Nel 1530 Francisco Pizarro, convinto di avere scoperto, durante le sue peregrinazioni nell'America meridionale, un territori ricco di oro, chiede al re di Spagna, Carlo V, di poter organizzare una spedizione in quei luoghi. Il re, alquanto scettico sull'impresa, gli dà il permesso di allestirla a sue spese, con l'impegno di dividerne le eventuali conquiste. Sbarcato con i suoi soldati sulla costa del Perù, Pizarro viene avvicinato da due dignitari del re Atahualpa, imperatore di quelle terre, figlio del Sole e della Luna, dio Inca sulla terra, i quali lo invitano ad andare nella loro città santa ove Atahualpa stesso li raggiungerà. Nel giorno dell'incontro però, il rifiuto del re di accettare gli accesi e solenni inviti del domenicano Valverde, un prete che accompagna la spedizione, a convertirsi, viene preso come un atto di ribellione e i soldati si gettano sulle migliaia di inermi sudditi di Atahualpa facendone strage. Quindi Pizarro, preso l'ospite prigioniero, gli impone di riempire d'oro una stanza dietro la promessa della libertà. Ma ottenuto ciò che volevano, gli spagnoli impongono a Pizarro di uccidere Atahualpa, nel timore che sotto la di lui guida gli Inca possano distruggere la spedizione. I lunghi giorni e i frequenti colloqui però hanno contribuito a creare una amicizia fra i due uomini e Pizarro rifiuta di venir meno alla parola data. Sarà lo stesso Atahualpa ad accettare la morte, dopo un ridicolo processo per idolatria, fiducioso, secondo la sua religione, nella propria resurrezione. Ma la morte del re segna la fine dell'impero degli Inca.
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LA GRANDE STRAGE DELL'IMPERO DEL SOLE
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