Il giovane cucciolo di leone Simba, figlio di Mufasa e principe delle Terre del Branco, vuole diventar presto un re. Ma suo zio brama il titolo per se stesso e non si fermerà davanti a nulla per ottenerlo. Con l'aiuto di una curiosa coppia di nuovi amici, Simba dovrà maturare e riprendere ciò che gli spetta.
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Inutile remake quasi scena su scena del capolavoro omonimo, ennesima operazione commerciale senza anima e senza cuore della Disney. Visivamente spettacolare, ma questo più di altri remake sembra assolutamente fasullo e posticcio: se in altri casi la scusa del remake era quella di girare un live action, che senso ha fare un remake in una CGI che imita gli animali veri di un cartone?
Per essere totalmente magnanimi con questo film bisogna dimenticarsi per un momento del suo soggetto, un capolavoro d'animazione targato Disney che venticinque anni addietro donava al cinema un nuovo classico. Ma non basta certo questo a salvare THE LION KING dall'oggettivo baratro delle mediocrità a cui appartiene, considerando che l'avanzatissima tecnologia digitale, nella riproduzione delle fattezze animali e delle ambientazioni naturalistiche, è la cosa migliore del film. Ci sarebbe anche qualcosa da dire sulla mancanza di originalità nell'applicazione di essa, visto e considerato che l'arretratezza tecnica e l'assenza di cotanto realismo non aveva impedito al cinema animato di far parlare gli animali o di renderli protagonisti. Questo fa pensare a cosa potrà sorprenderci da adesso in avanti ora che la perfezione digitale è stata raggiunta. In termini meno generali questo film per bambini è veramente troppo infantile, come si evince dalla banalità dei dialoghi: benché possa sembrare paradossale i film per bambini non devono essere assolutamente infantili, per svolgere il loro compito di formazione educativa. L'altra enorme pecca della pellicola è la sua incapacità di farsi favola: senza dilungarsi in esempi, dove c'è realismo non ci può essere magia, e qua non sembra esserci spazio per la fantasia, elemento che contraddistingue i racconti fantastici disegnati da zero. In conclusione, questa meraviglia ingegneristica proclama, per l'ennesima volta, Jon Favreau come una sorta di dirigente esecutivo Disney, che non perde l'occasione per divertirsi nel rendere possibile qualcosa che sarebbe stato impossibile riprendere con una telecamera. Nell'esorbitante produzione in serie di remake dei classici dell'animazione che si prospetta in futuro, questo film scansa la definizione di live action. Difficile capire se in maniera positiva o negativa.
Bisogna considerare questo film da un lato stupefacente, ci si chiede come si siano potute disegnare delle immagini che sembrano uscite da un documentario del National Geographic tanto sono realistiche. Eppure lo stesso realismo risulta purtroppo una lama a doppio taglio: a favore della spettacolarità delle immagini e della fotografia sono state sacrificate le espressioni dei personaggi e molti altri dettagli che facevano dell'originale cartone animato un film insostituibile. C'è da aggiungere che il realismo, per ovvie ragioni, non è portato fino in fondo nelle scene finali di combattimento e che ciò risulta straniante per un adulto, come del resto è straniante vedere due leoni, che non sembrano disegnati, parlare tra loro o addirittura cantare. Quello che ci si domanda è dunque: se è un film per bambini che bisogno ha di essere realistico? E se è un film per adulti perché dovrebbe essere realistico a metà?
Mi dispiace anche per il doppiaggio italiano che, stranamente, in alcuni punti non si può dire certo che sia ben realizzato.
Non amo lo zucchero e il latte alle ginocchia della Disney di oggi, non ho amato particolarmente neanche la "magia" del cartoon precedente, e non amo neanche i film di massa che tutti vanno a vedere disertando tutto il resto cfr. Le altre sale. La grafica è stupefacente sì ma sa di falso. Il film è bello ma senz'anima, non emoziona non commuove e le canzoni tradotte in italiano fanno sembrare Elisa la nipote di Orietta Berti, indigeste come dieci festival di Sanremo messi insieme. Tra referenti biblici (Erode) o epici (Penelope Vs. Odissea Vs. Omero) il personaggio più interessante mi pare la scimmia sapiente. Una sequenza quasi horror (il linciaggio di...spoiler) viene addomesticata (giustamente?!?) per non impressionare gli spettatori giovanissimi. Insomma uno spettacolo di massa che vince ma non convince
L'iperrealismo ammazza completamente la regia e l'espressività dei personaggi... :-/ Il film è una copia pari pari dell'originale di animazione, ma senza le parti più divertenti e le gag fisiche, che avrebbero stonato troppo su animali così realistici... Stesso discorso per le canzoni che sono state accorciate e ridimensionate nelle coreografie...
Anche il design ne risente: Zazu è inquietante, Pumbaa davvero brutto, le iene respingenti e difficili da distinguere tra loro...
Doppiaggio così così: bravi Ward e Popolizio, ma i talent sarebbe stato meglio non coinvolgerli anche nelle parti parlate...
In generale il problema maggiore resta la regia, che toglie totalmente la spettacolarità delle inquadrature del film animato, in favore di uno stile più documentaristico, con telecamera statica e grandangoli da lontano.
Bocciato: tenetevi stretto il film animato che è (e sarà) sempre un capolavoro immortale!