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Ma pensa un po' non l'avevo ancora commentato, comunque grandiosa pellicola che rappresenta il massimo di Boyle regista che non stimo moltissimo nonostante il talento non gli manchi di certo. Qui rappresenta una folle corsa verso l'autodistruzione di cinque personaggi splendidamente caratterizati e nel mentre si concede pure qualche pensiero interessante (sul concetto di vita imposta) e alcune simpatiche metafore come quella sul cesso più lercio della Scozia. Un altro punto di forza della pellicola è la semplicità con cui ci si identifica ai personaggi senza per forza (e per fortuna) dover condurre vite simili a loro e Boyle evita saggiamente di far cadere in compassione lo spettatore nonostante per quanto mi riguardi l'unico problema della pellicola è rappresentato dai momenti drammatici poco coinvolgenti e che fanno esclusivamente da traino per la trama. Il film ancora oggi conserva la potenza di quanto uscì, peccato che Boyle salvo 28 Giorni Dopo abbia abbandonato il suo stile originario in favore di uno fin troppo classico.