Come CODA (Child of Deaf Adults) Ruby è l'unica persona udente nella sua famiglia sorda. Quando l'attività di pesca della famiglia è minacciata, Ruby si ritrova combattuta tra il perseguire il suo amore per la musica e la sua paura di abbandonare i suoi genitori
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C'è un eccesso di buoni sentimenti, ma per il resto è appassionante. Tra l'altro non sapevo che gli attori fossero davvero sordi. Secondo me un film ben riuscito.
È un bel film, ben recitato e coinvolgente. Peccato solo che, secondo me, cada nel finale mostruosamente scontato e troppo edulcorato da buoni sentimenti.
Credo che questa versione Americana abbia ridotto un po' i difetti dell'originale Francese creando un giusto mix di dramma e commedia con interpretazioni sicuramente migliori e una sceneggiatura piu' brillante.
Certo da questo a vincere l'oscar come miglior film del 2022 ce ne vuole...ma dopo "Moonlight" l'academy ci ha ormai abituato a questi strafalcioni.
Sulla riuscita del film ci sta' anche il fatto che gli attori sordomuti abbiano davvero questa disabilita' e ho apprezzato molto il momento in cui il regista renda anche noi "disabili" abbassando il sonoro durante l'atteso concerto, ci perdiamo, proprio come la famiglia, il momento piu' atteso, il duetto della ragazza con il suo primo amore.
Era facile immaginare che questo mix letale di "Hanna Montana meets poveri disgraziati/ minoranza oppressa" (che stavolta è rappresentata dai sordo muti) avrebbe conquistato il cuore del popolo americano; ma a parte la piacevole leggerezza generale, tipica di altre centinaia di commedie fatte con lo stampino che come questa non hanno assolutamente niente di speciale, questo film passerà alla storia come uno dei più insulsi titoli che abbiano mai vinto un oscar come miglior film. L'academy fa ormai così tenerezza nel panorama internazionale che la critica non si sconvolge neanche più tanto se un film come CODA viene premiato passando avanti a film straordinari come Licorice Pizza o The Power of the Dog (e perché no, anche Dune)
LA FAMIGLIA BELIER, l'originale francese, mi è sembrato un pelo migliore di questo remake, soprattutto perchè la parte cantata mi ha infastidito non poco, nonostante la cover della Mitchell sia apprezzabile. Forse il fastidio è dovuto alla poca simpatia che ho provato per la protagonista Emilia Jones. Comunque, al netto di tutto, questo CODA offre dei momenti emotivamente validi, più qualche dialogo simpatico, buono per un risata, anche se, nel complesso, non mi è sembrato un film così ben fatto da meritare l'oscar. Buona invece la prova del cast.
La pellicola tratta un tema non inedito e dalla sceneggiatura già vista. Non si può assegnargli un voto inferiore alla sufficienza (comunque mi ha fatto piangere) ma non ha aggiunto nulla di nuovo a ciò che esisteva già.
L'ennesimo remake USA di un discreto prodotto europeo ("la famiglia Belier" - FRA), senza il tema delle difficoltà dei sordomuti, sarebbe un filmetto da sabato pomeriggio con la pioggia, ben interpretato e nulla più. La trama è banalissima, scontata in ogni passaggio, cadenzato come infiniti film dai buoni sentimenti e buoni propositi. Non scade nel patetico (ed è un merito), ma rimane sempre sulla linea del "non credibile", con sviluppi fotocopiati dagli anni '80. In tempi di guerra, di cattiverie, di ignoranza, autoassolversi con un film positivo, fa bene, ma davvero qualcuno l'ha proposto alla Notte degli Oscar? e possibile (se non probabile) che vinca pure; imbarazzante. Brava la figlia, brava la mamma, bravo il figlio, ma rimane più il papà, infatti anch'esso in attesa di consegna della statuetta
Mettiamola così: è un remake migliore dell'originale ma che, essendo sostanzialmente un soggetto interamente ripreso da un altro, non può andare oltre una certa valutazione. Una scelta importante, quella del regista, di dare dignità ad attori sordi eccezionali. E anche l'unica udente tra i personaggi principali, Emilia Jones, si impegna in una prova pazzesca. E' la recitazione quindi, a mio avviso, il punto di forza di questo film, la capacità di trasmettere delle vere emozioni. C'è l'amore per la famiglia ma anche l'egoismo, c'è la volontà di sentirsi uguali ad altri ma anche la necessità di sentirsi diversi e uniti tra sordi. Gli snodi narrativi magari saranno un pò scontati ma CODA non punta tanto su quello quanto sulla necessità di empatizzare con la situazione della famiglia in cui Ruby è cruciale. Fa ridere, ma anche riflettere.
Uno di quei casi in cui il remake è migliore rispetto al suo calco originale. Sarà che nel suo complesso ho intravisto meno carineria rispetto all'omologo francese. Attori molto in parte, sorprendente la giovane Jones, perfettamente in ruolo insieme ai componenti della sua famiglia tutti attori realmente sordi nella vita reale, nel quale spicca per nome la Maitlin. E' proprio il connubio molto forte che si crea all'interno della famiglia a favorire molta spontaneità, senza mai scadere eccessivamente nel pietismo, principale trappola di film dove l'handicap è l'elemento centrale.
Condivido in pieno la rece d'Alessio Baronci (https://www.sentieriselvaggi.it/coda-i-segni-sul-cuore-di-sian-heder/): efficace remake strappalacrime programmaticamente modificato per il pubblico statunitense col suo discutibile sistema valoriale.