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Ne 'Il diario di sabna guzz' si legge a proposito di moretti: "Moretti è il baluardo della cultura tipica dell'ex Pci. quella di dire questo è bello questo no, questo è cinema questo no. Queste scarpe si e queste no. Senza l'ombra di una spiegazione. Solo slogan, tormentoni da bravo pubblicitario (...) ti impone la trasposizione letterale delle sue ossessioni senza nessun tipo di elaborazione."
In questo film Moretti fa qualcosa di diverso: relega ad un brevissimo frammento la propria ossessione (in questo caso canterina) e ci impone le ossessioni di silvio berlusconi in persona. Anche qui senza alcuna elaborazione... la cosa è di per se interessante: berlusconi privato di un volto (ottimo il non cedere alle tentazioni caricaturali) viene incarnato dalle proprie stesse parole, dalla propria sbruffoneria, dalla propria arroganza cafona.
In un film costruito come da tanti mattoncini lego, Moretti sembra voler affrescare l'Italia a cui il caimano ha cambiato la testa, lo fa con un ritmo incostante e a volte decisamente greve (penso soprattutto alla seconda parte del film), lo fa per mezzo di attori spraordinari e di partecipazioni eccellenti. Peccato che anche qui di mattoncini ne manchi uno: quello dell'urgenza che spinge la sua regista in erba e che stento a ritrovare nelle vesti di moretti stesso.
Avrà certamente fatto comodo alle tasche del sig. Moretti quest'uscita nelle sale pre-elettorale, ma mi chiedo quanto bene possa aver fatto ad una sinistra continuamente tacciata di demistificare e odiare incondizionatamente il nostro "povero" presidente.