Le storie di due delinquenti, un pugile e una coppia di rapinatori di tavole calde si intrecciano in quattro storie di umorismo e violenza nel tempo stesso.
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Quante volte ho rivisto "Pulp Fiction" oramai non lo ricordo più e i commenti per giudicare quello che è il miglior film di Tarantino sono a questo punto ininfluenti, essendo stato detto di tutto e di più. Quentin con il suo secondo film, diretto dopo "Le Iene", dimostra di essere un genio della settima arte, riuscendo a rivoluzionare il modo di fare cinema con i suoi tipici elementi distintivi e giustamente definiti tarantiniani. Un film a episodi che si intrecciano in maniera illogica ed imprevedibile dove ogni singola sequenza compone un unico percorso narrativo che si chiude in maniera correttissima e perfetta, grazie ad una sceneggiatura maniacale e studiata nei minimi particolari. Film violentissimo che presenta tutti gli elementi tipici di quello che era il "pulp" dei film del passato, dimostrando la passione di Tarantino per il cinema e come abbia fagocizzato tutta la sua esperienza in materia. Due ore e mezza che volano nonostante buona parte del film sia dedicata a monologhi e dialoghi casuali che mostrano gli aspetti e le ideologie di ogni personaggio. Cast in eccellente stato di grazia dove sicuramente John Travolta è il più soprendente nel ruolo di "Vincent Vega", riuscendo a rilanciare la sua carriera in ombra da anni. Scene che come si suol dire sono entrate nell'immaginario cinematografico ed elencarle tutte sarebbe troppo prolisso, mi limito a ricordare la celebre gara di ballo con protagonisti Travolta e Uma Thurman, sulle note di "You Never Can Tell" di Chuck Berry. Ultima menzione alla stupenda fotografiaed alla colonna sonora che come di consueto è perfetta nel contesto.