ottobre regia di Sergej M. Ejzenstejn URSS 1927
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ottobre (1927)

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locandina del film OTTOBRE

Titolo Originale: OKTJABR'

RegiaSergej M. Ejzenstejn

InterpretiVladimir Popov, Boris Livanov

Durata: h 1.41
NazionalitàURSS 1927
Generedrammatico
Al cinema nell'Ottobre 1927

•  Altri film di Sergej M. Ejzenstejn

Trama del film Ottobre

Nel decimo anniversario della Rivoluzione boscevica, il governo sovietico affida al regista Ejzenstein - 29 anni, ma già maestro indiscusso - la rievocazione dei "dieci giorni che sconvolsero il mondo". Applicando le proprie teorie innovative sul montaggio cinematografico, Ejzenstejn compone un affresco grandioso che i contemporanei però non compresero appieno.

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Voto Visitatori:   8,36 / 10 (11 voti)8,36Grafico
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Voti e commenti su Ottobre, 11 opinioni inserite

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Invia una mail all'autore del commento Elly=)  @  13/08/2011 14:02:43
   9½ / 10
Questa pellicola pone una sfida allo spettatore: ci viene chiesto di definire il film..ma come grande capolavoro?come un serio ma superficiale documentario?come cruda propaganda?no, niente di tutto questo. Ejzenstejn usa questo film come pensiero visivo. La sua grande capacità nel montare questo film é rivelata dagli stimoli provocati sullo spettatore, il fatto che comunica non solo attraverso persone o cose ma anche tramite concetti, tramite la grande unione di fotogrammi. Certo a qualcuno verrà da dire "ma questo é lo scopo del vero cinema, di questa settima arte" ma credo che mai nessun regista come fece Ejzenstejn in OTTOBRE sia mai riuscito a dirci ciò. Qui Sergej apre il suo cuore e sorvolando la superfice del film ci mostra tutto il suo folle amore per il cinema.

Estonia  @  27/05/2011 01:20:20
   8 / 10
Importantissimo film realizzato in occasione del decimo anniversario della rivoluzione russa. Formalmente documentaristico, ma con un valore creativo e metaforico che va ben oltre il documentario. Si avvale di un montaggio rapido, dinamico, con chiarissime valenze simboliche, un montaggio che Mereghetti definisce "produttivo", in quanto capace di evocare concetti tramite l'accostamento (e l'alternarsi) di immagini diverse. Per questo virtuosismo fu anche accusato all'epoca, dai ‘guru' del regime, di eccessivo sperimentalismo. Resta il fatto che la potenza delle immagini che ritraggono grandi masse in movimento, oltre che i primissimi piani di contadini, operai, soldati e terribili signore borghesi, è innegabilmente superlativa. Così come le innumerevoli invenzioni visive profondamente evocative: l'alzata del grande ponte, coi capelli della ragazza morta che scivolano lentamente sul bordo, o la terribile immagine del cavallo bianco appeso a mezz'aria; oppure l'attesa snervante in cui si ‘fronteggiano' menscevichi e bolscevichi prima dell'assalto al Palazzo d'inverno. Grande la cura dei particolari: due mani guantate incrociate dietro la schiena a indicare estremo nervosismo, i giganteschi lampadari che vibrano con bagliori di luce. E la bellissima sequenza di orologi verso la fine del film, di sapore quasi futurista.

Guy Picciotto  @  11/01/2011 22:59:23
   9½ / 10
immenso monumento imbevuto di retorica anti retorica

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento emans  @  01/11/2010 12:36:57
   8 / 10
Era stato dato l'incarico a Ejzenstejn di girare un documentario sulla rivoluzione d'Ottobre in Russia e "Ottobre" è il risultato di un grande lavoro tra immagini d'archivio e farina del suo sacco...Il montaggio e l'eccentricita' di alcune scene scandalizzarono alcuni poiche il film non faceva troppa propaganda a favore del regime...beh,meglio cosi!
Uno sguardo non troppo di parte è quello che ci vuole per raccontare la rivolta degli operai e dei contadini in quel 1917 che segno la storia per il popolo Russo!
Meglio comunque la prima parte di "preparazione" alla rivolta che la seconda di semplice guerriglia urbana un po' noiosa...

pinhead88  @  17/09/2010 19:30:25
   7 / 10
Sperimentale nel suo stampo propagandistico, questo è quello che bisognerebbe apprezzare di più nel cinema Ejzenstejniano. Un cinema che non era ben compreso e ben decodificato dal pubblico di quegli anni, specie se era destinato ad essere proiettato dinanzi ad un pubblico proletario di scarsa cultura. In quest'opera il regista russo fa di tutto per ridurre al minimo le grandi personalità, Lenin infatti viene mostrato si e no due volte, esaltando invece il protagonismo delle masse e l'azione della rivoluzione. L'espressionismo e l'avanguardia stilistica mantengono ancora il fascino di quell'epoca, caratteristica che poi diverrà ancora migliore con la trilogia di "Ivan il terribile". Storia del cinema da vedere almeno una volta nella vita per ogni cinefilo che si rispetti.

maurizio1951  @  24/11/2009 17:23:45
   9 / 10
dovrebbero proiettarlo spesso per far vedere la realta, ai giovani d'oggi.

bulldog  @  16/07/2009 15:57:39
   7 / 10
Ritmo elevatissimo,buon prodotto di Ejzenstejn

Invia una mail all'autore del commento wega  @  20/05/2008 22:39:27
   10 / 10
Sergej M. Ejzenstejn è stato senza dubbio il primo regista ad esser in grado di dirigere la massa, anche in questa pellicola è la conduttrice delle vicende.
"Ottobre" è un capolavoro dalla precisione documentaristica che tuttavia trovo riduttivo classificare come film propagandistico, pur essendo stato commissionato dal governo sovietico con la funzione di testimonianza dei dieci giorni di ottobre, è imperniato alla logica cinematografica del pathos, dell'etica ed estetica, con una vera e propria drammaturgia di base.
Come le pellicole di Chaplin, anche quelle del regista russo non avevano bisogno di una parola, o meglio in questo caso di una didascalia in più, credo comunque sia difficile per chi non è a conoscenza dei fatti storici a cui si riferisce il film, comprendere il film stesso nella sua totalità.
Il punto forte di quest'ultima parte di una trilogia dedicata alle rivoluzioni russe, è la potenza e l'espressività delle immagini, e le loro simbologie, il regista in questo caso si affida alla teoria del montaggio produttivo, secondo la tecnica Kulesov, con il quale -come con gli ideogrammi cinesi- l'accostamento di due immagini differenti creano un pensiero.
Ecco quindi come la caduta di una statua pezzo dopo pezzo sia "la vittoria del proletariato sul socialismo", come la caduta di un cavallo affiancata ad una rottura di un'asta di legno sia "la morte del cavallo", il congiungimento di una linea tramviaria sia "il collegamento della linea telefonica verso l'altra parte della città, ormai divisa", grazie all'associazione dell'immagine di un tram, simbolo di un spostamento in città.
Non altrettanto importante di "La corazzata Potemkin" resta comunque uno dei più significativi esempi di scuola di montaggio, e nonostante la durata non mi ha mai annoiato proprio per la grande creatività (ho citato solo tre scene per un totale di un minuto, ma il film è strutturato integralmente per mezzo di questi accostamenti di immagini) che ha contraddistinto questo incredibile autore che non smetterà mai di stupire, nemmeno le prossime generazioni.

bridge  @  20/05/2008 12:07:20
   8 / 10
onestamente non so se è possibile dare un giudizio ad un film di 80 anni fa. il contesto culturale, economico, sociale è troppo diverso per poterlo giudicare: il film è ricco di simbolismo, e agli occhi nostri sembra abbastanza ovvio riconoscere il suo scopo propagandistico.
ho dato 8 in quanto un "cinefilo" dovrebbe avere visto un film del genere, fa parte della storia del cinema.

ps: magari ripassatevi gli eventi della rivoluzione d'ottobre prima di vedere il film.

lampard8  @  27/03/2008 20:23:36
   8 / 10
Concordo con Glendhi e aggiungo che questo film del maestro è impressionante soprattutto grazie al montaggio e alla grande espressività dei visi. Sapiente utilizzo di primi piani e superbe le musiche. E'eccessivamente lento e romanzato in alcune circostanze e soprattutto verso al fine si ha la sensazione che non finisca mai. Strepitose le allegorie(soprattutto quella del pavone) e monumentale la scena del ponte col cavallo sospeso. Sicuramente Ejsenstein ha tratto non pochi spunti dal futurismo e questo si evince dalle scritte forti e perentorie che appaiono di continuo. Bellissimo stilisticamente ma ripeto,per me, tirato un pò troppo per le lunghe. Il merito del regista è quello di aver tirato fuori dei capolavori di realismo e di aver posto fine al monopolio delle majors americane che si erano imposte anche sul mercato russo fin dalla sua nascita, avvenuta nel 1906.

Glendhi  @  26/10/2007 20:48:35
   8 / 10
Più che un film drammatico, lo definirei un film-documentario. Ottimamente realizzato, con grande cura per i dettagli, consiglierei la visione agli studenti all'ultimo anno di superiori. L'eccessiva attenzione per il dato rivoluzionario, tuttavia, infierisce sull' approccio registico, che avrebbe potuto essere più critico e costruttivo, tant'è vero che si ha l'impressione, alla fine, di non aver capito il senso della rivoluzione, né dove volesse andare a parare Ejzenstejn.
Rimane cmq da vedere. Il cinema russo di quegli anni è stato troppo trascurato, meriterebbe una rispolverata.

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