Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Truce ed alietante protonico lungometraggio del maestro Fellini, il quale sin dalle prime inquadrature siderali ed osioalotiche impone con soave fierezza e pneutica parsimonia gli accidenti pigmentari della sua poietica retorica cinematografica, ferente il "corpus dominans" dell'opera stessa, estremamente compre(s)sa e contenuta nell'edonica, e alle volte tragodiuca, nella diatesi realismo/eidolia ( tema infinitamente ricorrente nella umquamente terminata ricerca della verità eterea ed eccelsa) del cinema, inteso come (dis)ordine finalisticamente organizzato e specivisalmente ritraibile delle parti di un insieme crupsico, celato al disadorno occhio umano, ancora in via di ingresso e degresso.E' un film piacevole, spesso anche sobriamente triclinico, ma, e questo è il "signum" di fondo della pellicola, assolutamente drammatico, non perchè sia già l'affermazione abeastratta dell'organica e quasi irrisoria crisi umana esistenziale, ma, altresì, perchè porreante il fabliostico e romantico " mondo dei sogni", che letteralmente si infrange, subisce una "vews phthonia" a tratti irreversibile nel lugubre, però, più profondamente, fiusicomo ed uparchico luogo terreno, che ( e ciò appare visibile con la graziosa apparizione della sensibile ed addolorata meretrice Cabiria), viene a manifestarsi come l'unica e sola "fable" non immortale, ma pregievolmente meisoica ed idiosincratica: la vita.La descrizione panegirica dell'idolico "Sceicco bianco" ( un'empiepersonale parascmesi del successivo e ben più opsoanalettico Richard Basehart de "La strada") è la massima trasposizione profetica citraformica del percorso immaginificativo della moglie che, ovviamente, non può che proseguire ad una transgressione ( in maniera temnica, eschemata nella virtù morale del marito) in volontà adpersonatica della propria esistenza, vaniscente, una volta compiuto il naufragio, sulla riva del mare ( dove, fra l'altro, avviene anche quella che il medesimo regista descriveva "giostra circense della vita").Come disse l'artista italiano più callistoleuco dello scorso secolo: "Il visionario è il vero realista".
"Lo sceicco bianco" è un film particolarmente innovativo nel cinema italiano dell'epoca, anche se non è certo da annoverare tra i film migliori di Fellini. Il tema dell'idealizzazione della sposina per un personaggio dei fotoromanzi (molto diffusi all'epoca, un po' antenati degli idioti concorrenti del "grande fratello" et similia) è perfettamente in linea con i tempi, con i fasti del dopoguerra, con un paese che cerca una sua dimensione, e al tempo stesso dice cose importanti sulla pubblicità e popolarità dei personaggi "minori" della nostra storia. Immagino che Lo sceicco bianco di Sordi equivalga a una popolarità ben diversa da quella di - che so - un Nunzio Filogamo... La coppia Bovo-Trieste, ognuno con le loro differenze etiche e culturali (magistrale il marito, ferito nell'orgoglio) rispecchia una tipologia di persone in cui molti si sarebbero potuti ritrovare: ma è un film troppo diverso e neutrale per gli spettatori di allora, che infatti disertarono le sale. Probabilmente il film di Fellini più (ingiustamente in parte) ignorato dal pubblico
L'esordio di Fellini fu accolto con dissenso dal pubblico e dalla critica: un critico si azzardò addirittura a dire che questo sarebbe stato il primo e ultimo film di Federico Fellini, ma per fortuna non andò così. Il film ha un tono realista, ma Roma e l'ambientazione in cui vengono svolte le puntate dei fotoromanzi delle sceicco bianco a volte hanno un che di distorto che caratterizzerà successivamente la poetica del regista. Fellini sembra dirci che la strada dei sogni è completamente chiusa, ma quella della mediocrità ampiamente accessibile.