estate violenta regia di Valerio Zurlini Italia 1959
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estate violenta (1959)

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locandina del film ESTATE VIOLENTA

Titolo Originale: ESTATE VIOLENTA

RegiaValerio Zurlini

InterpretiEleonora Rossi Drago, Jean-Louis Trintignant, Jacqueline Sassard

Durata: h 1.40
NazionalitàItalia 1959
Generedrammatico
Al cinema nell'Agosto 1959

•  Altri film di Valerio Zurlini

Trama del film Estate violenta

A Riccione Carlo (Trintignant), figlio di un gerarca fascista, si innamora di Roberta (Rossi Drago), vedova di un ufficiale. Quando Carlo rischia l'arresto per i suoi documenti non in regola, Roberta lo vuole nascondere a Rovigo, ma, dopo un attacco aereo, il giovane decide diversamente.

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Voto Visitatori:   7,69 / 10 (8 voti)7,69Grafico
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Voti e commenti su Estate violenta, 8 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento marco986  @  11/06/2020 15:35:10
   8 / 10
Secondo film di Zurlini,dopo le ragazze di San Frediano,ed uno dei suoi migliori.


Ambientato nel luglio del 1943, poco prima della cadura del regime fascista, vede come protagonista la coppia Jean-Louis Trintignant(doppiato da Paolo Ferrari come nel successivo il sorpasso) e Eleonora Rossi Drago. L'amore tra un giovane figlio di un gerarca fascista(interpretato dal grande Enrico Maria Salerno in un breve ruolo) e una vedova trentenne con una bambina da mantenere ed una madre opprimente(Lilla Brignone).

La giovane Jacqueline Sassard interpreta la fidanzata innamorata del protagonista, ma non ricambiata da lui.


Vicenda amorosa che si interseca con le vicende storiche a cui i protagonisti non potranno sottrarsi.


Sceneggiato da Zurlini con Suso Cecchi D'Amico e Giorgio Prosperi.


Musiche di Mario Nascimbene.


Nastro d'argento per Eleonora Rossi Drago come migliore attrice così come per le musiche

Oskarsson88  @  13/02/2017 00:22:14
   7 / 10
Dramma sentimentale all'interno del dramma della guerra, che per molti tratti risulta solo di sbieco, ma che prenderà sempre più mano. Un po' troppo sdolcinata la storia d'amore (soprattutto dal lato femminile), ma comunque un bel film che mostra uno spaccato di vita reale.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  13/07/2016 09:47:43
   8 / 10
Una storia invantata all'interno di fatti storici reali. Ma non è certo stato inventato l'attegiamento, e anche la fortuna, che avevano molti giovani borghesi cosi disinteressati dai fatti del fronte durante seconda guerra mondiale.
Una festa, vari balli e a un certo punto la radio che quasi disturba quei momenti di gioia, comunica il bollettino di guerra...perche' l'Italia e gli Italiani sono in guerra gia' da tre anni.
Il protagonista grazie alle raccomandazioni di un padre gerarca fascista evita tutto cio' e si concentra su quello che tutti i giovani al fronte avrebbero preferito fare, conquistare una donna.
La storia d'amore che ne segue è travagliata dai sensi di colpa di lei, poiche' vedova di guerra, e dall'occhio della societa' che giudica male questa unione.
Il bellissimo finale mette ordine in maniera violenta ma inevitabile.
Grande film e regia innovativa per l'epoca.

benzo24  @  18/11/2013 17:12:36
   7 / 10
Love during wartime

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  06/11/2012 14:48:36
   8 / 10
Un affresco storico molto bello su uno dei periodi più turbolenti della storia italiana. Quell'estate del '43 che cambierà radicalmente il destino dei protagonisti e di un paese intero. Zurlini con grande maestria riesce ad incastonare perfettamente le vicende personali dei personaggi con la Storia che sta mutando radicalmente. La prima parte del film è ovattata, quasi indifferente agli avvenimenti che si susseguono dallo sbarco alleato in Sicilia, ma il 25 luglio con la caduta Mussolini lacera irrimediabilmente quel tessuto di apparente spensieratezza delle spiagge romagnole. C'è un netto cambiamento nei protagonisti: entrambi si sganciano da dinamiche familiari precostotuite. Carlo non segue il padre, simbolo di un fascismo ormai caduto e Roberta rifiuta il ruolo attribuitogli da una madre perbenista che vuole imporre le sue scelte alla propria figlia in nome della cosidetta rispettabilità.
In questo che può essere definito un romanzo di formazione colpisce la bellezza formale del film di cui rimangono ben impresse nella memoria: la festa privata con il primo bacio di Carlo e Roberta e il drammatico finale con il bombardamento alla ferrovia in cui la Storia presenta il proprio conto ai protagonisti costretti, in particolare Carlo ad operare una scelta radicale.

Crimson  @  08/12/2011 22:47:07
   8 / 10
Estate violenta è il primo film "libero" di Valerio Zurlini, considerando che il suo esordio, Le ragazze di San Frediano, gli era stato in qualche modo imposto.
Su un suo soggetto di oltre 100 pagine è stata imbastita una sceneggiatura a quattro mani con la collaborazione della grande Suso Cecchi D'Amico.
In un'intervista il regista affermò che non gli interessava inserire tratti autobiografici nei propri film (eppure il protagonista de La prima notte di quiete gli assomiglia molto) ma che al tempo stesso fosse inevitabile che tempi e luoghi avessero un terreno comune. Estate violenta infatti pur raccontando una storia di fantasia trae ispirazione dall'esperienza vissuta in prima persona dal regista stesso durante l'estate del 1943, segnata dalle dimissioni di Mussolini (25 luglio).
Il film pone l'attenzione su un'adolescenza borghese e vuota, poco responsabile e indifferente. La guerra c'è, è un pericolo costante, ma viene vissuta con superficialità dal gruppo dei protagonisti, come se non li riguardasse.
La riflessione cardine attorno a cui il film ruota è che per quanto ci si possa costruire attorno una barriera di fantasia, i nostri vissuti e le grandi circostanze scorrono inevitabilmente di pari passo.
Estate violenta ci ricorda che non ci si può esimere dal fare i conti con la Storia.
Il protagonista rimanda continuamente un impegno intimo e civile che gli spetta.
Eppure la guerra non tocca profondamente soltanto la coscienza individuale, ma anche gli affetti.
Per argomentare quest'altro importantissimo tema, viene narrata un'altra "storia nella Storia", ovvero la relazione che s'instaura tra Carlo e Roberta.
A differenza di Carlo, la protagonista femminile è una donna che è già stata colpita duramente dalla guerra, avendo perso il marito, ma dal suo passato emerge una dura imposizione borghese che le è stata cucita su misura e che ha prevaricato la propria libertà individuale. Carlo per Roberta costituisce una rinascita spirituale che scavalca un ruolo civile e forse, persino di madre.
Nei momenti cruciali il pensiero di Roberta va alla figlia, ma parimenti ella appare disposta a rinunciare all'idea di vivere con sua figlia piuttosto che ad immaginare un'esistenza lontana da Carlo.
Apprezzabile l'interpretazione di Eleonora Rossi Drago, che sembra assomigliare molto al suo personaggio, sposato presto e quasi ossessionato dalla propria immagine e dal rapporto tra la propria bellezza e l'età che avanza (molti anni più tardi, poco dopo essere diventata nonna, l'attrice ha tentato il suicidio).
Zurlini racconta che il truccatore era sempre l'ultimo a uscire di scena prima dei ciak.
Ho trovato sorprendente l'analisi dell'ambiguità di questi due protagonisti, così come i ritratti delle figure marginali.
La madre di Roberta è una vedova dispotica, una borghese impermeabile a qualsiasi tipo di divergenza, familiare e storica.
Il padre di Carlo, benchè appaia in una sola sequenza, è una figura che aleggia fin dall'inizio come un'ombra "protettiva", non in un'accezione affettiva del termine, quanto piuttosto "politica": riesce sempre a mescolare le carte in tavola per far sì che il figlio non venga chiamato alle armi. Una forte contraddizione che smaschera l'indole fascista di un uomo che ha aderito ad un'ideologia più per trarne benefici materiali piuttosto che per una reale convinzione. Questo spigoloso arrivista (un grande Enrico Maria Salerno), che naviga "dove soffia il vento", appartiene dunque a quello stereotipo di "nuovi fascisti" che prendevano corpo in quel periodo di così grande confusione identitaria nell'altrettanto fragile identità di una nazione, anticipando paradossalmente, a grandi linee, proprio il personaggio interpretato da Trintignant ne Il conformista di Bertolucci.
Proprio Jean-Louis Trintignant, agli inizi di una brillante carriera, offre una prova convincente, tratteggiando un personaggio superficiale ma non solo per sue responsabilità (ha vissuto in una "campana di vetro" costruitagli attorno dal padre), che nel momento cruciale si trova costretto dagli eventi a dover compiere uno "scatto" morale inevitabile.
Il film è stato realizzato con pochissimi mezzi, eccetto la celebre sequenza finale del bombardamento. Fu Goffredo Lombardo a dare il via libera per nuovi, sostanziosi finanziamenti per realizzarla, dopo aver visto il materiale girato fino ad allora.
Se Valerio Zurlini avesse vissuto in un periodo diverso probabilmente avrebbe lasciato ai posteri una filmografia ben più consistente. Non è riuscito a condurre in porto una serie di progetti sulla carta molto interessanti spesso per via di produttori tutt'altro che aderenti alle sue coordinate artistiche. Era dotato di una sensibilità fuori dal comune e ciò ha caratterizzato la sua carriera fino alla fine.

DarkRareMirko  @  03/09/2009 00:09:01
   9 / 10
Zurlini ha pure fatto opere più efficaci, ma anche questa ennesima storia d'amore impossibile riesce a comprendere appieno, soprattutto visivamente (il regista infatti è entrato in piena fase di maturazione artistica e, per esempio, qui si vedono tutte le differenze con Le ragazze di San Frediano, suo primo film in assoluto mi pare che, seppur ottimo, era registicamente ancora un pò acerbo).

Grandissimi interpreti (ottimo anche l'Enrico Maria Salerno versione padre burbero ex fascista), grande messa in scena, buona ed interessante storia (anche se qui, questa volta, non ci siano grandi libri alla base).

Da vedere.

Drugo.91  @  28/04/2009 14:26:19
   6½ / 10
non uno dei migliori film di Zurlini ma si fa vedere, meglio la prima parte della seconda

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