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Mentre la Lehman Brothers falliva oltreoceano creando una crisi finanziaria senza precedenti, oltralpe si sviluppava una delle più grandi truffe europee che siano state architettate sul mercato delle quote di carbonio. Più che sulla lotta abbastanza classica come intelaiatura su guardie e ladri, più ancora dell'ottimo spessore dei personaggi coinvolti, è una serie che fa riflettere su molti punti. Innanzitutto sui fini di certi mercati creati per la salvaguardia dell'ambiente, del clima e compagnia cantante che vengono manipolati a piacimento da gente senza scrupoli e senza etica morale. Poi sul fatto che se la lotta al crimine fa passi avanti con un magistrato che lavora alacremente sul caso in maniera più che certosina, il crimine purtroppo galoppa. E' sempre molti passi avanti perché si infila nelle contraddizioni di leggi e procedure che impone lo stato di diritto. E' questo il grande paradosso di D'argent et de sang. Come paradossale è il fatto che gli stessi criminali perdano le coordinate di quello stesso sistema che hanno creato per truffare. Un'indagine ancora in atto a distanza di anni di cui non è ancora scoperto tutto il complesso meccanismo. E' questo ciò che il mondo finanziario è diventato: un'opportunità per creare paradisi fiscali per furbetti del quartierino senza la minima morale. Avvincente ma allo stesso tempo frustrante per tutte le implicazioni che comporta.