milano trema: la polizia vuole giustizia regia di Sergio Martino Italia 1973
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milano trema: la polizia vuole giustizia (1973)

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locandina del film MILANO TREMA: LA POLIZIA VUOLE GIUSTIZIA

Titolo Originale: MILANO TREMA: LA POLIZIA VUOLE GIUSTIZIA

RegiaSergio Martino

InterpretiLuc Merenda, Richard Conte, Silvano Tranquilli, Carlo Alighiero

Durata: h 1.44
NazionalitàItalia 1973
Generepoliziesco
Al cinema nel Gennaio 1973

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Trama del film Milano trema: la polizia vuole giustizia

Il commissaario Caneparo (Luc Merenda) l'ha fatta grossa. Ha ucciso due evasi proprio nel momento in cui stava per catturarli. Per questo viene sospeso dal servizio, ma lui non si lamenta perché in questo modo può avere mano libera nel tentativo di vendicare la morte di un collega. Caneparo riesce ad infiltrarsi in un'organizzazione terroristica.

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Voto Visitatori:   6,59 / 10 (27 voti)6,59Grafico
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Voti e commenti su Milano trema: la polizia vuole giustizia, 27 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Spotify  @  25/08/2021 06:23:05
   5½ / 10
Non un gran poliziottesco di Sergio Martino che, in genere, è un maestro di tali pellicole.
A conti fatti sono rimasto un po' deluso, anche perché il film era partito benissimo nei primi 10 minuti. Però, col passare dei minuti si palesano soluzioni di sceneggiatura discutibili e scene piuttosto inverosimili, tanto da far diventare il tutto piuttosto dozzinale.

La trama vede protagonista Giorgio Caneparo, un commissario di polizia dai metodi molto rudi e non sempre efficaci. Un giorno, Caneparo uccide due banditi che erano riusciti a fuggire da un treno che li stava trasportando in prigione, malgrado questi si fossero arresi. Intanto, il commissario Del Buono, amico e collega di Caneparo, sta indagando su una seria di rapine in tutto il nord Italia e sospetta che dietro questi atti di criminalità, ci sia qualcosa grosso. Successivamente Del Buono, mentre torna a casa, viene assassinato. Caneparo, furioso per ciò che è accaduto, vuole vendicare l'amico e si infiltrerà nella malavita lombarda per scoprire chi si cela dietro tale l'omicidio e le rapine.

Sergio Martino firma dunque un film che non è solo una semplice storia di delinquenti contro polizia, ma guarda soprattutto alle organizzazioni segrete sovversive, che negli anni 70 erano sparse un po' ovunque in Italia. Procedendo, il film assume toni quasi gangsteristici, ma l'obiettivo di Martino era quello di evidenziare le connessioni tra malavita e politica.
Peccato che tale presupposto fallisce miseramente a causa di una strana quanto banalissima argomentazione dei fatti da parte del regista. Per buona parte della pellicola, vediamo il protagonista intento a fingere di essere un gangster e quindi tentare in tutti i modi di entrare nelle grazie dei boss. Poi, quando la verità viene a galla, si risolve tutto in fretta in furia con una sorta di duello finale tra "Caneparo" e chi sta a capo dell'organizzazione. Fine. Al termine della visione si resta sul serio con l'amaro in bocca per un epilogo con zero suspense. Il colpo di scena c'è, ma viene sviluppato malissimo.
Anche ciò che il regista voleva trasmettere appare poco chiaro: a primo impatto, il messaggio parrebbe essere abbastanza nichilista, (elemento caratterizzante di molti altri poliziotteschi dell'epoca) con la vendetta e la violenza come uniche armi a disposizione per combattere le ingiustizie. Poi però, da quanto si può evincere dalla decisione finale di "Caneparo" (vedi spoiler), il buon senso parrebbe trionfare ancora una volta. Chiaramente questa è la mia lettura riguardo ciò che il director voleva comunicare, ma ugualmente non sono rimasto convinto. Mi è parso tutto troppo confuso.


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

La sceneggiatura è forzatissima. Ernesto Gastaldi studia una serie di situazioni fin troppo contorte, appesantendo la storia in maniera notevole. Ad esempio, tutto lo stratagemma che "Caneparo" adotta per ingraziarsi i malavitosi è eccessivamente arzigogolato, nonché inutile. Anche la sequenza dell'ultima rapina non convince. I dialoghi sono abbastanza anonimi. Almeno la stesura dei personaggi è decente, ognuno di loro ha una buona delineazione. I colpi di scena sono scritti bene ma realizzati male, come nell'esempio che ho segnalato prima.

Altro difetto rilevante è il montaggio, troppo frammentato e spesso impreciso. Diverse scene vengono tagliate ancor prima che si concludano.

La caratterizzazione dei personaggi da parte di Martino non è male, sono tutti credibili. Il soggetto di "Caneparo" magari soffre un po' dei cliché tipici di questo tipo di protagonisti, però riesce ad incutere una certa simpatia nello spettatore.

Il ritmo è un po' altalenante. La partenza del film è bella forte, poi si alternano momenti significativi di stallo ed altri più movimentati. Nel complesso comunque, non ci si annoia e la pellicola si lascia guardare.
Qualche momento di tensione non manca di certo, ed è qui che Martino si conferma un ottimo regista. Questi riesce a creare suspense con dei semplici e lenti movimenti di macchina che sono davvero funzionali. Le scene di inseguimento tra le auto sono ben fatte, realistiche quanto basta.

La fotografia è praticamente incolore, però è una scelta che mi è piaciuta, in quanto così si esalta ancora di più l'aria disfattista del film. A ciò, si associa una scenografia spoglia, desolante. Il film infatti è ambientato in gran parte nelle periferie milanesi, mostrandoci una realtà difficile.

Bella la colonna sonora anche se un po' ridondante. Però risulta efficace con un tema che si presta bene alla vicenda.

Il cast è di discreto livello: Luc Merenda fa una buona interpretazione del commissario "Caneparo". Riesce a dare al personaggio un taglio particolarmente duro, servendosi di sguardi severi e dialoghi freddi e distaccati. Non mancano però momenti dove Merenda riesce ad essere più disteso, come ad esempio quando sta insieme a "Maria Ex". Tra gli altri attori, ho apprezzato la prova di Silvano Tranquilli, nel ruolo di un subdolo doppiogiochista.


Conclusione: luci e ombre in quest'opera di Sergio Martino. Alla fine è un prodotto che riserva diversi lati positivi, però ci sono delle pecche grossolane che potevano essere evitate. Mi spiace, ma alla sufficienza il film non ci arriva.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Angel Heart  @  11/08/2016 17:48:51
   6½ / 10
Poliziesco semplice ma avvincente, servito senza farsi mancare nulla (riflessione sociale inclusa, comunque ridotta al minimo, e va bene, appunto perchè privo di fronzoli).
Interpretazione ferrea di Luc Merenda, forse l'unica dove si possa anche solo definire attore decente (ma penso che l'apporto di Gammino doppiatore incida non poco sulla pagella).

Storia valida, attori in parte, buone musiche, tanta sana violenza: un poliziesco come tanti, ma solido.

GianniArshavin  @  09/04/2016 12:42:46
   6½ / 10
Discreto poliziottesco diretto Sergio Martino e interpretato da un Luc Merenda in grande spolvero.
Il film vede l'anarchico commissario Caneparo cercare ,con mezzi non proprio legali , di sgominare un'organizzazione terroristica alquanto pericolosa.
Milano trema si avvale di una buona regia molto esplosiva (ottime le scene d'azione e d'inseguimento),di un ritmo altissimo e di un personaggio principale molto sopra le righe ma dal grande carisma , che catalizza su di se tutte le attenzioni del pubblico.
A fare da contraltare ai pregi ci sono una sceneggiatura che richiede continuamente una massiccia sospensione dell'incredulità da parte dello spettatore e dei nemici poco interessanti e mal caratterizzati.
In sintesi un poliziesco di casa nostra non memorabile ma sicuramente godibile.

Invia una mail all'autore del commento Andre82  @  27/12/2015 11:17:53
   5 / 10
Poliziesco sotto-media con una trama poco ricercata.

Guy Picciotto  @  26/08/2015 19:41:05
   6 / 10
il padulo, che come ti giri te lo mette in ****

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  04/06/2015 22:39:42
   6 / 10
Un poliziesco che addentra gradualmente nelle trame eversive del paese, dove la figura del poliziotto giustiziere visto con connotati non proprio positivi trova un livello a lui stesso superiore per mancanza di scrupoli e cinismo. Martino è un buon regista e mette al servizio di questa pellicola il suo solido mestiere, ma deve fare fronte comunque ad una sceneggiatura claudicante in cui non mancano situazioni che ben oltre la forzatura e talvolta anche la logica. Tutto sommato sa intrattenere e funziona ma Di Leo e anche Lenzi per quanto riguarda il genere sono perlomeno di una spanna superiore.

chem84  @  09/06/2013 17:07:37
   7 / 10
Buon poliziottesco anni 70, con un Merenda alle prime armi, ancora indeciso sul cosa fare da grande e qualche buona sequenza a velocità sostenuta.
Consigliato agli appassionati del genere.

benzo24  @  04/02/2013 11:36:47
   6 / 10
Non male. Film che si basa sopratutto sulla bravura di Richard Conte.

Invia una mail all'autore del commento anthonyf  @  14/07/2012 16:16:17
   8½ / 10
Un grande poliziesco all'italiana di Sergio Martino, un regista di buon mestiere, non sempre apprezzato dalla critica cinematografica dell'epoca, interpretato a dovere da un carismatico ed intenso Luc Merenda in ruolo da protagonista, affiancato da Silvano Tranquilli, Richard Conte e Martine Brochard. La trama, scorrevolissima nell'ora e quaranta di durata, scandita anche da momenti profondamente psicologici ed esteticamente stupendi, come l'incontro tra la Brochard e Merenda nel ristorantino milanese, oppure come una delle prime sequenze, dove Merenda si corica a letto, spegnendo la luce, e la mdp inquadra la fotografia del padre poliziotto, morto quando lui aveva dodici anni in una sparatoria, con l'avanzare della narrazione si apre su scenari sempre più ampi ed indistinguibili, tra cui figura una solida e dura denuncia sociale, rappresentata dal cittadino che si ribella all'ingiustizia, uno dei "temi chiave" del poliziesco all'italiana, e dalla lotta al terrorismo. Martino ricrea inoltre con grande abilità l'atmosfera suggestiva e rarefatta di una Milano degli anni settanta, dilaniata dagli avvenimenti del '68 e prossima agli Anni di Piombo, realizzando intense panoramiche sulla città dello scrittore Scerbanenco e riprendendo magistralmente inseguimenti automobilistici spettacolari, come quello durante la rapina in banca degli uomini del "padulo" o come quello finale con Merenda che insegue e sperona ad alta velocità l'auto del suo avversario (SPOILER!). La colonna sonora di Guido e Maurizio De Angelis è qualcosa di semplicemente sublime che, partendo dalla melodia della sirena della polizia, si sviluppa pian piano in un brano musicale autonomo di notevolissima suggestione. Gli attori molto in forma, specie il quartetto principale, composto dal protagonista Merenda, un attore che non conoscevo, ma molto bravo e soprattutto, espressivamente parlando, incisivo (lo sguardo secco, gli occhi di ghiaccio, il fisico da atleta), Richard Conte, altro grande attore, reduce dei precedenti "Tony Arzenta" di Tessari e "Il Boss" di Di Leo, ma qui una spanna avanti nelle sue altre pellicole italiane, per via del ruolo enigmatico del 'padulo', che si distacca dalla solita figura del gangster italo-americano, Silvano Tranquilli, strepitoso nel ruolo del vice-commissario infido e falso ed infine Martine Borchard, grande nell'incarnare il ruolo di Maria Ex, una prostituta lacerata dalla droga e dalla criminalità.
Scena iniziale da brividi, con una Milano ancora addormentata nella nebbia; svolgimento davvero intenso e ribadisco, a mio parere, scorrevole; e ottima realizzazione di Martino. Per me è un gran film, poi se sia il migliore dei poliziotteschi o no, a me non interessa, in quanto preferisco giudicare una pellicola per quella che è realmente, senza fare troppi confronti con film dello stesso genere.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  03/04/2012 10:44:42
   8 / 10
Per gli amanti del genere poliziottesco un vero cult!

peppe87  @  30/06/2011 17:40:11
   7 / 10
si lascia vedere ma non entusiasma come avevo sperato, luc merenda regge tutta la baracca.

Cannibal Bunny  @  12/10/2010 23:15:07
   6½ / 10
Discretto poliziottesco di Martino. Si lascia seguire, ma senza toccare le vette delle pellicole di maestri quali Lenzi, Di Leo e Castellari.

JOKER1926  @  01/10/2010 17:53:43
   5 / 10
"Milano trema: La polizia vuole giustizia", titolo classico per un poliziesco di Sergio Martino.
Il film seppur presentando i classici e suggestivi temi del genere in voga negli anni settanta delude e non è affatto accettabile.
Eccetto una buonissima apertura della pellicola, come quella nel treno, il film inizia a deludere pesantemente con una trama un po' balorda e fin troppo approssimativa.
Insomma nella sceneggiatura tanti difetti, la noia aumenta in modo consistente.

"Milano trema" è una pellicola non riuscita, praticamente non tutte le ciambelle vengono col buco, purtroppo qualche flop anche nella massima epopea del genere Poliziesco alle volte emerge; nonostante tutto da segnalare una dignitosa fotografia allegata a buone musiche, meno convincenti gli attori.

3 risposte al commento
Ultima risposta 02/10/2010 15.09.25
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bacci88  @  30/08/2010 01:30:15
   5 / 10
Poliziottesco che al contrario di molti suoi illustri compagni di genere, mi ha deluso molto non riescendo ad andare più in là di una rappresentazione banale dei personaggi, con recitazioni scarse e molti tempi morti.

2 risposte al commento
Ultima risposta 10/09/2010 13.42.40
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  28/07/2010 17:06:02
   6½ / 10
Escursione nel 'poliziottesco' di Sergio Martino, artigiano poliedrico

pinhead88  @  01/07/2010 23:02:44
   6 / 10
Un film questo di Martino che dovrebbe nascere come "poliziottesco",ma che non ha niente di questo appellativo,tranne ovviamente la parte degli inseguimenti che rimanda con facilità al genere che verrà in seguito.inizia in maniera appassionante per poi sprofondare in una regia piatta e con avvenimenti poco adrenalinici e facilmente dimenticabili.alcune scene non sono niente male,ma come intrattenimento non ci siamo proprio.

2 risposte al commento
Ultima risposta 13/07/2012 10.21.03
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lampard8  @  07/06/2010 20:17:44
   7½ / 10
Poliziesco di maniera ottimamente girato dal discreto mestierante Martino.
Ha tutti i tratti distintivi del polizziottesco made in Italy: il commissario ****ccione e sciupafemmine, i poliziotti corrotti, i banditi brutti, sporchi e cattivi, una buona dose di violenza e adrenalina.
Rispetto al capolavoro di Lenzi(Milano odia) è un gradino sotto ma è un genere che amo e premio pure questa buona pellicola, sporca e marcia quanto basta comunque.

Tra i pro da rilevare: adrenalina a mille negli inseguimenti, davvero serratissimi, realismo e un plot ben costruito.

Tra i contro: recitazione non impeccabile dei protagonisti, alcune scene forzate e a volte ci sono periodi morti.

Per gli amanti del genere consigliato comunque.

popoviasproni  @  01/02/2010 21:28:41
   6½ / 10
Mi resta un po' antipatico il macho giustiziere Merenda in un poliziesco cmq serrato e articolato.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR foxycleo  @  11/09/2008 10:39:51
   4½ / 10
Di "polizzioteschi" ne ho visti pochi ma questo firmato Sergio Martino è di sicuro il più deludente. Devo dire che sin dopo le prime scene (quella in treno è molto bella) mi aveva già annoiata ed ho faticato ad arrivare in fondo alla visione.
A parte un sorriso per la solita inquadratura dell'acqua Pejo, immancabile in questo genere di film, il resto è stato davvero noioso e facilmente dimenticabile.

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Ultima risposta 11/09/2008 11.35.10
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Invia una mail all'autore del commento wega  @  05/04/2008 10:42:59
   5½ / 10
Inizia splendidamente, tutta la sequenza del treno è davvero magnifica, ma poi si perde nel piatto e nella noia, insieme a situazioni già viste ovunque compresa una citazione, spero, di una scena di Leone. Peccato perchè la regia in questo caso era buona, buon montaggio degli inseguimenti, buona la fotografia, oggettivamente superiore al seguito "Milano odia", ma non si lascia altrettanto vedere.

Il Messere  @  25/07/2007 02:33:35
   6½ / 10
Buon poliziottesco italico con interessanti, ma incompiuti, risvolti sociopolitici. Il reazionario giustiziere lumbàrd sventa un complotto di poteri forti in maniera clamorosamente inverosimile, ma non si reclama attendibilità in pellicole di questa sorta.

private_joker  @  28/06/2007 18:18:53
   8½ / 10
Questo film rappresenta moltissimo per me, è stato il primo poliziottesco che ho visto e quindi quello che mi ha fatto conoscere il genere. Il film è ben girato, con alune scene che non si dimenticano, soprattutto gli inseguimenti. Buona anche la prova degli attori, stupenda infine la colonna sonora.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  06/06/2007 14:48:43
   7 / 10
Discreto “poliziottesco” firmato da Sergio Martino,dotato di buon ritmo e di alcuni spunti intriganti.
La storia è quella del Commissario Caneparo che a causa di una giustizia eccessivamente garantista decide di applicare a sua volta la legge della violenza per far trionfare il bene.
Il messaggio di fondo appare un pochino confuso,la pellicola infatti sembrerebbe un chiaro attacco alle morbide pene in cui incorrerebbero i delinquenti, ma lascia un po’ perplessi che si proponga come soluzione al problema di rispondere alla violenza con la stessa moneta.
Piu’ probabilmente Martino non voleva lanciare nessun segnale, ma limitarsi a rispettare i canoni del genere,infarcendo come da consuetudine il tutto con inseguimenti,sparatorie,rapine,morti ammazzati,ecc…disegnando al tempo stesso la parabola discendente di un uomo che mette a repentaglio la propria esistenza al fine di far rispettare i valori in cui crede.
Il film risulta divertente e a tratti anche ironico,è ben girato e si svolge in una Milano piuttosto plumbea ed oscura,vanta alcune sequenze decisamente crude ed adrenaliniche, peccato che presenti qualche falla a causa di una narrazione a volte troppo precipitosa ed un po' superficiale.
Inoltre come protagonista Luc Merenda non mi ha convinto,in quanto decisamente monoespressivo con il suo bel faccino da fotoromanzo anni ’70,cosa che comunque non gli impedi’ di diventare un attore molto utilizzato in questo tipo di lavori.
Probabilmente non una pietra miliare del genere ma complessivamente godibile.

G.Caneparo  @  18/03/2005 18:58:21
   9 / 10
Penso che i film anni 70, sopratutto in quelli italiani, sia l'unico film dove compare il vero valore del sacrificio per il prossimo.
Qui la violenza è solo un collante alla trama, che per sfortuna era molto simile alla realtà di allora.
Inutile dire che il comissario vive in solitudine tutta la storia del film, e mostra tutte le difficoltà che si vive in questo stato d'animo.
Come ultimo stadio si trova dinnanzi ad il tradimento dei suoi capi, percui una sequela di vicende negative che non gli fanno perdere coraggio.
Dal punto di vista psicologico credo sia completo.
La differenza con Milano odia è Milian: che è un meastro.


eldiablo2005  @  12/03/2005 08:29:14
   7 / 10
Questo film rappresenta molto per me. Pensate che avevo 5 anni e lo girarono nella mia via! Io ero solito giocare con mio fratello davanti alla finestra. Sul copricalorifero si riproduceva la nostra via, con i negozi, le automobiline ecc.ecc. La finestra era una sorta di palcoscenico che ci si apriva davanti, era la vita che ci si sarebbe prospettata nel futuro. Quel giorno mio padre ci prese in braccio per farci vedere le scene ripetute piu' volte del'auto dela polizia che sfrecciava e che poi prendeva fuoco. Dopo quasi trent'anni ho comprato il vhs del film e ho bloccato la scena dove si vede l'auto della polizia arrivare da lontano e...guardando attentamente si vede la testa di mio padre affacciato alla finestra! Mio padre 32 anni fa, mio padre che aveva la mia eta' fermato in un fotogramma, che emozione!!!

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Ultima risposta 10/08/2007 20.59.59
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Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento paul  @  18/01/2005 22:28:49
   8 / 10
Molto bello, l'uccisione del commissario con in sottofondo una canzone da figli dei fiori ha fatto storia.

Gruppo COLLABORATORI Aenima  @  17/01/2005 18:18:28
   7 / 10
“Milano trema” è un ottimo poliziesco anche se, secondo il mio modesto parere, si piazza almeno due gradini sotto rispetto a “Milano odia”. Il paragone tra i due film è pressoché inevitabile, non solo per l’evidente analogia nei titoli, quanto più per lo stile narrativo e per una sequenza di inseguimento riportata pari pari in entrambe le pellicole…
La storia alla base di quest’opera è decisamente complessa, ma mai ai livelli delle pellicole “Di Leoiane”…Tirando le somme possiamo affermare che il film di Martino rappresenta un buon punto di inizio, ben diretto e interpretato ma decisamente non indimenticabile…


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