tokyo fist regia di Shinya Tsukamoto Giappone 1995
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tokyo fist (1995)

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locandina del film TOKYO FIST

Titolo Originale: TOKYO-KEN

RegiaShinya Tsukamoto

InterpretiKôjii Tsukamoto, Shinya Tsukamoto, Kahori Fujii, Naomasa Musaka

Durata: h 1.28
NazionalitàGiappone 1995
Generedrammatico
Al cinema nel Novembre 1995

•  Altri film di Shinya Tsukamoto

Trama del film Tokyo fist

Tsuda è un brillante agente assicurativo di Tokyo e vive con la fidanzata Hizuru. Un giorno intravede a un incontro di pugilato Takuji, un vecchio amico di liceo, ora pugile professionista e fa di tutto per evitarlo. Tornato al lavoro, si ritrova davanti il vecchio compagno e resta colpito dalla familiarità che questi mostra di avere con la sua fidanzata. Ben presto i rapporti tra i personaggi precipitano.

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Voto Visitatori:   8,30 / 10 (28 voti)8,30Grafico
Voto Recensore:   10,00 / 10  10,00
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Voti e commenti su Tokyo fist, 28 opinioni inserite

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alex94  @  16/09/2023 20:53:53
   8 / 10
Altra pellicola potentissima del geniale Tsukamoto,sangue, velocità e autodistruzione,questi sono gli ingredienti che compongono questa sorta di "Fight Club" cyberpunk e sotto acidi,con sullo sfondo una Tokyo grigia ed opprimente fotografata in modo freddo che (se c'è n'era bisogno) aumenta ancora di più la potenza delle immagini.
Frenetico ed affascinante nelle sue suggestioni visive,da vedere.

VincVega  @  06/12/2021 18:03:10
   7½ / 10
Squarci di metropoli, due amici si rincontrano, una ragazza nel mezzo, la boxe. L'alienazione dell'individuo vista da Tsukamoto, con un montaggio frenetico da applausi. E poi la violenza, la mutazione della carne. C'è tanta roba in appena 80 minuti. Da vedere.

Italo Disco  @  11/01/2019 21:34:52
   6½ / 10
Film particolare, curioso anche se contorto...non so che messaggio voglia far passare il regista, per come la vedo io si tratta del mutamento di 3 ragazzi di fronte alla schizofrenia metropolitana, con una Tokyo soffocante che stringe i propri cittadini in una trappola di cemento e con i continui terremoti ad alimentare lo squilibrio. Durante la visione mi è venuto in mente FIGHT CLUB, non so bene perché, forse per il dualismo/rapporto dei protagonisti o per la violenza degli incontri di pugilato, con i visi tumefatti e gli schizzi di sangue che fioccano con effetti sonori da manga giapponese. Molto drammatico e violento visivamente, ma non preciso su quello che vuole dire e non propriamente riuscito su alcuni punti.

DEX DEXAGLIA  @  04/10/2015 19:51:48
   10 / 10
unico nel suo genere!

Guglielmo90  @  09/06/2014 20:48:55
   8½ / 10
Shinya Tsukamoto ci propone con Tokyo Fist un film diverso, in quanto a genere, rispetto ai precedenti, appartenenti al filone cyberpunk. Questo film parla, infatti, della vita di una giovane coppia di fidanzati che viene stravolta dall'arrivo di un vecchio amico di liceo, pugile professionista.

Il montaggio del film è veloce e frenetico. E' un film molto forte il cui tema è quello della ricerca del dolore fisico (inflitto e auto-inflitto), per sentirsi vivi, e dell'auto-distruzione. Infatti, i tre protagonisti vivono una vita monotona e ripetitiva e l'unico modo che hanno per uscire da quella sensazione di apatia e da quella società alienante è la violenza. Questo contrasto è rafforzato dai filtri di colore utilizzati dal registra per rendere le scene. Di fatti, le scene della Tokyo metropolitana o degli uffici di lavoro sono rese con un filtro blu e freddo; a queste si contrappongono le scene di violenza con filtri più caldi. La vita dei tre continuerà in questo turbine di violenza e dolore fisico sempre maggiori. La colonna sonora, di Chu Ishikawa, è adatta alle scene frenetiche del film.

Il film mi ha colpito particolarmente per la tematica affrontata e per

ferzbox  @  10/07/2013 17:03:49
   8 / 10
Questo film è un impatto dirompente.
Shinya Tsukamoto è un regista dalle idee visionarie davvero incredibile.
Quello che ho provato vedendo "Tokyo Fist" è una scarica di adrenalina senza sosta;lo scontro fisico,mentale,psicologico e simbiotico tra due ex compagni di scuola dalla vita dal carattere e filosofia di vita totalmente differenti.
Takuji Vs Hizuru,in tutto e per tutto.....Takuji è un pugile professionista...Hizuru un semplicissimo agente assicurativo ...ma la rabbia di Hizuru quando vedrà Takuji familiarizzare eccessivamente con la sua donna lo trasformerà in una belva sovrumana,ostinata ed insensibile a qualsiasi tipo di dolore.
Come al solito la regia ed il montaggio bizzarro di Tsukamoto danno vita ad una carrellata di situazioni allucinanti e visionarie;l'esagerazione dei loro molteplici scontri è giustificata dalle sensazioni ed emozioni dei due protagonisti....
Mi sono divertito un casino a vederlo....
...per palati particolari però...

_Hollow_  @  28/04/2013 02:44:26
   10 / 10
Scusate il gergo, ma ... che ***** di film!!

Dite che sul pugilato sarebbe difficile trovare di meglio, ma sul fatto gli preferisco di gran lunga Kids Return di Kitano.
Questo più che un film sul pugilato ha molto del film sulla (auto)distruzione. Metallo, metropoli. Tsukamoto in fondo.
Ma ragazzi ... come caspita è girato ... da paura. Mai visto un uso della macchina da presa più figo. Quel buco nella carne viva che ogni tanto salta su schermo è da applausi. La colonna sonora pure (sentire "Gryphis Glaucus" di Chu Ishikawa per farsene un'idea).
Sembra "L'uomo con la macchina da presa" di Dziga Vertov fuso alla filosofia di Fight Club.
Da brividi ...

Badu D. Lynch  @  18/03/2013 14:17:26
   9½ / 10
Uno dei migliori film di Tsukamoto. L'opera più matura del filmmaker giapponese, sia a livello tematico, visivo e registico. Il completamento e la realizzazione dei personaggi avvengono attraverso la sofferenza e il dolore. E' un film in cui la ricerca della deformazione fisica è indispensabile, necessaria per sentirsi vivi. Stile estremo e ricco di simbolismi. Il rapporto/contrasto tra la Tokyo della superficie (apatica, statica e fredda) e quella del sottosuolo (vitale, fluida e calda) è perfetto.
Shinya Tsukamoto è il David Cronenberg nipponico.

m3tal  @  03/12/2012 09:21:08
   9 / 10
Immenso. Che regia!

Gruppo COLLABORATORI SENIOR elio91  @  28/04/2012 17:22:03
   7½ / 10
Stranamente non l'ho trovato il migliore di Tsukamoto, anzi direi che pur essendo di valore il giapponese abbia fatto di meglio.
Le tematiche son sempre le sue, il montaggio schizzato e folle pure, ma azzardo che forse una trama lineare (definizione da prendere per le molle con Tsukamoto) rispetto ad altre sue opere non abbia giovato del tutto, rendendola a tratti priva di mordente.
Per il resto credo che sarà durissima se non impossibile trovare cinema sul pugilato (se cosi lo volete chiamare) simile.

TheLegend  @  18/04/2011 00:26:26
   6½ / 10
Visti i commenti mi sarei aspettato di meglio.
Non tra i migliori di questo regista a mio avviso.

Gruppo COLLABORATORI SENIOR The Gaunt  @  13/02/2011 19:52:33
   8 / 10
La storia in fondo è molto semplice: un triangolo amoroso che si consuma nel contesto di una metropoli opprimente, dove la fisicità dei corpi è soffocata e di conseguenza le passioni emotive. Per recuperare quest'ultime bisogna recuperare la fisicità dei corpi. Il pugilato fra gli sport fisici per eccellenza, consente attraverso il sacrificio, il dolore e il sangue di sentirsi di nuovo vivi riappropriandosi del proprio corpo e riaccendere le proprie emozioni.
Tsukamoto e Cronenberg sono così lontani (nello stile) e così vicini (nelle tematiche). Tokyo fist e Crash pur nella loro diversità offrono diversi punti di contatto fra questi due grandi cineasti.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento tylerdurden73  @  09/11/2010 10:03:34
   8 / 10
La violenza ed il dolore dileggiano la morte appoggiando la rinascita all'interno di un'alienante società che è moltitudine di menti e corpi incarcerati in palazzoni-alveare,luoghi in cui vite dalla snervante monotonia ciclica diventano chimerici surrogati di esistenze felici,più verosimilmente omologate in un'indolente sopravvivenza accentuata da tonalità glaciali.
Un triangolo amoroso cagiona un folle risveglio di sensi sedati per l'impacciato impiegato Tsuda,la sua compagna Hizuru e il boxeur Kojima, l'impavida vocazione al disfacimento fisico consacrato da pugni,piercing e tatuaggi determina un'uscita da schemi opprimenti cadenzati da un ordinario senza prospettive.Montaggio e regia esaltano il parossismo tipico di alcune produzioni di Tsukamoto,il linguaggio visivo impiegato è molto simile a quello già collaudato in "Tetsuo",adatto nell'immortalare una tenace evasione irrorata dal sangue,glorificata nella frantumazione delle ossa e nella trasfigurazione di maschere sociali grottesche,poste su visi di un'umanità livellata nell'indifferenza.
La materia viene alterata in una mutazione,tema notoriamente carissimo all'autore,che paradossalmente imbruttendo la normalità valorizza la vita attraverso repellenti ammassi di carne tumefatta sfuggiti all'uniformazione ottundente.La negazione della prassi lobotomizzante transita da atteggiamenti punitivi autoinflitti per eludere la gravosità di contesti emotivamente frustranti,plasmati sul nulla, quindi da sconfessarsi con rabbia in quello che è un insolente ma indispensabile oltraggio al proprio essere affinchè la parola vita possa tornare ad avere senso.

Invia una mail all'autore del commento Gualty  @  29/09/2010 18:39:30
   9 / 10
Film molto interessante, tecnicamente originale nella sua esasperata velocità in certe situazioni. Le anomie della società giapponese, il lato oscuro dell'essere umano, masochismo e sadismo vengono dissezionate con ambiguità in questa pellicola quasi sperimentale.

phemt  @  27/07/2009 12:47:08
   8 / 10
Dopo Testuo ilnuovo viaggio metropolitano ma fuori dal tempo di Tsukamoto che ruota intorno a tre personaggi ben dettagliati...

Una coppia dalla vita monotona e senza vie d'uscita deflagherà appena entrerà in scena l'elemento distruttore, boxer professionista, che cambierà la vita dei due protagonisti liberandola dalle loro finte identità precostituite...

Tsukamoto fa quasi tutto e fa tutto bene!

Invia una mail all'autore del commento Banana Pie  @  13/07/2009 11:51:34
   8½ / 10
La caratterizzazione dei personaggi così particolare e così cruda, non idealizzata, è un marchio di fabbrica di certi lavori di Shinya e in questo in particolare lo trovo particolarmente ben realizzato. Inquadrature che ricordano molto i classici come Le Avventure del Ragazzo del Palo Elettrico e Tetsuo, fanno il loro caotico dovere azzeccatissimo in questa pellicola.

Tom24  @  26/05/2009 19:12:50
   8½ / 10
circa capolavoro.

Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Gatsu  @  06/03/2009 16:08:10
   7½ / 10
Film durissimo, di fisico! Un'arte particolare quella di Tsukamoto, regista molto dotato che in questo film però non sfoga tutta la sua arte. Belle comunque le scene "flippate" veloci e molto tecniche e...una cosa per tutti...fight club con questo non c'entra un cazz.o!!!

Ciaby  @  27/02/2009 18:57:12
   7½ / 10
Mi sono dimenticato di votarlo! Bel film dal genio Tsukamoto, che propina ancora suadenti montaggi schizoidi in una storia affascinante e malsana. Anche se il vertice della sua arte sarà il trittico "Snake Of June"- "Tetsuo"- "Nightmare Detective", seguiti da "Vital" e "Gemini"

Taguchi  @  14/05/2008 22:43:03
   9 / 10
Il quarto (capo)lavoro di Shinya Tsukamoto appartiene a quello che si può definire un oltrecinema. Come sempre Tsukamoto affronta la disumanizzazione, l'alienazione, la violenza e soprattutto la mutazione interiore ed esteriore.
L'armonia di una coppia è distrutta dall'arrivo di un altro uomo (un pugile),
Questo non è che l'inizio del film, il finale del film, il film stesso...
Con rigore e senza alcuna inibizione Tsukamoto ci (di)mostra il disfacimento dell'uomo come vittima e carnefice del proprio corpo.
Ci rende consapevoli di come la distruzione/maturazione dell'uomo siano indissolubilmente legati tra loro e a loro volta debbano fare tappa obbligata nel dolore (fisico e mentale), nella sofferenza e nel sangue che nello splendido finale è il vero protagonista.
L'inquadratura è sempre mossa, sporca, fuggevole; quasi a voler sottolineare l'impossibilità di fermarsi, di riflettere, di riposarsi.
Inquadrature complementari ad un montaggio ancora più frenetico e sintetico.
Musica martellante che esplode in momenti lenti e di delirio puro esasperando ancor di più la visione.
Con Tsukamoto la follia va a braccetto con la genialità e questo film ne è la prova... Da vedere assolutamente per tutti gli amanti del genere.

Crimson  @  30/11/2007 23:43:03
   8 / 10
Alcuni commenti che mi precedono sono eccezionali, e mi hanno aiutato ulteriormente a entrare in un film non di facile lettura, specie per quanto riguarda alcune sottigliezze (su tutte la metafora del pungiball).
Ci troviamo di fronte ad un film ottimo, di un regista veramente capace, sicuramente fuori dagli schemi e che spesso personalmente mi colpisce veramente duro, mi riferisco alla modalità col quale adotta il mezzo cinematografico come esternazione del proprio essere e rappresentazione delle proprie tematiche, tra le quali quella che preferisco sinceramente è il ricongiungimento con sè stessi, la (ri)appropriazione di una peculiarità che la moderna alienazione sociale sta scucendo letteralmente dall'individuo. Riappropriazione che si attua attraverso una sorta di 'catarsi'.
Questo processo si attua attraverso il dolore. Dolore fisico, in tutte le sue forme, dal piercing (un piercing del tutto particolare, però) alle testate contro il muro. C'è molta fisicità, talmente tanta da disgustare, da far abbassare lo sguardo in più d'un occasione, ma che entra dentro chi guarda impotente, e che metaforicamente subisce.
'Tokyo fist' mi sembra anche un film che punta l'attenzione su un forte individualismo dei protagonisti. Ciascuno rivendica qualcosa, senza troppe ipocrisie, ma con quel muso duro che lascia sbigottiti e perchè no, ci rende perfino antipatici quei personaggi così determinati a non tacere ma piuttosto a fare rumore e a deformare la propria esteriorità (la scena di Tsukamoto - Tsuda col suo faccione mostrificato e irriconoscibile è uno dei momenti più intensi e significativi del film).
Il risultato è qualcosa di pulsante e tremendo. E a larghe vedute, condivisibile o meno, fà riflettere.

Sestri Potente  @  15/11/2007 13:56:13
   4 / 10
A me questo film non è piaciuto, e mi ha anche un po' impressionato. Strano perché a me piacciono molto i film violenti, ma questo mi ha messo addosso un'insolita sensazione di nausea. La scena del gatto, la faccia gonfia di pugni di Tsuda, la sua mimica agitata per tutto il film, e la cattiveria del suo antagonista mi hanno un po' infastidito: davvero non sono riuscito a digerirlo!

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Ultima risposta 15/11/2007 14.09.50
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Invia una mail all'autore del commento matteo200486  @  12/07/2007 00:13:25
   9 / 10
Tokyo Fist si colloca quasi a metà della filmografia di Shinya Tsukamoto e ne risente notevolmente. Infatti in tale pellicola si possono individuare gli echi dello sperimentalissimo di Tetsuo e si rintracciano quegli elementi registici che diverranno di largo uso in Bullet Ballet.
Come in molti suoi film, Tsukamoto, è anche il protagonista delle vicende narrate quasi ad evidenziare che tutto ciò che porta sullo schermo non è frutto di un'espediente commerciale ma solo e soltanto frutto del suo Essere. Proprio come fanno gli artisti, anche Tsukamoto mette la propria firma alla sua opera rappresentata idealmente dalla sua presenza sulla scena.
Come in Bullet Ballet e Testuo la regia è rapida, veloce, non lascia un attimo di respiro al fortunato spettatore che si trova davanti ad una pellicola di rara particolarità e fascino come questa.
I temi trattati dal regista nipponico cono quelli più comuni nella sua filmografia. Risulta chiaro l'attacco che Tsukamoto porta alla città, come luogo di alienazione, milioni di persone che vivono vicine, separate pochi metri l'una dall'altra ma assolutamente indifferenti. Indifferenza che porta inevitabilmente alla solitudine e alla sofferenza derivante da tale condizione.
E così l'uomo vive in uno stato di apatia, di non-vita. Il tempo passa, ma è un passaggio solo fisico: spiritualmente, interiormente non si vive. Da qui una via di fuga: il dolore. Quest'ultimo risulta l'unico vero mezzo che i protagonisti hanno per sentirsi realmente vivi.
Ma per ottenere dolore è necessario percorrere quel limite che va sviluppandosi tra la vita e la morte. Da qui il dilemma: Per sentirsi veramente vivi bisogna avvicinarsi così tanto alla morte?
A voi l'ardua sentenza

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Ultima risposta 12/07/2007 08.49.42
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Tumassa84  @  21/06/2007 14:41:18
   10 / 10

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Ultima risposta 18/03/2013 18.43.19
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gikkiolo  @  24/02/2007 04:13:02
   10 / 10
appena visto...da amante e praticante di boxe devo dire le migliori sequenze tecniche...mai visto boxare così tecnicamente in un film!!! grande realtà.
Per il resto bel gran film....cala un pò di tono forse una pellicola più breve avrebbe esaltato maggiormente la storia, evitando di farla cadere in attimi di deja vu..penso che come CORTO sarebbe stato un cult!!
Analogia con fight club.....fight club è una americanata..noto con dispiacere che la maggior parte del cinema americano si basa su un ENORME serie di remake ma la cosa scorretta è che NON LO DICONO.

Fight club (fatto ovviamente dopo 1999 contro 1995) è versione americanata della "morale" del bel tokio fist...un remake organizzato e confezionato, per il pubblico massificato, massificazione del cinema, non mi soffermo nemmeno oltre.
Tokyo trova in un linguaggio più "popolare" la stessa morale e storia.....siamo ormai tanti ROBOT che vivono la propria vita, in una sorta di irreversibille catalessi.

Io penso che Tsukamoto in questo(come altri) abbia voluto fare una sorta di trasposizione fisica...un corpo fermo e addormentato ha reazione immediata quando viene punto da un piccolo spillo, reazione immediata e spropositata.

Credo che abbia semplicemente voluto far vedere fisicamente, quello che accade oggi...una società dormiente, un uomo piccolo piccolo che vive nella sua vita da inconsapevole "RIN********TO" (notare le prime espressioni facciali del personaggio seguita da una recitazione totalmente diversa dopo) , un ago...nel film è la gelosia, la rabbia, la vendetta,la furia...in tutti sentimenti forti che destano subito, che punge i centri nervosi del protagonista...e lo desta da un sonno perenne.

Comincia a vivere....sangue sofferenza e 30 minuti in cui si esprime zero trama solo TUTTO dolore....pugni veloci,aghi veloci che perforano la pelle, testate veloci e "secche" su un muro di cemento.
Tutto dolore....veloce, secco, spesso autoprovocato...penso possa significare anche la volontà propria di uscire dallo stato di catalessi in cui la società ci obbliga.
Visto ovviamente in lingua originale con sottotitoli (come sempre) fa effetto...tutti i personaggi in un certo punto del film mi sono apparsi in uno solo...mi è sembrato di vedere tante facce di una sola medaglia, un solo personaggio che si flaggella ..lotta ...contro se stesso...contro una parte della sua mente che accetta la catalessi della società come rifugio della mente, ed una parte che lotta contro di essa...forse proprio questo vuole dire il maestro...3 personaggi ....ma forse un unico soggetto...in conflitto con se stesso.

LE 2 parti principali perennemente i lotta..una coscienza che si vuole svegliare ed un altra parte del cervello che cerca di tacitarla per timore(l'incontro di boxe) lei la donna, si flaggella non si oppone fermamente tranne che per un attimo solo...picchia quello che rappresenta il suo essere di un tempo, lo picchia perchè odia quelllo che è stata fino a quel momento, si ribella, non sa da che parte scherarsi..forse una coscienza che lla fine termina se stessa perchè non può esistere.
Il bello che questa è solo UNA delle mille chiavi di lettura...10

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Ultima risposta 29/09/2010 18.33.27
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Gruppo COLLABORATORI JUNIOR Andre85  @  27/12/2006 02:59:47
   8½ / 10
tsukanamoto mi colpisce sempre con il suo particolarissimo stile, e in tokyo fist sfoggia tutto il suo estro sia nella narrazione sia nelle riprese alquanto "psicadeliche"

benzo24  @  22/05/2006 19:25:45
   10 / 10
Film straordinariamente intenso, immagini veloci e potenti come pugni. ogni film di Tsukamoto è una festa per glio occhi e anche questo non fa eccezzione. Boxe, sentimenti, violenza, mutazioni Tokio Fist offre di tutto e di più ed è un vero è proprio cult per gli amanti del cinema vero.
Qualcuno ha tirato in ballo Fight Club ma il libro di palanhiuk da cui è stato traatto l'omonimo film di fincher non ha niente a che fare con questa pellicola, storie diverse, stili diversi.

Gruppo COLLABORATORI bungle77  @  06/01/2006 15:14:25
   8 / 10
Delirante film di tsukamoto rappresenta tutta la frustrazione dell'uomo medio giapponese in cui solo con la violenza si possono frantumare le ipocrisie. Film molto fisico cinico e spietato. Tsukamoto fa un po di tutto anche l'attore!!
Fincher si è ispirato per il suo fight club (le due opere non si possono nemmeno paragonare)

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MARILYN HA GLI OCCHI NERI
Locandina del film MARILYN HA GLI OCCHI NERI Regia: Simone Godano
Interpreti: Miriam Leone, Stefano Accorsi, Thomas Trabacchi, Mario Pirrello, Orietta Notari, Marco Messeri, Andrea Di Casa, Valentina Oteri, Ariella Reggio, Astrid Meloni, Giulia Patrignani, Vanessa Compagnucci, Lucio Patané, Agnese Brighittini
Genere: commedia

Recensione a cura di Severino Faccin

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