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..mi è piaciuto, e pure tanto, magnifica interpretazione di silvio orlando che nel ruolo di produttore semifallito sembra abbracciare il progetto di un film che non gli appartiene quasi per caso (e non a caso la sceneggiatura è scritta da una giovane donna che nella vita personale ha fatto scelte più "liberali"), la sua battaglia per riuscire nell'intento sembra, all'inizio , cercare un riscatto che compensi più il suo suo "fallimento" personale che seguire una reale convinzione, ma in questo "popolo a metà" che "si abitua alla *****" e "toccato il fondo continua a raschiare" si fà strada una presa di coscienza che vorrebbe combattere questa decadenza lasciando da parte "l'orgoglio e il folclore" per aprire gli occhi su uno scenario dove il caimano altro non è che l'espressione del "mostro" che è dentro di noi. un film amaro, amarissimo, ma ha saputo magistralmente rappresentare gli stretti collegamenti tra la crisi di valori che regolano la "politica" famigliare con quelli che regolano la politica di uno stato.
la decisione di non riesumare la caravella di colombo per un film certo, vuole interrompere simbolicamente la tendenza dell'italietta che vive di rendite passate. .. come cantava il signor g: " ..non credo più all'ingegno del popolo italiano.." il finale tanto contestato a me è piaciuto, è la consacrazione del caimano da parte della gente che ha dimenticato il significato della parola democrazia.