Scritto dal regista con Edoardo Sanguineti e la consulenza di L. Lombardo Radice, rievoca a ritroso e a incastri la breve vita del matematico Evariste Galois (1811-32), repubblicano di sinistra, seguace delle idee rivoluzionarie di Buonarroti e Blanqui, che nella notte precedente al duello in cui fu ferito mortalmente a ventun anni, scrisse sedici pagine, a modo di testamento scientifico, oggi considerate una geniale anticipazione dell'algebra astratta.
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