il cattivo poeta regia di Gianluca Jodice Italia, Francia 2021
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il cattivo poeta (2021)

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locandina del film IL CATTIVO POETA

Titolo Originale: IL CATTIVO POETA

RegiaGianluca Jodice

InterpretiSergio Castellitto, Clotilde Courau, Tommaso Ragno, Marcello Romolo, Janina Rudenska, Pier Giorgio Bellocchio, Elena Bucci, Massimiliano Rossi, Fausto Russo Alesi

Durata: h 1.46
NazionalitàItalia, Francia 2021
Generebiografico
Al cinema nel Maggio 2021

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Trama del film Il cattivo poeta

1936. Giovanni Comini è stato appena promosso federale, il più giovane che l'Italia possa vantare. Ha voluto così il suo mentore, Achille Starace, segretario del Partito Fascista e numero due del regime. Comini viene subito convocato a Roma per una missione delicata: dovrà sorvegliare Gabriele d'Annunzio e metterlo nella condizione di non nuocere... Già, perché il Vate, il poeta nazionale, negli ultimi tempi appare contrariato, e Mussolini teme possa danneggiare la sua imminente alleanza con la Germania di Hitler.

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Voto Visitatori:   6,39 / 10 (9 voti)6,39Grafico
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Voti e commenti su Il cattivo poeta, 9 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

freddy71  @  19/05/2024 11:46:45
   7 / 10
Film un po' pesante ma per l'interpretazione di Castellito vale la pena.Poi é molto fedele alla storia quindi anche per questo acquista valore.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento williamdollace  @  22/01/2023 14:52:26
   7 / 10
L'esilio del Vate al Vittoriale, nei suoi ultimi anni, a cavallo della seconda parte degli anni Trenta (1936). Gabriele d'Annunzio vaga come un fanstasma, dentro e fuori dalle mura e dalle colonne del Vittoriale sul Lago di Garda, monumento alle sue imprese. Qui è sorvegliato da Comini, mandato dal regime a controllare i suoi dissensi, le sue lussurie e riferire. "Qui troverai molte cose" dice Gabriele al ragazzo Comini "ma non piume di pavone". Il Vate si è allontanato dalla politica di Mussolini, spingendosi fino a volerlo vedere personalmente a Verona per dissuaderlo. Ma il duce ormai è sempre più colluso con il Fuhrer.

Seguono parole per pochi fantasmi, dal balcone con gli esuli di Fiume, al borbottio costante di un nuovo libro che possa cancellare tutti i precedenti, mentre il sangue "comincia a sgorgare dal corpo dell'Italia".

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR wicker  @  05/01/2022 13:21:14
   5 / 10
Bene Castellitto ma mi aspettavo molto di più da un film che non va troppo oltre la mera cronaca dei fatti e non lascia spazio a interpretazioni personali .
Tutto fatto bene ma forse troppo statico e nella parte centrale sopraggiunge anche un pò di noia .
Ci sono da evidenziare gli aspetti del decadentismo del poeta ma al di là dei colloqui col ragazzo ci sono pochi rimandi al passato che magari l'avrebbero reso più interessante.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  23/09/2021 14:10:45
   7 / 10
D'Annunzio non rinnega il proprio passato, ma nel mezzo di un Vittoriale dai colori funerei, ha il terrore per un futuro che vede sempre più fosco per l'appiattimento delle linea di Mussolini su quella di Hitler, il "ridicolo nibelungo". Il poeta quindi è una voce dissidente all'interno del partito che giocoforza deve essere controllata, perchè comunque, anche nel suo tono rassegnato, D'Annunzio è una voce che può ancora scuotere come quella di un libero pensatore. Il protagonista quindi diventa testimone del crepuscolo di un uomo che possiede ancora la capacità di influenzare le convinzioni altrui e testimone tragico della sua preveggenza sul futuro del paese. Impianto molto solido a liveloo narrativo, estremamente curato nelle scenografie d'epoca e nella fotografia di Ciprì. Molto bravo Castellitto che non accenna ad alcun gigionismo, ma opera in sottrazione nel dipingere un uomo ormai nostalgico del suo passato, circondato da una sorta di corte dei miracoli (i topi) e affatto speranzoso per il futuro.

Mauro@Lanari  @  06/09/2021 19:22:04
   5 / 10
Qui sotto tutti d'accordo: troppi difetti. E allora perché la sufficienza?
"I rapporti con le donne, con gli animali, con gli oggetti portano a una sensibilità acuta, esasperata ma sempre epidermica: alla scoperta della pelle, l'invenzione della superficie." "E ti pare poco, imbecille?" Secondo me sì, caro Vate, o Jodice ch'all'esordio si mimetizza nelle parole di D'Annunzio. Un'opera fastidiosa poiché non induce ad approfondire alcun personaggio e per un incomprensibile scontro col Duce non sul fascismo (il Poeta non ha mai rinnegato la sua affiliazione alla dittatura littoriana), ma sul patriottardo rigetto della subalternità a Hitler. "Film non minimalista, che rilegge la storia in chiave di metafora contemporanea" (Anton Giulio Mancino): dove, come, quando? Sprecati Castellitto, Ciprì, Giordano Bruno Guerri.

Mauro Lanari

1 risposta al commento
Ultima risposta 16/09/2021 05.30.24
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR ferro84  @  01/06/2021 09:59:12
   6 / 10
In primis trovare un film italiano ben fattoe ben recitato anche nei comprimari è qualcosa di davvero raro. Sarà che alla lunga abituati ad un certo linguaggio da fiction e da alcuni film romani dove si fa recitare per poche battute il figlio del pizzicagnolo sotto casa del regista, è già una novità per il resto questo "Il cattivo poeta" è un vorrei ma non posso.

Ben girato sia nella fotografia che nella recitazione il problema di questo film è nella mancanza di una strada precisa.
Jodice non si capisce se vuole concentrarsi sul Vate, sul percorso di redenzione di un gerarca fascista oppure sul declino politico del fascismo degli anni 30.
C'è un pò di tutto ed in realtà come quadro generale funziona anche il problema è che ci si immedesima poco, nelle vicende sentimentali, in quelle politiche ma soprattutto in quella di D'Annunzio che non riesce ad emergere nonostante Castellitto.

Un pò noioso ma di livello.

matt_995  @  26/05/2021 21:43:28
   6½ / 10
Un bel film, con un paio di sequenze molto interessanti, ma che ha un po'il retrogusto dell'occasione mancata.
E in effetti la figura di D'Annunzio (così come il rapporto con Comini) è un po' sbiadita e lo stesso Castellitto (che in fin dei conti nel film compare anche troppo poco) non è particolarmente memorabile.
La domanda che sorge spontanea è: ma di una figura così controversa e sfaccettata come quella di D'Annunzio, siamo sicuri che gli ultimi anni di vita siano i più interessanti da raccontare?
Quando, nel film, si parla di Fiume e dello sfacelo che ne è conseguito viene quasi voglia di vedere un film su quegli eventi lì... E non un film come Il Cattivo Poeta. Eppure no, anche gli ultimi anni di vita del Vate hanno effettivamente del potenziale drammaturgico, col poeta rinchiuso nel suo mausoleo dorato, destinato a morire emarginato. Ma il film no, non arriva dove avrebbe meritato di arrivare.

Paradossalmente la scena più bella del film non ha niente a che fare con D'Annunzio ma rappresenta una sintesi perfetta di quell'epoca malata.

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1 risposta al commento
Ultima risposta 01/06/2021 09.53.33
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Wilding  @  24/05/2021 20:36:35
   7 / 10
La "Storia", nuda e cruda, e allo Spettatore la possibilità di farsi le proprie idee. Noiosissimo per molti immagino, eppure un bel film, interessante e intelligente, reso ancor più bello dalla magistrale interpretazione di un immenso Castellitto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  24/05/2021 10:29:02
   7 / 10
Per essere il film più visto e acclamato dalla Stampa (tutta) io sono il primo a commentarlo. Potrei essere una voce fuori dal coro, perché il mio voto riguarda nello specifico la mastodontica prova attoriale di Castellitto, un D'Annunzio decadente e disilluso che non ci dimenticheremo facilmente. Una prestazione che resterà nella Storia. E il film? Secondo me, merita molto meno. A dirla tutta, senza Castellitto sarebbe andato non oltre una risicata sufficienza. Il regista gira "la Storia" con un rigore stilistico che rasenta il Manierismi, facendone un'opera secondo me troppo ingessata nel suo insieme. Sembra uno sceneggiato tv di Bolchi, ma per fortuna si esula dal cronachismo cinefilo alla Carmine Gallone, magari così traspira quell'aria da coercitivi dominio Fascista, ma è poco. 40 anni fa sarebbe stato accusato forse ingiustamente di ambiguità Ideologica. Il rapporto tra il Poeta e il giovane Federale/confidente mi ha ricordato tanto, troppo quello del Capitano Consolo e la recluta Bertazzi in "Profumo di donna" di Riso. Due cose non mi sono andate giù, la frase sussurrata da D'Annunzio al Duce, "Ti sei scavato la Fossa con le tue mani" come il Fascismo prima della famigerata Alleanza con la Germania Nazista fosse un covo di Colombelle innocue al potere, e la presenza - anche solo la presenza - di Clotilde moglie di un Savoia, che ha la sola colpa, diciamo, di esistere. Potrei dire che il film è nel suo insieme piuttosto noioso, però ha un paio di momenti dove la regia spicca davvero il volo. È il tentativo di denuncia da delatori di un vicino di casa da parte dei genitori del federale - specchio della meschinità Italica - e soprattutto il drammatico ultimo incontro con il Duce alla Stazione di Verona, che sembra una sorta di Incubo Futurista Militante. In questo affondo il meglio di un film secondo me non riuscito, ma che va visto per capire D'Annunzio e, ripeto, per vedere quanto Oltre se stesso si sia spinto Castellitto. Quanto allo stesso D'Annunzio, che non è il mio "pane letterario" leggerò magari con occhi diversi "Il Piacere" senza farmi influenzare dalla mia radicata prevenzione verso la sua Arte.

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