le orme regia di Luigi Bazzoni Italia 1975
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le orme (1975)

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locandina del film LE ORME

Titolo Originale: LE ORME

RegiaLuigi Bazzoni

InterpretiFlorinda Bolkan, Peter McEnery, Caterina Boratto, Lila Kedrova, Klaus Kinski

Durata: h 1.36
NazionalitàItalia 1975
Generehorror
Al cinema nel Febbraio 1975

•  Altri film di Luigi Bazzoni

Trama del film Le orme

La schizofrenica Alice, traduttrice simultanea, vive due vite con la stessa intensità: un'esistenza normale, di facciata, cosciente; un'altra più profonda dominata da una psicosi di persecuzione, indotta dall'aver visto in TV esperimenti su un cosmonauta lunare, svolti da uno scienziato.

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Voto Visitatori:   7,00 / 10 (12 voti)7,00Grafico
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Voti e commenti su Le orme, 12 opinioni inserite

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Evarg Nori  @  17/02/2022 21:17:06
   6½ / 10
Da un racconto di Mario Fenelli,uno psicodramma che cerca strade inedite,virando nella fantascienza e rinunciando ai consueti nudi e assassinii truculenti.Il ritmo perennemente svelto garantisce l'atmosfera misteriosa e incalzante,e la Bolkan funziona in un ruolo che non si basa sul corpo,come personaggio smarrito e costantemente in balia di eventi imperscrutabili.Ma la soluzione non è all'altezza delle ambizioni,e Kinski(in scena per un minuto scarso ed esclusivamente nei flashback)è sprecato nel ruolo del Dott.Blackman.Puntualmente diventato cult tra gli appassionati del genere.Sceneggiatura del regista,fotografia di Vittorio Storaro e musiche di Nicola Piovani.

Alpagueur  @  22/10/2020 12:06:03
   7 / 10
Conosciuto anche come "Impronte sulla luna" ("Footprints on the moon"), è un film molto interessante che è piuttosto difficile da classificare. "Thriller psicologico" è la descrizione più appropriata a cui riesco a pensare. Il film vede Florinda Bolkan nei panni di Alice Campos, una traduttrice di francese di 33 anni, originaria del Portogallo ma che vive in Italia, che si sveglia e scopre di non ricordare nulla degli ultimi tre giorni. I suoi unici indizi su quello che è successo sono una cartolina strappata di un hotel situato in una fatiscente località balneare turca (Garma, in parte costruita su antiche rovine romane), un orecchino e un misterioso vestito giallo nel suo guardaroba. Alice È anche perseguitata da un sogno ricorrente, molto vivido, su un bizzarro e inquietante film di fantascienza (che crede di aver visto molti anni prima), in bianco e nero e che fa ripetute apparizioni durante il film, riguardante un astronauta lasciato morente sul paesaggio lunare dopo essere stato abbandonato dai suoi compagni di equipaggio per uno strano esperimento condotto dal misterioso professor Blackmann (Klaus Kinski). Nella sua ricerca della verità dietro la sua amnesia non si fida di nessuno, ma a poco a poco diventa evidente che ha già visitato la città dove si trova l'hotel. Questo è un film emozionante la cui principale virtù è che è praticamente impossibile prevedere come si svolgeranno gli eventi e, in particolare, come andranno a finire. L'insolita solitudine del personaggio principale e l'inaffidabilità di tutti gli altri assicurano che il buon vecchio sentimento paranoico sia presente in tutto il film, mentre i bei colori e alcune sequenze filmate in modo spettacolare rendono questo film anche visivamente attraente. La parte importante dell'unica e sola Nicoletta Elmi, la stella bambina dai capelli rossi dell'horror italiano preferita di tutti i tempi (prima di allora aveva già recitato in 'Reazione a catena", 'Chi l'ha vista morire?', 'Il mostro è in tavola...barone Frankenstein' e soprattutto 'Profondo rosso'...ottimo curriculum per una bambina di 11 anni), è un bonus extra. ll film affronta un mistero irrisolto lasciato aperto all'interpretazione, con un personaggio del mondo moderno che ritrova se stesso intrappolato in un ambiente antico ed enigmatico. A differenza della maggior parte dei film horror italiani del suo tempo, questo non ha quasi sangue e si basa principalmente sulla creazione di un'atmosfera claustrofobica e sull'orrore dell'ignoto che si aggira dietro ogni angolo. La suspense si accumula lentamente fino a un finale terrificante e alla fine triste. Il film ha molti nomi importanti del cinema italiano che ci hanno lavorato su, come Vittorio Storaro (eccellente fotografia...visivamente, questa è una delle opere più sbalorditive del genere), lo sceneggiatore/regista sottovalutato Luigi Bazzoni, il compositore Nicola Piovani (belle e inquietanti al punto giusto le musiche) e la regina del giallo Florinda Bolkan, Le sequenze da incubo in bianco e nero dell'astronauta lasciato morire da solo sulla luna, che sono molto inquietanti e spaventose, rispecchiano la disperazione della protagonista poiché anche lei è intrappolata in un ambiente con cui non ha familiarità, oppure è lei? È questo tipo di domande che Bazzoni pone al pubblico, senza dare sempre risposte, cosa che, a mio modesto parere, rende l'orrore ancora più efficace. Io sotto nello spoiler ho dato una mia interpretazione che chiarirebbe il 95% dei molti dubbi. Se preferisci il classico giallo di matrice argentiana, con rasoio affilato, guanti neri, sanguinosi delitti e un bel pathos evita questo film, non fa per te. Se invece ti piacciono i thriller un po' sul bizzarro (per es. "La morte ha fatto l'uovo", del 1968) probabilmente ti divertirai molto. Come dicevo all'inizio nonostante un'immagine di astronauti sulla copertina del DVD, questa non è fantascienza. Né lo chiamerei horror o giallo. Thriller psicologico è il termine lo descrive al meglio. Non c'è nudità gratuita o violenza così spesso viste nei film italiani di questo periodo. Inoltre è una pellicola a lenta combustione, quindi chi desidera emozioni veloci vada altrove. 'Le orme' vanta una superba cinematografia e splendidi luoghi. Nella versione in lingua inglese Alice Campos è chiamata Alice Cespi, Alfredo Laurenti è chiamato Alfred Lowenthal, Iris Ines è chiamata Mrs Heim e Paola Bersel è chiamata Paula Burton. Senza la spiegazione del finale che ho costruito sotto, non sarei riuscito a dare a questo film la sufficienza, perchè gli ultimi 15 minuti fanno crollare decisamente il castello di sabbia della prima ora e un quarto abbondante (gli eventi descritti sarebbero tutti scollegati, la storia piena di punti interrogativi).

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GianniArshavin  @  16/11/2016 17:54:17
   6½ / 10
Diretto dal buon Luigi Bazzoni, Le orme è un film del 1975, un thriller molto atipico per quel periodo in cui imperversavano assassini con coltellaccio, impermeabile e guanti neri nel pieno stile argentiano.
Coadiuvato da Nicola Piovani alle musiche e da uno Storaro in grande spolvero alla fotografia, Bazzoni da vita ad un film psicologico, molto asettico e freddo per i canoni del nostro cinema. L'opera è incentrata sulla figura di Alice (una convincente Florinda Bolkan) donna stressata e austera che non ricorda gli ultimi due giorni della sua vita. Inoltre è perennemente tormentata da un incubo ricorrente che lei associa ad un film di fantascienza visto tempo prima. Da questo assunto si svilupperà una trama molto contorta pregna di mistero.
Il problema principale di Le orme è che promette molto per poi, a conti fatti, mantenere poco. Effettivamente la risoluzione finale non conferma le aspettative create con un intreccio davvero intrigante e ben gestito, ponendo fine alla vicenda in modo troppo banale. Per il resto la pellicola merita prettamente elogi, in quanto riesce a tenere desta l'attenzione dello spettatore pur non sfruttando i soliti cliché tipici del genere.
Da premiare è principalmente la scelta di Bazzoni di proporre qualcosa di diverso, un film senza il solito assassino, che trasmette tensione tramite un'atmosfera cupa e fredda. Un ruolo molto importante nel film viene dato anche ai personaggi e alla loro caratterizzazione, dalla malefica bambina interpretata dalla Elmi all'inquietante dottore che ha il volto di Klaus Kinski.

Le orme dunque è un lavoro fuori dagli schemi per il tempo, un esperimento riuscito. Peccato per una risoluzione finale che non riesce a soddisfare a dovere.

alex94  @  17/04/2016 13:23:47
   8 / 10
Misconosciuta ed inclassificabile pellicola italiana diretta da Luigi Bazzoni nel 1975.
Il regista costruisce e sviluppa con attenzione la trama della pellicola,mantenendo per tutta la durata del film ben due spiegazioni possibili per giustificare ciò a cui si assiste ( Alice è vittima di un complotto? o è solamente una folle),su questo, diciamo, dubbio,il regista costruisce un thriller abbastanza psichedelico che nonostante le varie stranezze riesce a mantenere alta l'attenzione e la curiosità per tutta la sua durata.
Da ricordare la splendida (e un po spettrale) location,che dona al film quel aura di mistero che contribuisce ad accrescerne il fascino.
Splendido anche l'aspetto tecnico (in particolare la fotografia) e assolutamente convincente la recitazione,troviamo infatti nei panni di Alice la Bolkan che riesce bene a trasmettere, il senso di spaesamento e alienazione che perseguita il suo personaggio.
Bravo anche il solito Klaus Kinski,che anche se in un ruolo secondario regala una grande interpretazione.
Uno dei migliori thriller (con elementi fantascientifici) italiani,da riscoprire.

dagon  @  01/09/2015 19:00:23
   7 / 10
Una sorta di "oggetto misterioso", "le orme" è un film surreale, onirico e spiazzante nel panorama del cinema italiano di quel periodo. Da recuperare, almeno per lo sforzo di fare qualcosa di diverso, pur rimanendo nel genere. Ben sfruttato Storaro alla fotografia e commento musicale di Piovani. Non mi ha convinto del tutto, alla fine, ma ne ho apprezzato il tentativo di originalità senza compromessi.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  19/06/2015 11:47:43
   7 / 10
Thriller inconsueto soprattutto per l'epoca, in cui assassini dai guanti neri e belle ragazze poco vestite imperversavano in pellicole psichedeliche, colorate e violente, capaci di lasciare il segno nella cinematografia italiana e non solo.
" Le Orme" (tratto dal romanzo di Mario Fanelli "Las Huellas") è un prodotto privo delle sopracitate caratteristiche, vi troviamo una dimessa ma sempre affascinante Florinda Bolkan alle prese con un inesplicabile caso di amnesia.
Per questo motivo si reca nella cittadina di Garma (luogo inventato, le riprese sono state effettuate in Turchia) aggrappandosi all'unico indizio di cui è in possesso.
Qui, con sommo stupore, noterà che molta gente del posto già la conosce seppur con un altro nome e un taglio di capelli diverso.
Nel frattempo sogni inquietanti continuano a minarne la quiete notturna; la donna immagina di continuo un astronauta lasciato in solitaria sulla Luna per compiacere gli esperimenti del mad doctor Klaus Kinski. Trovare il nesso tra due situazioni così distanti non sarà facile, ma alla fine ogni tassello tornerà al suo posto nonostante un epilogo aperto a più letture.
Tra schizofrenia e ipotesi di complotto Luigi Bazzoni mostra un piglio ben più deciso rispetto al passabile "Giornata nera per l'ariete". Il regista, perfettamente coadiuvato da Nicola Piovani alle musiche e da Vittorio Storaro alla fotografia, esibisce uno stile alienato e originale, dai colori spenti, contrassegnato da un' inquietudine sostenuta dal ritmo ipnotico.
Film felicemente estraneo alle etichette, esempio lodevole di riuscita commistione tra generi in cui è il tema dell' abbandono ad ergersi a fulcro destabilizzante.

zeppelin  @  27/06/2014 02:01:32
   5 / 10
Un film troppo anni '70, scarso di comparse e con una patina di modernismo forzato che lo rendono artefatto. Una bella idea che promette bene ma che in poco tempo si rivela sterile. Sceneggiatura che si regge appena, nonostante i dialoghi siano veramente al minimo. Il percorso della Bolkan è tutto introspettivo, ma non ha la forza espressiva per reggerlo.
Il voto basso è comunque dovuto a:
- la lungaggine in cui la protagonista indaga sugli strani accadimenti senza che succeda assolutamente niente
- la storia degli astronauti, che non riesce a incastrarsi efficacemente con la protagonista
- l'assurdità della

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Realizzato bene, per quanto sappia troppo dei peggiori anni '70, la mancanza di idee sfianca la suspence che ad un certo punto cede e attende con impazienza i titoli di coda, che nemmeno il finale, un po' troopo tirato per i capelli, non riesce a risollevare.

tarax  @  29/01/2014 05:16:59
   7½ / 10
Alice (Florinda Bolkan) traduttrice professionista, si sveglia ossessionata da un incubo in cui ha visto un astronauta lasciato a morire sulla luna da un cinico scienziato soprannominato Blackman (Klaus Kinski). Alice scopre, fra l'altro, di aver dormito tre notti e trova in casa una strana cartolina proveniente da Garma, una località balneare turca. Recatasi a Garma per indagare, la donna si troverà intrappolata in un drammatico mistero.
A quattro anni dal precedente (e convincente) "Giornata nera per l'ariete"del 1971, e a dieci dal film d'esordio del 1965 "la donna del lago", Luigi Bazzoni torna a dirigere (e sceneggiare) un nuovo film, un thriller psicologico/cospirazionistico, senza un goccio di sangue versato ma pieno di fascino e originalità. Nessuna mano guantata da serial killer, nessuna serie di omicidi, nessuna polizia che brancola nel buio, anche lo score musicale incalzante, tipico degli "spaghetti thriller" non è di questo film. Bazzoni si affida alla bravura di una delle icone femminili del cinema di genere dei 70, l'ottima Florinda Bolkan ("Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto" (1972), "Metti, una sera a cena" (1969), "Una lucertola con la pelle di donna" (1971), "Non si sevizia un paperino" (1972) , coadiuvata dalla sempre brava ed inquietante comprimaria Nicoletta Elmi ("Reazione a catena" (1971), "Chi l'ha vista morire?" (1971), "Profondo rosso" (1975), "Il medaglione insanguinato" (1975) , la bambina più famosa del cinema di genere italiano. Anche la presenza, seppur in ruoli marginali, di Ida Galli aka Evelyn Stewart ("Il dolce corpo di Deborah" (1968), "La coda dello scorpione" (1971), "Un bianco vestito per Marialé" (1972), "Il medaglione insanguinato" (1975) e di Klaus Kinski ("La bestia uccide a sangue freddo" (1971), "Jack lo squartatore" (1976), "La morte ha sorriso all'assassino" (1973) danno un certo spessore al film. Vincente risulta anche il plot, molto interessante e coinvolgente, che si discosta totalmente dall'andazzo dell'epoca, Tra flashback, incubi deliranti ed ambientazioni surreali, lo spettatore rimarrà col fiato sospeso fino all'ultimo fotogramma del film.
Il film parte con Alice (Florinda Bolkan), traduttrice simultanea, che si sveglia dopo aver fatto un incubo in cui un astronauta viene abbandonato in stato di incoscienza sulla luna (senza motivo), appena apre gli occhi vede che l'astronave è ripartita e, con il terrore negli occhi, capisce di essere condannato a morte. Dopodiché Alice riceve una telefonata da un'amica con cui deve incontrarsi poco dopo, alle 11 e 30, in macchina la donna racconta all'amica dell'incubo appena fatto, dicendole che è la terza notte che sogna la stessa cosa, guidando Alice si rende conto che l'incubo che ha fatto non è frutto della fantasia, ma è una scena di un film che ha visto da ragazzina che l'ha sempre terrorizzata, tanto che non ha mai visto come finisce, ovvero "Orme sulla luna". Dopo essersi salutate, Alice va al lavoro a consegnare la sua traduzione che aveva come scadenza mezzogiorno di martedì. Parlando con la sua datrice di lavoro scopre che il lunedì, durante la traduzione simultanea in cabina, Alice ha interrotto il suo lavoro all'improvviso ed è scappata senza dire a nessuno dove andasse, venendo sostituita immediatamente da una collega. Alice risponde sgomenta " Non è possibile, ieri ero presente!", al che la datrice di lavoro risponde "Ieri?! L'ultima seduta del congresso di astronautica ebbe luogo lunedì. Stiamo parlando di tre giorni fa non di ieri". Accorgendosi di non ricordare nulla degli ultimi due giorni, Alice comincia a scervellarsi, tanto che la sua amica Mary (Ida Galli aka Evelyn Stewart) le dice che di sicuro avrà abusato troppo di sonniferi e avrà dormito per due giorni di fila(???). Tornando a casa però, Alice trova nell'armadio un vestito giallo mai visto prima e si accorge di aver perso un orecchino, nel cercarlo rovista nel cestino dei rifiuti e trova una fotografia fatta in 4 pezzi di una località a lei sconosciuta: Garma (Turchia). L'indomani Alice decide di partire subito per la località turca per indagare, li farà la conoscenza di vari personaggi che affermeranno di averla già vista martedì. Tra queste troviamo una bambina di nome Paola (Nicoletta Elmi), un giovane uomo chiamato Henry (Peter McEnery) e miss Iris Ines (Lila Kedrova), una signora altolocata habitué dell'isola. Grazie a questi ambigui personaggi, specialmente la piccola Paola, Alice riuscirà a ricomporre il complicato puzzle riguardante i giorni di permanenza a Garma, ma a che prezzo?!....

"Le orme" è un gran bel thriller, Bazzoni riesce a creare un'atmosfera alienante e disturbante che aiuta a mantenere il ritmo abbastanza alto, lo stesso dicasi per il coinvolgimento dello spettatore che grazie al modo di raccontare la storia attraverso flashback e rivelazioni date col contagocce dal Bazzoni sceneggiatore, riesce a far soprassedere alla (forse) eccessiva lentezza del film. Florinda Bolkan, in questo film molto (troppo) mascolina, fa come sempre un ottimo lavoro rendendo al meglio il ruolo di donna in pericolo perché al centro di una cospirazione che però, a differenza dei film pre argentiani (soprattutto lenziani), non si orde per accaparrarsi un'eredità o per uccidere il marito e vivere felice con l'amante, bensì per ragioni completamente diverse che non vi dirò. La piccola Nicoletta Elmi è perfetta nel ruolo di bambina che appare/scompare facendo rivelazioni importanti ed aiutando la protagonista a sciogliere i nodi della vicenda. La piccola parte recitata dal mitico Klaus Kinski nel ruolo del pazzo malefico professor Blackmann gli è congeniale e dimostra che anche per i piccoli ruoli, Bazzoni non lasciava nulla al caso, così come l'utilizzo della stacanovista Ida Galli/Evelyn Stewart per un ruolo marginalissimo che avrebbe potuto fare chiunque. La fotografia di Vittorio Storaro è molto bella e particolare e dona un tocco in più al film con inquadrature mai banali, bensì artistiche e ricercate, in linea con l'originalità della pellicola stessa. Storaro fotografa la città turca di Phaselis, piena di luoghi quasi mistici nella loro sobria bellezza, come la spiaggia, la pineta e le costruzioni tardo-romane e bizantine. Le musiche, affidate al maestro Nicola Piovani, dolci, sognanti e senza tempo sono minimaliste ma efficaci come tutta la pellicola.
In conclusione, Luigi Bazzoni si conferma un ottimo regista regalandoci un film affascinante, interessante, sicuramente originale che non farà fatica a rapire i fruitori di cinema di genere anni 70. La sua lentezza e il suo finale un po' affrettato potranno far storcere il naso a qualcuno, ma se potete soprassedere a queste due piccole mancanze… spegnete le luci, accendete la tv, inserite il dvd e… buon divertimento!

Oskarsson88  @  13/01/2014 11:24:45
   7 / 10
Prima di tutto questo non è un horror, bensì un sottile thriller psicologico dalle tinte weird. Devo dire che sono arrivato per caso a questo film poco conosciuto. Ho apprezzato in particolar modo la bellissima fotografia e la colonna sonora inquietante e ipnotizzante nella scena iniziale e nei momenti clou. Di contro, la trama ha qualche falla ed è semplicistica nella sua risoluzione finale. In sostanza il contenuto non è pienamente all'altezza del contorno, ma resta un'opera particolare e che si distingue molto dai thriller dell'epoca e merita una visione. 7+

Gruppo COLLABORATORI atticus  @  30/09/2012 20:38:13
   7 / 10
Bizzarro, non saprei come altro definire questo thriller psicologico che si avvale di una cura registica e di una confezione assolutamente notevoli per gli standard dell'epoca per questo genere di cinema. La lunga catena di rivelazioni, disseminante con maestria lungo tutto l'arco del film, si chiude in un finale forse scontato ma in linea con la coraggiosa stravaganza dell'operazione che, incredibilmente, fonde cospirazionismo, sdoppiamenti di personalità e progetti fantascientifici. Molto brava la Bolkan, inquietanti le presenze della piccola Nicoletta Elmi e della rediviva Lila Kedrova, la malinconica vedova di "Zorba il greco".

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  14/08/2011 12:07:37
   8 / 10
Il thriller di Bazzoni è molto particolare, se confrontato con altri film del medesimo genere di quel periodo. Rispetto a Giornata nera per l'ariete, qui l'impianto è molto meno classico. Sceglie un'atmosfera densa di mistero, evocativo nelle immagini ben impresse dalla fotografia di Storaro e da una trama molto intrigante che tiene alta l'attenzione, fino ad un finale tuttaltro che deludente.

phemt  @  08/03/2008 10:20:13
   7½ / 10
Davvero interessante questo film di Bazzoni regista dalle indubbie qualità purtroppo dimenticato dai più… Con l’horror c’entra poco o nulla e la trama qui riportata spoilerizza troppo quindi evitate di leggerla se volete gustarvi il film…
Le Orme è in realtà un giallo/thriller psicologico molto diverso dagli altri film del genere di quel periodo… Niente omicidi, niente sangue, niente assassini ma l’introspezione psicologica su un tema molto interessante portato avanti con stile dal regista… Il film è si lento ma anche molto intrigante per quasi tutta la durata della pellicola malgrado una sceneggiatura non sempre solidissima… Come la Bolkan anche noi ci sentiamo persi all’interno del suo drammatico incubo misterioso ed angosciante; peccato che il finale sia fin troppo semplicistico e in parte deludente… Bazzoni però è bravo a filmarlo con una scena davvero d’effetto…
Eccellente la fotografia di Storaro, belle le musiche di Piovani, evocativa la scenografia, inquietante la Elmi (che al tempo lavorò anche con Bava ed Argento), non sempre convincente la Bolkan, piccolo cameo anche per Klaus Kinski…
Dimostrazione lampante di come, anche in Italia, di tanto in tanto si faceva del weird, paga forse lo stile (un pelo troppo d’avanguardia per i tempi) di Bazzoni… Non facilissimo da reperire, rimane un film da consigliare a tutti quelli che cercano qualcosa di diverso e che non si fanno spaventare da un ritmo, a volte, fin troppo lento… In effetti, aldilà dei difettucci, di film del genere (almeno dalle nostri parti) non è che ne siano stati fatti tantissimi…

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