skinamarink - il risveglio del male (2022)

Questo film è un vero incubo, sia in positivo sia in negativo!
In positivo perché riesce a ricreare un'atmosfera autentica e angosciante, rievocando quelle paure primordiali che tutti abbiamo provato nell'infanzia. Quando ci si svegliava nel cuore della notte col terrore di essere soli e senza alcuna via di fuga. Senza tralasciare il timore che qualcosa potesse celarsi nell'oscurità.
In negativo perché è un suicidio cinematografico far durare un film di questo genere 100 minuti; 70 minuti sarebbero stati più che sufficienti dal momento che si tratta di un'opera fondata esclusivamente sull'atmosfera, senza una trama.
Pur restando un film interessante, con una parte finale aperta a molteplici interpretazioni, la lunghezza eccessiva finisce per comprometterlo pesantemente. Peccato!

Horror sperimentale difficile da digerire per il suo essere eccessivamente monotono e privo di ogni sorta di colpo di scena.

Inquadrature che si susseguono lentamente dove ad ogni ombra si cerca di dare una figura qualsiasi o un immagine che possa chiarire qualcosa. Sembra di giocare a "Myst" dove con il puntatore cliccavi per passare alla zona successiva.
Ma almeno li ti divertivi...

Fosse stato un corto avrei anche apprezzato l'idea ma un film di questa durata è troppo immotivato.

Skinamarink è un film molto particolare: o lo si ama o lo si odio. Nonostante la sua semplicità e l'assenza di eventi significativi, riesce a evocare paure profonde e risultare profondamente inquietante. La trama è minimalista: due bambini si svegliano soli nel cuore della notte, in un appartamento buio, privo di porte e finestre e devono affrontare una… presenza misteriosa (?). Chi da piccolo non si è ritrovato almeno una volta in questa situazione? Il terrore del buio, i rumori strani e la sensazione di essere osservati da qualcosa nell'oscurità?
L'ambientazione è claustrofobica e la fotografia granulosa conferisce al film un'atmosfera anni '70/'80 davvero surreale. Verità o allucinazione, lucidità a sogno? Ad ognuno la propria interpretazione. Fosse durato una quindicina di minuti in meno sarebbe stato perfetto. Comunque a me comunque è piaciuto moltissimo.

A 15 minuti mi sono scocciato del nulla che si vede. Droppato

Più che un film direi una "esperienza", che richiede, lo ammetto, un certo impegno. L'ho trovato interessante (anche se non particolarmente innovativo), ma comunque capace, approcciandolo nel modo giusto, di toccare paure quasi ancestrali.
Credo il modo proficuo per approcciarlo sia simile "all'attenzione fluttuante" di psicoanalitica memoria...nessun giudizio...nessuno sforzo interpretativo, ma semplice lasciarsi permeare da quanto si vede e sente.

Visione estenuante e piuttosto fastidiosa, a mio avviso, dato che sembra di guardare una vecchia vhs scolorita con il sonoro che assomiglia a un vinile impolverato che rotea stancamente su un giradischi senza puntina. A un certo punto, credo fosse intorno al minuto 30, lo scroto mi fa ciao ciao col testicolo destro e vola via nell'aere per quanto si era gonfiato.
Sperimentale è la parola che ho letto in varie occasioni ma, per quanto mi riguarda, è un esperimento non riuscito, se lo scopo era quello di inquietare e incuriosire. Svogliatamente sono arrivato alla fine del film e quello che mi è rimasto in testa non basta a far sì che SKINAMARINK raggiunga un voto e una considerazione positiva, poi si va a gusti ovviamente.
Questo è il più classico degli esempi di film non per tutti...e certamente non per i pignoli come il sottoscritto.

Ecco un altro esempio di film che non conosce mezze misure: o lo apprezzi o lo rifiuti in toto. La sinossi è meno che essenziale: due bambini si svegliano in un anonimo appartamento e scoprono di essere soli. Tutto il film è costruito usando una prospettiva da bambino con la macchina da presa molto vicina al pavimento che simula una soggettiva o lo sguardo di un bambino. Una casa immersa nel buio con pochissime fonti di luce ed in questo buio ci si avventura verso l'ignoto di angoli bui che possono nascondere qualsiasi cosa, agli occhi di un bambino. E' un approccio piuttosto originale perchè nega qualsiasi tipo di narrazione. Inoltre sembra di vedere un film degli anni 70 con la pellicola rovinata e la fotografia molto sgranata. La macchina da presa si muove in maniera essenziale e di rado si sente una voce misteriosa che li chiama. Più che una storia, è un esperienza a metà fra cinema e videoarte. Un film anomalo ed inquietante, ma può essere anche un film noioso dove non succede nulla.