l'impero dei sensi regia di Nagisa Oshima Giappone, Francia 1976
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l'impero dei sensi (1976)

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locandina del film L'IMPERO DEI SENSI

Titolo Originale: AI NO CORRIDA - L'EMPIRE DES SENS

RegiaNagisa Oshima

InterpretiTatsuya Fuji, Eiko Matsuda, Aoi Nakajima, Melka Seri

Durata: h 2.00
NazionalitàGiappone, Francia 1976
Genereerotico
Al cinema nell'Agosto 1976

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Trama del film L'impero dei sensi

Tokyo, 1936. Il legame tra la giovane cameriera Abe Sada e Kichi, il proprietario della pensione presso cui presta servizio, è fatto di un amore totalmente dominato dai sensi. La relazione parte dall’attrazione reciproca, si evolve attraverso l’estasi sensuale per precipitare, nel finale, in un baratro erotico.

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Voto Visitatori:   7,63 / 10 (31 voti)7,63Grafico
Voto Recensore:   6,00 / 10  6,00
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Voti e commenti su L'impero dei sensi, 31 opinioni inserite

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Gruppo REDAZIONE amterme63  @  13/05/2014 18:05:35
   8 / 10
Insieme a "Crash" di Cronenberg e a "Nymphomaniac" di Lars von Trier (che non ho visto, ma mi immagino come possa essere) fa parte di quella categoria di film che dipingono il decorso e gli effetti delle ossessioni sessuali sulla psiche umana.
Detto questo, mi sento di affermare che "L'impero dei Sensi" non è un film pornografico. Ci sono, è vero, scene molto esplicite, ma penso che tutte siano riconducibili a un tema portante messo bene in rilievo per tutto il film, cioè di come la psiche umana, se lasciata "libera" di seguire i propri istinti fino in fondo, possa autodistruggersi in un circolo vizioso, apparentemente senza via d'uscita. Infatti quello che salta all'occhio osservando il comportamente dei due amanti è che tutto è fatto in maniera ponderata e consapevole, anzi cercata e voluta da entrambi. Il desiderio di "far star bene" il partner, la ricerca del piacere assoluto, sembra voler portare piano piano alla negazione stessa della vita umana, al desiderio della morte (stessa conclusione di "Crash").
Colpisce tra l'altro l'eleganza e la gentilezza dei protagonisti, i quali chiedono sempre il "permesso", prima di arrivare agli estremi del "proibito", del piacere insolito. Il Piacere (con la P maiuscola) è fatto così: non basta mai e deve essere sempre maggiore e diverso. La corsa all'eccesso è in risposta alla noia e all'edonismo fine a se stesso.
C'è quindi un sotto traccia nichilista, non evidente come in "Crash", ma perlomeno implicito nello svolgersi della vicenda. In maniera indiretta sul banco degli imputati c'è la nostra società consumista ed edonista. L'ossessione al consumo, l'approccio edonista nei confronti degli oggetti, se lasciato andare può portare all'autodistruzione.
Nell'"Impero dei sensi" si nota come un distacco da parte del regista/sceneggiatore verso ciò che viene rappresentato e ciò è evidente nell'atteggiamento naturale, domestico, quasi normale con cui vengono rappresentate le scene, anche quelle più scabrose. Forse noi non siamo abituati a vedere certi atti come normali e naturali, a osservarli rappresentati senza filtro, così come sono. Per questo molti storcono il naso o si sentono oltraggiati dalla visione esplicita degli atti sessuali, mostrati in questo film.
Si tratta comunque di un film ben girato, ben curato, anche ben recitato (soprattutto dall'interprete maschile, in un ruolo assolutamente non facile).
Certo, il distacco con cui viene trattata la materia (a differenza della drammatizzazione di "Crash") può coinvolgere meno lo spettatore, il quale non sa a volte se deve guardare con occhio serio o con occhio ludibre. Insomma Oshima lascia molta ambuiguità e questo non si risolve alla fine in qualcosa di positivo. Per me in ogni caso è un film basilare, molto bello e che va assolutamente visto.

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