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Trainspotting è un vero e proprio ritratto fedele della tossicodipendenza. Una vita, quella dei giovani protagonisti, fatta di droghe, teorie, ripensamenti, morte, amore, sesso, carcere. Una vita abilmente diretta da Boyle perfetto regista in questo film. La fotografia "vintage" di Trainspotting mi ha colpito parecchio, così come il cast davvero all'altezza (Ewan McGregor è fantastico così come il poco conosciuto Robert Carlyle, qui fantastico nel ruolo di Francis Begbie).
La trama ci mostra la vita e gli svaghi di un gruppo di ragazzi con una "sana tossicodipendenza" alle spalle. Scene comiche si alternano a scene drammatiche. La presenza di scene grottesche (Mark che affonda nella tazza del bagno, il bambino sul soffitto) rende il film inquietante e ci fa capire i problemi della droga.
Trainspotting è infatti uno dei pochissimi film che fa capire allo spettatore di cosa si parla: il problema della tossicodipendenza. E il film lo fa mostrandoci i lati inquetanti della vita del tossico.
Insomma Trainspotting è un pugno allo stomaco; un film che fa ridere, riflettere, piangere, spaventare, inquietare.