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Davvero una piccola chicca. Non avrei scommesso nemmeno un centesimo su questo film e invece è stata una visione travolgente ricca di pathos e tensione. Sul finale ho esultato tipo stadio di calcio.
Piccolo gioiello a basso budget di Gordon, che si destreggia ottimamente tra vari generi, colpendo con potenza l'America e criticando aspramente il sociale e la politica con una racconto semplice ma ispirato. Con "Edmond" un'altra perla di Gordon.
I veri mostri sono sempre e comunque gli esseri umani, messi l'uno contro l'altro dalle distanze sociali. Un film bizzarro, originale e ingegnoso, che prende libera ispirazione da fatti realmente accaduti e sacrifica la verosimiglianza narrativa per dimostrare quanto l'empatia sia motivata da esclusivi interessi economici e quanto l'altruismo sia in primo luogo il risultato della più cinica analisi costi-benefici. Stuart Gordon, uno dei re incontrastati del cinema di genere americano, ottimizza una sceneggiatura estremamente basilare, che costruisce ruoli ben definiti di vittime e carnefici per poi ribaltarli, e ricava un notevole dinamismo di situazioni che "cozzano" con l'immobilità di personaggi e location. Le efficaci performance di Mena Suvari e Stephen Rea analizzano le due facce morali dell'americano medio, e si prestano con tutta la dovuta professionalità a un gioco di suspense inarrestabile, ironia macabra e improvvisi scoppi di violenza.
Thriller a basso costo permeato di black humor che si lascia vedere tutto di un sorso grazie alla buona regia ed a ottime prove del cast...era da tempo che vedevo commenti positivi e concordo anche se io non urlerei al capolavoro.
Stuart Gordon porta sullo schermo l'ennesima bella pellicola,una storia che nonostante forse non possa proprio essere definita horror si rivela agghiacciante (anche perché è tratta da una storia vera) terribilmente cruda e a tratti anche disturbante. I primi minuti del film sono utilizzati per presentarci i due principali protagonisti della triste vicenda,poi subito si incomincia, scena dell'incidente con tutto ciò che ne consegue. Le scene ambientate nel garage dell'infermiera sono terribilmente angoscianti e difficilmente lasceranno indifferenti e non solo, per una certa quantità di violenza e sangue (che in questo caso supportata anche da una signora storia e da una discreta atmosfera riesce ad impressionare più del solito) ma per il modo in cui il regista e gli attori (splendida l'interpretazione di Stephen Rea) riescono a rendere maledettamente coinvolgente la vicenda,mi ha messo addosso un senso d'angoscia assurdo......... Poi vabbé Gordon riesce a stupire e a sorprendere costantemente ,almeno io non sapevo mai cosa aspettarmi da un certo momento in poi.......altro aspetto inusuale (considerato il tipo di film) è che l'intera storia è intrisa di ironia e, devo ammettere,che nel raccontare una vicenda così assurda non ci sta neanche male. Un film terribilmente crudo e realistico comunque,merita sicuramente una visione.
A guardarlo la prima volta senza saperne nulla ognuno direbbe "Inverosimile una situazione del genere" "Assurdo! " "Impossibile comportarsi così! "
Eppure il film è tratto da una storia vera accaduta in Texas, Chante Jawan Mallard condannata a 50 anni di carcere.
La pellicola pecca in alcune situazioni romanzate per la trasposizione cinematografica (e ci può stare tranquillamente) ma senza ombra di dubbio la storia è agghiacciante.
Miseria ladra poveraccio! Film che è un pugno allo stomaco, rincarato dal fatto che è tratto da una storia vera, ti mette ko! Nel complesso è fatto molto bene e trasmette realismo e angoscia. Ottimo.
Forse il voto che sto dando è altino, ma meritato, per diversi motivi. Il primo motivo, è che il film è tratto da una storia vera. Nel 2001, un'infermiera, Chante Jawan Mallard, sotto effetto di stupefacenti, investì un barbone, che finì dritto dritto nel parabrezza dell'auto, restando incastrato. Ella non chiamò la polizia né un'ambulanza, ma guidò fino a casa col barbone incastrato, parcheggiò nel garage e abbandonò l'uomo (che avrebbe potuto essere salvato) ad agonizzare per chissà quanto. E, anzi, addirittura l'uomo è stato...ahem... "finito". Ora è in carcere, sconta 50 anni per omicidio e mancato soccorso.
Il secondo motivo, è che il film, ad un certo punto, abbandona i binari della storia vera, per inventarne un'altra, diversa: diventa la storia come tutti avrebbero voluto che realmente andasse, date le premesse di cui sopra.
Alti motivi: ottime e credibili interpretazioni da parte degli attori, storia molto coinvolgente e anche una buona dose di critica sociale: sia contro la crisi, la burocrazia e l'inadeguatezza delle strutture lavorative (ad esempio i centri di collocamento) a causa delle quali uno può ritrovarsi, da un giorno all'altro, a passare da project manager a disoccupato ed infine a barbone. Poi una bella dose di critica verso taluni comportamenti umani, o meglio: verso certe persone che hanno tali comportamenti: il cinismo, l'indifferenza, la mancanza di empatia e di solidarietà nei confronti degli altri. Ci sono però anche dei buoni valori: il barbone nero, che aiuta il protagonista senza nulla chiedere in cambio. Oppure il bambino messicano, che, a discapito di quanto dica il padre, ritiene che l'omertà sia sbagliata; egli rappresenta la speranza che le cose, anche nei quartieri più degradati, possano cambiare grazie a nuove generazioni.
Una storia talmente assurda da essere vera. Uscito direttamente per l'home video, il film di Gordon ha una forza emozionale fuori dal comune. Il coinvolgimento nel pubblico è totale: gli eventi partono in sordina ma poi esplodono in tutta la loro potenza visiva in un susseguirsi di emozioni, sangue e lucida follia e dove la forza interpretativa del cast raggiunge livelli molto intensi. L'odio e tutti i sentimenti negativi che lo spettatore prova nei confronti del personaggio della Suvari è sinonimo di riuscita e il merito è tutto dell'attrice americana, capace insieme al collega Stephen Rea di fornire una prova credibile e di grande presa. STUCK sembra avere uno stampo televisivo ma è un prodotto discretamente congeniato che merita tutta la considerazione di cui gode.
Stuart Gordon sta vivendo negli ultimi anni una seconda giovinezza sebbene abbia lasciato il suo territorio "naturale" e stia esplorando generi come il drammatico e il thriller difficilmente trattati in passato. Stuck conferma questa evoluzione in positivo malgrado il budget sia sempre , come di consueto , ridotto. Il film è un thriller ,tratto da una storia vera , dalla sceneggiatura semplice ma solidissima che ci mostra come personaggi provenienti dalla tranquilla provincia americana e apparentemente perbene possano tramutarsi ,per egoismo e arrivismo personale , in veri mostri. Il ritmo è alto e l'opera coinvolge senza annoiare. Duro e amaramente veritiero il finale mentre qualche difettuccio di credibilità lo possiamo trovare nella fase immediatamente pre-finale. Di buon valore le interpretazioni , soprattutto quella Stephen Rea , depotenziata nella nostra versione da un doppiaggio scandaloso.
Stuart Gordon è uno dei miei registi preferiti nel filone dei B-movies. Ha buon gusto, è versatile e il più delle volte riesce a creare delle vere e proprie chicche, dagli ottimi episodi di MoH e fear:itself fino a questo Stuck. Purtroppo nella sua carriera ha anche prodotto trashate notevoli, ma o era un periodaccio oppure sarà stato condizionato dall'amicone Yuzna che lo avrà portato sicuramente sulla cattiva strada. Spero vivamente che non sia uno dei tanti cineasti in via d'estinzione, anche perchè sono sempre i migliori quelli che abbandonano le speranze.
Un buon thriller diretto dal veterano Gordon, ben girato, con una storia che coinvolge dall'inizio alla fine e due buoni interpreti, Stephen Rea sopratutto. Mezzo voto in meno per alcune/troppe situazioni improbabili (vedi SPOILER).
- il barbone aveva conficcato nel fianco un pezzo di ferro di almeno 30cm e dopo essersi liberato si tampona la ferita con 4 fazzoletini di carta tornando come nuovo. - dopo aver passato 1 giorno intero senza cibo nè acqua, 2 gambe fratturate, ferite ovunque (tra cui quella profonda nel fianco) riesce alla fine ad alzarsi e fare una strage...poco realistico. - si può essere così stupidi come l'amica della protagonista a credere senza batter ciglio alla storia del cervo morto, raccontata con credibilità pari a 0?
Buon thriller dell'autore di Re-animator. Certo, i fasti di quella pellicola cult sono ben lontani, tuttavia questo Stuck è un'interessante escursione nell'horror quotidiano, che può rivelare, nelle giuste condizioni, insospettabili mostri.
Un Gordon veramente al suo meglio, cinico e spietato come non mai.
Tipo come con Edmond (e pure lì c'era la Suvari mi pare), quando questo regista si sofferma su ritratti di periferia, da proprio il massimo (risultando lontano da boiate tipo 2013 - La fortezza).
Freddo, glaciale, perfido, lievita anche grazie ad un fenomenale duetto di attori (un impotente Rea e una menefreghista Suvari che comunque SPOILER); non ha tutti i torti chi ne sottolinea rimandi fantasy/horror ed in effetti l'ombra di Re Stefano si intravede in più di un momento.
Terribile e angosciante lo script, tanto più che verosimile.
Una ragazza investe un barbone con la sua auto mentre è sotto l'effetto di alcol e droga e lo tiene incastrato incastrato nel veicolo....la sua intenzione è disfarsi del cadavere..ma tutto andrà storto. Da una storia vera un discreto filmetto che riesce a coinvolgere lo spettatore fino alla fine e non annoia. Da vedere.
tratto da una storia vera Stuck riesce a tenerti incollato allo schermo per via del suo andazzo serio a volte comico (black humor) e a volte un pò violente, magari alcune scene sono un pò tirate che potrebbero risultare noiose ma per il resto e da vedere
Gordon si conferma un regista che sta vivendo un ottimo periodo da dieci anni a questa parte; il suo "Stuck" ha echi che riecheggiano da Stephen King e Misery, una pretesa da film di "denuncia" per fortuna non troppo elevata e per giunta attenuata da effetti splatter di tutto rispetto. Una storiella semplice, assurda, a tratti comica addirittura pur restando nell'ambito di un horror da serie B, genere di cui Gordon è uno dei maestri odierni. Certo, è romanzato ed improbabile spesso e volentieri, ma fa venire la pelle d'oca a pensare che è tratto da una storia vera. Brava Mena Suvari e il sottovalutato Rea.
un film horror-grottesco davvero originale,parte piano,scatenandosi poi in una violenza sempre piu' nonsense ma per niente gratuita.dicono che sia tratto da un fatto realmente accaduto;mah!cmq ottima prova di gordon,tornato in splendida forma;magari se anche argento....
Anche con Stuck il caro vecchio Gordon fa centro. Un buon horror con venature ironiche, davvero ben sviluppato, seppur con qualche forzatura. Da vedere.
Un regista vecchia scuola come Stuart Gordon dimostra come nell'epoca del torture-porn sia ancora possibile tramite la metafora sociale mettere in piedi una buona storia del brivido. Ne è passato di tempo da "Edmond",ingiustamente ignorato almeno qui da noi,un destino cui nemmeno "Stuck" è riuscito a sottrarsi nonostante la bontà dello spunto di partenza. Un incidente stradale crea i presupposti per parlare dell'America odierna e più in generale di una realtà arida di sentimenti in cui l'arrivismo prevale su un'umanità completamente cancellata in nome del profitto. Mena Suvari è un infermiera in odore di promozione con treccine da bad girl e qualche kiletto in più rispetto l'adolescente incantatrice di "American beauty", fornisce una prova sentita quanto l'espressivo Stephen Rea purtroppo minimizzato da un doppiaggio indegno. Le riflessioni suggerite sono molto accessibili,da una parte c'è una giovane disposta a qualsiasi cosa pur di svoltare e raggiungere un tenore di vita migliore,da un'altra c'è un reietto senza lavoro e dimora,per questo motivo screditato della sua dignità di uomo e costretto ad un vagabondaggio che azzera il suo status sociale riducendolo a un'ombra,uno zero di cui nessuno ha bisogno. A queste condizioni è meno arduo sopprimere ogni morale e mettere da parte quella carità ,a questo punto forse ipocrita,con cui l'infermiera accudisce i suoi anziani degenti. Il messaggio arriva forte e chiaro,corroborato dal comportamento della famiglia messicana che preferisce non parlare mettendo in risalto dinamiche sociali guaste. La pellicola è ammirevole nel tentativo di esporre certi concetti pur scarseggiando in tensione,la curiosità non manca ma il coinvolgimento è completo solo in rarissimi momenti. Nelle scene più crude Gordon sguazza ancora con naturalezza e nel finale riesce ad affrancarsi dal semplice compitino,resta tuttavia l'amaro in bocca per una chiusura che poteva e doveva essere ancora più spietata.
piuttosto carino, anche se dalla media voti pensavo fosse un po' più interessante. comunque un'ora e poco più che non annoia e che fa leva su una ben proposta vicenda grottesca. produzione a basso costo e si vede. tutto sommato piacevole.
Finalmente a quasi 5 anni dalla sua realizzazione, Stuck arriva in DVD in Italia... che dire, se non che Gordon è uno dei migliori registi di B-Movies di sempre sia quando si cimenta con lo splatter (RE-ANIMATOR), che con l'horror puro (DAGON, DOLLS), con il drammatico (EDMOND) e ora anche con il THRILLER.... storia semplice e solo apparentemente grottesco e non-sense: STUCK alla fine ti coinvolge del tutto è questo non può che essere un bene sia per la storia che per le prove attoriali (Rea su tutti, ma anche la Suvari non male). Buon esempio di come l'orrore si cela dentro di noi, pronto a scaturire in ogni momento della nostra quotidianità. Ne è valsa la pena aspettarlo.
Ho visto questo film dopo aver letto numerosi commenti positivi...certo il regista si era un po' perso dopo il suo grande capolavoro che resta re-animator. Cmq questo film mi ha deluso su tutti i punti di vista e alla fine la scena piu' stomachevole e' quella dei titoli di testa...il testo e' tutto ridicolo e grottesco e il fatto che sia veramente accaduto mi lascia la convinzione che e' una farsa pubblicitaria.
Thriller piuttosto originale e più profondo di quel che pensavo all'inizio. Regia precisa e attenta, buona sceneggiatura e bravi attori anche se in alcune parti ho trovato eccessiva la prova di Mena Suvari. Intenso e coinvolgente.
Thriller grottesco low-budget ben interpretato da Stephen Rea e Mena Suvari. La vicenda è introdotta con notevole cura, lo spettatore viene preparato con un vera e propria presentazione dei personaggi e del loro mondo, finchè i destini si incrociano e l'azione esplode in tutto il suo orrore assurdo, semplice ed efficace. Il buon senso va a farsi friggere come capita tanto spesso nella realtà di cronaca. Sfumature pulp, comicità solo apparentemente involontaria e non-sense condiscono questo film che manca forse di un finale più efficace e di un maggior spessore a livello di sceneggiatura soprattutto nella seconda parte della pellicola.
Film sorprendente, che ha avuto il potere di irritarmi tantissimo, e questo testimonia sulla bravura di regista ed attori. Il finale a mio giudizio è banale e stupido, ma non inficia granché l'ottimo lavoro fatto fino a quel momento. E' uno di quei prodotti che meriterebbero una diffusione molto più ampia di quella effettiva.
Se Edmond poteva essere una riuscitissima escursione fuori dal genere finor praticato, Stuck è la conferma di un regista che sta avendo un'evoluzione positiva, dimostrando capacità notevoli. Stuck può essere preso anche come un horror, certo lontano dai canoni lovercraftiani, ma comunque un horror che scaturisce dalla quotidianeità, dall'assurda e grottesca situazione che si viene a creare e per come si evolve. Molto brava Mena Suvari che non immaginavo così a suo agio con un personaggio dalla doppia faccia, provocando orrore per la completa mancanza di buon senso e umanità. Ottimo, ma questo si sapeva, anche Stephen Rea.
Gordon si distacca in maniera considerevole dagli inizi e fa centro. Film senza troppe pretese, che si lascia seguire più che bene e strappa pure qualche amara risata. Il suo migliore dopo Re-Animator.
Originale thriller a firma del buon vecchio Gordon, artigiano protagonista di quell’horror anni 80 che ormai non c’è più e per questo trattato come una sorta di sopravvissuto e reietto del cinema e clamorosamente sottovalutato sia dalla critica ma in parte anche (e purtroppo) dall’appassionato del genere…
Stilisticamente lontano dall’horror più puro alla Re-Animator il nuovo Gordon si è reinventato narratore di storie noir di metropolitana decadenza senza lasciare da parte l’immancabile humor nero… E dopo l’alterno Edmond, e alcuni mediometraggi davvero da recuperare, ecco Stuck che convince appieno malgrado l’evitabile “Ispirato ad una storia vera”…
A metà tra la critica sociale e il grottesco andante Stuck convince ed avvince, calibrato bene, con personaggi incisivi e una sceneggiatura sempre ben dosata… Intenso il giusto, scorretto il giusto con un finale che sembra effettivamente la scelta migliore possibile e girato con buona maestria… Molto bravo Rea, odiosa la Suvari, divertente lo spacciatore per quanto stereotipato al limite…
In attesa di una distribuzione in suolo italico di King of The Ants sembra che Gordon sia in un gran periodo di forma…
8 meritatissimo per questo film più thriller che horror, la biondina protagonista di american beauty cresciutella ( e bene aggiungerei) alle prese con una scelta di vita fondamentale, aiutare un barbone (la cui storia poi lo farà sembrare ancora più vittima e beniamino di tutti) appena investito oppure darsi alla più classica "omissione di soccorso" più roccambolesca e grottesca possibile, pur di non correre rischi per la propria carriera di infermiera. Che dire... Wow!! Divertentissimo!!
Un buon thriller (più che horror) grottesco e con una vena di humor nero che si riscontra soprattutto nella parte finale e nel siparietto tra la Suvari e il suo compagno. Di certo non è un capolavoro..ma si lascia guardare..anche se a tratti risulta essere un po' noiosetto. Non sapevo che fosse ispirato ad una storia vera..comunque buon film che si lascia guardare.
Gordon si allontana dall'horror viscerale, e si cimenta in questa pellicola grottesca che trae spunto da un fatto di cronaca nera realmente avvenuto in America, creando un curioso film thriller dai risvolti comici e dal retrogusto b-movie con un bravo Stephen Rea, capace di farci provare emozioni anche se incastrato nel parabrezza di un auto, odiosa Suvari.Mantiene nella sceneggiatura, i cui punti di forza sono situazioni ben calibrate e dialoghi ben costruiti, una critica di grana grossa su quanto possa essere primitivo l'uomo.Peccato per la prima metà noiosa e la fotografia piatta.
Da un fatto di cronaca realmente accaduto nel 2001, Gordon trae il suo nuovo film; un thriller tanto semplice quando divertente. Sebbene dalla vicenda originale venga ripreso solo il "fattaccio" che ha permesso ai 2 protagonisti di conoscrsci (infatti il film di Gordon ha risvolti totalemente differenti), Stuck scorre che è un piacere complici le ottime prove dei due protagonisti e l'immancabile tocco humor. Mezzo voto in più perchè, nonostante si tratti di un b-movie dal budget risicato, funziona alla grande (..e volendo ci starebbe pure qualche riflessione sulla a/moralità delle persone).
un altro oscuro flick metropolitano per gordon, qui riciclatosi nelle vesti di araldo dell'arrivismo provinciale in un thriller sanguigno, serrato, ma che non rinuncia a buone dosi di humor nero, che nella maggior parte dei casi hanno il volto e la voce di russell hornsby. "fino a dove può spingersi un uomo (una donna, nel nostro caso) pur di non sacrificare la propria carriera?" questo è l'interrogativo che esplora gordon nel suo film, sdoganando un'attrice di buon livello come la suvari dai suoi abituali ruoli e affidandosi ad un veterano come rea per il complesso ruolo della vittima, complesso soprattutto perchè per diversi minuti è costretto a recitare con la faccia dentro al parabrezza di un'automobile. ennesimo lavoro di fine artigianato, SG nel cinema a basso budget ha davvero pochi eguali.