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Un film minore,storie del genere Miike le ha raccontate decine di volte in modi molto migliori,resta comunque una pellicola gradevole e con qualche elemento interessante (la comunità brasiliana)...... anche se ogni tanto presenta delle brutte cadute trash piuttosto fuori luogo (la scena del combattimento tra galli,ma come cazzò li sarà venuta in mente?). Comunque alla fine un'occhiata gli si po anche concedere.
I due protagonisti di Ley lines sognavano il Brasile come via di fuga da un paese che offre soltanto disagio e marginalizzazione. Anche The city of lost soul presenta le stesse dinamiche, magari con un discreto tocco ironico, ma il descrivere queste anime perdute di popoli diversi evidenzia la mancanza di un riferimento forte e la conseguente perdita di tutte le coordinate culturali e della tradizione, fanno di questa pellicola un ritratto molto pessimista. Cinesi, giapponesi e brasiliani si incontrano, si scontrano, cercando una via di fuga che di fatto non esiste.
Un yakuza-movie abbastanza canonico per quel che riguarda la filmografia di Miike. Mancano i tocchi di follia, se si esclude l'incredibile (ed evitabile) trashata del combattimento tra galli. L'unica vera variante rispetto ad altri film del regista giapponese è la comunità brasiliana ma è poca cosa. Non mi ha entusiasmato più di tanto se non nella parte finale che almeno mette un po' di adrenalina in corpo.
Folle commedia drammatica e visionaria, palesemente eccessiva, che miscela sapientemente azione, sentimento e violenza nelle gesta di un eroe, semi-solitario, alle prese con Yakuza, Triade cinese ed amante inconsolabile. Il difficile, più che altro, in questi casi, è riuscire a prendersi sul serio nella giusta misura: nè troppo, nè troppo poco; e a mio modesto parere Miike ci riesce.
Per chi ha visto tanto di Miike (e tanto ha ancora da vedere) questo City of lost souls può tranquillamente essere declassato tra i minori del regista nipponico. Il che non significa che sia brutto, ma semplicemente che Miike ha raccontato tante di questo genere di storie in talmente tante salse da risultare in casi come questo piacevole e nulla più. Certo viene da chiedersi cosa si sia mai bevuto per aver concepito una scena supertrash come quella del gallo alla Matrix, ma anche queste stupidaggini gli si perdonano. L'ambientazione brasiliana lo rende solo un tantino più accattivante ma la mole di personaggi è eccessiva, la trama si appesantisce e spesso gira a vuoto e il finale, perdonatemi, è davvero di una ridicolaggine estrema. Però si lascia guardare e non annoia mai, il che è un gran pregio dato che facendo i calcoli questo è il mio ventisettesimo film del regista.
Poco conosciuto lavoro di Miike e cmq un altro bel yakuza-movie sull'asse cino-giappo-brasiliano che intrattiene discretamente miscelando tante scene ben fatte e accattivanti a tanti momenti ironici, nel pieno del suo stile e delle sue idee strampalate, basti vedere la lotta tra i galli.Qualche momento di calo quà e là ma nel complesso un film di Miike che consiglio di vedere.
Collaudato ritratto di un Giappone criminale e feroce, dove i toni diventano particolarmente razzisti quando i riflettori illuminano i rapporti di odio tra i membri yakuza, i capi cinesi e i cani sciolti brasiliani di Shinjuku. Ma la critica manca di riflessione e il tutto si riduce a una mentalità da ghetto, più interessata alle sparatorie e all'azione che alle sfaccettature sociali (o amorose) dei protagonisti. La trama è meno suggestiva del solito e uno sfilacciato montaggio non aiuta a lasciarsi travolgere dal sempre divertente teatrino di Miike. La regia è discontinua ma non priva di idee e alle volte non disdegna di lasciarsi andare a qualche tamarrata da videoclip; evitabili i ridicoli combattimenti tra polli computerizzati. I picchi di violenza e i personaggi graffianti faranno la gioia dei fans.
Yakuza movie firmato Takashi Miike che mischia vendetta, azione, sentimento, trash, intrattenimento e assurdità… Stavolta però il mix non è riuscito alla grande come in altre occasioni… Il film brilla molto in alcune singole scene ma nel complesso non mi ha né esaltato né entusiasmato… La storia (e il suo sviluppo) potevano essere gestite meglio e qualche calo di ritmo di troppo pesa un po’ sulla godibilità complessiva dell’opera… Ottimo l’ultimo quarto d’ora, come sempre ad altissimi livelli la regia… Si fa pure guardare ma onestamente, anche tra i cosiddetti film “minori”, Miike ha sfornato opere di ben altro livello…
Buon lavoro di Miike, che ci ha abituato però a molto meglio. Estremo sotto molti punti di vista, il film non riesce a mantenere un'uniformità generale, forse per la presenza di troppi personaggi e lo sviluppo frammentario della storia. I personaggi tipici Miikiani ci sono però tutti, e solo questo distingue nettamente il film dalla massa. Devastante il finale.
In questo film le tematiche ricorrenti dell'identità geografica e etnica mancanti, vengono portate alle estreme conseguenze, in un Giappone in cui sono i giapponesi stessi a sentirsi fuori posto. E' pieno di spunti interessantissimi, ma forse proprio per questo avrebbe meritato qualcosa di più... non so, ma c'è qualcosa che non mi convince appieno in questo film. Sicuramente è penalizzante l'incapacità dell'attore protagonista. In ogni caso gli do 7 e mezzo, ma potenzialmente poteva essere da 9. Peccato.
Pensavo di vedere un film minore di Miike e non mi aspettavo molto. Per fortuna mi sono trovato di fronte a una bel film e non sono uscito da cinema deluso.
buon film di miike, per lui senza infamia e senza lode. Insomma, un miike medio, non eclatante. ma intendiamoci; un film medio di miike è superiore all'80% dei film attualmente in circolazione. regia come al solito ai massimi livelli.