non indispensabile visto che il ritorno al pratico e dunque al di la del parlato arriva fin troppo presto.
Tanta astrattezza e poca concretezza, film superbo che muore nel suo stesso riflesso.

JOKER1926

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR pier91  @  20/08/2014 14:01:56
   6½ / 10
Spoiler presenti

In "Viaggio in Italia" di Rossellini due coniugi inglesi si scoprono estranei in un duplice significato. Estranei perché stranieri, ospiti di una terra radicalmente diversa da quella natale; estranei perché lontani l' uno dall' altra, trasfigurati dal tempo in individui che non si riconoscono.
Nel film di Kiorastami due coniugi fingono di non essersi mai incontrati prima; proseguendo con il trucco si scoprono copia conforme all' originale. Estranei nelle emozioni, si comportano come estranei "veri e propri". Questa la più convincente interpretazione di un racconto che, di fatto, non getta mai la maschera.
Più di ogni piccolo lampante segno, mi hanno persuaso due momenti. Il primo, nel bar, in cui lui esce per rispondere al telefono. Al di là della funzionalità narrativa, un tale atteggiamento stona con quello tenuto all' inizio, nel corso della conferenza. Le conversazioni telefoniche, di solito, sono tanto più imbarazzanti quanto più intimo è il rapporto con chi attende che riattacchiamo. Il secondo, nella camera d' albergo, in cui i due si trovano finalmente soli: l' assenza di un pubblico non dovrebbe far traballare una giocosa messa in scena?
Tuttavia, pur meno convincente (per logica, sicuro, e per sentimento, forse), la storia funziona a prima (s)vista anche al contrario: "veri e propri" estranei che si comportano da estranei emotivi. Per il semplice desiderio di raccontarsi, ma senza troppo scoprirsi.
L' apparente plausibilità di entrambe le versioni è ad ogni modo preziosa. Richiama la gravosità di incongruenze, asincronie, mistificazioni tipica di molte relazioni.

Primo film di Kiorastami che vedo. Fastidioso, poco intenso (per me), e tuttavia denso di intelligenza. Una sorta di perculata allo spettatore, niente affatto inedita, ma certamente costruttiva.

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/08/2014 14.04.32
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topsecret  @  06/06/2013 07:45:59
   6 / 10
Ho sempre rimandato la visione di questo film di Kiarostami perché, leggendo la trama, avevo l'idea di un film prolisso, noioso e forse troppo caricato di psicodramma. All'inizio invece mi è sembrato un prodotto abbastanza valido: interessante e ben interpretato da una Juliette Binoche sempre affascinante. Poi però la seconda parte inizia con un viaggio effimero nel gioco delle parti che sinceramente non mi ha lasciato delle grandi sensazioni. Una serie di riflessioni di coppia che prendevano corpo in maniera spontanea ma non sempre convincente non mi ha coinvolto abbastanza, come invece l'inizio prometteva.
Una pellicola che raggiunge la sufficienza, a mio modo di vedere, unicamente per la prova dei protagonisti, ma che non lascia grande pathos emozionale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento mkmonti  @  08/07/2012 17:08:15
   5 / 10
10 per l'esercizio di stile registico del grande Abbas Kiarostami, assolutamente insufficiente quanto a sceneggiatura, peccato per una chance persa.

Lory_noir  @  14/03/2012 00:20:44
   7 / 10
Non mi ha convinto in toto ma sicuramente mi ha interessato e incuriosito e questo non può che essere positivo per un film perché è sinonimo di originalità. La Binoche in questo film è incantevole.

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  22/11/2011 20:37:51
   8 / 10
In tutta franchezza, il film mi ha lasciato più di una perplessità. Non tanto per il dipanarsi della vicenda quanto per il reale senso che Kiarostami intendeva imprimergli. Resta il fatto che una narrazione tanto raffinata non la si vedeva da anni, agile com'è nel disperdere le tracce della realtà in un labirinto di sentimenti contrastanti ma unici e irripetibili, bilancita dalla leggiadrìa stilistica del regista e da una spiazzante percezione metafilmica dell'insieme.
Se (e solo se) il film voleva raccontare il gioco di una coppia come antidoto alla crisi e tentativo di un nuovo inizio, anche il mezzo utilizzato si adatta alla farsa, e se nella prima parte la voglia di abbandonare i protagonisti ai loro sprloqui è feroce, nella seconda si resta piacevolmente coinvolti nel loro legame chimerico; anzi, in qualche modo l'integrazione tra noi e loro è tale che la confusione dei piani di verità/finzione e di naturalezza/recitazione diventa indistinguibile (la Binoche mi ha fatto ciao ciao con la manina!). E l'atmosfera anela inquietudine, malinconia e profonda umanità. E' il cinema che inganna ma che descrive l'autentico tramite l'inganno. E' la riproduzione di un originale che è passato.
Letteralmente immensa Juliette Binoche, bravissimo Shimell. Splendida la fotografia calda con cui il nostro Luca Bigazzi dipinge le location toscane.
Un film incredibile, potrei non averci capito un cavolo.

calso  @  31/01/2011 09:58:03
   4 / 10
Film veramente brutto e noioso, senza senso, con il desiderio di essere per forza impegnato non riuscendo così a coinvolgere per niente lo spettatore, a cui alla fine non frega proprio niente se i due protagonisti fossero o meno veramente marito e moglie...insomma da evitare...

vale1984  @  30/01/2011 17:32:47
   4 / 10
davvero un film noioso e banale...sebbene gli attori siano molto bravi e la fotografia sia stupenda devo dire che la storia è di un piattume allucinante...voler dare un voto alto a questo film vuol dire fare gli internditori per forza...ognuno ha le sue idee...ma il gioco del vero e del falso finisce, a mio modesto parere, per rendere il tutto banale.
La prima parte è lenta ma un tantino articolata, la seconda si riduce a mere e fittizie ricostruzioni dei fatti, sfoghi, banalità degli scontri uomo-donna restando sulla superficialità delle emozioni...perchè resta suserficiale e lo fa con una lentezza inaudita.
lento e pesante ma soprattutto banale e poco stimolante.

claudio54  @  17/11/2010 23:35:14
   7 / 10
Ho visto il film in dvd. Fin dai primi minuti ho cominciato ad avere un senso di fastidio senza capire da cosa fosse provocato. Poi ho avuto l'illuminazione: ho tolto il doppiaggio italiano ed ho ascoltato l'audio originale. Praticamente un altro film. Tanto erano fastidiosi e poco credibili i doppiatori italiani per quanto era invece ottima l'interpretazione dei due protagonisti. Ho sempre avuto un'ottima opinione dei doppiatori italiani, ma in questo caso hanno davvero rovinato il film. A proposito del quale non entro troppo nel merito. Se non piace questo tipo di film è bene non andare neanche a vederlo. Se piace il genere, ebbene, è decisamente interessante. Un esercizio di stile, come hanno detto molti, ma ben fatto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  15/09/2010 11:39:25
   6 / 10
Abbas Kiarostami è un regista che apprezzo e qui sicuramente si nota la sua eleganza e la sua inclinazione alla descrizione paesaggisttica. Splendida la fotografia della nostra Toscana. Peccato però che il film si fermi alla superficie dei problemi dei due protagonisti. Non riesce ad arrivare al cuore e nemmeno a scandagliare profondamente la ratio.
Splendida prova della Binoche.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  19/08/2010 01:31:53
   6 / 10
Premetto che amo follemente kiarostami e il suo modo di fare cinema, ma questa prova in trasferta (definitiva?) del regista di "Sotto gli ulivi" mi è sembrato soprattutto un fotoromanzo travestito da saggio intellettuale.
Il vecchio Abbas strizza l'occhio a Rossellini e soprattutto a Rivette, predominando la storia con una serie di dialoghi sul senso dell'esistenza che farebbero spazientire anche il più purista degli amanti dell'arte e dei sentimenti umani ("Se fossimo più tolleranti con le debolezze dell'altro ci sentiremmo meno soli") e finisce per perdere per strada la straordinaria (e si spera non ancora perduta) capacità di un cineasta di affrontare l'ambientazione come riserva di emozioni umane.
Alla fine, "Copia conforme" fallisce proprio perchè, per quanto giocato su alte premesse e finalità, resta un superficiale ritratto di due identità giocate sul bisogno "didattico" di capirsi, o di amarsi.
Rohmer riesce a evocare certe sfumature con semplicità, Rivette (appunto) le complica e le stordisce, Kiarostami sembra volerle celare nei particolari tecnici (la mdp nel breve viaggio in automobile) o pseudo-esistenziali (tutta la scena al ristorante è francamente irritante).
Insomma, qui ci vedo più banalità che sperimentalismo.
La splendida prova della Binoche e la notevole fotografia, con i bellissimi paesaggi toscani, incentiva la mia sufficienza.
Ma da Kiarostami è lecito aspettarsi molto di più di un trattato Rivettiano sulla "coppia" conforme

Rick19  @  13/08/2010 10:53:59
   1½ / 10
bla bla bla bla bla bla bla, ECCO LA TRAMA

Mi dispiace ma un film così noioso non l'avevo mai visto.

E' molto meglio restare a casa e guardarsi harry Potter per la duecentesima volta.

forzalube  @  09/06/2010 06:02:01
   7½ / 10
In una parola definirei questo film, praticamente interamente costruito sui dialoghi della coppia protagonista, spiazzante.

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Forse è un'opera troppo cervellotica, ma sicuramente affascinante quanto la splendida e bravissima Juliette Binoche. Magari è un flm da rivedere per rifletterci ancora su.

4 risposte al commento
Ultima risposta 12/06/2010 13.14.24
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Invia una mail all'autore del commento franx  @  06/06/2010 11:26:46
   4 / 10
Chiedo scusa per quanto segue a quelli che hanno dato 10.

Un TIR di Valium, probabilmente ingerito tutto dal protagonista maschile.
E' stato istruttivo nel senso che non ho mai sentito nessuno russare in un cinema, stavolta, invece, alle ore 00.15, due posti accanto a me, si è sentito un suono profondo, tranquillo, di un sonno di bambino privo di contraccolpi, profondo e meraviglioso.
Peccato per la BRIOCHE, rovinata da un babbeo.
Peccato perchè l'idea è ottima, ma mica tutti possono girare un film intero inquadrando sempre le stesse cose e persone, mica si chiamano HITCHCOCK.
Non mi ha coinvolto per niente: sembrava come in quelle cene in cui ti costringono a guardare l'album fotografico di famiglia, di cui non te ne frega nulla, ma sorridi e annuisci per educazione.
Eravamo circa una 30ina a vedere il film.
Durante la proiezione, a parte i caduti di Morfeo, è successo un altro fatto strano: almeno un 5 - 6 volte è caduta oggettistica. Si sentivano cadere cellulari, chiavi, insomma cose che cadono quando i muscoli si rilassano troppo, oppure uno si sbraga sulla poltrona alla ricerca di una posizione SOMNIFERA.
Il film è esattamente quello che il titolo riferisce e si articola proprio in quel libro dal titolo: COPIA CONFORME. Ci prova, la bella e innamorata Juliette, ma non riesce.
Per certe cose non esiste copia che tenga.
Sogni d'oro.

Invia una mail all'autore del commento Maria Lucia  @  02/06/2010 14:40:31
   1 / 10
Risparmiate i soldi non mi annoiavo così tanto a vedere un film da moltissimo tempo: sconclusionato e dialoghi inesistenti solo un plauso a Juliette Binoche molto brava coppia volpi a Cannes meritatissima; andate a vedere Lucignano di persona è molto più affascinante.

1 risposta al commento
Ultima risposta 03/06/2010 13.48.32
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  02/06/2010 13:09:49
   8 / 10
Una piacevolissima sorpresa.
E' il primo film che ho visto del regista iraniano quindi non sapevo bene a cosa potevo andare incontro. Si fa una certa fatica ad inquadrarlo nella prima mezz'ora, poi diventa molto più chiaro. Non l'ho trovato nè un semplice esercizio di stile come han detto alcuni critici, nè tantomeno intellettualistico, come ha scritto l'utente sotto di me. E' un film malinconico, nostalgico e delicato con un'ottima regia ricca di lunghi piani sequenza e primi piani. I due protagonisti sono bravissimi nell'interpretare l'evoluzione atemporale della loro coppia, in particolare J.Binoche ci offre una performance straordinaria. Attenzione ai dialoghi, sono fondamentali per capire a pieno il film.



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4 risposte al commento
Ultima risposta 05/06/2010 18.49.14
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR jack_torrence  @  28/05/2010 03:07:10
   9 / 10
Un film sublime.
Mi dispiace che la critica sia rimasta mediamente spiazzata da un film in tante cose diverso dai capolavori di Kiarostami, uno dei più grandi registi viventi, confondendolo per quello che sembra a prima vista, a uno sguardo non attento ai risvolti emotivi, umani, umanisti, che pulsano sotto la confezione "intellettuale" del film. Che è tutt'altro che uno scialbo esercizio di stile privo di ispirazione.
E poi la regia è ispiratissima, anticonformista, inventiva e leggera.

Kiarostami è un raffinatissimo artista, che - connaturato al suo talento visivo e di drammaturgo impareggiabile - possiede l'innato dono di saper riflettere - e restituire con ironia - le infinite ambiguità del rapporto tra finzione e verità.
E' naturalmente metalinguismo. Anche. Ma non principalmente.

La poetica di Kiarostami non si esaurisce in una teorica dei segni: va al cuore dell'esistenza, e ci regala personaggi vivi, emozionanti. Non teoremi. Questo "Copia conforme" è di certo "intellettuale", ma non è "intellettualistico", come la prima metà del film farebbe pure pensare: ma è nella seconda che si concentra tutto.
Il ritratto del personaggio di Lei, interpretato dalla Binoche, è indimenticabile per intensità ed autenticità.
Sono convinto che il valore di questo film verrà sempre più riconosciuto con gli anni.

Nella recensione, ho prestato molta attenzione subito sulla seconda parte del film, dove lo spettatore a una prima visione corre il rischio di perdersi. Come in un film di Lynch, occorre lasciarsi andare alle emozioni e lasciar da canto la logica narrativa, per apprezzare l'assoluta autenticità di quanto, in quella seconda parte del film, potrebbe apparire una stucchevole messinscena.

E' un film molto complesso, fitto di risonanze interne; i dettagli sono tali e tanti (e tanta è la sua accuratezza formale), che ad ogni visione si disvela, si complica, si trasforma: in un moltiplicarsi affascinante di prospettive.

Un film sperimentale e, insieme, il capolavoro della maturità.
Ha l'aria di divenire un classico.

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2 risposte al commento
Ultima risposta 21/03/2011 23.40.07
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willard  @  26/05/2010 09:10:17
   6½ / 10
Esercizio di stile nel raccontare la giornata di una lei ammiratrice e fan di un lui scrittore mediamente noto, che, su iniziativa di lei, trascorrono del tempo insieme prima che lui riparta. Da un certo momento in poi si fingono marito e moglie in vacanza e tutto diventa difficile nel distinguere il vero dal falso, nell'introiezione dei due protagonisti del cercare di costruirsi un vissuto che non c'è e (probabilmente) non ci sarà mai. La vicenda si svolge nell'entroterra toscano, nel paese di Lucignano, paesino medioevale nell'aretino, del quale però non abbiamo viste o riprese mozzafiato in quanto i paesaggi che vengono messi più in evidenza sono quelli del volto dei personaggi e dei piccoli spazi che essi stessi riempiono.
Non andate a cercare ritmo, azione o momenti memorabili, ma sistematevi ben svegli per seguire quasi in tempo reale le iniziative a volte quasi irritanti di Juliette Binoche, brava e bella come sempre, a cercare di creare una "copia conforme" della vita di una coppia qualunque mediamente in crisi in una giornata di vacanza qualunque.

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