In una filanda che è l'unica fonte di vita di un villaggio dell'Alabama, nell' assenza di un sindacato gli operai sono completamnte alla mercè dei datori di lavoro. Norma Rae, dal carattere indipendente, riuscirà a far nascere una coscienza di classe tra i suoi colleghi di lavoro, ma dopo aver dovuto subire angherie di ogni tipo.
Sei un blogger e vuoi inserire un riferimento a questo film nel tuo blog? Ti basta fare un copia/incolla del codice che trovi nel campo Codice per inserire il box che vedi qui sotto ;-)
Film di denuncia con una bravissima Sally Field...forse un poco lento nel ritmo in certi momenti ed alquanto invecchiato. Lo reputo un buon film ma non certo straordinario.
Una bravissima (meritatamente premiata con l'Oscar) Sally Field per un film che tratta la lotta sindacale e il lavoro operaio (la cui durezza è ben resa nella rappresentazione dell'ambiente di lavoro dove regna la cacofonia incessante dei macchinari tessili) ma che al contempo tocca svariate tematiche come la "chiusura" di certa popolazione rurale che addirittura vede l'aiuto sindacale come un pericolo, l'asservimento al padrone e il razzismo. Non ultimo "Norma Rae" si rivela, forse involontariamente, un film straordinariamente femminista con l'omonima protagonista spesso invisa per il suo essere così indipendente, autonoma ed emancipata (anche sessualmente) che deve lottare oltre che per i suoi diritti di lavoratrice anche con una società prevalentemente maschilista nel senso negativo del termine (basti vedere come il primo strumento adottato per screditarla sia la voce di un video pornografico in circolazione con la sua presenza).
Molto buona la regia di Ritt, una Sally Field in palla che trasmette perfettamente il carisma e la sofferenza di Norma Rae. Però ci si ferma qui, il film non decolla praticamente mai e si lascia guardare più che altro perché è fatto molto bene, in pieno spirito 70's. Parecchio bruttina poi la canzone nei titoli di testa e di coda, inspiegabilmente premiata con l'Oscar.
Insomma un film così così dalla quale mi aspettavo di più.
Un bel film d' impegno civile raccontato in maniera abbastanza secca che parla della lotta per i diritti dei lavoratori e della storia della protagonista Norma, donna "perduta" che avrà modo di dare una svolta alla sua vita!
Semplice e diretto come la sua protagonista interpretata da una splendida Sally Field. Il film di Ritt oltre alla Field ha una efficace messa in scena operata sul contesto della fabbrica, dominata da un'atmosfera più simile ad una prigione piuttosto che da un luogo di lavoro, reso in maniera ottimale dal suono continuo delle macchine. Un ambiente alienante e disumano che il personaggio fuori dagli schemi della Field combatte dentro e fuori per chiedere solo condizioni più giuste. Lavoratori e non schiavi.
intenso film di denuncia con una menorabile Sally Field, che ha recitato in pellicole note come Forrest Gump, Spderman e Mrs. Doubtfire ma che in questo film da il meglio di se regalandoci una magistrale interpretazione. Duro, riflessivo e fotografato in modo sublime. Il regista, già autore di capolavori come "La Spia che venne dal freddo", dirige senza sbavature. Interessante.
L'aspetto più bello del film è la fotografia dei fine anni '70, molto vera e sentita, inserita in una vicenda che ha coraggio da vendere; il coraggio di Norma Rae che nonostante le diverse difficoltà alla fine ha avuto la meglio, ha vinto, e qui Sally Field che interpreta la protagonista rende perfettamente il personaggio. Un film quindi di impegno sociale che però verso il finale si discosta dal movente iniziale per esplorare l'amore che sembra legare il sindacalista alla protagonista, troncando la conclusione in maniera lieve aiutato da una buona sceneggiatura. Memorabile rimane la scena di Leibman (sindacalista) che entra nello stabilimento per esaminare le condizioni di lavoro degli operai sia per l'attore che per la direzione. Ritt inizia a piacermi.
1978, Stati Uniti, Alabama: in un paesino di campagna l'unica fonte di sostentamento per gli abitanti è rappresentata da una fabbrica tessile. Le condizioni di lavoro all'interno dello stabilimento, però, sono disumane: i padroni, infatti, pensano solamente al proprio profitto e gli operai, non avendo un sindacato che li possa proteggere e sostenere, subiscono passivamente la situazione, è perciò sono costretti a lavorare come schiavi. I ritmi sono infernali, i turni massacranti, le pause assenti quasi del tutto, la sicurezza trascurata e il rumore prodotto dai macchinari talmente assordante che alcuni addetti all'uso degli stessi arrivano a soffrire di perdite temporanee dell'udito. Tra i dipendenti dell'opificio vi è Norma Rae: trent'anni, madre di due figli, avuti da altrettanti uomini, Norma è una donna emancipata e per questo motivo è malvista dai suoi compaesani. Ella è l'unica, però, che all'interno dell'azienda per cui lavora ha il coraggio di ribellarsi all'inumano trattamento a cui sono sottoposti sia lei che i suoi colleghi. Ad aiutarla nella sua battaglia contro i principali schiavisti, un giorno arriva Reuben, un sindacalista ebreo di New York. Questi, con il prezioso aiuto di Norma, riuscirà - nonostante l'ostinato e feroce ostruzionismo perpetrato nei suoi confronti dai proprietari della filanda - a far capire agli operai quanto sia importante che si uniscano tutti assieme iscrivendosi al sindacato; così facendo, almeno, avranno qualcuno che li potrà aiutare ad ottenere un trattamento migliore sul luogo di lavoro. "Norma Rae" è un film di alto impegno civile, fieramente schierato dalla parte della classe operaia e del sindacato che lotta per sostenerla contro le prevaricazioni esercitate dai cosiddetti padroni. Va detto, però, che la contrapposizione fra operai e padroni proposta dalla pellicola appare eccessivamente manichea: ma quando l'intento è nobile, proprio come in questo caso, è un difetto che si perdona volentieri. La cinepresa di Martin Ritt si muove sicura all'interno della fabbrica, dove il regista riesce a trasmettere allo spettatore, con una messa in scena realistica che sovente impressiona per la sua efficacia, tutta la fatica, lo stress e l'alienazione che i lavoratori sono costretti a subire, e sopportare, quotidianamente. Altrettanto incisiva risulta la descrizione della squallida e monotona vita che gli operai conducono al di fuori del loro luogo di lavoro: nel paesino rurale in cui abitano, il tempo sembra scorrere lentamente, tanto da apparire immoto; pare che le uniche cose che si possano fare, nel suddetto paesino agreste, siano quelle di bere una birra, combattere le zanzare e sopportare il caldo infernale. La pellicola, poi, si giova della notevole interpretazione di Sally Field, che nel ruolo della fiera e combattiva Norma è in grado di far vibrare tutte le corde drammatiche di cui è dotato il suo personaggio. Per questo ruolo la Field vinse, meritatamente, come miglior attrice a Cannes e, soprattutto, il premio Oscar. Bravi anche Beau Bridges (Sonny) e Ron Leibman (Reuben). Insomma, "Norma Rae" è un'opera seria, onesta, realizzata con grande professionalità: probabilmente, assieme a "I cospiratori", è il miglior film che Martin Ritt abbia mai diretto in vita sua.
Un buon film come contenuto, che riprende situazioni di lavoro pessime degli anni 70 nelle fabbriche. Cose che forse oggi stanno anche tornando grazie a poteri non supportati dai fondamentali. Interpretazioni recitative sono elevate ed il film risulta piacevole alla visione. Da vedere per prendere coscenza, anche se supponiamo di lavorare in ambienti favorevoli. Prima o poi... si diventa tutti numeri.
Decisamente un gran bel film, misurato, vigoroso, intenso, portato avanti con gusto, diretto da un grande regista maestro del genere. Magnifico cast e superba la Field!
Bel film di denuncia di Ritt, si avvale della magistrale interpretazione di Sally Field, forse ancor oggi la migliore della sua carriera. Ottima fotografia e vigoroso impatto sociale
Norma Rae ( che ha il volto di una splendida Sally Field ) è una giovane donna bella e ribelle, uno spirito libero che mette passione e determinazione in tutta la sua vita. Quando incontra l'uomo che le diffonde anche quella coscienza e quella consapevolezza che le mancano, insieme faranno nascere il sindacato dove non c'era proprio speranza che nascesse. C'è grande realismo in questo film e mai artificiosità nel descrivere la difficile vita della classe operaia in un tempo non troppo lontano e negli Stati Uniti d'altronde. Veramente maiusole le interpretazioni della Fields e di Leibman. Un film consigliatissimo.
Grande film che offre una cruda rappresentazione di quelle che erano le condizioni degli operai nelle filande del sud degli USA. Sally Field offre un'interpretazione da brivido, meritandosi a gran voti il suo primo Oscar.