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Miike rivisita RoboCop a suo modo,un film tecnicamente non eccezionale e indeciso sulla strada da prendere ( action puro o introspezione)ma che personalmente ho trovato molto trash e divertente,con qualche calo nella parte centrale ma tutto sommato piuttosto scorrevole. Le esplosioni di follia tipiche di questo regista non mancano,così come non manca una certa dose di violenza. Non tra i lavori più memorabili del regista nipponico ma come intrattenimento da cervello spento ci siamo.
Uno dei film piu' trash e tamarri di Miike (il che e' tutto dire). Alterna momenti assolutamente spassosi ad altri piu' smorti, nel complesso rimane comunque un film indubbiamente divertente, almeno per coloro che apprezzano il genere.
Abbastanza divertente anche se non del tutto riuscito. Il romanticismo della parte centrale spezza il ritmo in maniera omicida rendendola noiosissima. L'intelaiatura iniziale riprende la falsariga di Robocop con elementi che riportano alla fantascienza anni 50 (The Brain that woundn't die, con tanto di scienziato folle).
una trashata godibile che però in alcune parti risulta un po pesante. come sempre i personaggi di miike sono sempre unici alcuni colpiscono anche con piccoli angoli di spazio.
Mi è sempre piaciuto Miike, proprio per ciò mi dispiace dare l'insufficienza ad uno dei suoi film.
Mah, gli unici pregi di questo FULL METAL YAKUZA sono la tipica capacità di Miike di mescolare più generi, e la discreta caratterizzazione del personaggio principale. Per il resto, è un trashettino che non mi ha divertito per niente, nè mi ha intrattenuto, anzi mi ha annoiato in più momenti. Dal punto di vista dello splatter non è davvero nulla di ché, visto che la maggior parte delle scene di violenza non sono altro che qualche colpo di katana qua e là, oppure pugni e calci sovrumani, nulla di originale insomma. Unica trovata simpatica, quella della lingua strappata con i denti. Anche l'erotismo, di solito molto presente nei film di Miike, in Full Metal Yakuza latita.
La fotografia e gli effetti speciali sono mostruosamente datati. Accettabili le interpretazioni.
Sicuramente il minor film di Miike che abbia mai visto. Deludente.
Un mix di generi dove trionfa la violenza tanto cara a Miike! Originale e ricco d'azione il film eccede spesso nel grottesco ridicolizzando la vicenda...Quando il protagonista si difende con il corpo,ad esempio! Questo continuo richiamo al grottesco fa perdere punti al film...
Disarmante cross-over tra lo yakuza-movie e la fantascienza da ...cyborg. Vorrebbe forse essere una esagerata metafora su come la yakuza trasformi anche l'uomo più inetto in una gelida macchina da guerra? E se non è semplice per un fan raccapezzarsi dinanzi a un divertito Takashi Miike che, con una naturalezza sconcertante, vira continuamente il timone tra i generi (action da samurai, becera fantascemenza, punte di hard-gore), figurarsi la reazione di chi non conosce il regista. Ma superato lo shock iniziale i divertimenti non mancano e il film scorre con ritmo e insoliti personaggi; il gusto per le immagini resta un po' sotto le righe.
film passabile... uno yakuzacop senza troppe pretese con effetti speciali miseri. si lascia guardare, ha spunti divertenti, un film sulla sufficienza, normale, niente di più.
Ok, è Miike, ma non esageriamo coi complimenti. Sto film è davvero misero. A parte il budget (secondo me il film è stato pagato a ciotole di riso) tutto è veramente a livello quasi amatoriale. Dire che è un Miike minore è un complimentone! Si guarda ma mica molto di più...
Assoluta trashata di Miike che diverte e scade nell'ironia più becera. Proprio per questo il film è una vera ****ta! La storia strizza l'occhio (neanche troppo velatamente) a Robocop,specie in alcune scene e situazioni che sembrano prese direttamente dal primo film di Verhoeven (su tutte il risveglio da cyborg) ma l'ironia è presente a fiumi,forse è pure troppa e il film non si riesce ad inquadrare in un'ottica precisa. Metterei di meno specie per i primi 40 minuti,infatti fino a quando il protagonista è un umano normale il film procede a rilento,ma poi è un vero e proprio delirio di follia! La violenza è abbondante,c'è il solito tocco alla Miike anche qui con uno stupro (non violentissimo come altro del regista,per la verità) anche se la morte della ragazza in un fiume di sangue è abbastanza impressionante. Da ricordare,infine,che è un film per l'home video a basso budget e quindi di più non si poteva proprio fare con i mezzi a disposizione. Di conseguenza mi sembra un film divertente e ironico assolutamente riuscito,con il solo difetto di una parte iniziale troppo monocorde e banale. Però il finale è assurdo,trash assoluto. Quando è questo il trash (voluto) lo si può prendere anche come un pregio...
Sanguinario e rozzo, ma incredibilmente affascinante e coinvolgente. Noioso solo a tratti, regia eccellente. Non è il miglior miike, ma è incredibilmente ottimo per essere stato realizzato appositamente per il mercato homevideo.
Moltissima la violenza, presente in dosi abbondanti anche il sesso, ma non mancano momenti di straordinaria bellezza (la scena della ragazza in abitino bianco che attraversa le onde del mare al chiaro di luna).
Il film più demenziale di Miike che ho visto finora, divertentissimo ma anche triste e riflessivo in certi momenti: difficile inquadrare il film in un genere, è effettivamente un casino. Interessante comunque la figura dell'uomo-macchina, al quale Miike riesce a dare un carattere psicologico e introspettivo da non sottovalutare, pur preferendo divertire lo spettatore con scene trash e non-sense. Un'ulteriore dimostrazione dello stile poliedrico di questo eccentrico regista giapponese.
Kensuke Hagane è uno yakuza dal cuore tenero,imbranato e pavido finirà la sua ben poco gloriosa carriera criminale assassinato in un’imboscata.Gli sarà però concessa una seconda occasione,finito infatti tra le grinfie di un eccentrico scienziato resusciterà nelle vesti di un “rappezzato” cyborg, determinato a vendicarsi di coloro che lo eliminarono “Robocop” e “Tetsuo” incontrano il mito di “Frankenstein” sotto l’ispirata supervisione del geniale Takashi Miike,ciò che ne esce fuori è qualcosa di estremamente bizzarro,un film che, come consuetudine del regista nipponico, attraversa svariati generi con grande agilità. Dramma,commedia ed efferatezze splatter si mescolano in un film inizialmente ideato per la tv, in cui Miike comincia a mostrare lampi della sua immensa classe.Le potenzialità del regista sono evidenti ma ancora non perfettamente affinate,ma pur non aiutato dal budget decisamente misero,a tal proposito si notino gli imbarazzanti effetti digitali,Miike intavola una vasta gamma di argomenti con tono ora divertito,ora malinconico e disperato,senza mai perdere di vista il fulcro della narrazione.Non mancano inserti trash e demenziali,che non stonano affatto in un così ricco ensemble di argomenti.Anzi,sono mirati e voluti ,a sottolineare l’approccio scanzonato e divertito del regista.Rispetto ai lavori futuri c’è meno sostanza e più frivolezza,i virtuosismi tecnici sono rari,ma non scarseggiano gli spunti interessanti ed il divertimento. Sicuramente un lavoro minore,consigliato soprattutto a chi volesse conoscere la filmografia completa del maestro giapponese.
Questo Full Metal Yakuza è uno yakuza movie abbastanza particolare… Sembra quasi una sorta di Robocop visto con un’ottica Miikiana e quindi si sta parlando di un film in cui vengono mischiati sangue, picchi di violenza, azione, effettacci, colpi di scena ben congegnati, divertimento ed ironia… Diverse volte Miike sembra lasciarsi un po’ andare e nel corso della pellicola più volte si finisce per cadere (volutamente, conoscendo Miike ne sono quasi certo) in situazioni al limite del trash ma, malgrado qualche eccesso, il film funziona più che egregiamente… Lo stile registico di Miike sembra ancora un po’ acerbo, soprattutto se confrontato con i lavori successivi, ma alcune delle caratteristiche del suo cinema sono già qui… Non per nulla alcune situazioni e/o scene verranno riprese e riproposte in prodotti successivi… Delirante e trash ma anche molto divertente, Full Metal Yakuza è uno dei tanti film considerati minori (ma non per questo non meritevoli di una visione) di questo grande regista asiatico… Assurdo il finale! Certo Miike al confronto ha fatto film di un altro pianeta ma nel suo piccolo Full Metal Yakuza può piacere, ammesso che ci si approcci nello spirito giusto…
Film piuttosto (molto) trash, ma senza dubbio una visione piacevole. Dopotutto si sa che Miike accetta tutto quello che gli viene proposto, sembra incredibile vedere film del genere alternati ai suoi tanti capolavori (nello stesso anno ha girato altri film non affatto male e un paio di anni dopo lavori come Blues Harp o DOA). Consigliato solo agli amanti del genere o del regista.
Pur non essendo qualitativamente il migliore dei film di Miike, questa pellicola gode di un mio personalissimo posto d'onore all'interno della sua filmografia. Anche perchè pochi come Full Metal Yakuza sanno esplicitare il voler togliere da parte di Miike identità ai generi convenzionali: come definire questo film? Yakuza movie? Fantascienza? Comico? Splatter? Nessuno di questi, eppure tutti insieme, poichè in 100 minuti Miike riesce a far coesistere elementi che per qualsiasi altro regista sarebbero inconciliabili.
Menzione d'onore per il personaggio di Genpaku, che all'inizio sembra uno scienziato geniale, per poi rivelarsi un malato di mente che vuole ricomporre i Power Rangers, e stupra il cadavere di quella che dovrebbe diventare la Pink. Non a caso è sua la penultima inquadratura in cui mostra allo spettatore un megapene. E l'ultima ancora più geniale, con Hagane che riapre gli occhi senza alcun motivo. :D
In questo film Miike riprende l'idea del supereroe metà uomo e metà macchina e lo rielabora a suo modo, creando un film piacevole ma limitato da un concept originale che può essere sfruttato fino a un certo punto. La cosa più interessante è il concetto di supereroe nella mente di Miike e il suo confronto con uno dei film occidentali di maggior successo sull'argomento, ovvero lo scioltissimo Robocop. Mentre in America l'eroe è un poliziotto caduto eroicamente in missione, l'eroe Miikeiano è uno yakuza fallito che muore anche se il proprio boss, che dovrebbe essere difeso da lui, fa scudo con il proprio corpo per proteggere un semplice membro (cosa che nel codice d'onore yakuza è inconcepibile). Miike ha il merito di non prendersi troppo sul serio e tutto il film è un susseguirsi di momenti di violenza e momenti veramente demenziali (grazie anche a degli effetti speciali volutamente da b movie). Il concetto uomo-macchina riprende ancora una volta un'elemento costante dei film di Miike, ovvero la mancanza di origini del protagonista: se in alcuni suoi film questa lacuna si riscontra nella famiglia o nella propria etnia, qui la mancanza è dal punto di vista fisiologico con il proprio corpo. Anche se il dichiarato intento del regista era quello di infondere nello spettatore divertimento ma allo stesso tempo tristezza per alcune situazioni che si presentano, il risultato non è quello sperato, in quanto la componente demenziale e di puro intrattenimento ha il sopravvento. Comunque da vedere, pensando a "Vivo o morto, tu verrai con me"..
...Miike è un grande regista, ma in alcuni film scade proprio nel trash... Questo film ha qualche momento geniale e la solita deliziosa irriverenza che fa di Miike quello che è... Irriverente e divertente al tempo stesso come sempre ma sembra più che altro una palestra per i lavori futuri... Un film consigliato esclusivamente a coloro che vogliono saperne di più anche sui lavori minori di questo regista...