i cancelli del cielo regia di Michael Cimino USA 1980
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i cancelli del cielo (1980)

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locandina del film I CANCELLI DEL CIELO

Titolo Originale: HEAVEN'S GATE

RegiaMichael Cimino

InterpretiJeff Bridges, Isabelle Huppert, Christopher Walken, Kris Kristofferson

Durata: h 2.36
NazionalitàUSA 1980
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1980

•  Altri film di Michael Cimino

Trama del film I cancelli del cielo

Siamo nella contea di Johnson, nello Wyoming, verso la fine del secolo scorso. I grandi allevatori sono in guerra contro gli immigrati dall'Europa dell'Est, che reclamano la terra che è stata loro promessa. I contadini sono difesi dallo sceriffo Averill, mentre gli allevatori hanno come legale un amico di gioventù dello stesso Averill, Billy Irvine. Lo sceriffo riesce a organizzare militarmente gli immigrati e ad affrontare finalmente lo squadrone dei killer pagati dagli allevatori in una sorta di battaglia campale.

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Voto Visitatori:   7,98 / 10 (30 voti)7,98Grafico
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Voti e commenti su I cancelli del cielo, 30 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Boromir  @  07/04/2024 13:59:47
   7½ / 10
I cancelli del cielo è un film epico, un melodramma d'amore e politica, un western decostruito con connotati di film bellico e d'assedio. Nella pellicola che ha sancito la fine della New Hollywood e la caduta dell'impero dei registi-autori, Michael Cimino insegue le orme delle grandi epopee di Griffith, Ford e Visconti, mettendo tutto lo scibile umano nella medesima storia: balletto di morte e pallottole tra i cieli e la natura lussureggiante del Wyoming di fine Ottocento, la rotta di collisione tra vorace capitalismo e immigrazione, l'elegia del mito della frontiera e delle amicizie virili, la civilizzazione che sfregia i paesaggi dipinti da Zsigmond, pantagrueliche scene di folle e danze scandite dal plurilinguismo in luogo del senso di collettività... Certo, ci sono più di un inciampo nel ritmo, l'ininfluente presenza di John Hurt e un triangolo amoroso talvolta in odore di soap, ma la vasta scala dell'ultimo atto, l'evanescenza malickiana dell'immagine e il rude romanticismo attoriale di Kristofferson e Walken sono davvero energici. Un film fallito o quantomeno incompiuto? Probabile: ma tanto di cappello per averci provato.

Evarg Nori  @  13/09/2023 20:58:45
   8½ / 10
Cimino(anche sceneggiatore) replica la formula di "Il cacciatore" (dalle tematiche come perdita dell'innocenza e disgregazione dei valori alla megalomania sul set nella certezza di poter fare tutto senza porsi limiti di sorta)per narrare(e distruggere)il mito della Frontiera tracciando un ritratto desolante dell'America nascente già corrotta e basata sul sopruso per profitto ad ogni costo,dove i potenti sfruttano e calpestano sottoposti e poveri e il singolo che non si piega è inghiottito e destinato alla tragedia.Travagliatissimo nella lavorazione,oltre a floppare tragicamente al botteghino(decretò il fallimento della United Artists fondata da Chaplin e Griffith con meno di due milioni di incasso contro i 44 del budget,lievitato a dismisura dai 7 e mezzo di partenza)la critica lo stroncò senza pietà condannando in primis il ferocissimo attacco all'american dream e al capitalismo(con l'imminente arrivo del reaganesimo).E la carriera di Cimino subì un brusco d'arresto da cui non si sarebbe mai più ripresa totalmente.Negli anni era destino che diventasse uno dei film maledetti per eccellenza,e ha giustamente ottenuto la rivalutazione che merita,anche se è ben lungi dalla perfezione.Se la versione originale(325',che si sperava avrebbero rieditato dopo la scomparsa del regista ma nisba)doveva esserlo senza dubbio,la sedicente director's cut odierna(219' poi ridotti a 216' dallo stesso Cimino per l'uscita a Venezia nel 2012)presenta numerosi squilibri sia nella storia che nei personaggi.Prevalgono troppo i tempi dilatati,le sequenze d'azione risentono dei drastici ridimensionamenti e il finale è quantomai posticcio e sbrigativo.Ma allo stesso tempo è impossibile non ammirarne la magniloquenza e il senso di tragedia epica,forse persino più dirompente che nel precedente film del regista.Visivamente monumentale:sbalorditiva la messa in scena della vita dell'epoca sempre all'insegna di caos e frenesia travolgente,con i quasi onnipresenti fumo e polvere che avvolgono tutto e tutti rinforzando ulteriormente l'aura funesta della vicenda.E le sequenze di ballo(il valzer nel prologo e la pattinata nel tendone "Heaven's Gate")sono autentici pezzi di cinema,le gemme più splendenti di quello che al pari delle pellicole di Von Stroheim,è il frammento di un capolavoro che non vedremo mai.Eccellente fotografia di Vilmos Zsigmond.Il semi esordiente Mickey Rourke interpreta Nick Ray.Willem Dafoe(al suo debutto) e Sam Peckinpah erano rispettivamente Willy e un boia,ma le loro scene sono state totalmente espunte dalle versioni correnti(e pare che Dafoe venne addirittura licenziato da Cimino per averlo irritato ridendo a una barzelletta sul set).

Gruppo COLLABORATORI Harpo  @  15/12/2022 14:13:20
   9 / 10
Per la cronaca, il commento si riferisce alla Director's Cut di 3 ore e 30, l'unica edizione che dovrebbe essere vista. "I cancelli del cielo" è un capolavoro iconico, il cui fallimento commerciale e critico era facilmente prevedibile. Suo malgrado, Cimino pone fine, con la sua voce potente, ad una stagione gloriosa (probabilmente la migliore della storia di Hollywood), demitizzandone gli aspetti fondanti e costitutivi ed evidenziando come gli Stati Uniti siano nati sulla violenza e sull'odio. Se con Il Cacciatore" era concesso parlare con voce critica di una ferita che ancora non si era rimarginata, ne "I cancelli del cielo" si va alle origini stesse di quell'agglomerato di contraddizioni che sono alle basi dello stato americano, smontandone completamente il mito.

Manticora  @  19/01/2021 20:30:10
   8 / 10
Sicuramente oltre ad essere il film più ambizioso di Cimino i Cancelli del Cielo è anche il più incompreso. Non mi dilungherò sulle problematiche che hanno portato la pellicola ad essere un clamoroso flop commerciale e critico. Penso semplicemente che all'epoca il film arrivò in un contesto in cui la critica al mito della frontiera americana e del farsi da sè rappresentò un atto d'accusa verso la nascita di una nazione che si reggeva su sfruttamento, oppressione, violenza e razzismo. Il film certo non ha una narrazione facile, la prima parte della laurea a Cambridge dura parecchio ma è necessaria per introdurre i personaggi. Sia il protagonista Kristofferson che John Hurt, anche se il secondo alla fine rimarrà una mera comparsa

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Comunque il salto temporale arriva alla fine del secolo nel 1890 alla fine del mito della frontiera e alle migrazioni di massa che portano immigrati poveri e disperati ad occupare le terre invase dal bestiame. Nella parte centrale purtroppo il film perde ritmo e Cimino si concentra forse troppo sulla storia d'amore tra Isabelle Huppert, giovanissima e Averill. L'incomodo è dato da Christopher Walken spasimante della ragazza che è comunque senza timore e disinibita d'altronde è prima di tutto una prostituta, che però accettando i pagamenti in bestiame per le sue grazie e di quelle delle sue compagne incita i coloni immigrati a rubare capi di bestiame. Indubbiamente la regia di Cimino è solida, nonostante le a volte troppe parentesi il regista costruisce le inquadrature in maniera sublime, senza troppi fronzoli e gestendo anche grazie alla luce naturale i maestosi paesaggi che più di una volta sembrano costituire dei quadri in movimento. Il finale con lo scontro campale tra i coloni e i killer dell'associazione degli allevatori rappresenta lo spartiacque tra ricchi e poveri che sono disposti a massacrarsi a vicenda pur di sopravvivere a scapito dell'altro. Non c'è eroismo, redenzione o happy and

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Oltretutto anche Averill

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Infine c'è l'ultimo stacco temporale che ci porta a vedere un Averill invecchiato che vive nel lusso ma in una sorta di esilio dorato sopra una nave personale, con la vecchia fiamma dell'università. Bello l'intermezzo della musica che ogni tanto fà capolino, il Danubio Blu di Strauss risuona come main theme. In definitiva un film che nei suoi alti e bassi rappresenta comunque la magnifica visione di un regista outsider che i ha aimè lasciato.

VincVega  @  10/04/2020 14:51:03
   9 / 10
"I Cancelli del Cielo" è senza dubbio un'opera problematica. L'eccessiva ambizione, la durata titanica, la gestione del budget imperioso sforato da Cimino arrivato a 44 milioni di dollari (da una base di partenza di 8 e mezzo) nel 1980, che è un'enormità (con l'inflazione oggi sarebbe costato come un cinecomic, tipo "Avengers" e roba del genere). Cimino ha avuto le sue colpe, ma la mazzata gliel'hanno data la critica e i giornali, uccidendo difatti un "Signor Film", decretandone un ingiusto insuccesso commerciale ed il fallimento della "United Artist", poi acquisita dalla Metro-Goldwyn-Mayer. Il coraggio del regista di andare contro la sua stessa nazione non ha evidentemente fatto simpatie nella critica statunitense, bigotta e ipocrita nel boicottare la visione personale di una società tutt'altro che florida moralmente. Cimino distrugge il "Sogno Americano" e secondo voi è possibile in uno stato come gli U.S.A. una cosa del genere? Cimino con questo film smentisce un'altra nomea che ha avuto nella sua carriera, ovvero di essere un fascista e nazionalista. Evidentemente chi lo dice non ha mai visto "Heaven's Gate".

Ma come si può non ammirare il prologo sfarzoso e felice di una gioventù piena di speranze, sequenza che fa da contrasto con la realtà amara dell'arrivo all'età adulta. L'età adulta è anche il tempo delle decisioni importanti ed i due amici prenderanno strade diverse, uno con gli immigrati, l'altro con i proprietari terrieri. Scoppierà la "Johnson County War" nel Wyoming. In mezzo il triangolo Averill-Ella-Champion, con le sue contraddizioni e le scelte che comprometteranno le loro vite per sempre.

Il livello tecnico è assurdo. Regia, fotografia, scenografia, colonna sonora. Una messa in scena straordinaria e uno spettacolo mai visto. E non m'importa se Cimino si prende il suo tempo per mostrare quello che succede, dopotutto lo capisco. Se ha fatto spendere tutti quei soldi, a questo punto perchè non farcelo vedere il più possibile? Calarsi nell'atmosfera del film non è facile, ma chi ci riuscirà sarà ripagato con momenti drammaticamente emozionanti. Cast memorabile: Kris Kristofferson, John Hurt, Isabelle Huppert, Jeff Bridges, Sam Waterston, ma il migliore è un grande Christopher Walken. In piccoli ruoli ci sono anche il Terry O'Quinn di Lost ed un giovanissimo Michey Rourke.

Scandalosamente la pellicola sarà nominata ai Razzie Awards e il regista vincerà il premio per peggior regia. Una vergogna senza eguali. Cimino era un megalomane? Si, ma anche coraggioso e appassionato, riusciva a fare Cinema con la "C" maiuscoola. "Heaven's Gate" è arte, che può piacere o meno, ma Cimino ha cercato di dire qualcosa e a mio avviso ci è riuscito. Non è un caso che in Europa la pellicola è molto più apprezzata, invece dall'altra parte del mondo si preferisce idolatrare i cinecomic Marvel. Misteri del cinema. 

Dopo tanti anni me lo sono rivisto nella versione di più di 3 ore e mezza in lingua originale con sottotitoli. Il mio consiglio è di prendersi una giornata (o serata) per vederlo, vale la pena. Una volta pensavo che "Heaven's Gate" fosse un bel film (forse avevo visto la versione tagliata), ora credo sia un (mezzo) capolavoro.

marcogiannelli  @  28/02/2020 09:01:43
   8½ / 10
Il film maledetto. Il film che ha ammazzato la carriera di Cimino come grande regista della Hollywood che conta e la United Artists. E per molti ha ucciso la New Hollywood.
Solo due anni prima Cimino si era mangiato gli Oscar vincendo i premi principali per "Il Cacciatore". Passerà da un successo incredibile ad un flop inatteso nel giro di un niente.
Io ho visto la Director'S Cut (credo sia necessario specificarlo visto che esistono più versioni).
La cosa che fatico a capire è come sia potuto succedere che un film meraviglioso come questo sia stato così tanto snobbato in un periodo in cui questo genere di pellicola era usuale sia per durata che per genere.
Heaven's Gate è attualissimo. C'è tutto: l'immigrazione, la paura del diverso, l'America fondata sulla violenza, la donna libera, i leader forti e tantissimi altri temi.
Perché questo film racconta la morte del sogno americano.
Gli attori sono in parte e funzionano bene, per quanto comunque si parli di un film corale. Si empatizza facilmente con le figure della bassa società e con i nostri protagonisti.
La sceneggiatura è originale, molto sincera e sentita da parte dell'autore.
E' forse l'intreccio amoroso che porta avanti il film per la prima parte in cui conosciamo la situazione nella contea.
La regia per me è sensazionale. Le inquadrature sono tutte studiatissime (e diciamo che il costo è lievitato per questo).
Il ritmo è lento e riflessivo sino a mezz'ora dal termine. Cimino si vuole prendere tutto il tempo (giustamente) per raccontare la sua storia, l'America per come la vede lui.
Bellissime alcune scene di massa in cui si sente tutta la presenza di tante persone che fanno....delle cose. SI avverte il messaggio "Oh, gli americani sono tanti e hanno tantissimi bisogni, ma anche i coloni non scherzano." E poi c'è quel senso di cinema d'altri tempi in cui tante persone combattono, marciano, ballano.
Il montaggio è favoloso, basta pensare per esempio alla scena finale.
Così è grandiosa questa fotografia che dà un senso di polveroso alla scena e che esalta i luoghi e i volti.
Capisco che ci si possa avvicinare con una certa idea, ma I Cancelli del Cielo è una grandissima opera di un grandissimo autore a cui dobbiamo chiedere solo scusa.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  29/01/2019 19:46:03
   7 / 10
Per chi è poco avvezzo ad un certo tipo di cinema rischia di essere un mattone incredibile a causa di una prolissità esasperata in alcuni frangenti, anche se mai fine a sè stessa. Tuttavia neanche il più accanito dei detrattori non può che rimanere sbalordito di fronte a tanta maestosità (non solo visiva).

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Ultima risposta 29/01/2019 20.42.32
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daniele64  @  16/02/2015 10:58:19
   8 / 10
Questa pellicola costruita con grande abbondanza di uomini e di mezzi , è passata alla storia per aver affossato la United Artists , ed è un vero peccato che sia così , perchè ha parecchi meriti . Prima di tutto una straordinaria interpretazione corale di un grandioso cast ( Kristoffersson , Walken , Huppert , Bridges , Hurt e Waterston ) , poi si vede che Cimino ci sa fare con la macchina da presa , con movimenti ed inquadrature eccellenti . La bella colonna sonora , una grande fotografia ed i sontuosi paesaggi del Wyoming fanno il resto . Però questo film ha pure dei limiti : innanzitutto la durata veramente eccessiva ( l'ho visto nella versione integrale ) e l'esagerata lentezza di alcune parti sono tali da far apparire Leone un autore di cortometraggi in fast motion . La parte centrale è davvero troppo lenta e non è tutta strettamente indispensabile allo sviluppo della trama . Per finire c'è da ricordare che il film narra una storia vera e questo può aver contribuito al suo scarso successo commerciale , visto che agli Americani , notoriamente sciovinisti , avrà fatto poco piacere vedere svelate certe vicende della loro storia di cui andare poco fieri . Comunque per me resta un gran bel film , ma un capolavoro incompiuto .

Invia una mail all'autore del commento franx  @  14/02/2015 23:05:00
   4 / 10
Una cavolata normale dura un tot, ma per farla doppia basta raddoppiare il tempo per scena.
Un cast di attori imponente, ma impotente, una storia che in pratica viene sminuita da una lentezza esasperante condita con il soffermarsi inutile su dettagli e particolari che viene da chiedersi se sia nato un altro film nel film, brutto pure quello.
Cimino toppò proprio alla grande, non sapevo che avesse rischiato di mandare a donnine la United Artists e scusate se è poco, ma i motivi mi appaiono chiarissimi.
Forse un'occasione mancata, visti i temi trattati, peccato.
Interessante l'articolo di Wikipedia.

Dick  @  23/01/2015 12:30:50
   8 / 10
Costato un botto per quegli anni, incassò purtroppo pochissimo e viene definito idealmente come la fine della new hollywood anche se qualche altra pellicola dell' onda di quell' epoca è comunque uscita.
Visivamente spettacolare con Cimino che come scritto elogia e demistifica senza pietà il mito della frontiera costruito sul sangue.
Il triangolo amoroso non è che mi ha coinvolto più di tanto e quindi anche per questo non è che mi sia piaciutissimo. Però è proprio un bel film!
Purtroppo la versione lunga passa solo su Furio orario la notte ogni tanto!

DogDayAfternoon  @  03/01/2014 21:09:57
   7½ / 10
Francamente non mi spiego proprio come possa un film così ad avere contribuito al fallimento di una casa cinematografica. Sicuramente non siamo ai livelli de "Il cacciatore", ma anche qui regia e attori sono eccezionali, pure l'ossatura della trama è molto interessante...peccato che Cimino cada ancora nel vizio (in cui era già incappato nella prima parte de "Il cacciatore") di dilungarsi eccessivamente nelle scene di contorno, in particolari a volte insignificanti, lungaggini che inevitabilmente dal punto di vista commerciale possono poi far pagare un prezzo salatissimo. Ora io non so se il film sia stato fatto diventare volutamente un fiasco per l'evidente posizione anti americana, ma sinceramente non posso trovare nessun'altra spiegazione soprattutto alla scarsa affluenza di pubblico dato che "I cancelli del cielo" viene subito dopo il pluripremiato e celeberrimo "Il cacciatore", motivo per il quale se fossi stato vivo all'epoca sarei andato a vederlo a scatola chiusa.

C'è anche da dire che io ho visto la versione da due ore e mezza, ho letto che la prima versione fatta uscire nelle sale durava un'ora in più e quindi già posso immaginare quanto più pesante possa essere risultata la prima versione...ma di certo questo non può giustificare il triste destino di questo film, assolutamente da rivalutare (ahimè troppo tardi).

Ps: non avevo mai fatto caso alla somiglianza tra Christoph Waltz e Kris Kristofferson!

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Ultima risposta 23/01/2015 12.31.56
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  20/08/2012 15:47:01
   10 / 10
Ho a casa un orologio a muro che è fermo da, credo, una settimana e mezzo all'ora 12:30 spaccate. Non so perché non lo faccio aggiustare ma di certo non è la pigrizia, solo vederlo cosi immobile mi da un'idea strana. Vedere segnare un'orario del genere quando è già passato da un pezzo o quando deve ancora arrivare, che sia PM o AM a mia scelta, mi rassicura quasi in un certo senso, e allora lo lascio cosi com'è.

Ora che ci penso (sto mentendo, in realtà ci ho ragionato un bel pò prima di scriverlo nel commento) quell'orologio si è fermato dopo che ho visto per la prima e unica volta Heaven's Gate, la versione integrale (o almeno cosi dicono) di tre ore e mezzo vista da pochi (?) privilegiati. Ma non è una metafora, davvero le lancette si son fermate e davvero io non voglio toccarlo come se a rimetterlo a posto il tempo, inesorabilmente, me la farà pagare con tutti gli interessi di questo mondo. Centra in questi pensieri, inconsciamente (me ne rendo conto adesso) proprio la visione di quest'opera colossale sul tempo, sulla memoria, sul rimpianto.
Storia.
Storie.
Ma di quelle che nessuno vuole raccontare perché fanno male, perché ci ricordano quanto gli errori dei padri ricadano sui figli e quanto il tempo sia tiranno se non sappiamo cogliere al volo le occasioni...

Heaven's Gate condivide con C'era una volta in America di Leone la riflessione sul Tempo. Sono simili sotto questo aspetto. Purtroppo la similitudine si ferma qui, ovvero nell'ambito tematico perché il (capo)lavoro di Cimino ne ha passate poi tante, ma talmente tante da essere considerato da qualche imbecille il peggior film della storia del cinema (Leone ebbe successo in Europa e anche in America con la versione voluta da lui dopo lo scempio del montaggio lineare).
In verità, a prescindere che l'eccesso strabordante votato allo spreco e alla magniloquenza di qualsiasi attimo fissato su pellicola sia qualcosa che già rende i Cancelli un'opera unica, come tale è bugiardo anche chi dice che in rapporto ai costi della produzione e all'incasso il film si è rivelato un fallimento totale e per questo va annoverato nelle classifiche dei worst movie of all time. Non è vero, è l'ennesima bugia hollywoodiana.
Ci sono fin troppe luci e ombre (più ombre che luci) sul monumentale ed infernale film. C'è l'ombra di un America che, figurarsi, non avrebbe mai accettato una distruzione sistematica del mito Americano e per questo massacrò addirittura di "incomprensibilità" (ma si può?) i Cancelli; c'è l'ombra della United Artist che da sempre naviga(va) in brutte acque pur con i tanti film di successo, e decise di finanziare un film anti commerciale come questo sapendo perfettamente cosa rischiava, e quindi unendosi dopo lo sfacelo alla MGM. C'è l'ombra, infine, delle ombre che sono sicuro hanno cospirato contro la pellicola, se ne sono serviti per i loro interessi economici. Non posso credere che dopo soli tre giorni un film venga ritirato dalle sale, pur con tutta l'eccessività che comporta, non poi QUESTO diretto da un Cimino che arrivava da un successo unico e che tutti, sono sicuro, aspettavano. Non fatico a credere che la versione tagliata, stuprata e ridotta (con finale da tutti vissero felici e contenti) abbia poi dato la mazzata finale. Eppure non stanno in piedi le scuse che i Cancelli del Cielo sia più un lavoro da europeo e come tale appetibile a quel mercato piuttosto che a quello a stelle e strisce: non ci credo.
La verità è che Cimino si è ritrovato suo malgrado all'interno di vari interessi, ha voluto girare un qualcosa di apocalittico e pur notando le avvisaglie sicuramente ha preferito finire il suo lavoro piuttosto che rinunciare.

Cinema apocalittico. Apocalypse. Coppola e Cimino, in definitiva cosi lontani e cosi vicini. Il primo ha finito la sua apocalisse filmica sul Vietnam appena un anno dopo il successo del Cacciatore, e fu un successo straordinario di critica e pubblico. Il secondo dopo il Vietnam ha scritto la sua Apocalisse e l'apocalisse del cinema, decretando la morte dell'autore totale a Hollywood e nel cinema in generale, quello che dirige kolossal costosissimi con carta bianca. Ad entrambi il periodo post-vietnamita non ha fatto bene visto che Coppola poi portò al fallimento la Zoetrope con "Un sogno lungo un giorno". Cimino non si è più ripreso, ha diretto altri film meritevoli ma sempre con incassi sciagurati e,diciamolo pure, immeritati.

A prima vista, ciò che colpisce di Heaven's Gate è la mole mastodontica di ogni ripresa, le sequenze di massa, il dilatarsi del tempo nell'incipit di gioventù, e nell'infinita parte centrale in cui si sviluppano le trame dei vari personaggi e degli immigrati contro cui viene legalizzato praticamente l'omicidio da parte degli allevatori capitalisti. Per arrivare ad un epilogo che si riallaccia in maniera tremenda con il prologo, ribaltando la situazione nella vecchiaia, nel decadimento del corpo, nei rimpianti di una vita diventata puro limbo (Kristofferson, in mezzo al mare, con la sua ragazza di gioventù ora donna buttata su un divano con cui pare non avere alcuna passione; è morto anche lui, sono morti tutti).
Il tempo procede inesorabile, questo è tutto. E le scelte lo sono altrettanto, inesorabili e definitive. La scelta di Cimino di fare un film tanto estremo, la scelta di Averill di non agire e poi di agire quanto è forse tardi, la scelta di Ella tra due uomini che ama in maniera troppo grande alla stessa maniera, la scelta di Nate che deve decidere da quale parte stare visto che ognuna (Ella, l'amico Jim, i datori di lavoro) esclude l'altra. Non si torna indietro.
Colossali le scene di battaglia nell'ultima ora (parlo della versione di tre ore e mezza, lo ricordo). Altrettanto scioccanti i cambi di tono, dai balli lenti nel salone dei Cancelli paradisiaci a quelli infernali di una battaglia all'ultimo sangue e all'ultimo omicidio. Muore anche la morale, muore l'etica, muore tutto il west, genere (il western) che è sempre stato connotato geograficamente (e qui lo è), a sua volta mitico o decadente ma mai, e ripeto mai, cosi intrecciato alla storia USA, alle magagne e alla morte di qualsiasi stilema o preconcetto del classico film western. Morte e lenta apocalisse del cinema. Grazie Cimino, il cinema ti ringrazia per essere stato l'agnello sacrificale, non il primo (Welles), non l'ultimo ma uno dei pochi che ci ha messo il coraggio e gli attributi.

E forse, alla fine, l'orologio lo farò aggiustare. Non voglio farmi illusioni.

Goldust  @  20/09/2011 17:21:04
   7 / 10
Tremendamente affacinante e diseguale," I cancelli del Cielo" è un colossal western che ha sempre diviso critica e ( poco ) pubblico.
E' difficile dare un voto compiuto a questa opera maestosa perchè alla bellezza innegabile di alcune scene ( soprattutto di massa ) si alternano gravi sbalzi narrativi che mettono a repentaglio il senso della storia e confondono lo spettatore. Certo il telento registico e visionario di Cimino è indubbio, ed anche i tempi dilatati sono perdonabili poichè tipici del genere.
Cast ottimo. Da vedere, almeno una volta.

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Ultima risposta 18/06/2013 10.48.56
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JOKER1926  @  18/01/2011 16:28:30
   4 / 10
"I cancelli del cielo" in ambito cinematografico significa sciagura, il film di Cimino mandò in coma gli equilibri economici di una casa cinematografia rappresentando in modo totale un flop per quanto concerne gli incassi. "I cancelli del cielo" è veramente un grande disastro.
Disastro per vari motivi, anzitutto alla regia un Cimino davvero poco convincente. Ad inizio pellicola si nota la sontuosità ma poi, col tempo, svanisce pure quella miscela di pomposità e di musiche sfavillanti. La pellicola si arresta qui, i primi minuti infatti sono abbastanza convincenti ma poi subentra una noia insopportabile.

Il film vive in un ritmo lentissimo che propone al pubblico moltissimi punti morti e effettivamente poco accattivanti e dinamici. La storia prometteva ma lo sviluppo lascia esterrefatti, manca il coinvolgimento, il tutto è fin troppo fisso e meccanico. Basta pensare all'oscena prima parte di proiezione, in cui non succede niente, tronco di film anonimo. I personaggi freddi e poco ammalianti sono un'altra nota stonata del lavoro di Cimino. Non bastasse ciò la pellicola dura troppo ed è difficoltosa da seguire.
Personalmente "I cancelli del cielo" rappresenta una delle più grandi sciocchezze cinematografiche, film senz'animo, curato tecnicamente per carità, mostra falle specialmente nel contenuto.

Gruppo COLLABORATORI Compagneros  @  01/07/2010 11:32:46
   7½ / 10
Capolavoro mancato, peccato.
Essendo stato pesantemente tagliuzzato, risulta frammentario e incompleto. Fu un fisco totale e stroncò la carriera di Cimino. Probabilmente il fiasco è stato causato dallo scarso patriottismo della pellicola che è andato a scontrarsi con lo sciovinismo statunitense.
Peccato per Cimino e per questo film che poteva senz'altro essere valutato meglio.

topsecret  @  09/06/2010 17:14:21
   6 / 10
A mio avviso i primi 90 minuti sono abbastanza noiosi e poco scorrevoli. Molto meglio dopo, quando la storia entra nel vivo e l'azione, per merito anche di eventi con più pathos e trasporto, riesce a catalizzare l'attenzione che era venuta meno prima, per merito anche di buone interpretazioni di un cast degno di apprezzamento.
Non è un film che rivedrei volentieri, ma lo giudico sufficiente per la realizzazione e per i protagonisti abbastanza ispirati.

edmond90  @  05/04/2010 21:46:50
   10 / 10
Uno dei film più affascinanti che io abbia mai visto.E'imperfetto,lungo,e ovviamente incompleto rispetto alle reali intenzioni del regista,che vide il suo lavoro maestoso beffeggiato e osteggiato come non mai da una critica ottusa e dalla stessa produzione,ma proprio per questo è un film immortale,dotato di un aura di misteriosa grandezza,di bellezza allo stato puro.Merito della regia sontuosissima,della fotografia di fattura eccezionale,di un impressionante lavoro sugli effetti sonori e ovviamente degli interpreti,perfetti nelle parti.Grande onore allo straordinario,coraggioso Michael Cimino che proprio per aver realizzato una tale opera,rea di"distruggere"in qualche maniera,il mito americano,vide la propria carriera boicottata e limitata oltremodo.Un masterpiece assoluto,10+.

dagon  @  28/02/2010 18:23:18
   8 / 10
Opera maestosa, con una delle fotografie più belle degli ultimi decenni. La versione integrale è -sì- lunga, ma visivamente affascinantissima e, comunque, la vicenda è molto più corposa e coerente (ovviamente) che non in quella mutilata. Immaginate l'equivalente di ciò che fu fatto ai danni di "c'era una volta in America", che uscì mozzato di un'ora e mezza (!!!) negli Stati Uniti. Ecco: siamo a quel livello di filmicidio. Abituati ormai a paesaggi in (spesso maldestra) computer grafica, questo film riconcilia con i Kolossal di una volta. Non è perfetto, sicuramente, ma ha un respiro epico che oggi non si trova più.

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Ultima risposta 23/01/2015 12.33.24
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Libss  @  28/02/2010 18:01:13
   9½ / 10
Spezzerei una lancia in favore di questo capolavoro. Un western anomalo, figurativamente tra i film più splendidi mai realizzati, una storia che intriga non perchè originale ma perchè narrata troppo bene. Non si contano sulle dita di una mano le sequenze indimenticabili (su tutti la festa iniziale), così come i singoli fotogrammi di maestosa bellezza. tempi dilatati, sentimenti forti, grande grana espressiva. Ho visto questo film-maledetto nella versione di 149' ma vorrei godere quella originale di 325'. Da stra-vedere- Spero in futuro venga rivalutato. Da menzionare la superba fotografia di Vilmos Zsigmond.

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Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  21/01/2010 08:07:00
   8 / 10
Il film noto nella storia del cinema per aver causato il fallimento della United Artists, in concorso a Cannes nel 1981, è un film assolutamente imperdibile.
Cimino racconta la storia d'America, ne propone un affresco sofferente e duro.
Coadiuvato da una fotografia splendida e da interpreti eccellenti è un film, che nonostante la lunghezza, non può che ammaliare.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  01/01/2009 12:42:45
   8 / 10
Il film 'maledetto' di Cimino.
Un grande affresco dell'America di fine secolo, con alcune scene di rara bellezza. Forse l'intento è un po' troppo ambizioso, ma indubbiamente il film merita la visione ed è maggiormente apprezzabile in versione integrale.

Dan of the KOB  @  31/12/2008 23:39:54
   9½ / 10
Il più grande controsenso della storia del cinema!
Uno dei film più belli che Hollywood abbia mai sfornato, corrisponde allo stesso tempo anche al più grande fallimento a cui Hollywood abbia mai assistito!
Questo film doveva fare incetta di statuette invece è stato barbaramente menomato già in fase di realizzazione, modificandone la durata da 220 a 145 minuti, in più eliminato dalle sale solo 3 giorni dopo l'uscita! Una vera e propria mossa politica contro questo film scomodo di Cimino!
Evidentemente l'orribile storia degli "americani" che massacrarono gli immigrati dell'est d'Europa perchè andavano ad occupare le "loro" terre non era andata a genio alla critica e alla maggioranza del benpensante popolo americano!
Ad ogni buon modo Cimino dirige in modo divino (scenografie come non se n'erano mai viste prima e fotografia da urlo) un film storico, romantico ed epico che è entrato (nel bene e nel male) di diritto nella storia del cinema!
Per quanto riguarda il cast c'è poco da dire, persino le comparse erano attori di primordine...

Guy Picciotto  @  31/12/2008 18:38:56
   10 / 10
il più grande fiasco al botteghino della storia, il film che fece fallire un intera casa cinematografica, ma a me interessa esclusivamente l'arte, e questo film è uno dei più belli mai fatti, per me rientra tranquillamente tra i migliori 10 film dell'historiette del cinema. Tremendamente epico e tremendamente malinconico, qui c'è tutto il genio anomalo del suo autore Cimino, uno che ha sacrificato la sua carriera per mettere in piedi un simile affresco, che trascende melò, western, film di guerra per inscenare invece la vita che non è altro che i pensieri e i ricordi di un uomo, parlare della fotografia non serve, una delle più sconvolgenti di sempre, il contesto folcloristico curato nei minimi dettagli, una storia d'amore a 3 con vette tali di puro romanticismo da provocare ingenti sconvolgimenti interiori per le ore che seguono alla visione, nessun tronfio didascalismo, siamo invece dalle parti di shakespeare, un astrazione struggente senza nessuna speranza, "ciò di cui l'amore fa il suo oggetto è ciò che manca nel reale" e per questo che il protagonista (un benestante borghese dalla parte dei poveri e degli immigrati) non si riprenderà mai più dalla morte di Ell/Huppert e continuerà a vivere dilaniato dai suoi ricordi. Sul piano sociale Cimino non può che sbatterci in faccia cosa siano realmente gli stati uniti d'america, non certo l'eldorado che è stato dipinto dai mass media per più di 150 anni, ma solamente una nazione dove la FED e i ricchi possidenti indirizzano il governo usa e non viceversa, a suon di soprusi e violenze proprio come avviene dapertutto. Anche per questo i cari sionisti che controllano hollywood decisero di rimuovere dalla storia un film come questo, decretandone anzitempo l'insuccesso (ritirato dalle sale solo dopo 3 giorni).
Quella di cimino è quindi l'antistoria del mito fondante l’impero yankee, una controllata (studiata a tavolino dai banchieri sionisti) contraddizione sistematica dei valori del sogno americano che la maggior parte della gente ancora segue ciecamente (la ricerca della uguaglianza e il perseguimento della felicità su tutti e per tutti). Detto ciò, parere personale, ciò che cmq mi ha stupito di più non è la vicenda storico-sociale ma proprio la potenza di Cimino nel raccontare le vicende dei 3 protagonisti kristofferson - walken e la huppert, davvero una storia d'amore sospesa commovente, d'altri tempi, il vecchio kristofferson alla fine del film, su una nave in rotta per chissà dove, forse per nessuna parte, ostaggio dei suoi ricordi, e con una nuova donna a suo fianco che pare più un manichino che qualcuna che rappresenti per lui qualcosa di più di un accessorio è la sconfitta dell'intera civiltà umana, di chi ha deciso di schierarsi contro la sua ricca bulimica classe sociale a sostegno di quella indigente.
Procuratevi la versione integrale (quasi 4 ore), sequenziale e in lingua originale, va vista solo questa per godere appieno di un simile capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  25/11/2008 16:09:04
   5½ / 10
Mi devo dissociare dalla massa che premia questo film...io ho visto la versione completa lunga 3 ore...e forse e' li che ho sbagliato!
E' esageratamente lento,pesante e ripetitivo!
Puo' anche essere una storia,tragica,accaduta veramente ma decolla solo nell'ultima parte!
Non mi sorprende che abbia portato al fallimento la sua casa di produzione...fondata anche da Chaplin oltretutto...

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Ultima risposta 31/12/2008 23.28.27
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quaker  @  20/12/2007 00:18:57
   8½ / 10
Non ho visto la versione lunga, ma quella di sole 2H e 36' . Non si può comprimere un film pensato per durare oltre tre ore. Per questo il mio giudizio non è sul "vero" film (che non ho visto, e credo pochissimi abbiano visto: era il 30 novembre sui RAI 3, ma all'una di notte..) ma su una versione tagliata.
Bellissime tre o quattro scene, ed indovinata anche la storia d'amore.
Superiore a The gangs of New York, nettamente, ma a questo film manca un'ora... e poi la battaglia finale non è quel pezzo di bravura che avrebbe dovuto e potuto essere. Comunque, anche grazie a uno splendido cast, a una fotografia stupenda e ad un grande lavoro corale, è davvero un bel film. Ma purtroppo non un capolavoro. Per me Cimino è stato eccelso solo nel Cacciatore, film perfetto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  16/12/2007 00:57:28
   8 / 10
Il sogno americano tanto sbandierato è solo un'illusione. Soprusi e prevaricazione del più forte è la vera sostanza dell'America. Cimino dirige un film stupendo visivamente e tecnicamente quasi ineccepibile, ma il coraggio di toccare certe corde non è stato premiato. Questo film, più che per il suo valore intrinseco che possiede, verrà ricordato per essere stato la causa del fallimento della United Artist ed è un vero peccato.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gardner  @  01/12/2007 12:26:25
   9½ / 10
Fenomenale film di M.C., accreditato di un'ingiusta fama di portas**** e iettatore. I primi 45 minuti sono da 11 (così come la prima parte del Cacciatore), poi torna nei ranghi pur mantenendo altissima la qualità. Da mostrare e spiegare in ogni corso o scuola di cinema. Fondamentale.

sonhador  @  01/12/2007 10:59:31
   10 / 10
Il film più sottovalutato della storia...tristemente vittima dell'ignoranza generale. UN CAPOLAVORO eterno, epico, meraviglioso. Il realismo e la sontuosità delle scene sono davvero impressionanti. Lo inserirei tra i cinque migliori film di sempre. IMPERDIBILE. Grandissimo Cimino.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Requiem  @  13/11/2007 17:40:01
   6½ / 10
Non sono un fan di Cimino e anzi spesso non mi piace. Questo "i cancelli del cielo" fu il film della rovina: mandò in fallimento la United Artists e allontanò Cimino dal cinema per molti anni.
Il regista cerca di conciliare il film d'autore con la grossa produzione e fa largo uso di mezzi, con grandi scenografie, scene di massa e quant'altro.
Ma è prolisso, poco coinvolgente e poco scorrevole, e poi è stato ritoccato, perchè il film inizialmente durava 3 ore.
E' diventato un cult con gli anni, ma è solo un film sfortunato, nettamente inferiore ai 2 precedenti, e al successivo "l'anno del dragone", che al contrario è il film di Cimino che preferisco.

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Ultima risposta 30/11/2007 20.39.16
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bandafratelli  @  05/10/2007 15:55:07
   9 / 10
Ottimo film che personalmente non mi sento di porre un gradino sopra il ben più noto "Il cacciatore", ma che sicuramente per qualità di realizzazione si pone in linea con il medesimo. Magistralmente divisa in due differenti sequenze temporali, la pellicola presenta al centro del proprio plot quella dissacrazione del sogno americano spesso presente nei film di Cimino. Stupenda la scena inizialedel ballo, buona l'interpretazione degli attori, da favola l'ambientazione paesaggistica.

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