Una sceneggiatrice televisiva dal carattere alquanto schivo e riservato, vive solo per il suo lavoro e per la sua grande ossessione: l'opera del celebre compositore Ludwig Van Beethoven.
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Esprime l'arroganza intellettuale di colui che si ritiene "genio incompreso", "unico filosofo capace di decifrare la realtà". Cacata! Da che mondo e mondo genio è colui che, umilmente, riesce a trasmettere qualcosa all'ascoltatore. E se mai l'epiteto di "genio incompreso" sono gli altri o i posteri ad attribuirlo. Questo film (se così lo si può definire) l'ho visto in anteprima a Bologna e c'era lo stesso Battiato. Ha speso poche parole sul senso del film e molte per sottolineare la natura elitaria della sua opera che non può essere compresa da "tutti". Tutto sommato sono contento di collocarmi nel pubblico "ignorante" di Battiato. Per fare un'opera d'arte non basta mescolare pezzi d'arte alternandoli a frasi fatte e luoghi comuni. E neppure bastano inquadrature di meditazione sotto una ficus religiosa.