l'amico americano regia di Wim Wenders Germania, Francia 1977
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l'amico americano (1977)

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locandina del film L'AMICO AMERICANO

Titolo Originale: DER AMERIKANISCHE FREUND

RegiaWim Wenders

InterpretiBruno Ganz, Dennis Hopper, Lisa Kreuzer, Nicholas Ray

Durata: h 2.08
NazionalitàGermania, Francia 1977
Generedrammatico
Tratto dal libro "L'amico americano" di Patricia Highsmith
Al cinema nel Giugno 1977

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Trama del film L'amico americano

Jonathan, restauratore ad Amburgo e gravemente malato, accetta dall'avventuriero americano Tom Ripley l'incarico di diventare un sicario per un malavitoso francese. Il compito per Jonathan si fa via via più rischioso. Tom, che gli è diventato amico, lo aiuta sia a compiere la missione, sia a sfuggire alla vendetta dei gangster bersaglio dell'azione.

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Voto Visitatori:   7,63 / 10 (15 voti)7,63Grafico
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Voti e commenti su L'amico americano, 15 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  30/05/2023 23:13:58
   7 / 10
Da Wenders non c'era certo da aspettarsi un noir di stampo classico. Questo puo' essere un vantaggio per molti aspetti, originale sicuramente. Ma capita che accadino anche alcune stranezze da rendere alcune sequenze a dir poco grottesche, coma la fuga in treno...

Per quanto riguarda invece l'analisi dei personaggi questa è sublime. I due protagonisti appaiono reali, escono dallo schermo con le loro paure e insicurezze.
Da una parte un uomo mite, padre di famiglia, ma che arrivato al punto di non ritorno non puo' che seguire gli istinti per la sopravvivenza della sua famiglia stessa. Dall'altra invece un misterioso avventuriero che pian piano prende sotto braccio il neo-omicida.

Uno dei film piu' conosciuti di Wenders, un regista che continuo ad apprezzare ma mai in pieno.

VincVega  @  18/01/2023 14:04:31
   8 / 10
Dopo "Delitto in Peino Sole", seconda apparizione di Tom Ripley, qui interpretato da Dennis Hopper e caratterizzato in maniera diversa dalle altre pellicole in cui è comparso. Wenders gira un noir/thriller anomalo, in cui la prima parte si concentra sul dramma personale di Jonathan Zimmermann e sulle missioni cui ha scelto di prendere parte, seconda in cui il rapporto con Ripley si consolida fino al bel finale. Proprio Ripley in questa pellicola non è il protagonista, è più la spalla di Zimmermann (che ha più spazio) e proprio per questo è interessante per come piano piano viene fuori la sua personalità ambigua. Wenders con il suo tocco da qualcosa di particolare ad un genere che girato da un americano sarebbe stato molto diverso. Molto bene Bruno Ganz e Dennis Hopper.

DogDayAfternoon  @  06/06/2016 13:20:00
   6½ / 10
Un soggetto così interessante poteva sicuramente essere sfruttato meglio.
Forse non l'ho guardato con l'appropriata attenzione, ma il film mi è parso spesso confuso, molti personaggi che spuntano fuori dal nulla e troppo simili fisicamente l'uno con l'altro, poche spiegazioni su quello che sta accadendo.

Resta comunque un prodotto interessante che intriga dall'inizio alla fine, in particolar modo nei momenti dei pedinamenti. Non mi ha però soddisfatto al 100%, avrei apprezzato maggior chiarezza nello svolgimento della trama.

william sczrbia  @  13/02/2015 23:21:23
   7½ / 10
Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  30/07/2014 17:56:44
   8½ / 10
Un pezzo di cinema gigantesco. Come del resto gigantesco Wim Wenders è ed è sempre stato. Uno degli autori più raffinati della storia del cinema. Impossibile non riconoscere un anello magico di temi, sentimenti e sperimentazioni sregolate sulla tecnica cinematografica. Un classico della tecnica: le luci fosforescenti, inventate dal direttore della fotografia Robby Muller (utilizzò pellicole trasparenti che coprivano le finestre da cui penetrava la luce naturale, un genio), i primi utilizzi della louma, il braccio tubolare che permette arditi scorci e inquadrature. Wenders rielabora il romanzo della Highsmith con grande libertà: non ho mai letto opere di questa scrittrice, e non conoscevo l'affascinante personaggio di Ripley, ma è evidente quanto la storia si confacesse agli interessi del grande cineasta tedesco. Un uomo teso tra le suggestioni del cinema e della letteratura americana (non è un caso che due personaggi minori, ma significativi, siano interpretati da Nicholas Ray e Samuel Fuller) e dalla passione per luoghi e volti europei: Bruno Ganz e Lisa Kreuzer. Ogni elemento del film è un elemento della mente superiore di Wenders, il suo stile discende dalla sua vita. L'amico americano è un classico del suo cinema perché in poche ore ne riassume gli aspetti salienti: la solitudine, lacerante ed interiorizzata, sia di Ripley (la sua casa, un mausoleo, riecheggia della sua voce registrata) che di Jonathan, uomo non del tutto capito dalla splendida moglie (un erotismo popolare, ma denso di letterarietà per la Kreuzer) e nemmeno da Minot, il patetico gangster francese. Al centro di questa intricata vicenda sentimentale e criminale sta Ripley: un uomo, un imbroglione, non lo fa per i soldi, ma per l'amicizia impossibile con un altro uomo, non viscido, già in odore di morte, ma leale, e soprattutto bravo. Ripley si avvicina a Jonathan poiché ferito nell'orgoglio, ma poi si trova a desiderare un rapporto con lui, in quanto la solitudine è il demone che lo incalza e lo rende un "immigrato" della sua stessa insensata vita. C'è un divertissement in questo film: gli atti criminali, per quanto ansiogeni. Ciò che addolora i protagonisti (e noi) è ben altro.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  21/08/2012 21:23:50
   7½ / 10
L'amico americano rispetta apparentemente la struttura di qualsiasi giallo o noir, ma Wenders cura fino ad un certo punto la narrazione poliziesca e si concentra maggiormente sul'esistenzialismo dei personaggi. Da una parte abbiamo un uomo tranquillo che sotto pressione di una morte imminente per malattia, abbandonerà qualsiasi scrupolo morale per dare una solidità economica per il futuro dei suoi familiari. Dall'altra abbiamo il cinico freddo Tom Ripley alla sua prima apparizione cinematografica. Eppure citando un titolo dello stesso Wenders così lontani...cosi vicini.
Wenders opera inoltre non proprio una destrutturazione radicale del genere, ma all'interno di ogni scena che dovrebbe rappresentare il culmine della suspence, inserisce delle dissonanze che allentano quest'ultima (in metropolitana per esempio Jonathan si addormenta), creando anche effetti comici come nella sequenza del treno. Forse proprio per queste accortezze che l'amico americano rimane uno dei film migliori del regista tedesco.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  17/06/2010 21:10:21
   9 / 10
Cinema puro, purissimo, questo primo (e celebre) adattamento delle vicende di Mr. Ripley. Cast stellare e regia straordinaria di Wenders, in uno dei punti più alti della sua carriera. Da antologia il finale, che probabilmente cita l'epilogo di un altro classico, "Un bacio e una pistola" di Aldrich.

Invia una mail all'autore del commento s0usuke  @  18/03/2010 22:23:08
   8 / 10
Rapporto bivalente sui binari del rispetto e dello scontro autentico tra due tipi di realtà umane. A venirne fuori è una vigorosa amicizia non banale ma in bilico sul filo dell'alta tensione. Ganz e Hopper così diversi ma interscambiabili. Una delle migliori regie di Wenders

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  08/03/2010 17:00:57
   7 / 10
Discontinuo e affascinante questo lavoro di Wenders,per la prima volta alle prese con un giallo tradizionale,tratto da un libro, che il tedesco stravolge e rende introspettivo ed esistenzialista.
Alcune sequenze,come sempre con Wenders,sono fantastiche,poi in quella della metropolitana ti sale la tensione. Altre dispersive e ai limiti dell'inconcludente (e della noia). Non metto di più solo per questo anche se forse se lo merita.

Quanto alla storia,strano e amaro pensare che il tema della malattia,vera e propra causa centrale in questo Amico americano,sarà in Lampi sull'acqua trattato in maniera ancora più drammatica (perché vera). E sarà proprio Ray,qui nei panni di un brutto ceffo,ad esserne l'assoluto protagonista,purtroppo per lui.

Bravissimo Ganz,attore che in pratica al cinema mai si era visto precedentemente. Hopper straniante e bravo come al solito.
Bella anche la colonna sonora e anche la fotografia.

Come scritto,non metto di più perché Wenders è l'unico che riesce a deliziarmi ma in alcuni punti a irritarmi come pochi.

M|zaR  @  23/01/2010 14:49:40
   9 / 10
Più che la trama, a coinvolgere è il rapporto di ODIO-AMORE tra i due protagonisti. Più che il legame dei due protagonisti, ciò che và letto tra le righe è l'interscambiabilità fra L'AMERICA e L'EUROPA (che Hopper e Ganz rappresentano). Giocandoci sopra....è la storia della fine del millennio. L'AMERICA (Hopper) fresca, furba e cinica quanto occorre si prende gioco di un'EUROPA (Ganz) orgogliosa ma ormai stanca e malata per la sua lunga vita. E' un passaggio di consegne...ma non maldestro...anzi consapevole....roba da pacca sulla spalla. L'Europa cede il passo al Nuovo Mondo. E' l'inizio de Terzo Millennio. Se invece si vuole restare il più possibile legato alla storia, quindi non andando troppo in là con la fantasia, beh... è un'opera sull'amicizia virile, sull'orgoglio, sul prendere per le briglie la vita e cavalcarla fino alla morte, fino all'ultima sbandata con la propria auto. Strana ma grande coppia HOPPER-GANZ. Uno dei migliori film di Wenders

Gruppo COLLABORATORI ULTRAVIOLENCE78  @  22/04/2008 15:50:47
   7½ / 10
L'intrigo che sta alla base de "L'amico americano" costituisce solo l'impianto di stampo giallistico ad un film la cui vera natura risiede nell'esistenzialismo che connota le caratterizzazioni dei due personaggi principali.
Jonathan viene messo di fronte al suo tragico destino, di fronte alla morte: ma il sapere che la propria vita si esaurirà in poco tempo giustifica azioni nefande come uccidere? Questo sembra chiedersi Wenders nel tratteggiare il personaggio interpretato da Ganz, seguendo l'evolversi della sua storia. La risposta ci viene data da un lato dall'altro personaggio principale: un losco mercante d'arte in piena crisi di coscienza, che cercherà di redimersi dal suo passato delinquenziale aiutando Jonathan; dall'altro dalla drammatica esperienza di quest'ultimo, che accettando l'incarico come sicario verrà trascinato in una irrefrenabile spirale di violenza che costerà a Jonathan le sue cose più care: la famiglia (la cui serenità viene irrimediabilmente minata) e la vita stessa. Il finale, tragico e beffardo, suona quasi come un grande monito.
Un film profondo (come tutti quelli del regista tedesco), anche se in qualche momento non del tutto coinvolgente, ma soprattutto caratterizzato da una eccellente fotografia che nelle panoramiche della citta di Amburgo trova la sua espressione più alta.

Gruppo REDAZIONE maremare  @  17/02/2007 13:19:24
   8 / 10
Ottimo film di Wenders sulla scelta nichilista di un uomo malato

Gruppo STAFF, Moderatore Invia una mail all'autore del commento Jellybelly  @  17/02/2007 13:17:02
   8 / 10
La discesa negli abissi dell'autodistruzione di un uomo mite, stravolto da una malattia che lui sa non lasciargli scampo. Attorno a questo attento scandagliamento dell'animo umano ruota una storia dal ritmo eccellente diretta con gran maestria da Wenders ed interpretata con convnzione da Hopper ma soprattutto da un intenso Bruno Ganz.
Peccato per il doppiaggio italiano, imbarazzante.

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benzo24  @  20/06/2005 20:20:28
   8 / 10
Chi ama il cinema non può perdersi queso mitico film girato da un Wenders in stato di grazie ed interpretato in modo perfetto da dei grandissimi attori, tra cui un eccezionale Dennis Hopper.

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