omega regia di Matteo Scarfò Italia 2009
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omega (2009)

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locandina del film OMEGA

Titolo Originale: OMEGA

RegiaMatteo Scarfò

InterpretiFrancesco Nicita, Daniele Camerra, Bruno Armeni, Gabriele Scarfò, Irene Scarfò, Marco Cardillo, Vincenzo Brullo, Enzo Middonti, Alessandra Nicita, Giampiero D'Alessandro, Annalisa Di Benedetto, Daniele Ferlisi, Gabriele Chinè Milieri

Durata: h 0.30
NazionalitàItalia 2009
Generethriller
Tratto dal libro "Uomo mangia uomo" di Matteo Scarfò
Al cinema nel Marzo 2009

•  Altri film di Matteo Scarfò

Trama del film Omega

Nello scenario di una facoltà di fisica situata in un posto imprecisato un professore si trova ad aver a che fare una mattina con un giovane spaventato che chiede di lui. Una volta accettato l'incontro, il giovane si presenta come Richard Heim, e il professore lo riconosce come l'ex studente di medicina che fu allontanato dalla sua facoltà per via di alcuni esperimenti. Heim racconta le sue incredibili storie vissute in un'altra dimensione e il professore, dapprima scettico, si lascia trasportare dai racconti sempre più strabilianti del ragazzo, arrivando al punto di sconvolgere le sue sicurezze. Il giovane, che si fa sempre più misterioso, riesce a intaccare la lucida razionalità del professore, mettendolo nella posizione di non riuscire più a distinguere il reale dall'irreale. Fino al colpo di scena finale...

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Voto Visitatori:   7,41 / 10 (16 voti)7,41Grafico
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Voti e commenti su Omega, 16 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Freddy Krueger  @  05/10/2011 17:35:46
   8 / 10
Ottimo!!! Eh, qui Scarfò mi è piaciuto veramente, ancora una volta alle prese con storie surreali e metafisiche, mica facile, e la maturazione si vede eccome.
Magari riuscissi io a fare un film così, girato benissimo, effetti sonori veramente ben studiati, e la colonna sonora poi... magari Matteo deve migliorare un po' con la fotografia, però dai, fatelo voi un film così!
Mi è piaciuto molto anche il professore e i vari trucchi visivi.
Promosso a pieni voti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Rask  @  15/11/2009 18:41:28
   8 / 10
La rappresentazione più creativa del paradosso quantistico della misura ad oggi pervenuta. Il soggetto - uno dei più ambiziosi di sempre - decide di sciogliere il conflitto osservatore/osservato spalancando le porte dell'infinito come unica realtà (da Hegel a William Blake e i Doors) sovrapponendo piani di esistenza logicamente incompatibili, in uno scenario di nascita/morte cosmica scientificamente esatto. Talmente ambizioso che meritava uno sviluppo più graduale (mezz'ora, troppo poco) e tutti i finanziamenti statali finiti a inguardabili scempi.
Visionarie e indimenticabili le scene oniriche, la colonna sonora di classica contemporana che rivela sensibilità e cultura trasversale, ma abominevole la recitazione. Ora, Mattè, ascolta. Se hai in mano un progetto del genere, tu gli attori li devi menare finché non fanno quello che gli dici. E se ancora non lo fanno, li cambi (dopo averli menati di nuovo). Magari alcuni dialoghi troppo macchinosi e densi erano da limare, ma la prestazione dei due è da ergastolo. Non sfigurano orrendamente di loro, ma è come se nella Cappella Sistina D.io avesse in mano un vibratore di gomma.
In ogni caso, se nei prossimi anni uscirà un capolavoro ambizioso, sarà di Scarfò.

TIGER FRANK  @  08/10/2009 13:29:47
   7 / 10
Il breve corto di Matteo mi ricorda un po' Pigreco
c'e' follia e lucidita' al tempo stesso...
la matermatica,lo spazio,il tempo,l'inquietudine e l'imprevedibilita' delle cose ma anche un tocco di velata ironia che e' ingrediente fondamentale nell'acido desossiribonucleico di questo regista.

Per quanto il cast sia un po' "rimediato" e il professore a mio parere un po' impostato (ma credo sia voluto) il tutto risulta comunque coerente e scorrevole ai fini della storia e l'attenzione rimane alta per tutto lo svolgersi del film anche se in qualche punto mi e' sembrat oc ifosse una leggera perdita di ritmo.
Qualche trovata fotografica interessante e lodevole visto il basso budget con cui e' stato prodotto.....una colonna sonora gradevole e ben dosata.
Sono tremendamente curiosa di vedere gli ulteriori sviluppi della carriera di questo giovane regista dalle "paradossali" potenzialita'!
Bella prova!

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  05/10/2009 16:27:19
   7½ / 10
Interessante e ipnotico cortometraggio di Matteo Scarfò che sottolinea il coraggio e la volontà da parte del giovane autore di affrontare temi di non facile approccio e comprensione.Il desiderio di proporre qualcosa che esuli dall’ordinario è da premiarsi a prescindere, in un panorama cinematografico italiano in cui l’esigenza di rendere tutto commerciale e più popolare possibile sembra aver insabbiato l’originalità a discapito di un’asfittica chiusura in schemi predefiniti con tanto di banale etichettatura.
“Omega” è un lavoro spiazzante che denota grande personalità e sicurezza nei propri mezzi.La partenza è fulminante, con un piano sequenza davvero ben ideato,per poi proseguire con uno stile di regia avvolgente e mai compiaciuto.Intrigante l’utilizzo dei colori,che donano alle locations un’ atmosfera onirica che ben si sposa con il tema trattato.Molto buone due sequenze in particolare,quella della stanza degli orologi e quella nell’abbazia,colpi di classe che denotano le indubbie qualità di Scarfò che si concede il lusso di proporre anche degli effetti speciali di buon livello,per nulla grossolani o gratuiti,perfettamente inseriti nel contesto scenico.Ottima la scelta delle musiche,mentre azzeccato è l’inquietante tappeto sonoro che accompagna lo svolgimento dei fatti.
Le idee e le capacità insomma non mancano,tanto meno la voglia di mettersi in gioco rischiando.Ovviamente non tutto è perfetto,ma considerato il misero budget le piccole mancanze sono giustificabili.
In definitiva direi che quest’opera conferma quanto di buono già fatto con “Fantascienza in pillole” e quindi lascia ben sperare per il futuro prossimo.


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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR strange_river  @  18/09/2009 18:40:27
   7 / 10
Omega affronta ambiziosamente un soggetto obiettivamente difficile da trasporre cinematograficamente e che avrebbe messo in difficoltà anche registi muniti di risorse superiori a quelle disponibili al nostro Scarfò, ma in questo caso, essendo il soggetto partorito dalla stessa mente, è giusto che il merito venga riconosciuto doppiamente.
Concordo sostanzialmente con chi mi ha preceduto nel rilevare i punti di debolezza del film nei dialoghi, in alcuni punti risultano studiati , per me prima ancora che nella recitazione evidentemente forzata (ma il professore è stato abbastanza convincente nel proporsi nella parte), che purtroppo hanno scemato le attese e l’aria di “mistero” che aleggia invece nelle sequenze oniriche, il cui pregio maggiore è quello di non essere mai artificiose o autocompiaciute, ma invece molto efficaci ed anche eleganti (soprattutto la prima nella stanza bianca, m’è piaciuta moltissimo).
Bellissima la sequenza iniziale che ho apprezzato vivamente, così come la scelta della musica sempre nella stessa sequenza e quella sui titoli di coda (se non sbaglio originale).
Il proposito di ricreare un paradosso e muovere intorno ad esso domande è comunque riuscito in buona parte, pur mancando di quegli anelli centrali di cui sopra che saldassero inscindibilmente l’ottimo inizio e l’altrettanto ottimo finale (momento che spesso delude anche nei grandi film, e che invece qui è particolarmente riuscito) ai momenti del “sogno”.
Una nota di merito anche per le ambientazioni, scelte e proposte con cura.
Dietro questo lavoro ci ho visto non solo impegno, determinazione e chiarezza nel ricercare un obiettivo di senso, ma anche umiltà e qualcosa che non saprei definire meglio se non con sincerità e una mente sensibile a ciò che lo spettatore andrà a percepire.

Una piccola curiosità m’è rimasta:

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4 risposte al commento
Ultima risposta 19/09/2009 14.55.17
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Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  20/07/2009 16:26:56
   7½ / 10
Il giovane regista Matteo Scarfò conferma le sue buone qualità già espresse con Fantascienza in pillole, dove riesce a fare di necessità virtù, visto la notevole ristrettezza dei mezzi a disposizione (leggasi budget). La storia è molto accativante e riesce a catturare l'attenzione, malgrado (e qui sono le note dolenti) una recitazione non all'altezza della situazione. Molto bella sia la regia che la fotografia dai cromatismi molto accentuati sia nelle tonalità fredde e calde che aumenta l'effetto straniante del soggetto.
Concordo con Fidelio78 riguardo a Meshes of the afternoon vero gioello del cinema underground americano, ma aggiungerei anche echi di Lovecraft e il Carpenter del Signore del Male

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Gruppo COLLABORATORI fidelio.78  @  13/07/2009 19:45:00
   7½ / 10
Il corto ha qualità interessanti.
Bello, anche se ormai abusato, il piano sequanza a seguire nei corridoi.
Intrigante il soggetto.
Guizzi di genialità registica low cost.
Più che Lynch mi sembra che il film riprenda certe logiche del cinema underground USA anni 40, come "Meshes of the Afternoon" di Maya Deren, per l'ossessività del tempo e l'idea di doppio e anche per la visione della morte.
Purtroppo gli attori non sono all'altezza della situazione. I dialoghi, troppo intricati e letterari, risulterebbero complessi anche per un attore (di cinema) navigato e vengono sminuiti dalla recitazione.
Ma non si può giudicare in base a questo una eccellente prova di regia, considerando il budget bassissimo, più vicino a quello di una festa di compleanno per pochi intimi che non a quello di un cortometraggio.
Il regista ha la mano e l'occhio giusto.
Spero davvero di vederlo presto alle prese con un lavoro degno delsuo talento, con attori e cast tecnico che possa coadiuvare le idee originali dell'autore.
Niente male anche la fotografia... decisamente bellissima in più di un'occasione in cui il corto sale decisamente di categoria.



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Il voto è effettivo, così come il commento. Senza alcuna accondiscendenza per l'autore. E' inutile farsi pompini a vicenda. L'autore ha il coraggio di osare nel momento in cui impazzano corti dementi, rischiando sia nella sceneggiatura che nella regia.
Molto bene. Questa è la strada. Continua così.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR Invia una mail all'autore del commento kowalsky  @  07/07/2009 19:20:09
   7 / 10
Inizio un pò alla Elephant (involontario, credo...), per questa metafora lynchiana che cita vagamente anche "La persistenza della memoria" di Dalì, nella bellissima sequenza del sogno.
Matteo-uomomangiauomo realizza un cortometraggio di grande spessore tecnico (efficace soprattutto la sequenza ambientata in chiesa) ma secondo me piuttosto discutibile nei dialoghi, troppo cinefilè e convenzionali.
Eppure superato un certo disagio per le interpretazioni reverenti al modello dei fumetti di genere, le immagini del film rimangono nella memoria quanto basta per accreditare ottime basi per il futuro

Gruppo REDAZIONE VincentVega1  @  01/07/2009 12:57:54
   7 / 10
Saranno ormai 4/5 anni che tutte le domeniche notte, prima di andare a nanna, mi gusto l'unico programma di cinema (come dice il Marzullone) delle nostre tristi reti televisive: il cinematografo.
Ecco, ci sono sempre 5-6 personaggi che amano disquisire di cinema, commentare, litigare, e molto spesso anche baccanare (si può usare come verbo?) su argomenti di grandissimo interesse (per me).
Fra questi interessanti personaggi ce n'è uno che mi infonde tutte le volte una grandissima curiosità: Gianluigi Rondi.
Rondi è ormai un vecchietto piccolo piccolo di quasi 90 anni che dentro quell'"esoscheletro" così esiguo racchiude una grandissima cultura cinematografica.
E' ormai da più di 70 anni che scrive e parla di cinema, nel 1949 riesce a far parte della giuria della mostra di Venezia, dopo poco diventa docente universitario di storia del cinema italiano e negli anni a seguire oltre ad avere ruoli importanti in pressoché tutti i festival europei diventa anche direttore della già citata mostra per 4 chiacchierati anni.
Se devo fare i miei calcoli forse lui ha vissuto la vita che vorrei vivere io: si guarda film dalla mattina alla sera, si sbatte per reclutare attori e registi di gran spessore e scrive articoli facendo conoscere la propria opinione a milioni di italiani.
Però c'è una cosa che gli invidio talmente tanto da rodermi il midollo: a lui arrivano i dvd a casa dei film appena usciti al cinema. Sì, e il vecchiettino tanto simpatico con indosso sempre una sciarpa anche quando fuori si boccheggia dal caldo se ne vanta quasi tutte le domeniche notte in quel ca.zzo di programma.
Lui non si preoccupa di rimediare amici per andare a vedere un film sul grande schermo, lui non si preoccupa di cercare il cinema più vicino, a lui non interessa se le poltroncine della sala sono scomode e la coca cola diluita con l'acqua. No! Lui se ne frega, tanto a lui gli arrivano i dvd a casa!

Eheheheheh, ma a 'sto giro Rondi IO ti ho fregato, anche a me è arrivato il dvd di un filmetto fresco fresco nuovo nuovo: IO ho visto un mediometraggio, comodamente dal mio lettone una piazza e mezzo, di un giovane regista italiano che sicuramente farà ben parlare di sé anche in futuro!! Io Rondi ho visto “Omega”, molto meglio delle estati ai Caraibi e vacanze a New York che ti propinano.

Matteo tu c'hai talento e idee, e il cinema si nutre di idee. E' lo stesso se come attori utilizzi i tuoi vicini di casa, o se il sonoro non è dei migliori, l'importante è che in poco più di mezzoretta tu riesca veramente a mostrarci qualcosa di originale, sia nella forma che nella tecnica. E poi 'sti cavoli è tratto da un racconto di un tuo libro, la sceneggiatura è tua e hai già dimostrato di essere bravissimo con "Fantascienza in pillole".

Ah Mattè, continua così, te lo dico con il cuore. ;)

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2 risposte al commento
Ultima risposta 03/02/2010 11.49.36
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Invia una mail all'autore del commento Ødiø Pµrø  @  28/06/2009 22:17:41
   7½ / 10
Altra dimostrazione di quanto il nostro Matteo sia talentuoso.
Molto difficile come lavoro, à mon avis. Intendo dire che ho trovato di difficile realizzazione una buonissima idea, e per i mezzi [compresi i tempi] a disposizione credo che sia stato fatto il massimo. Anche in questo caso l'interpretazione del protagonista non è eccelsa, ma sarà lecito pretendere di più soltanto in altri casi, non ora.
Di forte impatto la scena conclusiva.

Mi sembra chiaro come il sole che Omega sia stata una sfida.
A mio parere vinta.

Gruppo COLLABORATORI paul  @  16/06/2009 15:43:15
   8 / 10
Matteo Scarfo's "Omega" è un'opera appassionante e appassionata perchè realizzata da un appassionato di cinema. "The eye of tiger" bisogna avere in questo campo: perchè fare cinema è il più faticoso e stressante dei lavori nobili (se vogliamo chiamarli nobili, perchè più nobile è sicuramente stare in fabbrica o sgobbare in miniera).
E Matteo Scarfò possiede sicuramente "the eye of tiger": proprio per tale motivo riuscirà.

Omega parte con uno spettacolare piano sequenza da rendere invidioso anche lo smaliziato addetto ai lavori, e prosegue con una trama e uno stile che strizza l'occhio sia al cinema di genere che a quello impegnato. I richiami a Bunuel sono il sale dell'opera, sebbene conditi da una personailissima originalità del regista, così dicasi per i momenti del cinema "de paura". Bellissime le scene oniriche quali la stanza dell'orologio, e (mi ha entusiasmato) quella del giovane in chiesa, circondato da misteriosi sussurri di non specificata provenienza che finiscono per inquietare anche lo spettatore scaltro.
Il finale poi rimane in bilico, come deve essere un'opera di questo genere, lasciando allo spettatore, senza spiegare troppo, la propria idea circa "il paradosso" del protagonista.

Tra le note negative a mio giudizio la prova degli attori, soprattutto il giovane: ma non è certo colpa del ns Scarfò; e, ma qui si tratta di un gusto prettamente personale, inoltre era un cortometraggio da girare in lingua inglese.

Luigi Cecinelli & company guardino ed imparino come si fa un film con due lire. Ma, con ogni probabilità, loro non hanno "the eye of tiger".

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Ultima risposta 01/10/2009 20.47.28
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Gruppo REDAZIONE maremare  @  16/06/2009 13:59:41
   7 / 10
Caro mio giovine Scarfò,
Voi domandate se i vostri film siano buoni. Lo domandate a me. L'avete prima domandato ad altri. Li paragonate con altri film e v'inquietate se taluni personaggi rifiutano i vostri tentativi. Ora vi prego di abbandonare tutto questo. Voi guardate fuori, verso l'esterno e questo sopratutto voi non dovreste ora fare. Nessuno vi può consigliare e aiutare, nessuno. C'è una sola via. Ricercate la ragione che vi chiama a girare; esaminate s'essa estenda le sue radici nel più profondo luogo del vostro cuore, confessatevi se sareste costretto a morire, quando vi si negasse di girare un film. Questo anzitutto: domandatevi nell'ora più silenziosa della vostra notte: devo io filmare? Scavate dentro voi stesso per una profonda risposta. E se questa dovesse suonare consenso, se v'è concesso affrontare questa grave domanda con un forte e semplice "debbo", allora edificate la vostra vita secondo questa necessità. La vostra vita fin dentro la sua più indifferente e minima ora deve farsi segno e testimonio di quest'impulso.
Se la vostra vita quotidiana vi sembra povera, non l'accusate; accusate voi stesso, che non siete assai artista da evocarne la ricchezza; chè per un creatore non esiste povertà nè luoghi poveri e indifferenti. E se anche foste in carcere, le cui pareti non lasciassero filtrare alcuno dei rumori del mondo fino ai vostri sensi, non avreste ancora sempre la vostra infanzia, questa ricchezza preziosa, regale, questo tesoro dei ricordi? Rivolgete in quella parte la vostra attenzione.
E se da questo viaggio all'interno, da questa immersione nel proprio mondo giungono immagini, allora non penserete a interrogare alcuno se siano buone idee: chè in loro vedrete il vostro caro possesso naturale, una parte e una voce della vostra vita.

Semper Vostro MM.

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Gruppo COLLABORATORI Gabriela  @  16/06/2009 10:01:07
   7½ / 10
Ecco il mondo matteoscarfeis: onirico, surreale, illusorio.. paradossale.
Realizza un film tratto da un suo racconto - (Il Paradosso) - e riesce a creare un ottimo prodotto con un budget limitato, perfetta la composizione della scena e la cura delle inquadrature.
Bellissima la fotografia e la colonna sonora che donano quella giusta tensione e tengono alta l'attenzione nonostante alcune piccolissime pecche di recitazione.
Bravo Matt, continua così e non perdere mai l'entusiasmo!


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patt  @  16/06/2009 00:49:32
   7 / 10
emh..Conosco e seguo il regista da anni.. :)
Questo suo ultimo lavoro sottolinea con maggiore forza e carattere la sua capacità esplorativa , sia nell'ambito narrativo che tecnico. Il film ha le caratteristiche sperimentali pur mantenendo i riferimenti realistici nelle ambientazioni, anzi, evidenziandone i contrasti sapientemente. Sono d'accordo sulla non completa riuscita delle interpretazioni, i volti erano "giusti" scenicamente ma poco convincenti nei dialoghi.
Ma è un dettaglio relativo considerando l'ampio respiro che il giovane regista promette in queste "visioni dal mondo reale".

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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR kubrickforever  @  15/06/2009 19:58:15
   7½ / 10
Yum yum, ma che simpaticone che è Matteo Scarfò! il giovane e talentuoso regista calabrese(yeah!) ha dimostrato rapidi miglioramenti rispetto alla sua pellicola precedente. In Omega potreste trovare un po' di tutto, qualcosa di Lynch, qualcosa di Van Sant e perchè no, del grande Dario Argento(quello vero eh). Eppure molto è diverso, Scarfò non ha voluto prendere spunto in maniera così evidente dai registi da me citati. E' lui stesso a dire che ci vede un po' di H.P.Lovercraft nel suo racconto, ma nulla di più. Un mediometraggio interessante, sperimentale e che già solo per questo va lodato. Ovviamente non mancano le peculiarità, che il buon Gian Andrea Jelly ha puntualmente rilevato. Stiamo pur sempre parlando di un prodotto dal budget limitato, ma a parte questo mi sento di dire che il risultato finale è più che soddisfacente. Menzione particolare per gli effetti speciali e le affascinanti le scene oniriche.

Bravo Matteo, non mi hai fatto fare un viaggio a vuoto.

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Ultima risposta 15/06/2009 20.11.51
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Gruppo STAFF, Moderatore Jellybelly  @  14/06/2009 11:04:31
   7½ / 10
Oh che bello essere il primo a commentare l'ultima fatica di Scarfò.
Il talentuoso regista/scrittore/sceneggiatore/carpentiere calabrese stavolta può gestire un budget maggiore, ed il risultato si vede: oltre alle idee ci mette anche un po' di tecnica, che non guasta: eccellente il lungo piano sequenza iniziale, sulle note di "The Loco Motion", che inganna lo spettatore sulle reali intenzioni del regista.
Strepitosa è anche la prima sequenza onirica, di sapore lynchano, fotografata in un eccellente verdolino ed impreziosita da ottimi effetti speciali (decisamente superiori, tra l'altro, a quelli de "La terza madre, per dirne uno...), così come forte è la suggestione della seconda sequenza onirica in chiesa, fotografata in rosso e di grande impatto la scena finale.
Purtroppo in alcuni passaggi le risorse comunque limitate pesano, come nella terza sequenza onirica, ma soprattutto peccato che gli attori non siano assolutamente convincenti. La recitazione decisamente approssimativa pesa come un macigno sulle scene più propriamente "parlate", e contrasta in modo netto con l'ambizione del progetto e la complessità della storia.
Aspettiamo di vedere Scarfò alle prese con un budget ancora più elevato di 3 pere e 2 banane, e magari con degli attori professionisti degni di questo nome: potrebbero essere grandi cose.

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