gas regia di Luciano Melchionna Italia 2005
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gas (2005)

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locandina del film GAS

Titolo Originale: GAS

RegiaLuciano Melchionna

InterpretiMoran Atias, Lorenzo Balducci, Massimiliano Caprara, Sandro Giordano, Loretta Goggi, Alexandra La Capria

Durata: h 1.40
NazionalitàItalia 2005
Generedrammatico
Al cinema nel Giugno 2005

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Trama del film Gas

Luca, un giovane la cui vita va avanti senza passioni e soddisfazioni, sembra trovare una svolta quando conosce il fratello della ragazza con la quale ha una storia. Ma una sera, insieme ad altri ragazzi frustrati come lui, si lasciano prendere la mano da un gioco molto crudele, dal quale poi Luca prenderà le distanze..

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Voto Visitatori:   7,21 / 10 (21 voti)7,21Grafico
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Voti e commenti su Gas, 21 opinioni inserite

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Zarco  @  03/11/2015 22:48:42
   7 / 10
Film difficile. Ma coinvolgente. Loretta Goggi straordinaria.

deliver  @  25/10/2015 09:58:10
   7 / 10
Un buon motivo per interessarsi ad un film come Gas è innanzitutto la sua peculiarità nell'essere un prodotto che si distingue dal solito target. In un panorama cinematografico sempre più asfittico e votato alla ripetizione come quello italiano, panorama in cui banchetta la commedia in tutte le salse, Melchionna decide di puntare a qualcosa di diverso, di caustifico e graffiante.

Gli aspetti positivi di Gas sono soprattutto nella frammentazione del racconto che procede ad una lenta ricomposizione fino all'epilogo, con tanto di colpo di scena. E il racconto si sdoppia in due funzioni: una corale, con la fotografia di una gioventù sbandata e nichilista, e una individuale, la maturazione del protagonista che in ultimo riesce a fare ammenda della sua vigliaccheria compiendo una sansonica vendetta. Soprattutto quest'ultimo punto, risulta quello più riuscito. Più debole, a conti fatti, si presenta invece la parte "corale" tacciabile di una certa didascalicita' e retorica, con scene di masturbazione, di quadretti familiari disintegrati e con la scelta di soluzioni in parte scontate e ammiccanti alla solita critica rivolta alle famiglie e alla loro incapacità di saper crescere e comunicare con i propri figli.
Qui e là si notano segmenti teatraleggianti -ma Melchionna proviene da quel mondo, quindi è presto detto.
Complessivamente, ne vien fuori un film cupo, algido ma anche pulsante e urlante. Consiglio di recuperarlo.
Penalizzato abbastanza al tempo della sua uscita dal visto censura VM 18, forse esagerato.

Danae77  @  12/10/2015 06:26:45
   9 / 10
La noia, la valvola di sfogo del vizio. Dipendenza da soddisfare con una sempre più crescente brutalizzazione della natura umana. Un gioco senza limiti e senza regole se non quelle del branco. Il capo e il sottomesso, ma solo come forma della piramide gerarchica. Umiliazione e sofferenza gratuita che mette in ginocchio. Ma, la noia, non è l'unico burattinaio. Gas che ti assuefa ai sentimenti più estremi e incontrollabili, gas che irrompe nell'esplosione. Perseveranza e pazienza....un pugno nello stomaco, come giustificabile sopportazione per un prezzo troppo alto.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  18/02/2013 20:44:29
   6½ / 10
Storiella discreta con un montaggio accattivante. Per essere un'opera prima non è male.
Sembra un po' un'Arancia Meccanica dei poveri, viste anche le esplicite citazioni, nel finale però si riscatta.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  09/02/2010 22:42:17
   8 / 10
Molto bello questo esordio di Melchionna, potente e disperato nell'esprimere un disagio così profondo di una realtà giovanile ai margini della società eppure molto più vicina di quanto si pensi. Il tema non sarà originale ma è raccontato benissimo e soprattutto coinvolge. Bravissimi tutti gli attori, pressochè quasi esordienti, e una Loretta Goggi che non ti aspetti.

paride_86  @  20/02/2009 19:15:15
   3½ / 10
Pessimo sotto tutti i punti di vista: attori impreparati, regia scialba, scenografie degradate, sceneggiatura sconnessa. I personaggi sono tutti sopra le righe, chiaramente ispirati ad "Arancia Meccanica" ma con un risultato inqualificabilmente inferiore per interpretazione, spessore e fascino visivo. Nonostante la breve durata mi sono annoiato molto, il tempo non passava mai.
Totalmente mediocre.

Bob Marley  @  26/10/2008 13:05:43
   7½ / 10
buon film, mi ha sorpreso. bravo melchionna. sosteniamo il cinema italiano di qualità!

Raggio  @  20/05/2008 13:13:05
   7 / 10
La cosa che più mi colpì di questo film, fu il modo in cui il regista riuscì a valorizzare i deserti della sua città. Il film va, scorre, a tratti infastidisce, a volte richiama(volutamente) esempi più alti, ma resta il fatto che è buon prodotto. E bravo Melchionna!

Gruppo COLLABORATORI Zero00  @  04/04/2008 11:18:27
   7 / 10
Un film italiano interessante, con un montaggio a mio parere bello, con una trama interessante e con una regia davvero niente male. L'attore protagonista molto bravo, un po' meno gli altri. Gustose le citazioni di "Arancia Meccanica".

Per essere l'opera prima del regista, niente male.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  24/07/2007 15:18:16
   7½ / 10
Sorprendentemente bello, una buona prova di attori sui quali spicca, inaspettatamente, un'ottima interpretazione di Moran Atias.

Invia una mail all'autore del commento malocchio  @  07/06/2007 18:45:12
   8½ / 10
film stupendo con citazioni ad arancia meccanica chiaramente volute ed esplicite,un finale che risolve.regia da brividi

phemt  @  17/05/2007 09:22:49
   7½ / 10
Di Luciano Melchionna se ne parla un gran bene e dopo aver visto Gas non ho problemi a capirne il perché… Gas è superficialmente un film sui disagi giovanili, in realtà è anche una sorta di rilettura originale ed innovativa del rape & revenge… Melchionna ha buone doti registiche e cita a piene mani il Kubrick di Arancia Meccanica, si affida ad una narrazione volutamente non lineare che intriga ed incolla lo spettatore al video fino al “colpo di scena” finale, utilizza una colonna sonora molto adatta, una fotografia di altissimo livello e può contare su un cast formato da attori tutti molto bravi (in particolar modo Venditti e una sorprendente Atlas)… Non solo, si affida alle comparsate dell’immenso Villaggio, della Goggi ed inserisce anche un cameo (onestamente abbastanza di inutile) di Fabrizio Bracconieri…
Le caratterizzazioni dei personaggi (malgrado qualche stereotipo e qualche luogo comune di troppo) è più che buona tra chi pur non dichiarandosi gay non riesce più a far meno di un uomo, da chi ha alle spalle un padre assente, da chi i genitori ce li ha ma non riesce mai davvero a comunicarci, da chi è extracomunitaria ma razzista, da chi è giovane e matta ma con una sorella da crescere, da chi non ha più sogni, da chi non ha più valori, da chi picchia per non mostrare la propria debolezza, da chi (e questo vale per tutti) si porta dentro una rabbia, un vuoto ed un disagio pesante… Il finale non è nient’altro che l’esplosione totale e completa di tutto questo disagio…
Tutto questo avviene sullo sfondo di una vita di provincia (Latina, ma in realtà qualunque provincia italiana) e sullo sfondo di un malessere, di una solitudine e di un insoddisfazione di base generalizzata ormai all’interno di ogni persona talmente forte da non farti nemmeno accettare chi ti guarda (“***** guardi?” è la frase ricorrente del film e il pretesto da cui parte sempre tutto)…
Peccato per qualche scena inutile di troppo e per il dialogo madre-figlio davanti al mare che poteva essere un pelo più curato…
Gas è comunque un film coraggioso, teso, cupo ed intenso, ed è anche la dimostrazione che in Italia i registi interessanti non mancano, sono solo i distributori a non rendersene conto per promuovere panettoni e scamarciate varie… Da vedere e Melchionna è un regista da tenere strettamente sotto controllo perché promette davvero molto bene…

Assurdo che la censura l’abbia vietato ai minori di 18 anni… Mah!

Invia una mail all'autore del commento martedi  @  24/03/2007 21:39:58
   3½ / 10
mamma mia che pacco di film!! uno dei pochi film che mi ha costretto a guardare l'orologio ogni 10 min sperando invero che ne fossero passati 30.. una regia modesta, una storia banalotta e superficiale, una recitazione un filino discreta per un film che non lascerà di certo il segno. certo il regista è stato ossessionato sin da bambino da "arancia meccanica" e qui si diverte a citarlo dappertutto, sapendo ovviamente di non poter fare nulla di nemmeno lontanamente paragonabile. caratterizzazione dei personaggi incredibilmente scialba..


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scene insulse che non c'azzecano proprio..


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e altre completamente gratuite..


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insomma, uno dei film più brutti mai visti. dimenticavo: un uso del montaggio e flashback cosi brutto che da nuovi significati alla parola "porcheria". si salva solo una persona: loretta goggi. loretta!! quanto talento sprecato, mannaggia..

bacco2  @  19/03/2007 12:06:04
   8 / 10
Grande film, una sorta di Arancia Meccanica italiana ambientato in una Salerno decadente e post-industriale. Montaggio frammentato che confonde e tiene altissima la curiosità. Ottimo il protagonista e sorprende anche Moran Atias. Cameo di Paolo Villaggio, sempre un mito.

1 risposta al commento
Ultima risposta 20/05/2008 15.55.26
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JackSpammatore  @  07/11/2006 13:31:31
   7½ / 10
Una bella sorpresa questo film. Un pugno nello stomaco per quanto è forte e crudo. Bravi gli attori e bravo il regista.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  19/10/2006 09:53:41
   7 / 10
Una vera sorpresa questo “Gas”,una pellicola che si discosta notevolmente dai consueti cliche’ a cui ci ha abituati il cinema nostrano.
Non privo di pecche e difetti,ma complessivamente sincero nell’esposizione e nell’analisi di un fenomeno che negli ultimi anni si è diffuso parecchio e cioe’ quello del branco di giovani sbandati che si tramutano in animali violenti e senza pieta’.
Melchionna gira in maniera vivace,spezzetta la trama tra presente e passato,si diverte a mischiare le carte in tavola sino a trascinarci ad un finale piuttosto sorprendente,affronta con coraggio temi tabu’ come il sesso,l’omosessualita’,la droga analizzando da dove derivi la violenza insita in ragazzi poco piu’ ventenni, che pur provenendo da diversi ceti sociali si trovano a manifestare la stessa intolleranza nei confronti del prossimo…solo il protagonista Luca(un bravo Lorenzo Balducci)appare distaccato,sconfitto, rassegnato…tutti stati d’animo giustificati ampiamente nel finale.
Da segnalare la presenza di un’ottima Loretta Goggi e di una sorprendentemente convincente e bellissima Moran Atias,cameo anche di Paolo Villaggio.
Non sara’ paragonabile ad “Arancia meccanica” e neppure a “Trainspotting” come alcuni critici fecero all’uscita nelle sale,rimane pero’ un bel pugno nello stomaco,un film che fa riflettere sul male di vivere cosi’ diffuso attualmente tra le giovani generazioni.

supermono72  @  11/08/2006 04:18:23
   9½ / 10
Un film crudo, vero, pieno di sentimenti, pieno d'amore o meglio, della richiesta d'amore di tutti i personaggi. Finalmente un film non italiano, uno di quelli che fà paura alla gente bigotta che l'ha vietato ai 18...ma vietate i reality show e le veline per favore!!!
Gas è un film che ti lascia senza fiato, un pugno dritto nello stomaco.

Grandiosa opera prima di un regista che viene dal teatro.
Lo dovete vedere assolutamente, ho saputo che finalmente uscirà in dvd a noleggio da ottobre e in vendita a dicembre.

STEn  @  12/06/2006 02:07:43
   7½ / 10
apprezzabile su parecchi livelli di lettura. citazionismo decisamente funzionale.

suzuki71  @  01/05/2006 14:46:03
   7½ / 10
Noir metropolitano notevole e originale, storia intrigante e ambientazione giusta. Buona regia, ottimi attori (Loretta Goggi conferma ogni sua dote), ne serbo un ricordo molto molto positivo.

Invia una mail all'autore del commento marco save  @  11/07/2005 12:12:25
   7 / 10
BUON FILM, VALE LA PENA VEDERLO è PROPRIO IL GIUDIZIO DI QUESTO FILM.
GAS CI MOSTRA IL DISAGIO SOCIALE DI UNA PROVINCIA (LATINA), COME TANTE, ATTRAVERSO UN RACCONTO SCOCCANTE... BISOGNA STARE ATTENTI A NON SOFFERMARSI SULLA VIOLENZA, ELEMENTO CHE FORSE EMERGE UN Pò TROPPO, MA è SOLO UNO DEI MILLE PUNTI DI VISTA CHE IL REGISTEA HA USATO PER RAPPRESENTARE GAS.
E POI è UN FILM ITALIANO CHE è SICURAMENTE MEGLIO DI TANTA SCHIFEZZA OLTREOCEANO CHE CI PROPINANO CONTINUAMENTE.

giovanni franci  @  24/06/2005 02:42:36
   8 / 10
"l'ho picchiato, l'ho massacrato, perché? Perché m'ha guardato. ***** guardi!"
Ha inizio così la rabbiosa opera prima, l'esordio italiano più convincente degli ultimi anni, di Luciano Melchionna, autore, attore e regista teatrale dalle molteplici qualità visionarie che approda al cinema ed al pubblico cinematografico con un sincero ed incazzato "***** guardi?". In effetti non c'è niente da vedere, perché è del "niente" che il film parla, la parola "niente" è ,infatti, ripetuta infinite volte nel film. E allora dobbiamo chiederci cosa stiamo guardando, una rappresentazione del niente? Forse, forse è proprio quella rappresentazione/finzione, resa esplicita dagli sguardi in macchina dei personaggi schiacciati su un fondo nero che chiedono il sangue, l'umiliazione, che propongono un'isola lager per gli emarginati, che raccontano i propri deliri tossici, rappresentazione/finzione resa esplicita da una scritta "intervallo" che ci imbarazza e ci fa perdere le coordinate di spettatori chiamati in causa, non a giudicare la fotografia, gli attori o la regia, come avviene ai due spettatori del film [che non sappiamo che film stessero vedendo e le ipotesi che si aprono sono molteplici e divertenti], ma a capire cosa stessimo vedendo, "che ***** stavamo guardando?". Niente. [la risposta]
E noi [pubblico] chi siamo? Siamo guardoni come l'uomo sequestrato davanti al sexy shop e seviziato nel bunker? O come la vecchia dai piedi gonfi del piano di sopra che esce dalla sua casa/tana solo per il gusto di "odorare un po’ di *****"?
Qui è la forza del film, la capacità di stimolare e coinvolgere il pubblico in molteplici situazioni, attraverso una regia fluida e "piano-sequenzosa" negli ambienti esterni, immersi in un'aria di gas, delicata e pericolosa come quella di vetro montaliania, rapida e virtuosa nel bunker, accelerata dalla cocaina e dalla disperata voglia di esercitare il dolore.
Alla fine è proprio questa forza e questa voglia di comunicare che riescono a superare l'eccessivo simbolismo di alcune situazioni [ il ragazzo imbalsamato come la figura di un padre famoso, il garzone dell'obitorio, la bambolina tra le mani di una ragazza mai cresciuta, il protagonista affetto dal male oscuro della depressione che cerca di uscire da una condizione borghese aprioristica che gli impedisce di vivere serenamente la propria sessualità].
Forse questo modo "eccessivo" di raccontare il niente, toglie efficacia al "niente" che racconta, ma GAS è impulsivo, questa eccessiva "voglia di dire", di sbattere in faccia la realtà delle cose attraverso personaggi e situazioni che appartengono, spesso, più al paradosso [l'origine teatrale della pellicola si fa sentire, ma non nuoce], che alla realtà, sono la caratteristica di un film di grande personalità e stile [che fa esplicitamente riferimento a Kubrick, Von Trier, Clark e Guediguian] , uno stile ed una personalità che desiderano e riescono ad imporsi su un panorama cinematografico [quello nostrano], sciatto e quasi sempre inutile.
Forse è proprio questo che ha preoccupato la nostra bigottissima censura?
Che ha imposto il divieto ai 18, dopo una supervisione del film consumata tra un supplì ed una telefonata [parole testuali di chi era presente].
Le musiche sono come un vestito di lattice nero che il film indossa a pennello, la fotografia è livida e spenta come il corpo nudo sul letto d'acciaio gelato di un obitorio, il GAS è dolce e amniotico come l'alito della persona amata, pericoloso come un guasto che non viene curato, opprimente come l'aria di provincia. Il film è finito, andiamo in pace.


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