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Celebre film di Goulding, che fondamentalmente è più apprezzabile per il valore storico che per l'opera in sé, il regista, assieme alla MgM realizza una sorta di versione soft del romanzo, ovviamente ben più crudo, pessimista e soprattutto troppo "scandalistico" per il pubblico americano, una sorta di compromesso che prende dal romanzo il soggetto e lo adatta alle esigenze commerciali del periodo, molto furbescamente e scritturando anche una grande star del muto come Greta Garbo nel ruolo della protagonista, mostrando in una durata relativamente breve uno dei più famosi triangoli amorosi della letteratura, con la protagonista divisa tra la fedeltà dovuta al vecchio marito e l'amore provato verso questo giovane e più avvenente capitano, ma fondamentalmente il film non riesce ad andare oltre la superficie, standardizzando fin troppo la narrazione, nonostante una messa in scena validissima in cui vi è una bella ricostruzione del periodo ed è a tratti ben accentuata la dicotomia tra la vita coniugale tra queste imponenti mura e quella adultera con anche qualche sequenza nella natura che mostra il rapporto sotto un punto di vista quasi idilliaco.
Recitazione di buon livello, la Garbo catalizza l'attenzione su di sé, complice anche il viso pulito e i tratti fini che si sposano bene col personaggio, con una regia fin troppo tipica dei film del periodo colma di primi piani che assieme alla recitazione particolarmente espressiva da un respiro solenne alla vicenda, pur non mancando un sottile umorismo, soprattutto nelle prime battute.
Un purista del romanzo probabilmente boccerebbe questo film senza batter ciglio, e personalmente non fa impazzire nemmeno me, in tutta sincerità, tuttavia lo ritengo un buon caso studio per mostrare la mentalità produttiva delle major al tempo e il loro ammiccamento verso il grande pubblico. Più valido come prova storica che come opera d'arte.
Tratto dal soggetto di Anna Karenina spolpato della consistenza e la forma che gli ha saputo dare lo scrittore russo e come farà Brown nel '35 si basa precipuamente sulla trama con tanto di licenza sull'epilogo per non traumatizzare il pubblico. Già questo basterebbe per minimizzarne il valore storico però la MGM per nobilitarlo e valutato a posteriori, trova motivo d'interesse nella brillante idea di affidare la parte alla Garbo, assieme alla Swanson vantava già i connotati da diva nel muto, accoppiata a John Gilbert (erede di Valentino) crea un'intesa passionale percettibile dagli sguardi, dall'allure di una sintonia immediata, e che in qualche modo restituisce la carica simbolica dell'adulterio descritto nel romanzo. Automatismi recitativi che coinvolgono anche la piccola star Philippe De Lacy, triangolo se ce n'è uno, già collaudato l'anno prima con Clarence Brown, un amore madre-figlio ai limiti della vicenda edipica.
è il romanzo di Tolstoj "Anna Karenina" riadattato, e infatti m'è piaciuta molto l'idea del regista di cambiare il titolo del film: il finale è completamente stravolto, e non avrebbe dato onore all'autore se avesse fatto diversamente. garbo ottima ma non eccellente, forse un po indecisa nell'interpretazione, ma c'è un gilbert ke tira su tutto e tutti. incredibili anke le scene semi-comiche, ke all'inizio disturbano, ma alla fine non fanno + la figura di stonare. tra l'altro la regia non è niente male x un film muto romantico (anke se certo non è griffith!). pregevolissime le scene col bimbo, baby-star del muto.