il servo regia di Joseph Losey Gran Bretagna 1963
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il servo (1963)

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locandina del film IL SERVO

Titolo Originale: THE SERVANT

RegiaJoseph Losey

InterpretiDirk Bogarde, James Fox, Sarah Miles, Wendy Craig, Catherine Lacey

Durata: h 1.56
NazionalitàGran Bretagna 1963
Generedrammatico
Al cinema nel Maggio 1963

•  Altri film di Joseph Losey

Trama del film Il servo

Preso a servizio dal giovane, ricco e nobile Tony Mounset, il cameriere Hugo Barrett intuisce la debole indole del suo nuovo padrone e non tarda a conquistarsi una posizione dominante, coinvolgendo nel gioco anche la propria amante Vera…

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Voto Visitatori:   8,75 / 10 (22 voti)8,75Grafico
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Voti e commenti su Il servo, 22 opinioni inserite

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Thorondir  @  18/06/2022 18:09:52
   8 / 10
Joseph Losey con "Il servo" prende a schiaffi l'alta borghesia degli anni '60, denunciandone l'inadeguatezza, la sfacciataggine, la viziosità e la prepotenza: e così la figura del "servo" diviene quella che scardina, che ribalta, che si inserisce nella casa altrui per impossessarsene e poi per ribaltare i ruoli con il borghese ricco. In che modo? Con le sue stesse tattiche: simulazione e dissimulazione, buon viso a cattivo gioco, inganno. Un film-manifesto di un'epoca che iniziava a sdoganare la classe medio-alta, quasi un'opera che sembra concettualmente anticipare il '68 (che pure in UK non ha avuto il ruolo assunto in altri paesi europei). Il tutto espresso con uno stile suadente e allo stesso tempo hitckcockiano, fatto di ombre, interni claustrofobici, primi piani e un bianco e nero adattissimo al tono del film.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  08/04/2021 23:56:02
   8 / 10
Uno schiaffo alla borghesia di Joseph Losey dove un "servo" penetra nella psiche del suo "padrone" fino a prenderne il posto.
Il tutto avviene con la giusta prudenza iniziale, il corretto servilismo e le dovute umiliazioni. Sono le donne a scatenare la situazione, l'erotismo palpabile e i giochi di specchi, tanto utilizzati.
Un film che forse ha bisogno di una seconda visione per essere meglio apprezzato.
Ottima sceneggiatura e grande prova di Bogarde.

david briar  @  13/04/2020 15:26:49
   10 / 10
Un capolavoro poco conosciuto di un regista semplicemente straordinario e spesso ingiustamente dimenticato.
Losey grazie alla sua maestria linguistica rende palpabile l'ambiguità di un rapporto servo/padrone in continuo ribaltamento, la debolezza inetta della classe borghese, incapace di essere indipendente, contro la persistenza e la resilienza della plebe, che ha gli strumenti per prendersi una rivincita proprio perché ha dovuto arrangiarsi da sé.
Fra specchi e distorsioni wellesiane, si tratta di un film modernissimo che ha evidentemente influenzato diversi film successivi, come "Il filo nascosto" e "Shining"(c'è una scena che Kubrick ha evidentemente ricalcato).
Consigliatissimo, obbligatorio da vedere...

looking-glass  @  06/05/2015 16:09:54
   8 / 10
Gioiello dal sapore teatrale che svolgendosi per lo più in interni riesce a catturare sempre l'interesse. Ottimo il modo in cui gradualmente si ribaltano i ruoli. Da notare l'omosessualità velata che accomuna il padrone e il servo da subito: un raffinatissimo e delicato gioco tra master e slave.

vieste84  @  20/10/2013 19:56:57
   7½ / 10
Dirk Bogarde è perfetto in questi ruoli che forse son tutti un po simili, se si pensa a La caduta degli dei, Il portiere di notte. Il film è perfetto dal punto di vista estetico con molti giochi con gli specchi. L'unica pecca che mi fa calare il voto è il personagigo di Vera, una donna non bellissima quanto sfacciata e antipatica nei suoi modi di fare, durante la visione mi stava proprio sulle palle........

Lory_noir  @  26/07/2013 02:33:07
   7½ / 10
Regia veramente brillante, fotografia ammaliante. Il soggetto è molto originale e moderno ma secondo me poteva essere raccontato in maniera più efficace.

lupin 3  @  12/05/2013 17:33:45
   7 / 10
sweetyy  @  29/04/2013 04:21:42
   8½ / 10
Magnifico e brillante opera di Losey con uno spettacolare Bogarde.

7219415  @  30/03/2013 00:20:07
   7½ / 10
Non male...ottima l'interpretazione di Bogarde

Gruppo COLLABORATORI Marco Iafrate  @  18/01/2013 19:39:53
   10 / 10
Spoiler presenti

La prima sequenza. L'arrivo di Hugo Barret nella casa vuota, totalmente priva di una sua personalità, il breve giro di ricognizione all'interno di essa, la figura dell'uomo, enigmatica ed allo stesso tempo inquietante, che si staglia sopra il corpo addormentato su una sdraio del padrone di casa Tony Mountset, dà immediatamente il senso di chi sarà il dominatore e chi il dominato. E' una sequenza da antologia del cinema.
Il ribaltamento dei ruoli è il tema dominante di questo straordinario film, una progressiva, inarrestabile appropriazione d'identità da parte del servo nei confronti del padrone. Losey ci accompagna all'interno di questo stravolgimento degli equilibri delle forze in campo e delle sue imprevedibili e disastrose conseguenze.
Barret viene assunto come domestico da Mountset il quale gli dà carta bianca per arredare la sua dimora abbandonata, durante questo percorso comincia ad emergere il fascino che il servo esercita nei confronti del suo padrone, la cosa viene evidenziata dall'ostilità che Susan (la fidanzata di Tony) dimostra da subito nei confronti del servo, una sottile gelosia si impossessa di lei. Condizionato da questo fascino , per Mountset inizia una lenta ma inesorabile perdita di potere su Barret, l'intrusione di Vera (presunta sorella di Hugo)nelle vesti di cameriera, accelera il processo di disfacimento fisico e morale di Tony, il quale, dopo esser stato sedotto dalla ragazza, subisce le conseguenze della scoperta di una verità fino a quel momento impensata. L'uomo, abbandonato anche da Susan e ormai alla deriva, manda via i suoi servi e rimane solo. L'incontro casuale(?) con Barret in un pub ed il suo ritorno nella casa di Tony, sanciscono la definitiva "vittoria" del servo sul padrone.
L'opera di invasione da parte di Hugo e Vera ai danni di Tony raggiunge il suo apice nel momento in cui i due si impossessano del suo bagno prima, e della sua camera da letto dopo, un incredulo Tony sorprende Vera avvolta soltanto da un asciugamano nel suo bagno, questo appropriarsi di uno spazio così intimo che dovrebbe appartenere soltanto a lui inizia a destabilizzare il padrone di casa, che non reagendo in maniera efficace apre le porte della seduzione alla ragazza che sempre più insistentemente lo circuisce, fino alla scena del bacio, in cui l'attrice Sarah Miles, pur non essendo bellissima, sfoggia tutta la sua sensualità. Tony è ormai un giocattolo nelle sue mani.
Nell'esatto momento in cui Mountset precipita nel precario labirinto del tradimento cedendo miserevolmente alle avance di Vera, l'ago della bilancia si sposta definitivamente a favore di Hugo, il padrone diventa schiavo del suo servo, al punto che Hugo inizia a giocare a carte scoperte, non ha più bisogno di mascherare il suo reale rapporto con la (sorella) Vera e si fa apertamente scoprire dal suo padrone mentre giace a letto con lei in un modo che non lascia spazio ad interpretazioni, i due sono amanti.
Il film si divide in due parti ben distinte, la prima (quella dell'intrusione) precede la cacciata di casa dei due "servi" da parte del "padrone", la seconda (quella della decadenza) segue al ritorno di Hugo nella casa, e qui si nota chiaramente un elemento fino a quel momento in parte occultato dal regista, quello dell'attrazione omosessuale tra Hugo e Tony, che sfocia in regressione verso l'infanzia con i giochi sulle scale e al nascondino.
Interessante è il ruolo che il regista attribuisce a Susan in tutta la vicenda, la donna appare subito come un elemento di disturbo nell'ascesa di Hugo. Indipendentemente dagli evidenti segnali di insubordinazione ( un giorno Hugo piomba nella stanza senza bussare sorprendendo Tony e Susan nella loro intimità) l'uomo fin dall'inizio sembra non godere delle simpatie della donna, la quale lo considera una minaccia e più di una volta fa emergere la distanza che deve essere mantenuta tra la classe dominante e quella sfruttata assumendo un atteggiamento totalmente autoritario, rimarcando i conflitti sociali molto in voga nel Regno Unito agli inizi degli anni Sessanta, acquista quindi ancora più valore l'umiliazione che subisce la donna dopo l'orgia finale organizzata in casa da Hugo.
La bellezza della fotografia eleva il film ad autentico capolavoro, il gioco di luci ed ombre conferisce agli angoli della casa e ai personaggi che la popolano un'identità propria, come se il grado di luminosità dovesse stabilire i ruoli. Notevole l'interpretazione di tutti gli attori. Vedere per credere.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  07/01/2013 14:59:29
   8 / 10
Sceneggiatura brillante e incredibilmente dissacrante nei confronti del costume borghese unita ad una regia pressoché perfetta. Il Servo è quello che si potrebbe dire un film perfetto, di rara efficacia e intelligenza: pensavo si limitasse a ribaltare il ruolo servo-padrone e visto che ci troviamo in Inghilterra agli inizi dei '60 mi sarebbe bastato per considerarlo un lavoro geniale, invece no: si scava più a fondo, è un continuo degrado fino all'orgia finale (possibile che alcuni dei più grandi film sui costumi dell'epoca debbano concludersi con un'orgia, Dolce Vita compreso?).
Interpretazioni ottime ma spicca Bogarde. Si fatica inizialmente ad entrare nell'ottica della vicenda ma una volta capito dove Losey vuole andare a parare tutto si fa più interessane. E state tranquilli che comunque repentini cambiamenti tanto improvvisi quanto inaspettati ve ne saranno, eccome...

Crimson  @  11/06/2012 13:44:06
   9 / 10
Lo voglia o no, non sfugge alla sua sorte:
la schiavitù sessuale è la più forte.
Dice: "Non riconosco né vangeli né codici".
Il mondo è suo dominio incontrastato.
Dice: "Chi vede donna è già spacciato
e intorno a me non ne voglio vedere".
Parli pur finché vuole, ci ricasca:
è appena scesa notte, e già cavalca.
(Bertolt Brecht)

Nell'anno in cui Mario Bava nei 'Tre volti della paura' eleva la "goccia d'acqua" al fastidioso, incessante elemento di graduale ma implacabile senso di un orrore in divenire, Losey utilizza lo stesso escamotage per rappresentare l'incombere del rovesciamento della logica borghese: ognuno è schiavo di qualcosa, persino il padrone sotto un'altra prospettiva può divenire tale.
Hugo sovverte la forma di potere costituita sul "tutto è dovuto" aggredendola ferocemente alla gola della propria debolezza e instillandone una nuova.
Magistrali gli specchi deformanti, le allusioni sessuali, la claustrofobia di interni ossessivi e soffocanti.
La casa è parte integrante di questa rivoluzione domestica: attesta lo sgretolamento della coppia borghese e la formazione di nuovi scabrosi equilibri.
In ogni ribaltamento della logica è insita una deflagrazione perversa e affascinante.
Susan stessa è trascinata da questa duplice identità dell'inesplicabile che si manifesta sulla sua pusillanimità.
Se Hugo è la mente, Vera è il corpo della trasformazione.
Tony, agonizzante, la vittima della "rivoluzione", priva degli strumenti per identificarsi e dunque reagire nel Nuovo Ordine.

2 risposte al commento
Ultima risposta 20/06/2012 19.34.41
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Gabo Viola  @  28/10/2011 13:44:27
   10 / 10
Dirk Bogarde è uno dei miei attori preferiti. Qui all' apice della sua forma.

Invia una mail all'autore del commento Steppenwolf  @  04/12/2010 09:14:57
   9 / 10
Riporto in spoiler il commento di questo CAPOLAVORO, limitandomi in questo spazio ad elogiare le performance strabilianti di Dirk Bogarde e quella validissima di James Fox.

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3 risposte al commento
Ultima risposta 17/02/2011 22.57.44
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edmond90  @  25/03/2010 21:10:23
   10 / 10
Un film pazzesco.Losey sforna un saggio magistrale sul ribaltamento dei ruoli,sul rapporto servo-padrone,coadiuvato dalla maestosa prova di Bogarde e da una fotografia che ha pochi eguali.Regia formidabile,ricca di virtuosismi di ogni genere,tanto che quasi ogni scena è da antologia.Sicuramente uno dei più grandi film dei'60.

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gaffe  @  24/11/2009 01:55:49
   10 / 10
Non voglio fare il maestrino parlando sul decadimento morale della borghesia bla,bla,bla dico soltanto che è un film da vedere assolutamente.
Ambientazione wildiana,ottima fotografia,giochi di chiaroscuri e di specchi,musica excellent
Vedetelo

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  31/05/2009 22:30:21
   9 / 10
Questo film è un gioello. Un raffinato gioco di ribaltamento dei ruoli tra servo e padrone dove i personaggi sono costruiti alla perfezione grazie a dei dialoghi pungenti e brillanti. Molto teatrale l'impostazione e girato quasi tutto in interni, ma il fascino dell'intreccio tra i vari personaggi è talmente forte da evitare qualsiasi pesantezza.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  10/05/2009 23:45:05
   9 / 10
Il Servo di Losey ha il raro dono di rappresentare un punto di vista astratto in maniera molto concreta. Il film, infatti, mette in scena la tesi che chi detiene un potere o un comando su qualcun altro, può vedere questo suo privilegio svuotato di ogni causa teorica o effetto pratico e addirittura può vederselo rovesciato contro. Inoltre si afferma la vera natura del potere, la quale non deriva da usi o norme codificate o dalla nascita in determinati ceti, ma dalla spregiudicatezza e dalla capacità che può avere una singola persona.
Gli agganci con la realtà storica dell’Inghilterra inizi anni ’60 sono evidenti. Era il periodo in cui la classe proletaria alzava la testa e reclamava la sua parte nella conduzione politica ed economica, e in cui il declino dell’aristocrazia era ormai irreversibile.
Partendo da questo presupposto, Losey/Pinter creano una storia avvincente e che rimane impressa. Un giovane aristocratico inglese assume un cameriere, un “servo” personale, il quale piano piano prende le redini della casa ed entra così a fondo nella vita del suo padrone da tenerlo praticamente in pugno. E’ una trasformazione lenta, uno sfumare dei ruoli, che alla fine diventano chiari ed evidenti, quasi brutali. All’efficacia della storia contribuisce in maniera determinante la splendida tecnica filmica (soprattutto la scenografia, poi la progressione scenica che segue un filo ideologico più che un filo narrativo, infine la splendida fotografia in bianco e nero che sfrutta mirabilmente le ombre e le luci).
L’intento ideologico del film viene rivelato dal modo con cui vengono presentati i personaggi. Le loro storie, il loro passato non interessano, interessa solo quello che può servire alla storia. Questo è chiaro soprattutto nella figura del “servo” Barrett, interpretato magnificamente da Dirk Bogarde. Da dove viene? Da che famiglia? Che storia ha alle spalle? Non si sa, non viene detto, non interessa. Perché cerca di ingannare il padrone? Per soldi? Per semplice brama di potere? Che fine si propone? Non viene spiegato, rimane un mistero. In fondo sta allo spettatore trarre le conseguenze ideologiche di quello che vede. Il carattere di Barrett rimane comunque piuttosto criptico, un po’ come tutti i caratteri fatali e distruttivi (in genere femminili) che popolano i film di Losey.
Il personaggio del padrone (Tony) è invece più sviluppato e chiaro. Viene presentato come uno che non sa combinare niente di concreto e di pratico, parole parole e basta. In qualche maniera assomiglia al personaggio di Oblomov di Goncarov. C’è qualcosa che lo tira di continuo a stordirsi con alcool, droghe e sesso, una sirena che lo porta all’autodistruzione. La sua ragazza tenta di tirarlo fuori ma chi la spunta è sempre Barrett, il quale conosce benissimo la vera essenza del suo padrone e finisce per averla vinta. La cosa peggiore è il fatto che Tony è consapevole degli inganni e dei raggiri, eppure finisce per farsi di nuovo abbindolare e illudere, addirittura in maniera scoperta, tanto è così debole la sua volontà e forte la sua passività. In effetti a volte meraviglia la facilità con cui si fa ingannare, tanto da sembrare inverosimile. Anche lui diventa quindi un personaggio-rappresentante più che una persona realistica.
Alla fine vengono alla luce i complicati grovigli psicologici che legano il padrone e il servo, quasi una decadenza morale da Basso Impero Romano fatta di orge, sesso, perversione. Il declino dell’Aristocrazia inglese si è ormai compiuto a tutti gli effetti.
In questo film si vede molto bene anche il tipico modo con cui viene rappresentata l’omosessualità nei film pre-anni ’70. I protagonisti maschili usano le donne solo per sfogare voglie fisiche. Se hanno un legame lo intendono come costume sociale e sentono a volte questo legame come un peso o una costrizione. La loro anima, la loro interiorità, la loro passione la riservano solo ad un amico/compagno di sesso maschile. Non possono vivere senza un fortissimo legame con un altro uomo.

lucadf  @  27/10/2008 12:29:17
   7½ / 10
Mi limito a dire che il film è veramente ben realizzato ed interpretato. E se lo si confronta con il periodo storico lo è anche di più. Io ho avuto modo di vederlo in una rassegna. Consigliato.

Simmetria84  @  12/07/2008 00:05:43
   9½ / 10
A mio parere il più completo film di Losey, morboso e ambiguo gioco tra ranghi sociali impersonificati che si rincorrono in un evoluzione di equilibri e squilibri, il tutto porta a un ironico quanto paradossale e inaspettato ribaltamento dei ruoli, ma è sola un illusione, la realtà è diversa e li incatena entrambi in un guscio di di decadenza e in una spirale lontana dal mondo.

Impeccabile la scena del gioco del nascondino. Il genio del film sta nell'aver gestito la cosa come se fosse un giallo/thriller.

Consigliatissimo

Invia una mail all'autore del commento wega  @  08/04/2008 00:22:23
   10 / 10
Questo film di Losey è un capolavoro assoluto, che autore questo regista.
Si tratta di un seducente gioco, eterosessuale o omosessuale non si capisce, di scambio dei ruoli sociali e privati, una pellicola di una raffinatezza rara con dei continui, erotici movimenti di macchina ma che non scadono mai nell'esercizio stilistico.
Vanta di una sceneggiatura perfetta che non ci fa quasi accorgere dello scambio, pochi sono i film che ti trasmettono queste sensazioni così genuine e viscerali, una pellicola che incute ansia, tensione come nei migliori thriller ed horror, in una trama che a conti fatti non succede mai nulla di così pericoloso. Se a "Rashomon" spetta il primato della pioggia più bella di tutti i tempi, a "Il servo" spetta senz'altro quello della caduta di neve, una fotografia impossibile da descrivere, lo dico spesso ma questa rientra per davvero tra i cinque B/N migliori di sempre, interni barocchi per sfociare nel climax enfatizzato dal taglio espressionista che caratterizza tutti gli ultimi 20 minuti di pellicola, dove gli umiliati saranno gli umiliatori e viceversa. Losey non spreca un foglio dello script, tanti sono gli elementi a disposizione, gioca con i silenzi, con gli sguardi, con gli squilli del telefono, il lavandino che gocciola, spesso servo e padrone sono vestiti così in maniera similare da distinguerli per il colore dei capelli.
Ottima e fondamentale interpretazione di Bogarde nell'ambiguo maggiordomo, splendida e sensualissima Sarah Miles nella parte della pedina decisiva ai fini del gioco.



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Ultima risposta 15/11/2008 19.49.25
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  01/10/2006 21:46:36
   9½ / 10
Consiglio a tutti il testo di Maughan, visto che questo è uno dei (raramente riusciti) matrimoni tra letteratura e cinema, e cosa ancor piu' straordinaria, il film di Losey supera per intensità anche l'ottimo romanzo dell'autore originale.
Siamo di fronte a una delle piu' affascinanti metafore dell'aberrazione dell'uomo su un suo simile, che attinge pienamente alla velata (ma neppure troppo) omosessualità del tema, grazie a due attori straordinari e un regista di raro talento, e un sceneggiatore come Ibsen, praticamente un casting di persone dichiaratamente omosessuali nella vita reale.
Lasciando da parte queste notizie da gossip scandalistico (che non dovrebbero si spera scandalizzare piu' nessuno), l'interpretazione di Bogarde, col gessato e l'aria inquietante, mette ancora addosso i brividi.
La fragilità di Fox esprime il bisogno estremo di vivere una dimensione recidiva, traviato dal nemico/amico per il quale egli prova disprezzo ma anche riconoscenza cfr. il classico tema del pericolo dal quale siamo respinti, sedotti e infine ancora attirati.
Curiosità postilla: nel 1970 lo stesso Fox interpreto' un film di Roeg, "performance", una variazione freak dell'opera di Maughan, e il ruolo principale era di Mick Jagger.
Riuscite a immaginare personaggi piu' distanti fra loro dell'aristocratico Bogarde e del "maledetto" Mick? Eppure anche quel film funzionava, per la sua eccentricità e oggi è un cult.
"Il servo" è forse il capolavoro della coppia Ibsen-Losey, e consiglio vivamente di recuperare altri film di questo straordinario regista, soprattutto "Messaggero d'amore", anch'esso affine al suo nobile referente letterario

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Ultima risposta 05/04/2008 19.44.28
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