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Tratto dal soggetto di Anna Karenina spolpato della consistenza e la forma che gli ha saputo dare lo scrittore russo e come farà Brown nel '35 si basa precipuamente sulla trama con tanto di licenza sull'epilogo per non traumatizzare il pubblico. Già questo basterebbe per minimizzarne il valore storico però la MGM per nobilitarlo e valutato a posteriori, trova motivo d'interesse nella brillante idea di affidare la parte alla Garbo, assieme alla Swanson vantava già i connotati da diva nel muto, accoppiata a John Gilbert (erede di Valentino) crea un'intesa passionale percettibile dagli sguardi, dall'allure di una sintonia immediata, e che in qualche modo restituisce la carica simbolica dell'adulterio descritto nel romanzo. Automatismi recitativi che coinvolgono anche la piccola star Philippe De Lacy, triangolo se ce n'è uno, già collaudato l'anno prima con Clarence Brown, un amore madre-figlio ai limiti della vicenda edipica.
è il romanzo di Tolstoj "Anna Karenina" riadattato, e infatti m'è piaciuta molto l'idea del regista di cambiare il titolo del film: il finale è completamente stravolto, e non avrebbe dato onore all'autore se avesse fatto diversamente. garbo ottima ma non eccellente, forse un po indecisa nell'interpretazione, ma c'è un gilbert ke tira su tutto e tutti. incredibili anke le scene semi-comiche, ke all'inizio disturbano, ma alla fine non fanno + la figura di stonare. tra l'altro la regia non è niente male x un film muto romantico (anke se certo non è griffith!). pregevolissime le scene col bimbo, baby-star del muto.