saimir regia di Francesco Munzi Italia 2004
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saimir (2004)

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locandina del film SAIMIR

Titolo Originale: SAIMIR

RegiaFrancesco Munzi

InterpretiMishel Manoku, Xhevdet Feri, Lavinia Guglielman, Anna Ferruzzo

Durata: h 1.28
NazionalitàItalia 2004
Generedrammatico
Al cinema nell'Aprile 2005

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Trama del film Saimir

Saimir, quindici anni, e suo padre Edmond sono immigrati in Italia dall'Albania. Tra i due c'è un legame profondo, ma un difficile rapporto di comunicazione. Edmond lotta per creare per se e per il figlio un futuro diverso. Per fare ciò continua ad usare, tuttavia, metodi illeciti, gli unici che conosce: il traffico di clandestini provenienti dall'Europa dell'est.

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Voto Visitatori:   7,43 / 10 (7 voti)7,43Grafico
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Voti e commenti su Saimir, 7 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Ciaby  @  14/05/2015 12:53:25
   6½ / 10
Un social drama che (più nell'approccio che nella regia) vorrebbe essere un Dardenne, ma dove il mediocrissimo livello della recitazione ne impedisce il pieno coinvolgimento.

TheLegend  @  24/03/2015 05:57:41
   6½ / 10
Asciutto ed essenziale nel raccontare la realtà del traffico di esseri umani.
Troppo frettoloso nella parte finale.

Mordecai Chase  @  01/02/2009 15:49:22
   7½ / 10
Questo film non è di facile comprensione, almeno per me; è recitato quasi tutto in albanese e io ho capito a grandi linee la trama leggendo commenti e recensioni prima dellla visione. In caso contrario ci avrei capito ben poco. La mia opinione? Un buon lavoro davvero. ma adesso vorrei aggiungere anche una cosa; io mi ritengo, presuntuosamente forse, una persona appassionata di cinema. Le pellicole sono state come degli amici durante la mia adolescenza,visto che ho sempre avuto pochi amici e passavo tanto tempo in solitudine. Dunque a me e agli esperti ed appassionati viene spontaneo non fermarsi alle 5-6 locandine esposte nelle sale e andare a cercare titoli meno pubblicizzati. Ma se io non avessi letto un giudizio invitante ed un buon voto su Ciak, mai e poi mai avrei sognato che esistesse questo film..perchè certi lavori sono pubblicizzati ed altri no? misteri (leggere ingiustizie) del cinema...
Scusate l'arringa, tuuto questo non c'entra con il film..
Secondo me é un buon lavoro perchè mi sembra imparziale, essenziale: niente fronzoli. Una storia drammatica girata in modo quasi documentaristico, bravi gli attori, a cominciare dai due protagonisti ed anche i comprimari non sono da meno. Mi dispiace davvero di non conoscere la lingua albanese e se posso fare una piccola critica, avrei preferito che ci fossero i sottotitoli. Diverse le scene secondo me degne di nota: Ho saputo che l'attore che interpreta Saimir é un non professionista, nonostante questo è perfettamente nella parte. Complimenti a chi a prodotto questo film, a chi lo ha girato ed interpretato. Complimenti a tutta la troupe


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Invia una mail all'autore del commento bouree  @  15/09/2006 11:01:29
   6½ / 10
Racconta perfettamente il problema e il disagio degli extracomunitari presenti nelle nostre citta. Bravo il ragazzo e il padre ( come attori intendo).
Avrei preferito che si parlasse sempre in italiano o almeno con sottotitoli, il non capire la loro lingua rende il film a tratti lento e noioso.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  14/06/2006 15:04:18
   7 / 10
Saimir è un opera anomala nel panorama cinematografico italiano,lo si potrebbe definire quasi un documentario per lo stile con cui è girato e per argomenti trattati.
La pellicola tocca il delicato tema dell'immigrazione,mettendo in luce il malessere di un adolescente albanese che "costretto" a sopravvivere mediante crimini piu' o meno gravi dimostra quanto lontano sia quell' immaginario paradiso in cui pensava di essere giunto.
L'Italia è rappresentata in maniera brutale,paesaggi fatiscenti,personaggi privi di scrupoli il tutto sottolineato da una fotografia plumbea simile a quella de "L'enfant" dei Dardenne fanno del bel paese un posto tutt'altro che idilliaco.
Munzi firma un film interessante che fa riflettere ma che non risulta esente da qualche pecca,ad esempio la presenza di alcuni personaggi eccessivamente stereotipati oppure il frettoloso finale dove lo struggimento del protagonista non viene approfondito nella giusta maniera.
Saimir è comunque un opera di tutto rispetto che è stata giustamente accolta positivamente all'ultimo festival di Venezia.

Gruppo COLLABORATORI Invia una mail all'autore del commento gerardo  @  10/07/2005 17:59:39
   8 / 10
"Saimir" scandaglia l'invisibile mondo neoborgataro del litorale romano, quell'enorme periferia urbana e umana che un tempo era il punto d'approdo dell'immigrazione interna, dal Sud Italia, dalle campagne romane e laziali, ora il regno dei rom e dell'immigrazione clandestina dal Sud del mondo e dall'Est europeo. Il film non dà giuzi e non formula concetti fornendo soluzioni sociologiche e morali: adotta invece lo sguardo di un adolescente albanese e ne segue i passi.
Saimir è un ragazzo che osserva e vive il suo mondo in bilico tra il rifiuto e la naturale, costitutiva partecipazione: la sua convivenza col padre (il quale tenta di rifarsi una vita in Italia sperando in una "piena" integrazione) è un'esistenza all'insegna del reato, il traffico di clandestini. Ma anche la stessa vita parallela di Saimir è costellata di reati, come i furti e le rapine nelle ville. Ma Saimir ha qualcosa di diverso dal suo mondo (suo cugino è un magnaccia, un suo "amico"/"datore" di lavoro albanese è un mafioso), di più pulito e candidamente adolescenziale. Saimir, però, vive una condizione di spaesamento rispetto a tutto: alla sua famiglia, alle sue radici e all'ambiente microdelinquenziale da cui è circondato: la sua partecipazione ai reati è sempre più distaccata. Ma lo è anche rispetto alla società di cui è "ospite": non pienamente integrato, Saimir può solo osservare i suoi coetanei italiani e quando s'innamora, corrisposto, di una bella ragazza romana, non sa amarla per quello che è. Il regalo costoso che le fa per conquistarla definitivamente è un modo goffo e volgare, anche se ingenuo e innocente, di "comprarla". E' un gesto, questo, che riporta Saimir a certe radici culturali e antropologiche albanesi per le quali la donna è pressochè una merce. La sua lontananza dalla società italiana e piccolo-borghese - sogno proibito di ogni immigrato che giunge in Italia - è ora incolmabile. La sua integrazione sfuma sul nascere di quella minima opportunità.
Ma quando un'altra sfortunata immigrata sua coetanea finisce nelle mani del clan mafioso che gestisce la prostituzione, Saimir acquista piena consapevolezza delle proprie possibilità e comprende che un taglio netto col proprio mondo e con la propria famiglia è l'unica via per giungere a un'integrazione morale e sociale con l'"altro" mondo, il nostro. Forse.

tilzi  @  09/05/2005 21:52:36
   10 / 10
Saimir e' un film veramente bello nel senso piu' completo della parola..e lo e' per svariati motivi. Mi limitero' a dire che l'argomento, quello dell'immigrazione e dei disagi che ne derivano, e' trattato con grande profondita' e passione, con un realismo e una forza che ricordano Pasolini. La musica, la fotografia, gli attori..tutti concorrono in egual misura alla completezza e alla riuscita di questo film, una vera perla rara nel mare in tempesta dell'odierna cimatografia italiana e anche una risposta al predominio di quella americana. Un film diverso, personale , pluripremiato che vi consiglio di andare a vedere. Bravo Francesco Munzi ! Ero indecisa fra un 9 e un 10..ho optato per quest'ultimo perche' ho fatto un'operazione di confronto con certa robaccia che e' attualmente nelle sale...

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