i misteri di shanghai (1941)

Tenendo fede al titolo, il film di Josef von Sternberg finisce nel mistero, portandosi dietro le insidie di un microcosmo popolato da personaggi equivoci, divorati dall'odio e dal cinismo.
Il cast mantiene fede della propria fama, la regia è scaltra nel presentare fatti e personaggi rendendoli tutt'altro che ordinari e la narrazione procede in maniera flemmatica ma capace di mantenere un'aura cupa per tutto il tempo.
Un film che non mi ha entusiasmato eccessivamente ma a cui riconosco un certo coraggio e un fascino evidente.

Un melodrammone barocco e affascinante in pieno stile Von Sternberg in cui arrivismo, vendetta ed opportunismo popolano i bassifondi di una Shangai tentacolare. Il plot in sé sembra uscito da una soap opera moderna e non è quindi poi questo granchè, tuttavia i personaggi pulsano - a seconda - ardentemente di vita e di morte, la fotografia appesantisce i toni fino a renderli equivoci al massimo, i protagonisti hanno sempre qualcosa da nascondere e sono pensati per andare in scena e rubare l'attenzione al primo sguardo ( e se alla Tieney basta il suo viso gentile la Munson di contro sfoggia pettinature azzardate che sono uno spettacolo nello spettacolo ). E' Cinema come non se ne fa più, fascinoso e visionario, da custodire gelosamente nonostante non sia certo esente da pecche.

Il film comincia e finisce con la stessa immagine, quella del tavolo da gioco, dove le vite di tanti giocatori d'azzardo si arricchiscono e soprattutto si rovinano.
I protagonisti, inizialmente hanno la loro storia, che con il passare del tempo si interseca con quella di altri "giocatori" fino ai colpi di scena finali.
Un buon film, sicuramente avanti coi tempi, tocca infatti argomenti delicati per l'epoca e poco affrontati in sala.
Coraggioso e affascinante.

Coinvolgente melodramma giocato soprattutto sulla vendetta, ma anche su altri sentimenti e passioni che pare quasi una discesa all' inferno come ha scritto qualcuno nel rappresentare il mondo del gioco d' azzardo.

Melodramma esotico, tipico di Von Sternberg.
Il regista tedesco, andato con Marlene Dietrich negli stati Uniti negli anni '30, tra mille difficoltà sforna questo film, insolito e avanti con i tempi.

Uscito l'anno prima di "CASABLANCA" di Curtiz, sembra anticiparlo sotto moltissimi aspetti, a tratti sembra quasi lo stesso film, con le dovute differenze.
Il mondo di corruzione (gioco d'azzardo, Droga) è dipindo da Von Sternberg, con molta lucidità, tanto che allora fece tantissimo scalpore. E naturalmente non ebbe successo.

Però oggi andrebbe visto. Le opere di Von Sternberg come questa e sopratutto come la successiva , addirittura migliore, "L'isola della donna contesa" sono indimenticabili e forse incredibili per l'epoca.