sweeney todd: il diabolico barbiere di fleet street regia di Tim Burton USA 2007
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sweeney todd: il diabolico barbiere di fleet street (2007)

 Trailer Trailer SWEENEY TODD: IL DIABOLICO BARBIERE DI FLEET STREET

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locandina del film SWEENEY TODD: IL DIABOLICO BARBIERE DI FLEET STREET

Titolo Originale: SWEENEY TODD: THE DEMON BARBER OF FLEET STREET

RegiaTim Burton

InterpretiJohnny Depp, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Sacha Baron Cohen, Laura Michelle Kelly, Timothy Spall, Anthony Stewart Head, Jamie Campbell Bower, Anthony Head

Durata: h 1.57
NazionalitàUSA 2007
Generethriller
Al cinema nel Febbraio 2008

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Trama del film Sweeney todd: il diabolico barbiere di fleet street

Benjamin Barker, aka Sweeney Todd, è un barbiere sanguinario in cerca di vendetta. In questo adattamento cinematografico burtoniano del musical di Stephen Sondheim "Sweeney Todd: The Demon Barber Of Fleet Street", un successo di Broadway di fine anni '70, vincitore di 8 Tony Awards.

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Voto Visitatori:   7,54 / 10 (326 voti)7,54Grafico
Voto Recensore:   8,00 / 10  8,00
Miglior scenografia
VINCITORE DI 1 PREMIO OSCAR:
Miglior scenografia
Miglior film commedia o musicaleMiglior attore in un film commedia o musicale (Johnny Depp)
VINCITORE DI 2 PREMI GOLDEN GLOBE:
Miglior film commedia o musicale, Miglior attore in un film commedia o musicale (Johnny Depp)
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Voti e commenti su Sweeney todd: il diabolico barbiere di fleet street, 326 opinioni inserite

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  Pagina di 1  

Gruppo REDAZIONE Cagliostro  @  04/03/2008 16:07:29
   10 / 10
Il personaggio di Sweeney Todd compare per la prima volta in un romanzo a puntate pubblicato in Inghilterra a cavallo fra il 1846 e il 1847. Nel 1973 il personaggio fu quasi integralmente rivisitato e ridisegnato dal commediografo Christopher Bond, che lo trasformò in un eroe romantico e gli fornì un passato tumultuoso dominato da un amore violato, coronato da invidie e da soprusi e sfociato in una ingiusta detenzione da scontare nell’inglese Australia dei reietti (con alcuni riferimenti più o meno impliciti al dualismo dei personaggi di Frollo e di Esmeralda di “Notredame de Paris” di Hugo).
Il lavoro di Bond fu trasformato in un musical nel 1979 da Stephen Sondheim e da Hugh Wheeler riscotendo un successo enorme a Broadway. È a quest’ultima opera che si ispira la pellicola diretta da Tim Burton.
La sceneggiatura di John Logan, già coautore di pellicole come “Ogni Maledetta Domenica” e “Il Gladiatore” ed autore de “L’Ultimo Samurai” e di “The Aviator”, è solida, carica delle tematiche più care a Burton, semplice e funzionale.
Avvalendosi dell’abilità di questo sceneggiatore e grazie anche alle magnifiche scenografie dell’eccelso Dante Ferretti (un premio oscar indubbiamente meritatissimo) e dell’eccellente fotografia di Dariusz Wolski (già direttore della fotografia di pellicole in bilico fra il gotico ed il barocco quali “Il Corvo”, “Dark City” e tutta la serie dei “Pirati dei Caraibi”), Tim Burton realizza una delle sue opere più ambiziose e più complete, regalando al pubblico un film perfetto sotto ogni profilo.
Le atmosfere cupe, forse più barocche che gotiche, sono amplificate da un gioco di trasparenze torbide (si pensi alle numerose inquadrature che sfruttano i riflessi o le trasparenze dei vetri) e sono arricchite da un alternarsi di colori dirompenti fra cui domina incontrastato il rosso surreale del sangue che scorre a fiumi senza però mai impressionare o turbare. Un tripudio grandguignolesco che non ha nessun contenuto orrifico, ma che si dimostra semplicemente liberatorio proprio come un’eruzione che per troppo tempo è stata contenuta e che riesce a trovare il proprio sfogo, atteso così a lungo.
“Sweeney Todd” è un film sontuoso, elegante e raffinato, tecnicamente ed artisticamente inattaccabile. È una gioia per gli occhi ed un trionfo di bellezza, data dalla perfetta costruzione di ogni singola scena.
Il personaggio di Todd è completamente ridisegnato secondo le ossessioni più care al regista.
Le tematiche che Burton affronta sono innumerevoli, alcune di immediata e diretta comprensione, altre più celate, latenti, striscianti. La vendetta si rivela poco più che un pretesto. Il sentimento dominante di tutta la pellicola è un’acuta misantropia. La genialità, che troppo a lungo è stata intrappolata dalla mediocrità collettiva, si ribella. La carneficina diviene un’autocelebrazione artistica, la trasformazione di una materia prima grezza e scadente in qualcosa di migliore che però può ingannare soltanto quella stessa collettività da cui proviene e che finisce col fagocitare se stessa. Un processo creativo che agisce attraverso la distruzione. La bellezza che nasce dalla turpitudine.
La stupidità e la stoltezza, coronate da un’estrema superficialità, aprono le porte all’invidia della mediocrità.


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

L’individualità si contrappone alla stolta piattezza di tutto ciò che è collettivo. L’autorità è un male autarchico che cerca di schiacciare questa individualità, cerca di reprimerla confinandola in carcere o in manicomio, si nutre della sua bellezza e quando non ne necessità più la distrugge. Sono fortemente simboliche in tal senso la scena dello stupro durante il ballo in maschera e la sua diretta antagonista, la scena in cui Todd sogna di aggirarsi armato del proprio rasoio in mezzo ad una folla monocroma e monocorde. Il giusto preludio di quel che seguirà.

Todd ha riscoperto la propria individualità; ritorna ad essere individuo fuori dal branco. Si ribella all’autorità poiché questa è manifestazione ed espressione della mediocrità di tutta quella collettività che si nutre delle bellezze e delle ricchezze dell’individuo, inteso come opera d’arte singolare e irripetibile.


Nascondi/Visualizza lo SPOILER SPOILER

L’analisi del personaggio di Todd, così come l’analisi di tutte le tematiche affrontate nel film, sarebbe assai lunga e complessa, non certo adatta a questa sede.
Resta ineludibile il fatto che Burton ha confezionato uno splendido capolavoro, visivamente seducente, di grande impatto e di grande forza. Forse il suo film migliore. E può darsi che col tempo e dopo un’ulteriore visione, anche i detrattori più accaniti di “Sweeney Todd” potranno riuscire ad apprezzarlo se non anche ad amarlo.

14 risposte al commento
Ultima risposta 11/03/2008 18.50.56
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