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Il primo gran successo del regista(premiato con l'orso d'argento al Festival di Berlino).Allegoria vagamente bunueliana(il manichino bruciato,i pensieri dei protagonisti)della dittatura franchista nonchè critica feroce alla borghesia del periodo.I personaggi sono sgradevoli,mossi dall'interesse e divorati da invidie reciproche nate dai trascorsi in guerra(che uno di loro rimpiange definendola "caccia all'uomo")e tra il sole cocente la polvere e l'alcol la loro frustrazione emerge man mano che la caccia si intensifica fino al fulmineo epilogo tragico.Notevoli e ancora oggi piuttosto crude le frenetiche sequenze di conigli impiombati e stanati con i furetti,decisamente non è per animalisti...Bell'esempio oggi irripetibile di cinema duro e serio,che pare fosse molto apprezzato da Peckinpah.Girato si dice in una valle dove fu combattuta una battaglia della Guerra Civile.
La Caccia è una dura riflessione sul post franchismo. Un gruppo di amici, ex falangisti, si riunisce per una battuta di caccia al coniglio nell'entroterra spagnolo. Sotto un caldo asfissiante, ciò che doveva essere un'occasione per un incontro conviviale, si trasforma gradualmente in una resa dei conti fra loro. I rapporti sociali, dopo tanti anni sono cambiati profondamente, tra chi è in difficoltà economica, chi morto di fame era e morto di fame è rimasto, chi ha usufruito di una scalata sociale notevole. Il sentimento di raoncore ed invidia emerge in tutta la sua violenza, prima sfogata su dei conigli (l'associazioni ambientaliste negli anni sessanta erano ai primordi), poi reciprocamente, sia a livello verbale che con le armi in pugno. Molto strano che passo indenne dalla censura, segno di come i censori non siano delle grandi cime. Una disamina spietata e crudele sul periodo della dittatura franchista.
Sconosciuto, ma validissimo film spagnolo del 1966 diretto da Carlos Saura in un raffinatissimo b/n, Bunueliano a dir poco... magnifica la scena dello scheletro nella grotta e davvero notevole il finale...