passi di danza su una lama di rasoio (1973)

Un altro giallo alla Dario Argento di non grande valore ma ricco in compenso di donnine in abiti discinti che dovrebbero alzare l'attenzione dello spettatore. E' comunque meglio di " Passi di morte perduti nel buio" sempre firmato dallo stesso regista qualche anno dopo con ancora meno idee ed atmosfere ( ma con la stessa tipologia di killer ). Qui almeno l'incipit ( una ragazza che assiste casualmente ad un omicidio utilizzando un cannocchiale fisso per turisti al Gianicolo ) non è male.

Un film che ricorda parecchio per diversi elementi il giallo di Dario Argento,abbiamo infatti il classico omicida sadico,omicidi sanguinosi,e classici depistaggi.
Se l'originalità non è sicuramente il punto forte di questa pellicola,niente male sono gli omicidi,abbastanza sanguinosi e la trama che nonostante non brilli riesce più o meno a reggere fino al finale (che purtroppo si rivela penoso).
Aspetto tecnico e recitazione decenti.
Così e così,guardabile ma nulla di che........

Banalotto e senza particolari punti di forza. Personaggi senza carisma, killer vestito con il consueto cappellaccio+impermeabile (come il killer di 6 donne per l'assassino o come l'ispettore Gadget), arma del delitto il solito rasoio da barbiere, scene d'amore soporifere che servivano a far felici i compagni di merende in uscita serale, movente degli omicidi già obsoleto ai tempi del primo governo Giolitti. Solo per chi vuole collezionarli tutti.

Non si eleva molto da una mediocrità d'impostazione che attinge a molte pellicole del genere, contemporanee e non. Il plot segue in maniera rigida schemi già prefissati senza molta inventiva, anzi togliendo un possibile alone di ambiguità ad alcuni personaggi (il ragazzo della protagonista) su cui si poteva giocare di più e meglio e confluendo in un finale sul quale stenderei un velo pietoso sul movente.
Se togliamo qualche buona sequenza d'omicidio, non è che sia una pellicola che rimanga bene impressa, tuttavia la sequenza finale della scuola di danza presenta molte similitudini con il Profondo rosso argentiano, ma dalla resa visiva di ben altra portata.

Credo sia l'italian giallo più stupido ed insensato che mi sia mai capitato di vedere, almeno non ne ricordo uno con gli stessi enormi difetti che presenta questo. Parte divinamente tra atmosfere tese ed intriganti per poi perdersi in situazioni del tutto assurde ed immotivate. Pradeaux dimostra una discreta padronanza della cinepresa, ma incespica in una sceneggiatura molto approssimativa, poco chiara e che, come di solito, prevede un colpevole ridicolo. Vuoti narrativi enormi riempiti dalle abituali scene di sesso soft e la suspance come se non esistesse. Ci si chiede poi come l'assassino si trovi sempre al momento giusto nel posto giusto, addirittura in casa di altri o dietro la macchina, insomma un vero disastro. Il demenziale colpo di scena finale poi è la mazzata decisiva. Filmaccio.

Giallo-erotico anni '70.
Rispetto ad altri titoli questo di Pradeaux non si distingue per alcunché di particolare, e inoltre non è affatto credibile nella spiegazione finale.
Anche le scenografia, di solito colorate e originali per i thriller di qugli anni, sono anonime e grigie.