non uno di meno regia di Zhang Yimou Cina 1999
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non uno di meno (1999)

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locandina del film NON UNO DI MENO

Titolo Originale: YI GE DOU BU NENG SHAO

RegiaZhang Yimou

InterpretiWei Minzhi, Zhang Huike, Tian Zhenda, Gao Enman, Sun Zhimei

Durata: h 1.46
NazionalitàCina 1999
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1999

•  Altri film di Zhang Yimou

Trama del film Non uno di meno

Il maestro Gao che insegna alla scuola elementare Shuiquan è costretto ad assentarsi per un mese per assistere la madre malata. Il sindaco del villaggio sceglie Wei per sostituirlo durante la sua assenza. Wei, però, ha solo tredici anni e non riscuote la fiducia del maestro perché ritenuta incapace di tenere a bada la classe troppo turbolenta. Gao vista la necessità in cui si trova è costretto ad accettare la situazione. Così non gli rimane altro che avvertire Wei: nessun allievo affidatogli si deve ritirare.

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Voto Visitatori:   7,36 / 10 (11 voti)7,36Grafico
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Voti e commenti su Non uno di meno, 11 opinioni inserite

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Filman  @  15/12/2023 09:36:27
   8½ / 10
Lavora coi sentimenti come fa il cinema occidentale ma lo fa rimanendo coi piedi e con la testa nella sua polverosa terra, Zhang Yimou, parlando della povertà semi-assoluta di grandi frange della popolazione ma anche del senso di comunità che le lega e che combatte con l'umanità una società troppo tornacontista e desensibilizzata per pensare alle persone.
YI GE DOU BU NENG SHAO (lett. "Un Sole nel Cielo", da noi "Non uno di Meno") è l'ennesimo bellissimo affresco neorealista dell'autore nel suo momento migliore, un momento di picco artistico per il cinema cinese. Ogni cosa che i protagonisti fanno sono una scusa per mostrarci dei piccoli risvolti nascosti di una società che cerca di autogestirsi per non restare abbandonata, una società che cerca di sopravvivere e lo fa vivendo nelle peggiori condizioni. La resa è così perfetta che quando ci si trova nell'umilissimo contesto rurale o quando ci si trova nell'iper-caos della città siamo totalmente travolti. Bellissima la direzione degli attori più piccoli e il modo in cui parlano. Un film meraviglioso.

Invia una mail all'autore del commento luca986  @  08/12/2021 23:22:44
   7½ / 10
Una bella storia. Il finale è la parte migliore.

DarkRareMirko  @  16/11/2021 21:39:53
   7 / 10
Dramma di ricerca lineare e semplice, con bravi interpreti e, praticamente, un inno alla vita, con un forte rispetto verso i bambini (qui alunni).

L'opposto del film spettacolare e mainstream, che non è necessariamente ne un pregio, ne un difetto, con momenti riusciti ed una certa sincerità di fondo.

topsecret  @  04/09/2020 14:32:11
   7 / 10
Un film tanto semplice quanto efficace, infatti vinse il leone d'oro a Venezia.
Il maestro Yimou racconta una storia molto interessante, foriera di messaggi e riflessioni sociali, dotata di una forte carica emozionale, esaltata da una prova attoriale non perfetta ma intensa.
La narrazione ha un ritmo compassato ma tutte le dinamiche si riescono a seguire senza staticità o cali di attenzione, assicurando una visione attenta e coinvolgente.
Vale una visione.

Thorondir  @  20/08/2020 13:56:09
   7½ / 10
Gli orientali hanno la straordinaria capacità di raccontare storie semplici senza che il racconto diventi melenso e macchiettistico. Quì Yimou mette in scena una Cina povera (si percepisce anche l'intento propagandistico) che non ha paura di mostrarsi tale e che prova ad affrontare seza timore le proprie difficoltà. La caparbietà della giovane maestra e quella della Cina che si trasforma e che sa da dove è partita. Il tema è non lasciare nessuno indietro, o quantomeno provarci. Su questo impianto pedagogistico, che poi diventa romanzo di formazione e simil documentario sulle differenza tra città e campagna, Yimou plasma un film posato nella sua forza espressiva e che riesce a condensare nella mezz'ora finale un crescendo emotivo e sentimentale che restituisce uno spaccato cinematografico di un mondo, e più in generale un continente, che ha molto da insegnare per quanto riguarda la capacità di narrare pezzi di quotidianità umana.

kafka62  @  08/04/2018 12:15:31
   6½ / 10
La maestra Wei è, cinematograficamente parlando, stretta parente di Qiu Jiu, la cui storia fece vincere anni fa il primo Leone d'Oro a Zhang Yimou. Identica è la caparbietà da adolescente timida ma indomita, identica è la testardaggine, un po' ottusa, da campagnola che non ha mai visto la città, con cui la ragazza porta avanti la sua commovente ricerca dell'alunno scomparso. "Non uno di meno" è la testimonianza di quante risorse si nascondano in un essere umano (non un eroe o un essere eccezionale, ma un individuo qualunque, armato solo di buon senso e di buona volontà), quando questi si apre al suo prossimo, vincendo l'apatia, l'egoismo e le difficoltà (spesso dovute a condizionamenti sociali) nei rapporti umani. E' lo Zhang Yimou che preferisco, quello che, messi da parte i velleitari manierismi da autore arrivato, ritrova il coraggio di scendere per strada, in mezzo alla gente, e di girare, con sorprendenti effetti documentaristici, quasi da candid camera, scene come quella in cui Wei davanti alla sede della televisione ferma tutte le persone che escono, chiedendo ad ognuna di loro se è il presidente.
"Non uno di meno" è un film pedagogico, certo, ma è un pedagogismo incredibilmente spontaneo e per nulla pedante: molti educatori nostrani dovrebbero prendere esempio dalla lezione con la quale la maestrina cinese sfrutta per i problemi aritmetici da sottoporre alla classe quanto la realtà contingente le mette sotto mano (quanti soldi ci vogliono per acquistare un biglietto dell'autobus, quanti mattoni bisognerebbe spostare per procurarsi quei soldi, e così via); e dovrebbero altresì imparare quella massima, che Yimou dimostra essere universale e non solo evangelica, secondo la quale può essere preferibile lasciare il gregge incustodito per andare a cercare anche una sola pecorella smarrita. Forse gli unici limiti del film (se di limiti si può parlare) sono, da una parte, quello di essere arrivato dopo "La storia di Qiu Ju" (e anche dopo "Dov'è la casa del mio amico?", a dimostrazione del fatto che il miglior cinema-verità recente si sia fatto in Asia), e, dall'altra, un finale un po' troppo conciliante e deamicisiano, che ammorbidisce un po' quei rilievi di critica sociale che affiorano qua e là nel corso della narrazione.

Invia una mail all'autore del commento diderot  @  01/01/2013 17:57:36
   7 / 10
Una storia molto interessante che ci apre le porte di una civiltà diversa (ma non troppo) dalla nostra. Bravissimi gli attori, bella la fotografia e le location... peccato solo per una certa monotonia delle scene. Resta comunque un film da vedere

trickortreat  @  16/06/2011 17:53:56
   9 / 10
Yimou si riconferma straordinario ritrattista del suo splendido e controverso paese. Straordinario nella sua semplicità!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  26/12/2007 17:45:54
   6½ / 10
Ni hao!
Non ho mai visto un film proveniente dalla Cina, ero curioso di vedere lo stile e i mezzi usati per il grande schermo. Mi sono accorto che i cinesi non sono proprio così poveri insomma, tranne la vita in campagna, veramente difficile!
Riguardo il film posso dire che gli attori sono stati tutti bravi sebbene erano perfetti sconosciuti e il regista è riuscito a mostrare la difficile realtà cinese, dalla situazione politica all’enorme crescita del tasso della natività. Però se devo essere sincero avrei cambiato qualcosa negli eventi del film, non mi sembra che tutti siano poi così credibili, ma in fondo è difficile dare un voto ad un film che viene da una cultura troppo differente. In fin dei conti si segue. Direi che un 6.5 sia adatto.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  04/07/2007 23:09:44
   6½ / 10
Il film è bello, commovente, fresco e pieno di vitalità, ma...
Ma tra la spettacolarità rigida e fredda degli ultimi film e questo cinema finto-intimista, continuo a preferire i suoi primi film.
La Cina di Yimou di questo Yimou si sta estinguendo, o comunque prossima a una radicalizzazione del suo "verbo" a cominciare dalle grandi masse nelle grandi (sempre più grandi città).
E proprio l'impatto con la folla diventa strumento di alienazione, ma io preferisco rileggerlo come un grazioso apologo dell'adolescenza, come strumento di crescita e spensieratezza, anzichè come un (flebile) contatto con le mutazioni sociali della Nuova Cina e la fine del suo Tradizionalismo greve e conciliante.
Beh in questo senso sì il film funziona alla grande, e gli attori giovanissimi sono davvero tutti bravi: almeno ci risparmiano i coretti collettivi da gita scolastica, che fanno tanto "età della pace" occidentale

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  02/01/2006 14:10:15
   8 / 10
Il grandissimo Yimou ci regala un altro ritratto della cina moderna. piena di contrasti... il film gioca un po troppo sul sentimentale... è questa forse l'unica pecca

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