l'angelo ubriaco regia di Akira Kurosawa Giappone 1948
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l'angelo ubriaco (1948)

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locandina del film L'ANGELO UBRIACO

Titolo Originale: YOIDORE TENSHI

RegiaAkira Kurosawa

InterpretiTakashi Shimura, Toshiro Mifune, Reisaburo Yamamoto

Durata: h 1.38
NazionalitàGiappone 1948
Generedrammatico
Al cinema nel Settembre 1948

•  Altri film di Akira Kurosawa

Trama del film L'angelo ubriaco

Tokio nell'immediato dopoguerra è il set di una strana storia d'amicizia tra uno yakuza, tubercolotico malato terminale, e un medico schiacciato dall'alcolismo che decide di prendersene cura...

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Voto Visitatori:   8,05 / 10 (20 voti)8,05Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su L'angelo ubriaco, 20 opinioni inserite

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pak7  @  18/11/2023 08:37:19
   6 / 10
Davvero poco coinvolgente, seppur la trama non mi sia affatto dispiaciuta. Forse un po' irreale che in un mondo cinico come il nostro esista un dottore così ostinatamente dedito a salvare vite, anche se stiamo parlando dell'immediato dopoguerra, periodo in cui le persone, forse, riuscivano ad avere un briciolo di generosità in più.
Nonostante questo preambolo, purtroppo non è entrato nelle mie corde come avrebbe dovuto e come avrei voluto, empaticamente parlando.
Peccato.

Filman  @  22/09/2016 17:22:33
   9 / 10
A maturità assunta col concludersi dell'iniziale periodo di formalizzazione registica, Akira Kurosawa dirige il suo primo capolavoro YOIDORE TENSHI (Drunken Angel), film in grado di esemplificare alcuni suoi ideali cinematografici, presupponendo una trama essenziale e ricca di caratteri fondamentali, in definitiva ornata di aneddoti vitali che rendono psicologici i personaggi nelle loro azioni ed evoluzioni, e nel particolare contesto storico del Giappone è centrale l'offuscamento dei valori a favore di un'umanità quasi smarrita e riacquistata solo col raggiungimento di un punto critico, evidenza permessa da due protagonisti profondi che riescono ad identificare la crisi identitaria di una nazione intera per mezzo di una loro conformazione idealizzata per il cinema di genere, internamente ad una pellicola pienamente organica e calibrata. La conformazione estetica e narrativa dell'autore trova qui un luogo perfetto dove gestire la cinepresa in movimento come rappresentazione di una specifica volontà e dove perfezionarsi nella sua staticità, nelle situazioni di dialogo o interazione interpersonale, sempre finalizzata alla geometria comunicativa di ciò che accade.

Goldust  @  25/08/2014 12:06:20
   7 / 10
L'inconsueto rapporto tra dottore e paziente descritto da Kurosawa in questo film non mi ha appassionato troppo, almeno nella prima parte. Nella seconda la storia acquista interesse, culminando nella bellissima resa dei conti finale e dispensando qualche timido segnale di speranza in un periodo in cui ( siamo nel Giappone dell'immediato dopoguerra ) la disperazione era il sentimento più diffuso ). Grandiose prove di Shimura e specialmente di Mifune, quest'ultimo al primo ruolo di un certo spessore in carriera; sublime la regia di Kurosawa.

ElleEsse  @  16/06/2013 16:38:36
   8 / 10
E' stato detto tutto.
Una cosa sola: andrebbe mostrato nelle aule di Medicina come esempio di etica professionale, che comprende, oltre la formazione professionale, una formazione tutta umana degli affetti per i pazienti.
A parte l'alcolismo...

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR rain  @  27/02/2013 23:06:18
   8 / 10
Forse non siamo all'altezza dei capolavori a cui Kurosawa ci ha in seguito abituati, ma poco ci manca. Un film viscerale, privo di inutili buonismi, cosa rara al giorno d'oggi.
Bravo il giovane Mifune e ancor più bravo Takashi Shimura, straordinari entrambi nel costruire e donare veridicità al rapporto medico-paziente.

vieste84  @  27/12/2012 22:51:05
   8 / 10
Ennesimo capolavoro di Kurosawa che vedo, ormai che si tratta di un film anni 60 o 70 o 80 o anni 50 o addirittura che sia 1948 la qualità non cambia. Forse solo Billy Wilder ha avuto una carriera così lunga e costellata da altrettanti capolavori come Kurosawa, però c'è da dire che Wilder si è buttato nela commedia, invece kurosawa ha sempre trattato temi più o meno sempre di certo livello arrivando a fare il suo capolavoro(per me) a 75 anni.
Detto questo bisogna dire che Mifune essendo alla prima collaborazione col maestro se la cava benissimo, Shimura ottimo pure nei panni del medico ubriaco e bravissimo anche l'attore che fa la parte del mafioso che esce di galera e che deve prendere il posto di Mifune.
Il film testimonia in maniera efficace che chi ha delle idee e quei principi tipici degli uomini d'onore, mettono al primo posto questi sentimente invece che la vita stessa.....finale amaro e quasi neorealista, lascia veramente l'amaro in bocca......che film a pensare che è del 1948!!!! Da riscoprire

hghgg  @  10/08/2012 14:47:15
   8 / 10
Bello, bello e ancora bello. Splendida storia raccontata con la consueta poesia dal grandissimo maestro giapponese, qui al suo primo grande film. Ottimo come al solito Takashi Shimura, eccellente Mifune per la prima volta al servizio di Kurosawa nel film che inaugura la loro quasi ventennale collaborazione. Le interpretazioni dei due dell'medico alcolizzato e del gangster malato e in declino sono magistrali. Parte finale da brivido.

Someone  @  23/04/2012 12:33:21
   6 / 10
Non mi ha coinvolto nè convinto più di tanto. Sarà che l'ostinazione del dottore nel voler salvare un paziente tanto ostico risulta quantomeno assurda in un'epoca di cinismo come la nostra. Purtroppo.

Forse la mia non è una corretta chiave di lettura per poter apprezzare appieno questa tipologia di film. Sta di fatto che non lo riguarderei.

Sufficiente

_Hollow_  @  17/12/2010 22:43:43
   8½ / 10
Takashi Shimura si conferma come uno dei miei attori preferiti. Non che Mifune deluda, tutt'altro.
Altro magnifico film di Kurosawa, non all'altezza nel suo genere con altri capolavori come il suo "Vivere" (con lo stesso Shimura come protagonista, nel quale veramente si supera) ma ugualmente un lavoro di magnifica fattura. Vale decisamente la pena vederlo.

Gruppo REDAZIONE amterme63  @  29/05/2010 10:14:19
   10 / 10
L'ho visto per la terza volta e adesso non ho più dubbi: per me è un capolavoro.

Vedi recensione

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  15/09/2009 00:23:14
   7½ / 10
L'indugio sulle paludi e sugli acquitrini è continuo e Kurosawa è un maestro nel tracciare una realtà cruda e non buonista nemmeno nel finale,per quanto il senso di sconfitta esce attenuato grazie alla ragazza che da un messaggio positivo. Grandissima la caratterizzazione dei de personaggi,il medico rude e spesso ubriaco e il mafioso impulsivo e violento. Difficile pensare ad una storia del genere nel '48,la storia di un amicizia tra un mafioso e un medico. Alla fine ne risulta un film crudo e realistico che strappa anche dei sorrisi grazie al medico. Il fiim non credo sia un capolavoro ma tenendo anche conto dell'anno in cui è stao girato c'è da dire che per quegli anni doveva essere un film particolare per quanto riguarda i contenuti e oggi non accusa particolarmente il corso del tempo. In definitiva un buonissimo film.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Ciumi  @  16/07/2009 20:07:16
   8 / 10
Sulle rive d’una cloaca lurida e contaminata, due uomini, un angelo ubriaco e un povero diavolo malato di TBC, s’incontrano, si scontrano, mettono a duro confronto i loro diversi modi d’intendere la vita. La lotta coraggiosa e disperata del medico, che si accanisce non solo contro la malattia, ma soprattutto contro la sregolatezza, la vigliaccheria, la cocciutaggine, la brama antidistruttiva dei giovani malavitosi; sarà un nuovo fallimento; si consolerà nel sorriso d’una ragazza volenterosa di guarire.
Lo sguardo di Kurosawa, che indugia sui rifiuti e sulle acque palustri ad ogni cambio di scena, commenta il tutto con severo distacco. Ovunque, dalle scene di ballo all’incubo sulle rive del mare, il suo talento affiora immenso e cristallino.

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Ultima risposta 17/01/2010 09.24.03
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  19/05/2009 00:13:07
   7½ / 10
Tutto il Giappone del dopo-guerra rappresentato da questo piccolo villaggio dove le case sono a ridosso di una palude fetida che forse rappresenta l'animo umano ormai svuotato da buoni ideali per quello che è successo...in questo si vede del "neorealismo"...
Poi la storia...un medico che cerca in tutti i modi di salvare la vita a un mafioso...
Io sinceramente trovo difficolta' a capire come questo dottore possa continuare in maniera esasperata con tutti questi tentativi di convincimento...alcune scene di lotta sono realizzate in maniera ridicola...Insomma tra i Kurosawa degli anni '40 questo non è tra i migliori...Ma rimane pur sempre un gran bel film!

Invia una mail all'autore del commento wega  @  21/02/2008 09:07:40
   9 / 10
Ecco invece come una metafora neorealista senza didascalismo alcuno, una distesa d'acqua infetta, vero e proprio specchio di una condizione sociale disagiata.
L'asso nella manica di questa pellicola è il rapporto che nasce tra queste due persone, un medico ed un esponente della malavita organizzata, ognuna rappresentane una funzione sociale diametricalmente opposta l'un l'altra ma, paradossalmente, aventi molto in comune.
Il coraggio di uno, un gran Shimura, forse derivante dall'incoscienza che ha sì un angelo, ma ubriaco appunto, e l'incoscienza dell'altro, un'altrettanto bravo Mifune, sono state le basi solide per costruire una sceneggiature dove l'alchimia di questi due personaggi si sente, fa riflettere, emoziona dall'inizio alla fine.

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Ultima risposta 16/01/2009 19.59.28
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  31/10/2007 00:47:20
   8 / 10
L'acquitrino maleodorante specchio simbolico della situazione di profondo disagio sociale del Giappone post-bellico. In questo contesto si muovono i due personaggi principali, apparentemente in contrasto, ma che si rincorrono a vicenda ognuno per dare un senso alla propria esistenza. Film ricco di suggestioni di tipo neorealistico, ma anche visionario (la notte brava di Matsunaga nella sala da ballo) e onirico come la sequenza del sogno. I due protagonisti Mifune, al suo primo film con il regista, e Shimura sono perfettamente completari: ruvido e saggio il medico, emotivo e dissennato il gangster yakuza.

Guy Picciotto  @  19/08/2007 16:31:15
   8 / 10
come il dustin hoffman di "un uomo da marciapiede" del 1969, il giovane gangster della yakuza tossisce per tutto il film, dando davvero alla pellicola un perenne senso di sporcizia acquitrinosa e malattia, secondo me superiore a "giorni perduti" di Wilder, buon film quello di Wilder sui problemi dell'alcool ma dal finale consolatorio e buonista, mentre kurosawa rimane più realista e crudo.

Gruppo COLLABORATORI Terry Malloy  @  14/08/2007 11:23:46
   8 / 10
ottimo film del Maestro sostenuto da i grandissimi Shimura e Mifune (al suo esordio) interpretanti rispettivamente due personaggi di una coralità spiazzante, un medico logorato dalla sofferenza e da un giovane capomafia disperato per la sua precoce malattia. sofferenza per la vista quotidiana di una realtà orrenda post-bellica dominata dalla TBC e dall'ignoranza. una caratterizzazione del medico psicologica veramente eccezionale, di una sensibilità meravigliosa.
seppur il film non sia un capolavoro del Maestro, resta comunque un'opera di grande pregio, ricca di scene bellissime e piuttosto forti per il '48 come il sogno del malato e la sua uccisione. da vedere.

Dick  @  01/07/2007 20:42:45
   8½ / 10
Toccante e amaro film sull' amicizia impossibile tra un malvivente e un medico che dagiovane era proprio uno sconsiderato. Quest' ultimo combatte i germi come dice lui e tenta a guarire le persone che devono aiutarsi con il buon senso e la ragione secondo lui mentre l' altro vorrebbe e potrebbe cambiare vita anche per salvarla, ma è torppo legato al suo codice e alle persone come il capo in cui ha fiducia che però poi lo tradirà.
Le parole finali del dottore magari sono un pò troppo amare, ma il film si conclude comunque un pò con un messaggio portato dalla studentessa che è riuscita a guarire.

Tom24  @  11/03/2007 22:10:28
   9 / 10
Una lieta sopresa.
Il film non risente affatto della sua età, come la splendida figura del medico, (rappresentata al meglio da un grande Takashi Shimura) che con il suo carattere tutto particolare, riesce a far divertire lo spettatore anche più di 50anni dopo...
Per il resto grandi attori, una storia profonda e uno svolgimento degno di un grande regista rendono il tutto imperdibile per i fan del grande Kurosawa, ma non solo per loro...

Una vera perla, da vedere....

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Crimson  @  29/11/2005 11:34:57
   9 / 10
Il primo film di Kurosawa ad aver avuto un certo successo (dopo un periodo di censura) tratta una storia che si svolge nei bassifondi di una Tokyo post-guerra. Oltre ad emergere temi tipici del regista come l'amicizia (un'amicizia del tutto particolare, che anche in questo film drammatico non manca di far sorridere di tanto in tanto), il rispetto e la contrapposizione tra due realtà diverse.
Toshiro Mifune (qui giovanissimo, appena ventottenne) azzeccatissimo nel suo ruolo (come al solito) è vittima del suo codice d'onore, della sua esistenza di eccessi e di disprezzo per la vita, che il medico (il grandissimo Takashi Shimura) non può comprendere, dal momento che oltre a rivestire un ruolo nella società completamente agli antipodi è nel profondo una persona umana, che si nutre di altri valori. Entrambi comunque hanno un'accezione positiva, persino lo yakuza, perchè tenta di seguire i consigli del medico (niente donne e niente alcool) che tanto cerca di sradicarlo dalla sua vera natura gangster. Cosa impossibile.
Unico punto in comune tra i due, che si legano l'un l'altro ovviamente non senza qualche problema, è costituito dall'alcool.
Al di là della torbida e intrigante vicenda che caratterizza il film, ossia la rivalità tra Okada, gangster appena uscito di carcere e i due protagonisti, per ragioni diverse, anche lo scenario di contorno e i più piccoli particolari sono degni di nota: il laghetto putrido ai margini del quale spesso i protagonisti conversano, il rapporto medico-paziente (qui del tutto particolare, ma efficace: la bambina si salva dalla tubercolosi perchè ha altre motivazioni rispetto al gangster), e lo spaccato della vita dopo la guerra in Giappone.
E' un film che nelle atmosfere è del tutto simile al successivo "Cane Randagio" e a "Vivere".

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