il mistero dell'acqua (2000)

Esempio di thriller ben fatto giocato su due binari temporali lontanissimi eppure accumunato da diversi elementi: l'acqua innanzitutto, come il titolo suggerisce, ma anche la crisi interiore di una donna che è rimasta un pò troppo a contatto con i propri pensieri. Anche se non dà mai la sensazione di essere trascinante la Bigelow conosce i meccanismi del racconto e della suspense, riempie di dettagli e di sottotrame una storia già di per sé molto ricca e rischia - e questo è un pregio - con i suoi sbalzi tra presente e passato di farci perdere il senso del tempo. E nonostante qualche aderenza al ben più celebrato "Lezioni di piano" la pellicola mantiene una compattezza di messaggio e d'azione dovuta anche ad un'azzeccata scelta degli interpreti. E se Penn fa il poeta maledetto con la sua solita sontuosa gigioneria sono le donne ad avermi affascinato di più: la Polley con la sua risolutezza, la McCormack al contrario fragile e confusa, la Hurley qui all'apice del suo sex appeal.

Non sono un grande fan della Bigelow ma tra quelli che ho visto credo che questo sia uno dei suoi lavori migliori.

Nulla di particolarmente entusiasmante, anzi, ma comunque un film piacevole e scorrevole, dove forse l'handicap più grosso è il fatto che la suspense sull'intrigo del caso di omicidio del 1873 è ben presto spezzata (presa proprio ad accettate oserei dire) dalla rivelazione dell'assassino praticamente fin dalle prime fasi. Nel finale si riprende con il parallelismo tra i protagonisti contemporanei e quelli della vicenda di 130 anni prima, e in tal senso ricorda "La donna del tenente francese".

Buone anche le interpretazioni e una colonna sonora molto convincente.

In qualità di figlia del cinema di genere, Kathryn Bigelow affronta il thriller con la consueta ossessione verso una distruttiva ricerca della verità, ma THE WEIGHT OF WATER dimostra che il compito si fa sempre più difficile quanto più lontano dalla semplicità e vicino all'esclusività, e degli obbiettivi posti da questo film senza genere, diretto con la consueta vibrante glacialità dalla regista statunitense, non ne viene portato a termine nessuno, dato che la narrazione storica, caratterialmente asettica, appare fin troppo impersonale e fin troppo simile alla linea narrativa presente, parlata con una cadenza noir ma fallimentare anche nell'apparire come tale, che mal si lega al racconto parallelo e in autonomia non racconta proprio nulla.

Dall'ottima regista Bigelow mi aspettavo di meglio.
Praticamente due film in uno, quello attuale e quello fine '800, di cui solo il secondo vale la visione.
L'intreccio contemporaneo Penn-Hurley-moglie-fratello invece sembra messo lì solo per riempire il tempo.
Un'idea solo discreta realizzata così così.

intenzioni e risultati non vanno totalmente di pari passo, ma è innegabile una gran dose di fascino, che fra l'altro rende difficilmente collocabile questa pellicola in un genere ben definito.
molto pretenzioso, questo film sconta a mio avviso la sua presunzione nell'evolvere delle due storie, che talvolta trovano elementi di contatto in modo poco naturale e che non riescono a mantenere un'intensità di suspance per tutta la durata.
buon esperimento, riuscito a metà.

La Bigelow insiste con la sua poetica tipicamente volta al confronto morale, qui esasperato dal sovrapporsi di due mondi distanti nel tempo. Cast artistico notevole

Film noioso e, seppur originale, poco più che prova di stile. La Bigelow non mi è mai piaciuta, tranne rari casi. Ci vuole di più, secondo me, di un'ottima prova d'attore (Penn) e di buoni movimenti di macchina, per fare un film riuscito (soprattutto così intimo e d'atmosfera)

Thriller psicologico particolare firmato da una regista decisamente originale. Diverso dai precedenti e succesivi lavori della Bigelow "Il mistero dell'acqua" affascina per il suggestivo intrecciarsi di due sfere temporali lontane; inoltre i personaggi sono intriganti, soprattutto quelli di Penn di Catherine McCormack.
Nota dolente del film l'insufficiente interpretazione di Elizabeth Hurley.

Non riesce nell'intento di tenere lo spettatore incollato allo schermo, anzi al contrario, quasi non si vede l'ora che il film finisca.

Le forti implicazioni psicologiche impreziosiscono sicuramente questo film della Bigelow, a mio parere più dramma che thriller.
L'ex marito di Cameron si discosta dal suo genere preferito, ma dimostra di sapere gestire egregiamente anche le tensioni interiori.
Ho preferito di gran lunga la parte ambientata nel passato, e anche se dopo 17 minuti (ci ho fatto caso!) si capisce quello che è successo, solo alla fine vengono spiegati i motivi, quindi tutto sommato va bene così.
La storia presente invece, più torbida e angosciante, fatta di sguardi, silenzi, e situazioni molto intriganti, si risolve secondo me in modo più deludente, e questo mi impedisce di dare un voto più alto.
Ottime le interpretazioni (Sean Penn in modo particolare, ma direi più o meno tutti, perfino quella gran gnocca della Hurley in quel ruolo sembra un'attrice), e regia perfetta, col freno a mano tirato per tutto il film, ma adeguata alle sensazioni che vuole trasmettere.
L'espressione dell' "ospite con le giunture malate" mi era familiare, ho controllato, e chi mi salta fuori? Il tenente di Miami Vice!

Affascinante viaggio nel thriller psicologico di una regista troppo sottovalutata, interesantissima l'idea di svolgere il film in due epoche diverse. Da riscoprire

Mai media voto fu più azzeccata.
Due storie parallele,ma in tempi diversi,tutto ruota attorno ad un antico e misterioso omicidio che i quattro personaggi moderni ripercorrono cercando di fare luce su ciò che avvenne realmente!
LA costruzione dei personaggi moderni è totalmente differente da quella dei personaggi della storia al momento dell'omicidio..troppo difficile capire chi siano realmente e che reale ruolo abbiano nella storia.
Grande Penn nei panni del poeta lunatico!

Un film molto particolare che mi trovo un po' in difficoltà a commentare.
Sicuramente interessante la scelta di raccontare in modo alternato due storie avvenute a più di un secolo di distanza l'una dall'altra ma con molte più cose in comune di quel che potrebbe sembrare.
Personalmente ho trovato più intrigante la storia passata mentre quella ambientata nel presente mi è sembrata non sufficientemente approfondita e con qualche lentezza di troppo rendendo così difficile un coinvolgimento emotivo che comunque arriverà.
Bravi gli attori principali e molto belle alcune scene.

SPOILER
Riassumendo: un film che si merita una visione (ma volendo anche più di una), soprattutto perchè rappresenta qualcosa di innovativo rispetto alle produzioni cinematografiche degli ultimi anni.

Film a metà tra il thriller e il drammatico, con un'ottimo Sean Penn e una sceneggiatura di richiamo al genere Horror.
Girato a metà tra la fine dell'800 e i nostri giorni, la pellicola offre un punto di contatto nel personaggio di Jean (moglie di Sean Penn), inquietantemente scossa dalla vicende di un passato a lei estraneo, ma che in lei sembra rivivere. Sean Penn è uno scrittore famoso col famoso blocco, ma più che il solito fastidioso letterato borghese (tipico di questi film americani) riesce a distinguersi per un'insolita vena da viveur ormai fallito. A tutto questo si aggiunge una psicologia dei personaggi mai indagata fino in fondo, lasciata sempre lì a "trasparire".
La storia parallela (ambientata, come detto, alla fine dell'800) è altrettanto velata, ma interessante, coinvolgente, accorta.
Pellicola che, tuttavia, non si lascia guardare bene, manca di semplice, puro mordente.
Ma le idee, le interpretazioni (Sean Penn è il solito), i semplici sottili parallelismi vanno premiati. E' un buon film.

Due film in uno. Il primo nel presente con Sean Penn su una barca è noiosetto e non molto interessante. Il secondo nel passato è stupendamente ambinguo ed è un capolavoro. Fosse stato un mediometraggio con la sola seconda parte sarebbe stato da 9. Invece 9 più 6 fa 7,5.

Un buon film, con una solida sceneggiatura e ottimi interpreti.
La Bigelow riesce sempre, comunque, a fare film interessanti, che rimangono piacevolmente nella memoria.

Il mistero dell'acqua è soprattutto una storia di gelosia,solitudine rabbia e malinconia. Molto ben fatta la parte che riguarda gli accadimenti del 1873, più sbrigativa la parte presente (poteva essere + approfondita). Rimane un film purtroppo sottovalutato e quindi poco pubbicizzato.

Una Bigelow che si allontana sensibilmente dallo stile e dalle tematiche trattate nei suoi film più celebri.
“Il mistero dell’acqua” è un buon thriller dotato di interessanti soluzioni, basato per intero su due storie che si svolgono su piani temporali differenti ma che finiscono con l’amalgamarsi ed intrecciarsi in maniera drammatica.
L’autrice narra le vicissitudini di una emigrante norvegese che stabilisce la sua nuova dimora su di un’isola del New Hampshire e di due coppie in viaggio su uno yacht proprio alla volta del luogo ove abitò più di un secolo prima la donna,colpita da un avvenimento tanto cruento quanto misterioso.Un servizio fotografico è la causa del viaggio,destinato a trasformarsi in incubo e ben sviluppato grazie ad una gestione della suspense davvero buona e all’altrettanto encomiabile capacità di delineare le varie caratteristiche dei personaggi.
Non tutto torna alla perfezione,qualche meccanismo non appare oliato a dovere,ma l’autrice è brava nell’imbastire una trama efficace sfruttando l’ ambiguità della storia e le capacità degli attori che si trova a dirigere.A questo proposito meritano una menzione Cathreine McCormack,Sean Penn e Sarah Polley,mentre la Hurley è più bella che brava,ma tanto basta per il ruolo che si trova ad interpretare.
Il film è tratto dal romanzo “Il peso dell’acqua” di Anita Shreve.

Particolare e affascinante,diverso da capolavori assoluti come Point Break e Strange Days,ma assolutamente funzionale e conivolgente...la Bigelow si distacca dall'action-movie con una storia strutturata su due piani temporali:da una parte un'omicidio realmente accaduto nel 1873,dall'altra un quadretto formato da due coppie a bordo di uno yatch lanciati verso l'isola maledetta,sfondo del fattaccio avvenuto un secolo prima.Le due parti si alternano attraverso l'ottima sceneggiatura di Alice Arlen,immersi in atmosfere inquietanti giocate tra verita'e menzogne,allusioni e frase tagliate a meta'...ottimo il cast con la coppia Penn-McCormack padrone incontrastata della scena,per un'opera da provare assolutamente.

Bel thriller riallacciato ad un'avvenimento del 1800

Buon thriller di carattere storico/moderno con flashback ben alternati alle scene del presente. Non c'è quella suspance estrema che cerchiamo (e pretendiamo) sempre nei thriller ma alla fine quando si scopre il colpevole degli omicidi è facile restare stupiti. Sicuramente non la miglior interpretazione di Sean Penn (Dead Man Walking e Mi Chiamo Sam sono un'altra cosa) anche se il ruolo sembra fatto apposta per lui. Pellicola che a mio avviso deve raggiungere in ogni caso l'abbondante sufficienza. IL CARTAIO

Ho trovato molto particolare questo film della Bigelow, regista dal talento
visivo cristallino. Diverso dallo stile dei suoi precedenti, ma ugualmente
valido. Sostanzialmente è un thriller che però ha parecchi debiti con il noir.
Di azione ce n'è pochissima, tutto giocato sugli sguardi, sulle allusioni, ma
riesce ugualmente a coinvolgere senza annoiare.

Originale film della B.
Nonostante alcune cadute di tono, merita la visione.

mi sfugge l'originalità di questo film, e poi scopro che è tratto da un romanzo di Anita Shreve. ok, passiamo oltre. una lentezza inesorabile scorre lungo i minuti che scandiscono le due storie tanto lontane nel tempo, ma tanto vicine nell'essenza. tema comune: l'amore. lento, stiptico e inconcludente: un delusione (per me)

Film di una lentezza esasperante; storia molto buona ma che purtroppo viene raccontata in modo da svelare tutto subito e non lasciare alcun "mistero" per lo spettatore.

Buon thriller, fatto bene, finale intenso, non di piu'.

Un film girato con un procedimento che ricorda vagamente "la donna del tenente francese" di Reisz. Per qualcuno un fumettone, per altri l'ennesimo gioiello di un'autrice fra le piu' atipiche del cinema contemporaneo. Pur non privo di limiti e con un paio di cadute di tono - cfr.l'enfasi del triangolo amoroso à la coltello nell'acqua (polansky) o il rigor mortis un poco Ivoryano della lugubre storia del passato, un film originale e affascinante che avrebbe meritato pià successo

rimane il mio film preferito, un film cosi intenso e poetico devo ancora trovarlo,poi gli attori son da paura,capolavoro!!

stupendo

Film intrigante, con atmosfere particolari e soprattutto una trama davvero originale.
E' un film che si separa raccontando due storie parallele, ambientate nello stesso luogo ma a distanza di 125 anni.
Girato essenzialmente bene, con qualche tocco eccessivo di banalità e con qualche lentezza, richiede un piccolo sforzo di attenzione e di immedesimazione. Nonostante il finale sia essenzialmente scontato, il motivo di quel finale rimane celato fino alla fine.
Ottima la prova della Polley, discreto Penn, da scandalo (come del resto in ogni suo film) la Hurley, che per bravura la paragonerei solo ad Alessia Merz in "Panarea".

"the Weight of water" è un film particolare, totalmente diverso dagli ultimi magnifici film della regista.
A tratti è un po' confuso, ma rimane molto affascinante. Bravo Sean penn, ma la migliore di tutte in questo film è Sara Polley.

Grande Bigelow! Dopo point break e strange days, due ottimi film, uno totalmente diverso, inquietate nell’atmosfera, più intimo nella storia. Diviso in due parti collegate tra loro, ha qualche lentezza, ma per il resto è ben realizzato e interpretato. Ottimo S. Penn.