viva zapatero! regia di Sabina Guzzanti Italia 2005
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viva zapatero! (2005)

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locandina del film VIVA ZAPATERO!

Titolo Originale: VIVA ZAPATERO!

RegiaSabina Guzzanti

InterpretiRory Bremner, Sabina Guzzanti, Daniele Luttazzi, Michele Santoro, Enzo Biagi, Fabrizio Morri, Valerio Terenzio, Andrea Salerno, Lucia Annunziata, Beppe Giulietti, Claudio Petruccioli, Dario Fo, Flavio Cattaneo, Luciano Canfora, Karl Zero

Durata: h 1.20
NazionalitàItalia 2005
Generedocumentario
Al cinema nel Settembre 2005

•  Altri film di Sabina Guzzanti

Trama del film Viva zapatero!

Le vicende di 'Raiot', l'ultimo spettacolo di Sabina Guzzanti sospeso dalla Rai dopo una sola puntata, sono lo spunto per parlare di satira con alcuni dei principali esponenti europei fra cui il premio Nobel Dario Fo e in generale fare il punto sulla libertà di informazione in Italia.

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Voti e commenti su Viva zapatero!, 126 opinioni inserite

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Gruppo COLLABORATORI martina74  @  04/10/2005 10:55:01
   10 / 10
“Hic sunt leones”: oltre un certo limite, come gli antichi non potevano oltrepassare le colonne d’Ercole, non si può andare. Con la differenza che gli antichi temevano l’ignoto, mentre coloro che oggi fanno (o meglio, vorrebbero fare) satira, sanno benissimo cosa li attende oltre quelle colonne: querele milionarie, con cui il potere tiene in scacco chiunque osi dire una parola “contro”.
E allora Daniele Luttazzi è talvolta costretto ad affittare a sue spese i teatri dove inscena il suo “Bollito misto con mostrarda” perché più di una volta è stato bollato come “indesiderato” dalle amministrazioni… Paolo Rossi viene censurato perché interpreta uno spettacolo di Moliere… quel comunistone di Enzo Biagi viene cacciato dalla tv, lui che fu il primo ad annunciare la liberazione dell’Italia dal fascismo… Dario Fo è relegato in quarta serata (in estate, naturalmente) a fare pur splendide lezioni di storia dell’arte… Benigni, che non graffia più, legge la Divina Commedia e gira film che più buoni di così non si può.
E Sabina Guzzanti viene censurata, rea di aver pronunciato frasi che, secondo lo studio Previti (ma siamo impazziti??), non si possono definire satira. A nulla vale il fatto che la magistratura abbia archiviato il caso non solo perché di satira si trattava, ma anche e soprattutto perché Sabina ha detto cose vere. E stampa e televisioni tacciono, asservite al potere. Ma soprattutto, l’opposizione avalla, in una inquietante connivenza che permette al premier di fare il bello e il cattivo tempo. Sentiamo Violante alla Camera pronunciare frasi che non avremmo mai voluto udire… frasi che sottintendono un concetto semplice e agghiacciante: “Berlusconi, noi ti abbiamo lasciato fare, e ora tu ci ripaghi così”.
La parte del film che più mi ha colpita è stata l’intervista a Furio Colombo, che parla della sua infanzia, dei quotidiani rilegati in cui si dipana la storia recente del nostro Paese. Si chiede, a proposito del Ventennio: “Come facevano a non vedere?”… e anche oggi, com’è possibile che un clima intimidatorio così strisciante non si faccia notare, com’è possibile che noi si continui a stare zitti mentre bellamente veniamo rassicurati che tutto va bene perché abbiamo tanti telefonini? E’ possibile, proprio perché il clima di intimidazione si insinua silenzioso, senza tanti clamori, giorno per giorno.
Mi metto anche io nel mucchio, anche io che non ho coraggio di protestare. E, se facessi la giornalista e una telefonata mi avvertisse che è meglio non pubblicare quella notizia, perché se Biagi e Santoro sono stati cacciati a calci nel sedere, figuriamoci cosa potrebbe succedere a me… avrei forse ancor meno coraggio.
E così non abbiamo scelta; se accendiamo la tv possiamo solo chiederci se è meglio la carne o la pasta, vedere degli imbecilli che si sfidano in un reality, appassionarci alla vicenda di quel disgraziato di Calissano alle prese con i suoi problemini psicologici, piangere calde lacrime mentre la Parodi (al tg5!!!... Rossella 2000!!!) ci racconta dell’anello di fidanzamento che Dodi stava per regalare a Diana… o, peggio, sentirci dire da chi presiede questo governo che “il cancro si combatte con la buona volontà, come la calvizie”, e da un ministro della Repubblica che “gli immigrati è meglio che tornino a ballare con le scimmie” (Roberto calderoni dixit… non aggiungo altro).
Viviamo in una “democrazia” che si difende a colpi di querele, anche contro The Economist. Non avrei mai pensato che fosse un quotidiano comunista. Come dice uno degli intervistati da Sabina (una donna invece molto coraggiosa): “Se una democrazia ha paura della satira, è una democrazia malata”.


118 risposte al commento
Ultima risposta 12/10/2005 17.04.46
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